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Autore: Alice Dream Girl    23/03/2013    2 recensioni
Onew dopo la laurea parte insieme agli amici di sempre JJong, Minho, Key per l'Italia. A loro si aggiunge all'ultimo minuto anche il fratello di Onew, Taemin. I ragazzi a Roma fanno la conoscenza rocambolesca di 5ragazze del posto: Marzia, Celeste, Claudia, Elettra e Letizia. In particolare Taemin si innamora di Marzia, e deve affrontare Minho, amico di sempre, anche lui innamorato di lei. Dopo 3 settimane i ragazzi ripartono per Seoul e Taemin riesce a farsi promettere da Marzia che lei andrà a trovarlo di lì a poco. Marzia e le sue amiche in estate, partono per Seoul. Qui Marzia e Taemin vedranno messo a dura prova il loro amore, a causa di Park, giovane donna innamorata di Taemin, che grazie ad alcune sue conoscenze tenterà in tutti i modi di separarli. Nel frattempo anche gli altri ragazzi intrecceranno tra di loro storie. In particolare Onew e Celeste, dovranno rapportarsi con problemi più grandi di loro che, apparentemente difficili da superare, li uniranno ancora di più. Dopo questo viaggio nessuno dei ragazzi sarà più lo stesso.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“Vi siete mai chiesti cosa sia un sentimento?” chiese il professor Stuart quel lunedì mattina. “Professore è una lezione di diritto non di filosofia” intervenne Luca Baldassarri, dall’ultima fila “Signor Baldassarri in ogni professione bisogna metterci del sentimento altrimenti si diventa cinici e insensibili.” Disse il professore addentando la sua mela “Cinico, bah!” “Vuol dire uno che non crede più alle cose belle!” intervenne Elettra “Lo so cosa vuol dire svitata!” “La devi smettere di essere così offensivo, guarda che se mi ci metto io la lingua ti cade!” disse Claudia infastidita “Usa la lingua per darmi un bacio!” intervenne Ettore “Fai così schifo che non lo farei nemmeno se tu fossi l’ultimo uomo respirante sulla terra!” “Eih, voi lassù, piantatela… Seguite quello che dico o uscite fuori, mi da fastidio questo vocio da comari isteriche!” “Scusi, prof!” disse Claudia Mentre Stuart riprendeva il suo discorso Celeste non potè fare a meno di notare che Marzia non aveva spiccicato una parola dall’inizio della lezione, cosa insolita dato che parlava sempre. “Eih, si può sapere che hai? Sei più muta di quella mummia del primo banco!” le chiese “Io? Oh… niente stavo riflettendo…” “E su cosa?” “Non so su quello che sta dicendo il prof!” “Sui sentimenti!” “Già… non penso sia un mondo per i sentimenti, si sta troppo male quando si vuole bene a qualcuno!” “Ma non la farei così tragica, come dice Stuart, ogni cosa vuole del sentimento! Lo so che hai preso batoste potenti, ma prima o poi per tutti arriva il momento di mettere da parte il passato!” “Chissà quando arriva il mio!” “Non lo so, ma se ti chiami la sfiga come fai di solito, la vedo nera!” “Sei ottimista!” “Perché c’è qualcosa peggio del nero?” “C’è sempre qualcosa di peggio.” “Stupida! Ma dimmi di quel tizio, quel Min, ti ha davvero lasciato il suo numero di telefono” “Già.” “Ma è fantastico!” “Dici?” “Buon Dio che entusiasmo!” si intromise Elettra “Hai conosciuto un coreano bello, simpatico, alto…” “Simpatico? Lo hai conosciuto?” disse Claudia “No, ma si vede dal viso. Ispira simpatia. Invece il suo amico quello con il pantalone floreale a parte una terribile puzza sotto il naso ispira tante belle cose.” “Elettra smettila, non li rivedremo mai più!” disse Celeste “Si, infatti, non è il caso di farne una questione di Stato!” la assecondò Marzia “Tu taci, sciagurata, e di a tutte perché hai quella faccia, forza!” disse Claudia “Tu sai perché è tra le nuvole?” domandò Elettra curiosa “Ovvio che lo so, è così da sabato sera. Fate voi due più due!” “Dai perché hai quell’aria spersa, diccelo!” disse Celeste “Piantatela, non ho niente, è Claudia che vaneggia.” “Oh, io non vaneggio mica.” “Io forse ho capito!” fece Elettra illuminandosi a un tratto “Cosa hai capito?” disse Marzia sospettosa “Stai così per Minho, dillo che ti piace!” “ah ah ah… bella lei… Non hai proprio colto nel segno.” “In che senso?” “A lei non piace Minho.” “Come no?” “No, non le piace affatto.” “E chi le piace, allora?” “Fattelo dire da miss Marzia chi le piace. Forza diglielo!” “Claudia, la vuoi smettere, sei stressante!” “Eih voi quattro lassù, ma cosa vi prende? Sto per sbattervi fuori” disse Stuart spazientito “Si professore la prego, me le levi di torno, sono delle