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Autore: hummelssmythe    24/03/2013    6 recensioni
|| Shot vincitrice della challenge 'Horror Movie' del gruppo I Call Him Mine ||
Sebastian non accontenta il suo bacio però, e allora Kurt sente l’esplosione dentro di sé distruggere tutto.
Probabilmente quel momento è già arrivato, probabilmente Sebastian ha già deciso che non può farlo. La sua gola è improvvisamente secca, il suo stomaco si chiude e tenta di non mostrargli un paio di occhi lucidi perché brillerebbero anche al buio e non vuole fargli vedere quanto è debole al momento, se si tratta di lui.
WORDS COUNT: 7.300+.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Finn Hudson, Kurt Hummel, Noah Puckerman/Puck, Sebastian Smythe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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a/n: Yup. In attesa di Road To Nowhere - per chi l'aspetta ovviamente ahah - questa oneshot è il mio contributo alla sfida 'horror movie' del gruppo I Call Him. Progettavo di scrivere una flash fic, ma 500 parole sono improvvisamente diventate 7000 *sospira scuotendo la testa* Spero non vi secchi! Ho amato questo gioco del tema settimanale :3
WARNING: se non amate l'infedeltà, girate a largo, anche se per una volta non si tratta di Blainers e da un lato di un OC. Giusto per dire.
Grazie mille se avete deciso di leggere questo lavoretto, fatemi sapere cosa ne pensate <3 A dopo - xoxo RenoLover <3
as always, un grazie speciale alla mia beta, Elisss <3

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 Horror Friday

Kurt Hummel odia il fatto che suo fratello e Noah possano davvero essere amici di quell’imbecille. Ha passato mesi ed anni ad odiarlo e non dovrebbe essere l’unico. Puckerman è solitamente quel tipo di ragazzo che riserva rancori anche da parte dei propri amici, quindi dovrebbe sapere che lui lo detesta profondamente. Finn è ancora più incomprensibile: come può il suo fratellastro essere amico di un tizio che aveva intenzione di mettere in giro un suo fotomontaggio imbarazzante?
 
Li odia e odia quella serata.
 
E’ poggiato al bancone della cucina e sta tirando fuori le bustine di pop corn da microonde dalle mensole più alte, sbuffando e lamentandosi mentalmente con se stesso per aver scelto proprio quel weekend per tornare a casa.
 
Non ha idea di come Finn Hudson e Sebastian Smythe si siano ritrovati a seguire le stesse lezioni alla NYU, ma è frustrante che sia così: dopo un anno passato a sostituire il signor Schuester, Finn sembrava aver pensato di volersi mettere in regola ed ottenere una certificazione seria per insegnare. Ma Sebastian? Non ne sa nulla di Sebastian e neanche vuole saperne. Probabilmente, essendo suo padre una figura pubblica ed un pubblico ministero, si auspica che suo figlio abbia una carriera di successo.
 
Allora, in quel momento, Kurt odia anche il signor Smythe, senza neanche sapere il suo nome o se sia realmente colpevole delle scelte di suo figlio (forse no, in fondo, dai loro battibecchi passati, Kurt può dire senza incertezze che Sebastian è un tipo ambizioso – disgustosamente arrogante, ma disgustoso).
 
Si chiede come abbia fatto a diventare così simpatico a Finn al punto che il suo fratellastro sembri aver rimosso ogni pessima esperienza del passato, ma non gli importa poi tanto: tutto quello che sa è che dovrà passare una stupida serata a guardare film horror scelti da Noah, lontano da New York, lontano da Adam e la loro adorabile relazione che va avanti da più di un anno, per di più, incastrato nelle stesse quattro mura di Smythe.
 
Potrebbe tranquillamente evadere e trovare una scusa, ma suona così sbagliato.
 
Ormai lui, Finn e Puck si vedono molto raramente, soprattutto per quanto riguarda Noah visto che è a Los Angeles, e non gli va di rovinarsi la serata con lui a causa di quell’idiota. Sospira allora perché no, non sarebbe mai capace di andare via.
 
Proprio quando sta aprendo lo sportellino del microonde, sente la porta bussare.
 
La cosa peggiore è che sa che dovrà andare ad aprire alla porta perché Finn e Puck hanno pensato di concedersi una maratona di Resident Evil 6 prima di passare ai film, giusto per restare in tema, e non esiste che si stacchino da quello schermo per aprire la porta.
 
