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Autore: TheREVolutionary    24/03/2013    1 recensioni
Anche in questa battaglia, molte vite sono state distrutte. ma c'è una caccia in corso, la caccia al Fantasma di Sparta. Al pari di bestie, alcuni soldati vengono mandati in battaglia con uno scopo. Ma...
Genere: Azione, Dark, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il suolo era intriso del sangue dei nemici. Anche la guaina della spada e la stessa lama erano imbrattate da quello strano colorito rossastro che sembrava intenzionato ad animarsi da un momento all'altro. La domanda era sempre la stessa: quanto sangue era stato versato, questa volta? E a quale scopo? Quante vite sono state fatte a pezzi e perché?
E come al solito, alla sua mente non giunse alcuna risposta. Solamente ipotesi che, se rese partecipi al mondo esterno, gli sarebbero costate un soggiorno a vita in qualche prigione secolare.
Mentre guardava i lontani lati di quella gabbia chiamata mondo, un altro si fece avanti con passo stabile e deciso. Imbracciava un grosso martello dalla cima dorata e dal manico irregolare, ed indossava una strana armatura viola che non ricordava di avere mai visto.

Ma non ebbe il tempo di osservarlo oltre: prima che quell'individuo potesse avvicinarsi ancora anche solo di una frazione di passo, scattò in avanti come una tigre fa con la sua preda dopo essersi appostata, tenendo la larga spada salda con entrambe le mani sul lato sinistro del suo corpo.
Ed il mondo si tinse nuovamente di rosso.
Lasciò scivolare la punta della lama, facendola conficcare nel triste suolo spoglio e bagnato. Alle sue spalle, si ergeva la figura contro la quale si era scagliato con una furia tra il razionale e l'animalesco. Qualche attimo dopo, però, squarciata qualche secondo prima da un fendente invisibile al cuore, cadde a terra, e come tutte le figure già priva di vita, iniziò a bagnare la terra con il suo sangue.
Questa volta, le domande sul perché furono ancora più vivide nella sua mente. Strinse talmente forte il manico della sua spada che sentiva nella mano sinistra i primi accenni di sbucciature. Era rabbia verso gli umani? O collera verso gli stessi Dei che lo avevano condotto indirettamente fino a quel punto? Oppure, era semplice avversione verso se stesso? Non doveva essere così importante, forse. Doveva concentrarsi solamente sul fatto che quella rabbia ci fosse, che quella rabbia stava prendendo sempre di più prendendo il controllo su di lui ad ogni essere che distruggeva con non più di tre colpi di spada.
Ancora pensieri, ancora pensieri, ancora pensieri.
-Basta pensare!- gridò una voce nella sua mente. Non era la voce del suo inconscio, la voce che sentiamo quando proviamo a pensare a qualcosa o a leggere nella mente una scritta. Era una vera voce di un altro vero essere vivente. E lui, la riconobbe subito.
Non sentendo arrivare nessuna risposta, però, quella voce si ripeté: -Basta pensare! Non ti ho dato la forza per perderti in monologhi mentali.-
A queste parole, con tutta la calma dell'universo, l'uomo provò a riprendere in mano la spada ancora conficcata nel terreno. Ma quando la sua ruvida mano toccò l'impugnatura, vide come un lampo giallo scatenarsi da quella lama sporca di terra e sangue. Lui però non la mollò. Sapeva di cosa si trattava.
-Mio signore Zeus, eseguirò gli ordini.- disse mentre estraeva l'arma dal suo fodero naturale.
Pronunciate queste parole, sentì attorno a se uno strano calore, un calore che non ricordava di avere mai provato. Quel calore si diffondeva lentamente lungo tutta la sua armatura, e quando si guardò in petto, vide che non era un nuovo potere o una nuova arma concessagli dal re degli Dei.
Dalla sua cassa toracica spuntava una cosa acuminata e ricurva che sembrava una spada. Ma era molto piccola, quasi dentellata ai bordi e non aveva una forma regolare. Il colore era un grigio scuro, quasi nero ai lati, e percorsa all'interno da alcune venature rosse. O forse, quello era il suo sangue? Non lo sapé mai, perché prima che potesse osservare oltre quella lama, venne estratta dal suo corpo quasi in un attimo impercettibile.
Come molti suoi nemici avevano fatto, adesso fu lui a cadere a terra con un tonfo molto sonoro. Dentro alla sua testa martellante sentiva un flebile rumore di catene. Era forse un sintomo che gli preavvisava la sua imminente morte? No.
Con il viso a terra, rivolto verso destra, sentì chetarsi quel fastidiosissimo rumore, che venne però sostituito dai passi di colui che lo aveva trapassato. Lo vide bene. Era lui il suo obiettivo. Ma ormai era a terra. Aveva perso.

Alla sua destra, con entrambe le Lame del Caos sguainate, la pelle cinerea sporca di sangue, si ergeva Kratos, colui per il quale Zeus gli aveva concesso la forza. Avrebbe dovuto trovarlo ed ucciderlo.

-F... Fantasma... di... Sparta.- disse cercando di alzare il braccio verso di lui. A queste parole, Kratos arrestò i suoi passi ed iniziò a fissarlo, prima di rimandargli a terra il braccio con un calcio. Stringendo la lama con la mano destra, senza una parola, senza un'emozione, gliela conficcò dritta in pieno viso, tra occhi e naso. Con un rumore secco si spense un'altra vita, si spense un altro capriccio di qualche dio per rimediare ad una erronea concessione. Ma tutti quei tentativi, quanto a lungo sarebbero durati? E soprattutto, avrebbero avuto altra utilità oltre quella di far perdere inutilmente vite umane?

  
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