pettegole assatanate!” disse Luca “Baldassarri, è fastidiosamente inopportuno, si accomodi fuori, così la prossima volta impara ad intromettersi.” “Ma professore…” “La pianti di protestare ed esca. Buon Dio pensavo di insegnare in un’università non all’asilo.” “Allora chi diavolo è che ti piace?” chiese Elettra approfittando del momento di distrazione del professore “Nessuno!” rispose Marzi stizzita “Eddai…” “Oh per la miseria, si è presa una cotta per il piccoletto” intervenne Claudia “Il piccoletto? Cioè?” “Taemin, quello col berretto, l’ha fulminata!” “Ma piantala!” disse Marzia “Oddio, si è incottata, guarda è rossa!” disse Elettra “Smettetela, vi prego siete imbarazzanti!” “Ma no, ma è bello, sono anni che aspettavamo questo momento. A 24 anni ti sei decisa a farti passare la depressione post Stefano.” Stefano era l’ex che l’aveva brutalmente mollata e da lì Marzia non si era più fidata di nessun ragazzo. Addirittura aveva mentalmente escluso qualsiasi pretendente non degnandolo nemmeno di uno sguardo. Ma quella sera qualcosa era cambiato, aveva rotto quel muro che la separava dal mondo, anche se solo per un momento. “La piantate? Non lo rivedrò mai più, è stata una cosa momentanea, una sensazione. Ma ora basta, non ho modo di rivederlo.” “Invece si che lo hai!” intervenne Celeste “E quale sarebbe?” “Hai un numero su un foglio!” “Dimentichi che il numero è di un altro!” disse Claudia “Ok, ma tu chiamalo, così con l’occasione rivedi anche l’altro e… poi quel che sarà sarà” disse Celeste “E’ impazzita, la timida Celeste è impazzita!” disse Claudia “Taci, la sua teoria è interessante!” fece Elettra sbracciandosi “Signorina Nastasio la smetta per favore di urlare sto seriamente perdendo la pazienza. Vada fuori insieme al suo collega!” “No professore la prego, starò buona, ma qui è una questione di vita o di morte!” “Cosa sta succedendo, di che questione parla?” “E’ molto attinente alle sue lezioni” disse alzandosi in piedi “Siediti immediatamente!” sussurrò Marzia impanicata tirandole la maglia “Allora?” “Si professore… dunque… abbiamo conosciuto dei Coreani!” “Oh, bene… sono felice per voi. E’ questo il motivo di tale subbuglio?” “Non esattamente. Vede la signorina Marea si è praticamente…” Elettra non finì la frase perché Marzia si alzò in piedi e le tappò la bocca con la mano. “Ehm… siamo diventati molto amici!” disse Marzia “Mi fa piacere per voi! Ora posso continuare la lezione?” “SI certo, professore.” “Ma come!” fece Elettra sedendosi “Fa tutto quel casino con l’Oriente e poi gli diciamo che abbiamo conosciuto un Coreano e nemmeno gioisce.” “Sta tenendo una lezione sul diritto del mare, non gliene può fregare di meno di quello che gli dici!” disse Claudia “Ma come non si stava parlando di sentimenti fino a 10 minuti fa?” “Era solo un prologo alla lezione, Elettra. Se fossi stata più attenta avresti capito che aveva smesso di parlare di sentimenti da un pezzo.” Disse Celeste “Che secchia che sei.” “Lo so.” Alla fine della lezione mentre si avviavano all’uscita il professor Stuart raggiunse Marzia. “Signorina Marea.” “Professor Stuart!” “Lei ha idea di cosa sia un sentimento?” “Perché me lo chiede?” “Forse sarebbe il caso che la smettesse di essere così ottusa, le sue amiche hanno ragione…” “Ma lei come…” “Ho un ottimo udito. La saluto!” e detto questo uscì lasciando Marzia sola con i suoi pensieri. Taemin era intento a disfare la sua valigia, quando suo fratello lo raggiunse. “Allora?” disse “Cosa?” fece Tae “Cos’hai? E’ due giorni che sei con la testa tra le nuvole e non spiccichi una parola.” “Ma non è vero!” “Smettila, sei mio fratello ti conosco meglio delle mie tasche, avanti dimmi cos’hai?” “Jinki, ti ripeto non ho niente, sarà il fuso orario.” “Vabbè… comunque Minho sta in palla. Non fa altro che parlare di quella ragazza che ha conosciuto quella sera, sai che le ha lasciato il numero?” Tae fece una strana faccia, un po’ infastidita. “Ah si?” rispose vago “Già, ma lei non lo ha ancora chiamato!” Tae si sentì subito meglio. “e…e… come mai?” “Boh, chi le capisce le donne… Il bello è che da sciocco non si è fatto lasciare il suo numero. Probabilmente non la rivedrà più” “Ah…” “Ti vedo dispiaciuto!” “Beh… No è che… mi dispiacerebbe per Minho” “Lo so è il tuo migliore amico, ormai siete simbiotici capisco il tuo dispiacere.” “Eh… si…” E pensando che di lì a poco gli sarebbe cresciuto un naso come quello di Pinocchio continuò a sistemare la sua valigia. “Allora lo