Sbuffa e sospira insieme, una specie di record, poi abbandona il cartoncino sul bancone e si affretta a raggiungere la porta, quasi voltando lungo il corridoio.
 
Poggia la mano sulla maniglia e l’abbassa, indossando già un’espressione seccata in anticipazione.
 
Apre la porta e trova un ghigno familiare ad accoglierlo, ma è piuttosto sorpreso quando lo vede affievolirsi in un’espressione di sorpresa. Non è di certo stupito del fatto che sia lì perché Kurt sa che Finn lo ha avvisato. Quindi Hummel non ha idea di cosa esattamente lo stia lasciando perplesso sull’uscio della porta, ma non è neanche sicuro di essere interessato: è Sebastian Smythe, gli è mai davvero importato quello che pensa?
 
“Hai intenzione di entrare? Così magari possiamo vedere questo stupido film e poi puoi sparire e non farti vedere mai più?” Kurt domanda e c’è qualcosa sul viso di Sebastian, un cambio di espressione rapido: sobbalza un po’, come se si fosse accorto del fatto che ha lasciato intravedere qualcosa che non avrebbe dovuto mostrare, e poi rimpiazza la sorpresa con un più familiare ghigno arrogante.
 
“Sei cresciuto parecchio.” Commenta allora, la sua voce fastidiosamente impostata come Kurt la ricordava e il naso arricciato con superiorità. Non sa esattamente cosa voglia dire, ma ancora una volta non gli interessa. “Davvero.” Aggiunge quando deve essersi reso conto del fatto che Kurt non ha colto qualche messaggio che sta tentando di inviargli. “Belle braccia.”
 
Kurt allora fa ruotare gli occhi incredulo.
 
“Sul serio?” Domanda, incrociando le braccia al petto e facendogli momentaneamente da barriera per non farlo entrare in casa. “E’ questo il tuo piano? Siccome sono l’unico ragazzo gay in questa casa conti di passare la serata a flirtare con me?” Vorrebbe aggiungere ‘Sebastian’, ma chiamare il suo nome con lui presente è ancora una cosa strana, se considera che fino a mezz’ora prima lo stava pronunciando per insultarlo davanti a Finn.
 
“Non è così.” Risponde Sebastian scuotendo la testa ed arricciando le labbra per far comparire un broncio sul suo viso. “Non mi faccio mica questi problemi. Se voglio flirtare con Puckerman o con tuo fratello, di certo non mi metto a pensare se siano gay o meno.” Suggerisce sollevando le sopracciglia, ma la sua espressione è scherzosa.
 
Kurt sa cosa sta facendo, lo ha visto flirtare con Blaine: siccome Sebastian sa esattamente cosa spiazza le sue vittime, deve aver pensato che i complimenti non funzionano con lui, quindi sta passando alle faccine adorabili. Peccato che non stiano per nulla bene con il suo viso e Kurt può chiaramente leggere nei suoi occhi la lucina lasciva dell’approccio poco spontaneo.
 
“Beh, provaci allora, perché di certo non sarò il tuo stupido intrattenimento per la serata.” Borbotta e lo vede poggiarsi con la spalla alla colonna accanto a lui ed infilarsi le mani in tasca. La sua posa è chiaramente da copertina, perché Sebastian ama essere arrogante e non si preoccupa di apparire come tale.
 
“Non mi piacciono i film horror. E’ un gusto noioso che sembra avere tuo fratello.” Si lamenta, sollevando gli occhi e gonfiando le guance. “Avrei dovuto scegliere io il film. A te piacciono i film horror?”
 
Vede chiaramente cosa sta tentando di fare Sebastian, quindi fa una smorfia e gli sorride saccente.
 
“Non attacchi bottone con me.” Si sposta dalla porta, senza inviti perché non inviterà Sebastian ad entrare. Se vuole, si accomoderà, semplicemente. “Smettila di provare a parlarmi, ho intenzione di ignorarti tutta la sera.”
 
“Puoi provarci.” Sebastian risponde immediatamente, sollevando un solo sopracciglio stavolta, sempre più arrogante, sempre meno sopportabile.
 
Non dà a Kurt il tempo di rispondere che sta già scivolando al suo fianco, senza domandare ulteriori permessi e Kurtsa che gli ha già indirettamente suggerito di entrare, ma gli dà comunque fastidio che si permetta di farlo senza chiedere. Forse è semplicemente lui a dargli fastidio, qualsiasi cosa faccia, ogni respiro inalato ed esalato, ogni ghigno, tutto di lui è così irritante.
 
