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Autore: Alyssa85    10/10/2007    3 recensioni
Sono passati diversi anni dai tempi di Hogwarts e parecchie cose sono cambiate. Draco è un affermato avvocato londinese e anche Ginny ha abbandonato la sua magica Tana per vivere da sola e aprire un negozio di fiori proprio di fianco allo studio legale di Draco. Due caratteri incompatibili, visioni della vita che non possono legare ma una strana attrazione: fino a che punto potranno spingersi due persone completamente opposte? Equivoci e "aiuti" di amici e famigliari non rendono certo la situazione più facile!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo uno Dopo mesi di pressoché totale inattività, il mio cervello si è rimesso lentamente in moto e questo è il primo risultato di tale fatica. Ben sapendo che devo ancora migliorarmi, posto il primo capitolo in attesa di critiche/ recensioni/ consigli, sempre ben accetti.
Per quanto riguarda gli aggiornamenti, dovrei riuscire a postare un volta a settimana. In caso contrario avviserò.
Detto questo, vi auguro una buona lettura.
Alyssa85

CAPITOLO UNO


E’ da un po’ di tempo a questa parte che sento uno strano formicolio alla nuca, come quando si ha l’impressione di essere osservati di nascosto. La cosa è abbastanza fastidiosa, soprattutto perché mi fa grattare e mi scompiglio la pettinatura. Se poi questo succede poco prima di andare a lavorare, be’, potete immaginare quanto sia irritante doversi presentare ai propri pari, nonché inferiori, con la testa scombinata. Già quei ragazzini che assumiamo non appena escono da scuola sono dei lavativi e degli scansafatiche, se poi ci aggiungiamo che “il capo” non si presenta in perfetto ordine dando l’esempio, si perde ogni speranza che i propri sottoposti si degnino almeno di presentarsi in orario. Alle volte mi domando come sarebbero le cose se al potere ci fosse ancora il Signore Oscuro. Altro che arrivare in ritardo o non obbedire agli ordini: quei maledetti ragazzini non avrebbero il tempo nemmeno di entrare in ufficio e togliersi il cappotto prima di essere presi a calci nel loro facoltoso e altolocato didietro per essere mandati a fare il proprio lavoro, quello per il quale noi li paghiamo!
Ma tornando al problema principale, sono settimane che ho questa fastidiosa impressione di essere osservato, se non addirittura spiato, quando esco di casa per andare al mio studio legale. Naturalmente trovo tutto ciò assurdo e impossibile. Dato il mio prestigio e il mio lavoro, non esco mai di casa senza le mie adeguate protezioni e nemmeno un capello mi si potrebbe avvicinare così tanto senza prima essere rintracciato dai miei incantesimi. Quindi mi domando se questa sia solo una mia fissa oppure c’è davvero qualcuno che mi osserva e spia ogni mossa che faccio.
In quanto avvocato, il mio lavoro è quello di scoprire la verità, ed è proprio ciò che intendo fare: scoprire chi è che mi fa cominciare le giornate con il mal di testa.


Sono diversi giorni che ho notato un cambiamento in Draco. Arriva sul lavoro nervoso, come se durante la notte avesse visto il fantasma di Lucius, impartisce ordini a destra e a manca e poi non si cura che questi vengano eseguiti o meno. E’ più irritabile, e diciamocelo, irritante del solito. Se poi si aggiunge che siamo nel pieno di un’azione legale contro il Ministero della Magia, e più precisamente contro l’Ufficio per l’Uso Improprio delle Arti Magiche, il comportamento di “Mr. Malfoy” non aiuta certo la situazione.
In quanto suo migliore amico nonché socio di questo studio legale, è mio preciso dovere farlo tornare in sé.
E’ per questo motivo che mi sto avviando a lunghe falcate verso il suo sontuoso studio, rigorosamente tappezzato di verde scuro e arricchito di pesanti tendaggi porpora.
