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Autore: Tell it to the World    23/03/2013    1 recensioni
Something in the way you move makes me feel like I can't live without you.
Genere: Malinconico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The way of all flesh'
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Come mi sono ridotta? Possibile che non sia riuscita a fermarmi prima?
Prima di cadere nella trappola che, involontariamente, avevi posto sulla mia strada.

E così, strisciando lungo la porta del bagno di casa mia, quello nel quale mi ero chiusa, ero finita con il sedere in terra. Il tessuto di cui erano fatti i miei jeans non era bastato ad attenuare il freddo gelido del pavimento. 

Nulla, però, in confronto a quello che sentivo dentro. Una bufera con tanto di neve si era impossessata di me e non avevo alcun modo di placarla.

Sai cosa mi rimaneva di te? Solo quel gelido, gelidissimo addio.

'Buonanotte.' scrivesti. Più freddo di così, solo la morte.

E pensare che prima tu mi volevi bene, sentivo con tutta me stessa che a me ci tenevi.

E allora, mi domando, perché hai voluto mandare all'aria tutto? Okay, io ho iniziato, ma avevo le mie buone ragioni.

Tu, invece, come spieghi tutti quegli insulti?

Presi il telefono con estrema lentezza, tenendolo con sole tre dita, quasi scottasse.
Il mio indice tracciò al rallentatore, unendo insieme otto pallini. Sullo schermo, implacabile, apparì la tua foto. 

Ti ricordi quando ti raggiunsi, facendo esattamente 76 chilometri, per osservarti mentre combattevi? Wushu, era questo che facevi. 

Per porre fine a quella tortura, il mio dito cadde sull'icona dei messaggi, in basso a destra.

Partendo dall'inizio di quella conversazione, rilessi attentamente, socchiudendo di volta in volta gli occhi e serrando le labbra, cercando di bloccare qualsiasi cosa volesse uscirmi dalla bocca.   
 
 
Per la prima volta in tanti anni di amicizia, inziasti tu la conversazione.
Cosa del tutto inaspettata, tanto che sobbalzai e mi stropicciai gli occhi, temendo che fosse solo uno stupido sogno. 
'toglimi una curiosità: di chi hai parlato nel tema?' scrivesti, e come al solito mancasti la maiuscola all'inizio della frase. Ben sapevi che nel tema sull'amore svolto quello stesso giorno in classe avevo parlato proprio di te.

'Non credo che vorresti saperlo...' ti risposi dopo un po'. Il cuore aveva iniziato a ribellarsi, voleva a tutti i costi uscire del mio petto e, magari, raggiungerti.

'come vuoi te. Sentiti questa canzone!' ribattesti, sempre con la tua musica. Tirai un sospiro di sollievo quando cambiasti argomento. In fondo, non ero pronta per dirtelo e, in quel momento, ero convinta che mai te l'avrei detto. Dirti che ti amavo, era una pazzia.
 
'Col cacchio!' sorrisi pensando alla smorfia che mi avresti riservato, perché conoscevo a memoria ogni contrazione dei muscoli del tuo viso. 

'ti sgozzo.' mi minacciasti, ma ormai ero abituata e non mi scomposi.
 
'Almeno io non ripeto sempre le stesse frasi.' scrissi velocemente, lasciando che le dita si muovessero da sole sul display nel mio Samsung.

'Almeno io sono bello.' ribattesti e mi stupii, non tanto per la tua affermazione, ma per il fatto che avessi beccato almeno una maiuscola. Doveva semplicemente trattarsi di un caso.

'Almeno io sono gentile e non stronza come qualcuno a caso.' risposi allusiva. Eravamo amici da così tanto tempo che questi insulti per noi erano quasi dei nomignoli.

'Veramente io sono un gentleman: chiedi a Julie! Le ho detto che le donne non si toccano nemmeno con una rosa.' solo al sentir pronunciare il suo nome i nervi mi saltarono a fior di pelle. Lei, sempre lei. Possibile che non pensasse ad altro? Gli piaceva, ed anche tanto, ma lei non se ne accorgeva, ignorava completamente la cosa. 
 
'Sei cattivo, cosa sono?! Un cencio? Un saccone da boxe? No sai, mi fai sempre male. "Le ragazze belle attirano la mia attenzione. Tu no!" mi sembra sia uscito dalla tua bocca, non da quella di Styles. Cazzo, Liam!' sbottai ed ero furiosa come mai prima. 

'Ma che cazzo dici?! Ma non capisci che scherzo? E comunque quella frase l'hai distorta come ti pareva e l'hai fatta diventare un'offesa. Hai una mente così contorta che non capsico come fanno le onde elettromagnetiche del tuo cervello ad arrivare a destinazione.' eri furioso anche tu, non avevi mai fatto riferimento alla mia mente contorta. Non l'avevi fatto con nessuno al mondo. Eccetto me, in quell'istante, quella sera.

