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Autore: Angelstorm    10/10/2007    3 recensioni
In quel momento si udì un piccolo “pop” e una figura spaventosa apparve davanti ai mangiamorte. Aveva il volto ceruleo dai lineamenti serpentini e due occhi color del sangue che avrebbero messo paura anche al più coraggioso dei maghi: Lord Voldemort in persona. “Bene, bene, bene, Potter e i suoi inutili amici: il mago fallito e la mezzosangue” disse con voce diabolica e sprezzante. Una fredda risata si sollevò dalle fila dei mangiamorte. "Mi sembra che tu non sia molto diverso da me. Non è vero, Tom?" disse Hermione, prendendosi gioco di lui. La risata si spense e tutti i mangiamorte osservarono il Signore Oscuro, aspettando che lui desse loro ordini o che intervenisse direttamente lui, per chiudere la bocca a quella sciocca ragazzina, che aveva osato sfidarlo apertamente. Voldemort si mosse così velocemente che, Harry e Ron, capirono quello che aveva fatto solo quando videro il corpo, di Hermione, accasciarsi al suolo senza vita. "NO!!!!" l'urlo di Ron squarciò la calma mattutina come un fulmine nella notte.
Genere: Azione, Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Buonanotte a tutti!

 

Questa fic l’ho cominciata con un amico qualche anno fa!

 

Non so come possa sembrarvi, se bella o brutta,

 

cmq io la posto e poi mi direte voi con le recensioni se andare avanti o no.

 

Ora sono le 00.50 e sono veramente stanco,

 

ho voglia di andare a letto. Spero, domani, di trovare tante recensioni su questa storia

 

abbastanza complicata.

 

Ciao,

 

Angelstorm

 

 

Harry Potter e il dono di Godric

 

Prologo-Come in una fredda mattina di metà autunno

 

Ormai la luce della luna era scomparsa e già si poteva vedere dietro i palazzi londinesi la vermiglia luce che precede l’alba. I lampioni ai lati della strada iniziavano a spegnersi, e uno spesso silenzio permeava il circondario abitato. L’unico suono era scandito dai secchi passi di tre figure incappucciate che procedevano nella frizzante aria mattutina. Due delle tre camminavano tenendo gli occhi bassi, ma quella centrale osservava il suggestivo orizzonte senza tuttavia che i penetranti occhi verdi prestassero attenzione allo spettacolare sfondo che gli si stagliava davanti. Quegli occhi fissavano qualcosa di lontano e terribile, qualcosa che avrebbero volentieri cancellato dalla memoria. I pensieri, come ultimamente facevano spesso, correvano ai tristi avvenimenti di una vita di sofferenze. La morte di tutti coloro a cui aveva tenuto, alla fine di tutti quelli che avevano rappresentato qualcosa per lui. I suoi genitori prima, il suo padrino, il suo maestro, la sua guida, il suo gigantesco amico, il suo nemico-amico, la sua seconda famiglia, e tutti i membri dell’Ordine della Fenice. Tutti annientati dalla stessa spietata mano, tutti in modo orribile. James e Lily Potter non li ricordava neppure perché morti quando lui era ancora in fasce. Sirius Black, che aveva rappresentato tanto per lui morto in modo assurdo, ucciso dalla sua stessa cugina, caduta sotto il Suo influsso, Remus Lupin torturato fino alla pazzia per conoscere i segreti dell’Ordine, Albus Silente, morto per salvarlo da colui che aveva cercato di eliminarlo fin troppe volte, Rubeus Hagrid, dilaniato mentre cercava di vendicare quest’ultimo, Draco Malfoy, quando si era rifiutato di prender parte ai folli disegni del padre, Suo succube anch’esso, i Weasley, sterminati come cani nella loro stessa casa, e tutti i membri di quell’Ordine ormai decimato, di quell’Ordine creato per salvarlo da Lui. Vedeva una certa ironia in tutto ciò, il primo che sarebbe dovuto morire era uno dei tre sopravvissuti. Il suo sguardo corse alle due figure che gli camminavano accanto. I soli sopravvissuti… gli unici residui di un passato ormai lontano, fuori posto nel regno del terrore di Lord Voldemort, il più potente e malvagio stregone di tutti i tempi. Ma oggi, oggi tutto sarebbe cambiato. Con quell’ultimo ingrediente avrebbero potuto rimediare agli abomini sopportati. Non erano in molti a poter vantare la possibilità di avere una seconda occasione. Quell’unico ingrediente e passato, presente e futuro sarebbero cambiati, tutto per una semplice pozione. Semplice per modo di dire perché c’erano voluti cinque anni per prepararla, per cercare ogni raro ingrediente, per miscelarla nei momenti giusti e per recitare le arcane formule magiche. Era solo il desiderio di terminare quella pozione ad averli sorretti fino a quel momento, a dargli la forza per sopravvivere a tutte le spaventose battaglie a cui avevano preso parte.

“Quanto manca?” chiese Ron.

“Abbastanza” fu la secca risposta di Hermione.

“L’appuntamento è fissato per le sei, siamo in anticipo, possiamo prendercela comoda” aggiunse Harry.