Ogni volta che entro in quella stanza mi vengono i brividi, mi sembra la tana di un adoratore- vecchio stampo di Voldemort. Ogni angolo del suo studio trasuda eleganza, dalla scrivania intagliata appartenente alla famiglia Malfoy dal XVII secolo, lascito di papà Lucius, alle doppie tende color porpora, anche se io preferisco definirle color sangue. Anche la libreria piena di volumi notarili posta sul lato destro della stanza è imponente, e Draco aveva fatto il diavolo a quattro per far sì che il colore e lo stile si intonassero perfettamente a quelli della scrivania. Inutile dire che il povero diavolo a cui era stato affidato il compito ha sgobbato giorno e notte nel tentativo di ricopiare alla perfezione gli intagli della scrivania e il fantastico gioco di luce che questi provocano quando vengono colpiti dal sole (e fare questo credo che sia stato il lavoro più difficile: i falegnami che hanno costruito la scrivania avevano utilizzato un incantesimo del tutto particolare, incantesimo caduto in disuso con l’avvento della vernice per legno. Restituire la stessa aria antica ad un oggetto moderno deve essere un compito arduo per chiunque). Devo dire che l’incentivo di Draco, che se non ricordo male era stato: - Se riuscirai in questo lavoro non avrai più bisogno di lavorare in tutta la tua vita, altrimenti potrai dire addio alla tua modesta falegnameria e ti sarà impossibile trovare altro lavoro in Inghilterra o da qualsiasi altra parte- , deve avere sortito il suo effetto: ora quello che prima era un modesto falegname, si è comprato una villa con piscina alla periferia di Londra e un intero magazzino in cui lavorano una ventina di dipendenti specializzati in restauro e copia di oggetti antichi. Invece Draco si gode l’effetto di un coordinato scrivania- libreria risalente al XVII secolo.
Ma tutte queste sono quisquiglie, oggi. Io devo parlare con il mio socio prima che il suo comportamento influisca sul prestigio del nostro studio e sul rendimento dei nostri ragazzi. Lavorano sodo per mantenersi il posto e non vedo perché Draco debba maltrattarli in questo modo a causa di un malumore passeggero.


- Entra, Blaise- dico, quando sento bussare alla porta del mio ufficio nel suo inconfondibile modo.
Blaise entra come al solito, guardandosi intorno quasi come se fosse in soggezione, sofferma il suo sguardo sulla scrivania e poi sulla libreria alla mia sinistra, il mio piccolo vanto, un lavoretto da niente, e so che la sta ammirando. Ricordo ancora quello che Blaise mi disse quando vide per la prima volta questa libreria nel mio studio. Mi guardò come se fossi pazzo e se ne uscì con:- Davvero fantastica, Draco- e non disse più nulla. Gonfiai il petto d’orgoglio a quelle parole: sapevo, lo sapevo che prima o poi sarei riuscito a creare qualcosa di cui Blaise sarebbe stato invidioso!
Tuttavia non credo che oggi sia qui per parlarmi della libreria perché il suo bel volto è rovinato da una ruga proprio nel mezzo della fronte:- Non sarai preoccupato per qualcosa, vero Blasie?- chiedo, anche se credevo di aver formulato la domanda solo nella mia mente, tanto il suono della mia voce è flebile e quasi si fa fatica a sentirlo.
