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Autore: Dolly88    23/03/2013    0 recensioni
Margaret è una ragazza apparentemente perfetta e senza troppi problemi, c'è però da chiedersi se è tutto così semplice come appare, oppure se la ragazza in realtà racchiude in sè molto di più di quel che lei stessa e gli altri riescono a scorgere...
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Una storia qualunque



Prologo

Quando si cresce senza rendersene troppo conto, il trauma che ne consegue dalla presa di consapevolezza di questa triste realtà è tremendo. Esso continua a fossilizzarti, imprigionandoti e facendoti sprecare completamente il presente, rimpiangere continuamente il passato, e creando così solo momenti di crisi e di ansia, condizionando irrimediabilmente anche il futuro. E' una sorta di spirale che ti condanna a continua infelicità.

Ne sapeva qualcosa Maggie, che nell'ultimo periodo si sentiva sempre più spesso chiamata, dalle sue poche nuove conoscenze, più con il suo nome per esteso, "Margaret", che con il simpatico nomignolo che da sempre era stato per tutti il suo nome. Ma ormai era in una fase della vita dove tutte le persone che l'avevano accompagnata nelle tappe più o meno obbligatorie, importanti e comuni come la scuola, l'università, qualche corso extrascolastico, e lavoretti part time, stavano pian piano, qualcuno silenziosamente e lentamente, altri in maniera più clamorosa e veloce, allontanandosi, e lei, che secondo il suo punto di vista invece, era più immobile di un albero centenario, ne soffriva terribilmente, per un duplice motivo, uno legato al sentimentalismo, l'altro all'egoismo.

Era fatta così Maggie, era da sempre una ragazza invidiosetta e velenosa, solo che in passato era ben riuscita a mascherare questo suo lato, perché le riusciva estremamente facile.




L'Adolescenza di Maggie: Parte prima

Quando Margaret era ancora adolescente, non dava mai opinioni negative troppo forti, si mostrava sempre comprensiva, sempre matura, cercava di stare sempre fuori dai guai, non litigava mai con nessuno, non sembrava giudicare male a prescindere, non chiacchierava malignamente sugli altri, non era particolarmente curiosa sugli affari altrui, si mostrava sinceramente dispiaciuta per le piccole disgrazie degli altri, anche quelle più insignificanti, e dava sempre dei pareri molto oggettivi, ma con estremo tatto, non tralasciando nessun particolare, dando così all'interlocutore la massima soddisfazione. Inoltre era piuttosto bella, ma non per questo sembrava curarsi dell'aspetto fisico degli altri, anzi, ci teneva sempre a sottolineare che per lei il fattore estetico era del tutto secondario, e che riusciva ad apprezzare pienamente una persona solo per la sua interiorità, e soprattutto, quando vedeva qualcuno bullato per la sua presunta mancanza di avvenenza, lei si intrometteva con forza e vigore, sostenendo che non era affatto giusto prendere in giro pesantemente una persona in modo così villano, in più era l'unica che cercare di interagire con gli "emarginati" della classe, e benché provenisse da una famiglia decisamente meno aabbiente rispetto alla media dei suoi compagni di classe, era sempre generosa quando si trattava di progetti di beneficenza, o di fare la carità a qualche povero cristo.  

Ella era attivissima su vari fronti, infatti partecipava a numerosi corsi extracurriculari, era bravissima a scuola, e aveva numerosi hobby. Inoltre, proprio come tutte le ragazze della sua età, amava uscire e andare a divertirsi, soprattutto con le sue amiche "speciali", per la quale aveva un occhio di riguardo, in quanto con loro... non fingeva, non si forzava, anzi, era ad esse sinceramente affezionata, ma era ossessionata dall'idea di "essere da meno".

Odiava il fatto che tra loro ci fosse un rapporto speciale, e viveva nel perenne terrore di essere tagliata fuori, di non essere all'altezza, di non essere considerata abbastanza, e per questo spesso, a loro, solo a loro, mostrava la sua immaturità, la sua fragilità, il suo lato più umano, piangendo sincere lacrime di dolore, solo perché era stata esclusa da un'uscita di gruppo o da chissà quale indicibile segreto. La cosa che più la umiliava, è che in questi momenti le sue amiche la guardavano come se fosse un'aliena, non riuscendo proprio a capire il perché della sua reazione. Sbattevano le ciglia increduli, e talvolta ci ridevano anche su, considerandola bonariamente ridicola.

In quei rari momenti, Maggie provava un odio profondo e un disprezzo per sè stessa illimitati, erano il suo punto debole, una rappresentazione sfacciata della sua emotività e questo lei non lo accettava. Non riusciva proprio ad essere indulgente con se stessa, voleva essere forte, ma voleva anche amare ed essere amata, ma chissà perché, capitava sempre che nonostante fosse un'amica perfetta, di quelle che non criticano mai, non alzano la voce, non prendono in giro, e soprattutto ci sono sempre e comunque, e senza giudicare, ma offrendo comunque aiuto, consigli e supporto, ella veniva sempre messa da parte o lasciata indietro per una cosa o l'altra. E ciò la faceva terribilmente soffrire, mandandola seriamente in crisi.

Era così Maggie, dava il cuore, e sperava piuttosto che di ricevere qualcosa in cambio, soprattutto di ottenere un riconoscimento, e invece i complimenti arrivavano solo su azioni compiute per un mero calcolo mentale. Tutto ciò era frustrante, ella provava sinceramente a dare il meglio di sè, eppure veniva sempre lasciata indietro. A conti fatti, per quanto si sforzava, per quanto all'apparenza era adorata e apprezzata, non si sentiva, in realtà, la preferita di nessuno.
  
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