Si chiude la porta alle spalle e comincia a seguirlo per la casa mentre il vago terrore che possa fare qualche pazzia tipo salire in camera sua e cominciare a frugare tra le sue cose per trovare materiale da ricatto si impossessa di lui.
 
Sebastian non lo sta facendo comunque, cammina a passo lento, come per aspettare che Kurt lo raggiunga. Allora pensa che forse qualcuno gli ha effettivamente insegnato almeno un po’ di buona educazione.
 
Kurt si avvicina, esitante all’istinto di spingergli i fianchi per condurlo verso la cucina, perché è quello che fa solitamente quando ha degli amici in casa. Ma Sebastian non è suo amico, è Sebastian, quindi si limita a svoltare verso la cucina e chiamarlo.
 
“Di qua.” Gli dice, principalmente perché non vuole che salga al piano superiore senza di lui.
 
Probabilmente si sarebbe semplicemente diretto verso Finn e Puck, e si unirebbe alla loro stupida partita, ma Kurt ha ancora troppa paura di quella piccola deviazione verso la sua camera.
 
Sebastian non protesta comunque e comincia a seguirlo, con le mani ancora rigidamente infilate in tasca.
 
Anche quello sembra stupido - il fatto che Sebastian sembri un po’ a disagio in casa sua – ma lo fa sorridere. Lo fa sentire come se giocare in casa possa dargli un vantaggio in qualche battibecco o qualcosa del genere.
 
“Cosa c’è di così divertente, Dolly?” Domanda Smythe, affiancandosi a lui mentre passano accanto al tavolo per raggiungere il bancone. “Non capisco come possa un ragazzo sorridere se non ho fatto una battuta. Aspetta almeno che parli, altrimenti potrei pensare che si tratta di un sorriso ammaliato.”
 
“Finché non sorridi tu è okay.” Kurt si avvicina alla prima bustina di pop corn, infilandola nel microonde e cominciando a premere i tasti per farlo entrare in funzione. Poi si poggia con un fianco alla cucina, voltandosi completamente verso di lui con un gomito poggiato sulla superficie liscia. “Non vorrei essere abbagliato dalla luce emessa dai tuoi enormi denti da cavalla. Mi ricordano vagamente l’iceberg che ha affondato il Titanic.”
 
“Oh ti risparmierò la parte in cui uno di noi è Jack e uno è Rose.” Sebastian ridacchia con leggerezza. “In primis, perché sappiamo tutti come sarebbero divise le parti, e poi perché immagino che una verginale incantevole creatura come te abbia affrontato mille volte questi ridicoli paragoni cinematografici.”
 
“Mi piace come hai diviso i ruoli,” risponde Kurt, annuendo, “almeno so per certo che morirai.”
 
“Ouch. Stai diventando cattivo.” Sussurra Sebastian compiaciuto.
 
“E comunque, ho già detto che tu sei l’iceberg, quindi non puoi essere un personaggio.” Protesta, portandosi l’altra mano sul fianco destro e sollevando il mento per giudicarlo.
 
“Quindi tu sei il Titanic.” Gli fa fiero Sebastian, soddisfatto di chissà quale stupido discorso logico all’interno della sua subdola scatola cranica. “Perché ti affonderò.”
 
Kurt lo guarda malissimo allora perché è una delle battute più brutte che abbia mai sentito, sul serio.
 
Touché.” Gli concede ironicamente, conscio del fatto che Sebastian può sentire il suo tono sarcastico e capire che non gli sta sul serio lasciando la vittoria. “Ora ti dispiacerebbe lasciarmi fare i pop corn?”
 
“Kurt. E’ il microonde a fare i pop corn, non tu.” Gli risponde Sebastian, sogghignando e spostandosi un po’ più verso di lui. “Non cercare stupide scuse per togliere gli occhi da me, non ce n’è bisogno: siamo due ragazzi adulti ora, college e stronzate varie. Se vuoi fare sesso con me, basta fare un occhiolino.” Ridacchia e gli fa l’occhiolino.
 
C’èeffettivamente una cosa di Sebastian che gli piace: nota che, per quanto possa essere insistente nel flirt – per qualche motivo sconosciuto, sembra comunque avere il rispetto di non allungare mai le mani. Non lo ha mai visto toccare Blaine, neanche nel senso più innocente del termine, e non si sta sporgendo per toccare lui. Gli fa pensare che forse, molto in profondità, da qualche parte nascosto sotto i suoi stupidi insulti, Sebastian sia un gentiluomo.
 