- A dire il vero, Draco- e fa un pausa. Odio quando fa una pausa nel mezzo del discorso, perché mi permette di pensare a qualsiasi altra cosa, - si, sono preoccupato. -
- E perché?- chiedo. Il mio socio si preoccupa raramente. E comunque non me ne parla mai. Di solito, i suoi motivi di preoccupazione sono legati ai nostri collaboratori, quei giovani, piccoli, inutili avvocati che fanno parte del nostro prestigioso studio legale. E visto che i problemi riguardano loro, Blaise ha capito da un pezzo che non è il caso che ne parli con me: prima di tutto, sono cose che non mi interessano, e seconda cosa, siamo soci in ugual misura (anche se il mio studio è più elegante del suo e può far sembrare che io sia più importante, ma non è così), abbiamo fondato la nostra società insieme mettendoci il cinquanta per cento a testa ed è naturale che lui prenda le decisioni che meglio crede quando si tratta dei nostri sottoposti. Inoltre, sa benissimo che io non so trattare con i ragazzini appena usciti dalla scuola per avvocati, non ho né la pazienza né la voglia per occuparmene. Quindi, ora mi chiedo, cos’è che preoccupa il mio socio, tanto da venire qui, nel mio studio, e guardarmi con aria preoccupata?
- Ho capito… E’ per i miei capelli, vero? Non sono in ordine come dovrebbero. Hai ragione, scusa ma è che…-
- “I tuoi capelli”, Draco? E cosa vuoi che mi interessi dei tuoi capelli, Draco?-
D’accordo, Blaise è su quella linea invisibile e intangibile che separa la preoccupazione dalla rabbia. Me ne sono accorto non solo perché la ruga sulla sua fronte sembra essersi fatta inspiegabilmente più profonda, ma anche perché mette il mio nome alla fine di ogni domanda: brutto, bruttissimo segno.
- Sei arrabbiato, Blaise?- chiedo sottolineando il suo nome. Mi diverto un casino a scimmiottarlo, soprattutto perché ho la rara facoltà di mandarlo in bestia. Mi dà sempre l’impressione di uno che si trasformerebbe in licantropo per il solo gusto di sbranarmi ma sa che non può farlo. Lo ammetto, mi diverto a fargli saltare i nervi: d’altronde, se non ci penso io a distrarlo ogni tanto dal suo lavoro chi può farlo? Alle volte Blaise è così noioooso! Gli ci vorrebbe proprio una scossa, un qualcosa che gli permetta di evadere dalla monotonia di ogni giorno…
- Mi stai ascoltando, Draco?-
…ops….
- Ecco, non mi stavi nemmeno ascoltando! Sai che non ti sopporto quando fai così, Draco?-
Eccolo che ricomincia con il mio nome alla fine delle domande. – E io non sopporto te quando metti il mio nome alla fine delle domande, Blaise-  ribatto piccato. Non capisco perché deve farmi la ramanzina un giorno sì e uno no. Mi sembra di sentire… no, non è vero. Nessuno dei miei genitori mi ha mai fatto una ramanzina. Ecco, mi sembra di sentire Silente quando ero ancora un ragazzino a cui quel vecchio piaceva fare la predica. Se solo Blaise sapesse a chi lo sto paragonando ora…
- Lo so a chi mi stai paragonando, Draco!-
Alzo un sopracciglio nella sua direzione e penso “Bastardo”. Il suo sorrisetto molto poco enigmatico mi fa capire che ha “sentito” anche questo. “Legilimens” penso, e lui annuisce. Quell’infame di Blaise è sempre stato migliore di me con quel dannato incantesimo. Non sono mai riuscito a farlo decentemente, né tanto meno a respingerlo, visto che nemmeno mi accorgo di quando una persona entra indisturbata nella mia mente e rovista tra i miei ricordi. Potrebbe pure portarsi via un souvenir, tanta è la mia capacità di cacciare visitatori inopportuni! Per Blaise, invece, la mente degli altri è sempre stata come un libro aperto.
- Bene. Ora che abbiamo stabilito chi dei due è il migliore in Legimanzia, posso esporti la mia preoccupazione. Giusto, Draco?-
Grugnisco qualcosa che non significa né sì né no e incrocio le braccia al petto con aria imbronciata, in attesa della ramanzina.