chiami?” chiese Elettra stravaccandosi sul letto “No! Piantala”. Disse Marzia “Elettra leva i piedi da quel letto, le lenzuola le ho pagate un sacco di soldi!” disse Claudia “Come se le avessi comprate tu riccona che non sei altro!” Claudia era quella delle cinque che stava meglio. I suoi erano entrambi manager di un’azienda e i soldi non le mancavano. Le riunioni di emergenza si facevano sempre a casa sua che era la più grande e la più comoda. “Beh, allora di che dobbiamo parlare, perché mi avete fatta venire qui di gran corsa?” disse Letizia posando lo zaino “Perché Marzia si è presa una cotta!” rispose Celeste “E per chi?” chiese Letizia sgranando gli occhi “Per Taemin…” disse Celeste ridacchiando “Smettetela subito!” disse Marzia “Taemin? Ma chi il coreano?” “Già, lui sorellina!” “Oddio ma è fantastico… e quando vi vedete?” “Non ci vedremo!” “Ma come?” “Fattene una ragione è così” “Ma…” “Lasciala perdere. Lo avrebbe il modo di rivederlo. Minho le ha lasciato il suo numero di telefono basterebbe chiamarlo e chiedergli di Tae.” Disse Claudia “Beh, magnifico, fallo!” fece Letizia battendo le mani “Chiamalo, chiamalo, chiamalo!” si misero a gridare tutte in coro “Ragazze smettetela, è una cosa crudele. Quello mi lascia il numero e io che faccio lo uso per chiamare il suo amico? Non è corretto!” “Ma smettila tu e la correttezza!” disse Claudia esasperata “Ti piace quel ragazzo?” chiese Celeste “Beh…si…!” disse Marzia arrossendo “Allora chiama quel cavolo di numero! Anche perché io voglio assolutamente quei pantaloni floreali fatti a mano!” disse Elettra “Vuoi i pantaloni o il tizio che li indossava?” chiese Celeste ridendo “I pantaloni, lui mi sta sulle scatole, avete visto che aria antipatica, dai!” “mmm… vabbè!” fece Letizia ridendo e ripensando a Jjong. “E tu che hai?” le chiese Claudia “Niente!” disse ridacchiando “Mi sa che il tizio con la cresta la ha fatta ammattire, peccato che sia alto quanto me!” disse Claudia “Eddai!” “Ragazze qui il problema non è Letizia, qui abbiamo la pessimista comica che per la prima volta dopo mesi ha messo gli occhi su uno decente e si sta tirando indietro.” Intervenne Elettra “Chiamalo forza” disse Claudia impugnando il suo cordless e porgendolo a Marzia. “Non ci penso nemmeno!” disse quella alzandosi e dirigendosi verso la porta “Ah ah di qui non esci!” fece Celeste sbarrandole l’uscita con un piede. “Levati, forza!” “No, chiamalo” “Assolutamente no!” “Forza o non esci di qui!” “Oooh, e va bene, dammi quel cavolo di telefono lo chiamo!” Claudia corse allegra dall’amica che nel frattempo aveva estratto il foglietto dalla tasca. Marzia afferrò il telefono compose il numero. Quando il cellulare di Minho prese a squillare, loro erano seduti tutti a tavolo a mangiare quel cibo italiano che pensavano fosse la fine del mondo. “Chi è che ti chiama a quest’ora? In Corea è notte!” disse Key “Non è un numero Coreano!” disse Onew spiando “Cavolo, è lei!” fece Minho afferrando il telefono. In quell’istante stesso a Tae venne il mal di pancia e gli passò l’appetito. SI alzò da tavola mestamente nell’istante stesso in cui MInho disse “Pronto” “Dove vai?” gli chiese Jjong “A prendere un po’ d’aria qui dentro fa troppo caldo!” rispose Tae “Non ti allontanare che poi non sappiamo come e dove venirti a recuperare fece Jjong “Ok, stai tranquillo.” Una volta fuori respirò l’aria frizzante di quella prima serata. Sentiva il rumore del fiume che scorreva, le voci delle persone, vedeva le stelle. Il cielo era luminoso e non c’era una nuvola. Allora ripensò a quella storiella che si era inventato tempo prima. Un giorno un suo compagno gli aveva chiesto come mai non avesse mai avuto una fidanzata e lui gli aveva spiegato la teoria dell’altra metà del cielo. “Sai io mi sento solo una metà di cielo. Non sono completo… cioè è come se qui dove sono ora non ci fosse qualcosa che mi completa.” Aveva detto “E dov’è quello che ti completa?” gli aveva chiesto il suo compagno “Beh, da qualche parte, non qui. Forse in un mondo lontano, c’è l’altra mia metà del cielo, un giorno la incontrerò e sarò completo. Ma sento che ora non è qui! E’ la metà perfetta di un altro cielo, lo sentirò… mi colpirà e allora non potrò farne a meno perché sentirò che mancherà una parte importante di me.” Sospirò e tirò un calcio ad un sassolino. Poi si chiese se poteva mai essere la sua metà del cielo la ragazza che piaceva al suo migliore amico.
  
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