Il tempo passava mentre le tre figure si trascinavano stancamente nella prima luce. Le prime sagome degli alberi del St James Park comparvero in mezzo ai palazzi. Come stabilito  imboccarono il primo sentiero sulla destra subito dopo la monumentale entrata e dopo aver camminato per un buon quarto d’ora si trovarono nei pressi di un limpido laghetto che rifletteva i primi raggi del mattino. Gli alberi fissavano in silenzio le tre nere figure che si fermarono nei pressi di un gigantesco tiglio.

“Il posto è questo” disse Hermione.

“Speriamo non sia una trappola come le ultime diciotto volte” puntualizzò in tono stanco Harry.

“Bah, lo sapremo presto, eccolo che arriva” commentò Ron.

In effetti una piccola figura si stava avvicinando dalla parte opposta alla loro. Zoppicava vistosamente sotto il mantello che un tempo doveva essere grigio, ma che ormai era solo un ammasso di sudiciume e sporco. Quella brutta copia di un mago ci mise una manciata di minuti per percorrere il poco terreno che lo separava dal trio.

“Bah, non promette bene” commentò Ron.

Appena arrivato a portata di voce lo sconosciuto grugnì:

“Siete voi i tre maghi per l’affare?”

“No, loro non potevano venire, hanno incaricato le loro brave sorelle”

“Non sono qui per giocare” biascicò rauco il nuovo venuto.

“Nemmeno noi, Ron permettendo” punzecchiò Hermione.

“Fa vedere la merce” disse Harry.

“Prima i galeoni”

A un rapido cenno di Harry Hermione lanciò verso il mago un tintinnate sacchetto. Il mago ci guardò avidamente dentro.

“L’ingrediente”

“Certo, certo…” mugolò il mucchio di stracci.

Mise una mano dentro al mantello. Harry, Ron ed Hermione posarono contemporaneamente le mani sulle rispettive bacchette e le ritrassero solo quando lo sconosciuto tirò fuori una boccetta. Ron andò a raccoglierla e appena la prese mormorò alcune formule magiche e la polvere contenuta all’interno emise qualche scintilla in risposta.

“E questa” mormorò sorpreso Ron.

“E questa Harry” urlò a voce alta “E proprio questa. Visto, questa volta non era una trappo…” la frase gli morì in gola mentre un centinaio di mangiamorte si materializzavano nella frescura mattutina.

“Dicevi” urlò Hermione di rimando.

“Ragazzi, ragazzi, iniziate a diventare monotoni” disse stancamente Harry.

Il trio estrasse in fretta le bacchette ma nessuno del manipolo di mangiamorte sembrava intenzionato ad attaccare.

“A quanto vedo ci diamo al contrabbando, eh, Potter?” sibilò una voce fredda e strascicata da sotto uno dei cappucci, neri come la pece.

“Tappati quella fogna, Malfoy” ringhiò Harry, riconoscendo immediatamente il padre di quel ragazzo, che per anni, a Hogwarts, era stato il suo nemico.

“Non fa bene essere nervosi di prima mattina, in questo modo ti rovini la giornata”.

“Facciamo così, voi ve ne andate e noi non vi apriremo il culo a suon di schiantesimi” decretò furioso Ron.

“Oh, non è così facile come sembra, Weasley” disse Malfoy con il suo solito ghigno cattivo stampato in faccia “Vedi, il signore oscuro ha deciso che questa vostra resistenza è durata abbastanza, verrà qui lui stesso per annientarvi una volta per tutte”.

Un brivido percorse la schiena di Harry facendolo sussultare.

Contro i mangiamorte avevano già combattuto molte battaglie e se l’erano cavata egregiamente, per essere rimasti solo in tre, ma se a questa battaglia prendeva parte anche Voldemort non avevano alcuna speranza di vittoria.

In quel momento si udì un piccolo “pop” e una figura spaventosa apparve davanti ai mangiamorte.

Aveva il volto ceruleo dai lineamenti serpentini e due occhi color del sangue che avrebbero messo paura anche al più coraggioso dei maghi: Lord Voldemort in persona.

“Bene, bene, bene, Potter e i suoi inutili amici: il mago fallito e la mezzosangue” disse con voce diabolica e sprezzante.

Una fredda risata si sollevò dalle fila dei mangiamorte.

"Mi sembra che tu non sia molto diverso da me. Non è vero, Tom?" disse Hermione, prendendosi gioco di lui.

La risata si spense e tutti i mangiamorte osservarono il Signore Oscuro, aspettando che lui desse loro ordini o che intervenisse direttamente lui, per chiudere la bocca  a quella sciocca ragazzina, che aveva osato sfidarlo apertamente.

Voldemort si mosse così velocemente che, Harry e Ron, capirono quello che aveva fatto solo quando videro il corpo, di Hermione, accasciarsi al suolo senza vita.

"NO!!!!" l'urlo di Ron squarciò la calma mattutina come un fulmine nella notte.

 

 

 

 

Recensite in tanti, mi raccomando!!!!!!!!!

  
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