- Sono preoccupato per te, Draco. Sei strano da un po’ di tempo a questa parte e non riesco a capire perché. Me lo vuoi dire?-

Come finisco di parlare, noto che l’espressione corrucciata di poco fa si ammorbidisce fino a sparire del tutto e Draco ora mi guarda sorpreso. Oltre ad avere un talento innato per la Legimanzia, sono anche molto bravo, modestamente, a capire gli stati d’animo delle persone. Forse è una dote di famiglia, visto che mia madre è riuscita a farsi sposare sette volte da uomini diversi intuendo le loro necessità. Anch’io possiedo questa capacità e ho intenzione di sfruttarla per capire che cosa passa per la testa del mio socio e amico Draco Malfoy.
Mi guarda senza capire e sta per aprire bocca per negare, per dire che non è vero, che non è strano. Lo so, lo conosco il mio amico.
- E non dire che non è vero. Arrivi al lavoro scompigliato, quasi come se non ti fossi pettinato dopo esserti alzato dal letto. Sbraiti contro chiunque si pari davanti alla tua strada tra la porta d’ingresso e questo tuo studio e riempi di compiti i nostri ragazzi, come se non avessero già abbastanza da fare con questa causa in corso contro il Ministero della Magia- Lo osservo e capisco che non sono partito con il piede giusto. Si rende benissimo conto di quello che fa quando arriva qui dentro e so che non si dimentica di certo della causa contro il Ministero. Sbattergli in faccia il suo comportamento non è decisamente il modo migliore per comprendere cos’ha che non va.  Per la barba di Merlino, mi sembra davvero di sentire Silente! Comincio a preoccuparmi anche per me stesso… - Va bene, non volevo farti una predica in stile Silente. Quello che sto cercando di farti capire è che sono preoccupato perché ti vedo preoccupato e non riesco a capire che cosa ti preoccupa. – Mi riascolto un attimo e mi domando come ho fatto a diventare avvocato con un lessico così ridotto. Ma non è questo il problema principale.
Anche Draco ha notato le ripetizioni del mio discorso e mi guarda con aria compiaciuta, facendo apparire quel fastidioso sorrisetto di superiorità sul suo viso. Poi finalmente si decide a parlare e a svelare l’arcano mistero.
- E’ da diverso tempo che mi sento osservato. Quando esco di casa per venire all’ufficio e al ritorno, sento che c’è sempre qualcuno che mi osserva, che mi spia. Ecco quello che mi preoccupa. -
Ora è il mio turno di alzare il sopracciglio. Non che a me venga bene quanto a lui, sia chiaro, ma il concetto passa lo stesso.
- E non guardarmi così, Blaise!- Piagnucola lui. – Sai bene quanta gente abbiamo spedito ad Azkhaban e quanta ce ne abbia mandata solo io. Se qualcuno di loro fosse riuscito a scappare o avesse ingaggiato qualcuno per uccidermi?-
Mio dio! La sua teatralità è commovente!
- Draco calmati, ti prego. Posso assicurarti che non c’è nessuno che ha intenzione di ucciderti. Se qualche nostra vecchia conoscenza fosse riuscita a scappare, noi saremmo i primi a saperlo. E trovo alquanto improbabile che qualcuno ad Azkhaban sia riuscito a contattare un assassino per farti fuori dopo tutto questo tempo. Quand’è stata l’ultima volta che abbiamo spedito qualcuno in quella prigione? Quattro, cinque anni fa?-
- E se questo qualcuno avesse assoldato un killer professionista e gli avesse espressamente chiesto di non entrare in azione prima di questi quattro, cinque anni proprio perché nessuno potesse sospettare di lui?- La sua voce ha assunto un tono pericolosamente stridulo.
