23/03/2013
5 recensioni
Stay with me
Da quanto tempo era lì? Da quanto tempo aspettava?
Non lo sapeva: il tempo negli Inferi, Elisio compreso, non funzionava come nel mondo mortale. D’altronde, in nessun luogo di origini e o influenza divina, come l’Olimpo, il Labirinto, il Mare dei mostri, il tempo scorreva in modo convenzionale. Si perdeva il senso della misura, specialmente lì nel regno dei morti, specialmente da morto.
Ma c’era un pensiero, una piccola speranza, a dare sollievo e al tempo stesso pena a Beckendorf: sapeva che Silena l’avrebbe raggiunto. La morte porta il dono della preveggenza, era scritto anche nell’Iliade.
Era lei che aspettava sin da quando aveva messo piede nei Campi Elisi, era il suo splendido viso che cercava ogni volta che nuove ondate di anime pie (brutta ed ardua cosa, la guerra che stavano combattendo i suoi compagni e amici) arrivavano giornalmente. Ma rimaneva ogni volta deluso.
A farlo stare ancor più male era il senso di colpa che provava nell’attendere con così tanta impazienza l’arrivo nell’Ade di Silena; era una cosa altamente egoista e abbastanza orribile, augurare la morte alla ragazza che amava. In lui c’erano conflitti interiori laceranti causati da etica e morale, amor proprio e amore per la sua amata figlia di Afrodite.
In virtù di questo, ogni volta che non trovava lei tra i nuovi arrivati, non sapeva se esserne lieto o amareggiato, e alla delusione seguiva un forte senso di rimorso.
E nel frattempo andava avanti così, tra dubbi e preghiere, nel tempo dilatato e incerto che regala la morte.
Finchè, non seppe dire quando (forse dopo un giorno, un anno, un millennio), scorse, tra le facce più o meno note dei valorosi caduti meritevoli di un posto nelle Isole dei Beati, il suo viso: gli scintillanti occhi azzurri, i lunghi e setosi capelli neri, e, dulcis in fundo, il suo luminoso sorriso.
Aveva immaginato quel momento tante volte, e in tanti modi diversi, eppure ora che era finalmente arrivato non seppe cosa fare, perciò si limitò a rimanere fermo, osservandola come se fosse una dolce illusione.
Lei, al contrario, sapeva benissimo come comportarsi: urlò il suo nome, poi gli corse incontro.
Ancora del tutto impreparato, Beckendorf rimase impietrito anche quando lei gli si fiondò tra le braccia con forse troppo impeto, tanto che dovette fare un passo indietro per mantenere l’equilibrio.
– Charlie, oh Charlie... perdonami, sono stata una stupida, un’egoista, un’idiota. Sono una traditrice, non merito né te né il tuo amore, e sinceramente non capisco perché io mi trovi qui. Oh, ma a chi importa? Ti prego, ascolta le mie scuse, capirò benissimo se non le accetterai, però ascoltami. Ti prego, ti prego. – disse tra le lacrime Silena.
Ripresosi dall’iniziale stordimento, il ragazzo fu investito da una piena di emozioni: felicità, sollievo, tristezza, estasi...
Ricambiò l’abbraccio di Silena, senza preoccuparsi di stringerla troppo: in fin dei conti erano morti e, finalmente, insieme, quale dolore mai avrebbe potuto attaccarli?
Dopo quello che parve un infinito attimo, si staccarono; lei aveva le guance rigate dalle lacrime, lui gli occhi brillanti d’amore.
– Non hai niente di cui scusarti. Hai fatto la cosa giusta, sempre: hai passato informazioni a Luke per il bene delle persone che ami, hai guidato i figli di Ares perché la loro presenza è determinante. Non hai mai commesso errori, né di proposito né per sbaglio. Sei un’eroina, Silena, senza ombra di dubbio. – le disse accarezzandole i capelli. Ancora non ci credeva che era lì, davanti a lui...
– Ma... – provò a protestare lei.
– Andiamo, Sil, va bene che abbiamo l’eternità davanti, ma vuoi davvero usare i nostri primi minuti insieme a parlare di questo? – la dolce ironia nella sua voce era palpabile, e infatti un sorriso colpevole si aprì sulle labbra di Silena.
– Scusa se ti ho fatto aspettare così tanto. – mormorò lei dopo un po’.
Charlie scosse la testa.
– Ti avrei aspettata per sempre, anche se questo avesse significato vederti crescere senza di me. Ad essere sincero, non credevo che ti avrei rivista così presto. –
La ragazza annuì, poi volse lo sguardo sulle Isole; lui, intuendo cosa si stesse muovendo nella sua testa, la prese per mano e fece un cenno verso le ville dove le anime dei beati vivevano.
Silena strinse la presa sulla mano di Charlie e sorrise. Lui le baciò la testa.
– Rimani con me. –
– Sempre. –
Angolo autrice:
Heilà!
Ci ho messo tempo, ma sono tornata. Allora, questo fa parte della futura serie “Always” (a dir la verità, per il nome sono ancora indecisa. L’altra scelta sarebbe “Loves never die”, voi che dite?) che conterà altre due fic, di cui una long.
Per altre informazioni, leggere Torment.
Bene, spero che la fic sia stata di vostro gradimento. La frase corsivo è presa dal secondo libro di Hunger Games. Come credo avrete notato, ho preferito non specificare chi dice “Rimani con me” e chi risponde “Sempre”, poiché credo che tanto lui quanto lei possano fare la domanda indiretta.
Lasciate una recensione, anche piccola piccola, perché Charlie e Silena non sono gli unici ad avere problemi sentimentali, e, nel mio caso, una recensione va più che bene per tirami su il morale. Abbiate pietà di una povera
Ho detto anche troppo, mi defilo.
Bacioni,
Luly