'Ma se sei sempre a dirmi che sono grassa, sono brutta, sono bassa! Della frase non saranno le esatte parole, ma il senso era quello e una martellata negli stinchi sarebbe stata una carezza in confronto.' ed era vero, avevi sempre parlato male di me agli altri, di fronte a me. Solo io sapevo che, in fondo, se fossi stato all'inferno, avresti afferrato la mia mano. Mi avevi confessato tu stesso di voler che io te la tendessi. 

'Apri gli occhi! Vedi offese e prese in giro ovunque! Metà delle cose che dici sono frutto della tua mente, devi riconoscerlo.' nulla di quello che dicevi sentivo appartenermi, ma eri così furioso che finii col pensare che fosse vero. Riuscivi sempre, con mio etsremo disappunto, a farmi credere a tutto quello che dicevi.

'Potevi semplicemente chiedere scusa.' risposi, cercando di sembrare il più tranquilla possibile, ma dentro di me avevo una tale voglia di strapparti i pochi capelli che ti rimanevano. Non immagini neanche!

'Te l'ho chiesto. Se vuoi te lo richiedo. Se vuoi te lo richiedo ancora. Se necessario ridomando perdono. Posso andare avanti all'infinito, ma tu renditi consapevole.' consapevole di cosa, poi? Del fatto che, ancora una volta, avevi ragione? No, stavolta non l'avevi.
 
'Trovi sempre il modo di farmi sembrare il simbolo del male.' digitai, il cuore ormai mi esplodeva nel petto. Avevo una voglia di urlare indescrivibile. Pregavo mentalmente che smettesse di scrivere, magari mi chiamasse e, con la sua voce calda, mi domandesse scusa. E per davvero, stavolta. Nulla accadde, tutto tacque. 

'Smettila di fare la vittima. Ti credevo più matura.' il cellulare mi vibrò tra le mani in quel momento, me lo ricordo bene. Quello fu il colpo di grazia. Ricordo che ero in piedi e, quando finii di leggere le tue parole, scritte con furia e disprezzo, le gambe non risposero più ai comandi e crollai a terra. Poco dopo, come se non bastasse così, mi inviasti un altro messaggio, forse per essere sicuro di avermi fatto male per davvero.

'Buonanotte.' una semplice parola che racchiudeva in sé così tanto odio da non riuscirlo a descrivere, ed allora era meglio tacere. Ed io tacqui, infatti.
Stetti tutta la notte a pensare alle tue parole, quelle fottute parole scelte con così tanta cura. Trovavi sempre il modo di farmi soffrire.
 
'Ho parlato di te, nel tema. Ma tu già lo sapevi.' scrissi con non so quale coraggio alle tre di notte. Pensavo di conoscerti quel poco che bastava da sapere esattamente cosa avresti risposto: niente. Non tanto perché era notte fonda, quanto perché fuggivi sempre quando ti trovavi in svantaggio. 

'Lo sapevo. Lo so.' mi stupisti ancora una volta, forse l'ultima. Quindi non solo eri ancora sveglio, ma avevi anche trovato al forza di affrontare quella situazione? Allora, di te, non avevo proprio capito un cazzo.

I giorni passarono, ma di te nemmeno l'ombra. Che mi avessi abbandonato veramente?
All'inizio, non volevo crederci, poi quel pensiero di fece spazio dentro di me e iniziò a divorare ogni cellula del mio corpo, lasciando solo una voragine.
 
Ti eri forse scordato di tutte quelle ore passate al telefono a raccontarci a vicenda di com'era andata la giornata? Avevi forse dimenticato quanto stavamo bene seduti l'uno accanto all'altra, senza dire niente, e com'eravamo felici quando, nell'angolino più lontano di ogni stanza, ci confessavamo ogni segreto e ridevamo l'uno dell'altra?

Evidentemente sì, o forse non era mai contato nulla per te.

C'era sempre stato qualcosa, nel tuo modo di muoverti, dico, che mi faceva intendere il fatto che non potessi vivere senza di te.
Io ti avevo sempre e solo chiesto di restare, nonostante tutto. Tu l'avevi promesso.

E, allora, nemmeno quella promessa aveva contato nulla per te. Buona a sapersi!

Cosa posso fare adesso, me lo spieghi? No sai, hai sempre qualcosa da proporre, ma penso che adesso saresti rimasto in silenzio. 

Come quando, passeggiando in centro, avevo sentito la tua risata, calda e inconfondibile. Girandomi disperatamente a destra e a manca, però, ero riuscita solo a scorgere la tua figura snella, accanto a quella esile di lei, Julie. 

Beh, almeno uno dei due è felice, ora. 

 




Perdonatemi questa OS, ma mi è venuta l'ispirazione così, BOOM!
Spero vi sia piaciuta e non vi abbia annoiato.
A presto xx



-Lù
  
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