E’ chiaro: Draco sta cadendo in paranoia. – Non ti preoccupare di questo, Draco. E’ davvero difficile che qualcuno stia cercando di ucciderti. E con tutti gli incantesimi di protezione di cui ti avvolgi ogni volta che esci di casa o dall’ufficio, nessuno potrebbe avvicinarsi a te con cattive intenzioni senza che tu te ne accorga. –
Draco mi guarda con quei suoi occhi azzurri leggermente velati dalla preoccupazione e abbozza un sorriso: - Sto diventando paranoico, eh?- mi chiede sorridendo imbarazzato. – Lo credo anch’io. Però ti giuro, Blaise. Là fuori c’è qualcuno che mi spia. Forse non con cattive intenzioni, forse non ha il desiderio di uccidermi, fatto sta che qualcuno mi segue. Ogni volta che sono per strada sento un formicolio alla nuca e… be’, mi gratto. Ecco perché….- comincia una frase, ma sembra imbarazzato nel continuarla. Poi capisco il suo imbarazzo: - E’ per questo che sei sempre così spettinato? Perché ti gratti! Per il formicolio alla nuca!-
E’ evidentemente imbarazzato e così decido di non girare ulteriormente il dito nella piaga. Gli sorrido comprensivo e lo rassicuro:- Stai tranquillo. Visto che la cosa ti agita tanto, farà qualche ricerca e vedrò se davvero qualcuno ti sta seguendo. E nel caso in cui qualcuno sia scappato da Azkhaban- e a queste parole il mio amico alza lo sguardo che per l’imbarazzo aveva inchiodato alla scrivania pochi attimi prima e diventa ancora più pallido del normale – sarai il primo a saperlo. Te lo prometto!- concludo qui e faccio per uscire dallo studio quando mi viene in mente un’altra domanda. Mi fermo e mi volto ancora verso di lui:- Draco… perché non ti Smaterializzi per venire al lavoro?-  Ecco, questo proprio non l’ho capito.
Lui mi guarda negli occhi e poi abbassa la sguardo, come se si vergognasse di qualcosa:- E’ che… mi piace passeggiare per Londra, ecco…-
Lo fisso un attimo e scuoto la testa. Non sono mai riuscito a capire Draco fino in fondo, ma alla fine preferisco lasciare perdere e decisamente rassicurato rispetto a quando ci ero entrato, esco dallo studio. Chissà cosa mi  credevo, io! E’ soltanto il solito, caro, vecchio Draco, che si spaventa anche della sua ombra. Ma è il mio adorabile migliore amico, così non potrò fare altro che scoprire chi rende inquiete le sue giornate.
“Spione dei miei stivali, hai le ore contate!” penso e sorrido tra me e me. Mi sento un perfetto idiota, ma per Draco farei questo e altro.

*            *            *            *            *

Il mio negozio di fiori si trova proprio di fianco allo studio legale Malfoy & Zabini e ogni volta che ci passo davanti non posso fare a meno di pensare a quanto sia banale il nome che hanno scelto. Nonostante il nome poco fantasioso, devo ammettere che davvero c’è sempre gente che entra ed esce da quell’edificio. Ormai riconosco i giovani avvocati che ci lavorano dentro, quindi loro non fanno testo. Ma ogni giorno, una decina almeno di persone si rivolgono agli avvocati più in voga della città per risolvere i loro problemi.
Non sono invidiosa del loro successo nonostante i vecchi dissapori tra Case di Hogwarts, ormai siamo cresciuti e tutto il resto, ma davvero non capisco come la gente riesca a fidarsi di simili… serpi. Possibile che siano cambiati così tanto? Eppure, da quando ho cominciato a leggere La Gazzetta dell’Avvocato mi sono dovuta ricredere: sembra che il loro studio sia, per così dire, ben frequentato. Solo gli effettivi innocenti si presentano alla loro porta, disposti a pagare qualsiasi cifra pur di vincere in tribunale, cosa che avviene sempre quando ci sono di mezzo Malfoy o Blaise. Chi l’avrebbe mai detto che sarebbero diventati avvocati onesti? Pare proprio che stiano percorrendo la strada della rettitudine. - E se non è un cambiamento questo…!- penso ad alta voce mentre, come tutte le mattine, osservo Draco Malfoy varcare la soglia del suo neonato impero legale.
  
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