“Non voglio fare sesso con te.” Si ricorda di precisare quando si rende conto del fatto che lo strano silenzio nato tra loro a causa di quella riflessione ha fatto allargare il sorriso sul viso di Sebastian. “Ho un ragazzo Sebastian.”
 
“Non è un problema per me, se non lo è per te.” Risponde, facendola suonare terribilmente come una filastrocca imparata a memoria. “Tu e Blaine siete davvero noiosi su questi punti, avete questo comune modo di pensarla. Siete cosìleali che è quasi seccante.” Sbuffa e Kurt trova ridicolo restare lì, in piedi a chiacchierarne così.
 
Omette tutta la parte in cui vorrebbe dirgli che Blaine non è stato poi così leale con lui perché sa che probabilmente gli costerebbe una serie di battute indelicate che non gli va di affrontare.
 
“Beh, il mio ragazzo ora è più grosso di Blaine, quindi magari non potrai pensare di schiacciarlo sollevando un piede.” Mormora, già meno simpatico e più pungente, lasciando svanire quel poco di leggerezza che si era sviluppata tra loro durante la conversazione.
 
“Oh, non stai più con Blaine?” Domanda Sebastian e Kurt si morde il labbro inferiore, convinto del fatto che stia per fare qualche stupida battuta sull’avere campo libero e via dicendo. Perché Sebastian sarebbe capace di farlo anche se non ha idea di dove si trovi Blaine ora probabilmente. “Allora sarà più facile. E’ una relazione più nuova, non ancora solida. Facciamo sesso stasera.” Fa spallucce, come se fosse la cosa più naturale del mondo da dire.
 
Kurt sta per scoppiare e strillargli in faccia quanto sia irritante – ed irrispettoso nei confronti di Adam – ma il beep del microonde lo distrae.
 
Gli rivolge la propria completa attenzione, ignorando Sebastian, e si solleva sulle punte, verso la mensola, nel tentativo di prendere quella serie di grandi ciotole da film. Tuttavia, quando si sporge troppo e non riesce a raggiungerlo, teme di perdere l’equilibrio, ma non accade: c’è una mano ferma dietro la sua schiena, che sfiora la sua vita e che lo tiene un po’ premuto contro il bancone.
 
Kurt inspira, ma non dice nulla.
 
Tenta di nuovo di raggiungere quelle maledette ciotole sempre posizionate ad altezza troppo Finn e poco Kurt, ma fallisce ancora.
 
Allora la mano di Sebastian si sposta sul suo fianco e lo tiene con decisione, mentre l’altro si avvicina, incapace di trattenere una risata che rende soltanto Kurt nervoso. Sta per voltarsi e dirgli, in modo poco cortese, di smetterla di prendersi gioco di lui, quando Sebastian, semplicemente, solleva un braccio e tira fuori tutte quelle ciotolone colorate, poggiandole davanti a lui sul bancone. Kurt segue il movimento con gli occhi, abbassando lo sguardo sulla superficie e il punto in cui le mani di Sebastian tengono ancora i contenitori.
 
Si volta un po’ verso di lui e sarebbe perfino pronto a ringraziarlo per la gentilezza, ma Sebastian sta sogghignando fiero.
 
Allora sospira piuttosto e poggia finalmente i piedi per terra.
 
“Tutto qui?” Domanda, non troppo stupito in verità. “Volevi soltanto dimostrarmi che sei più alto di me, wow.”
 
“E tu pensavi che io stessi per farti una gentilezza, vero?” Sebastian chiede divertito e Kurt allunga una mano per schiaffeggiare la sua lontano dal proprio fianco. Non va contro le sue teorie precedenti su Sebastian: in fondo si è preso la libertà di toccarlo semplicemente per impedirgli di cadere, quindi dovrebbe andare bene così.
 
“Già, che illuso.” Sorride, cercando di stare al gioco, e si volta verso il microonde.
 
Tira fuori il cartoncino di pop corn e comincia ad aprirlo, riversandone il contenuto in una ciotola azzurra, quella di Finn, mentre Sebastian lo osserva. Può sentire il suo sguardo su di sé, ma sembra emanare un’energia totalmente diversa rispetto ad un paio di anni prima, quando poteva quasi sentire il desiderio di Sebastian di vederlo star male sulla propria pelle.
 
“Finn mi ha detto che sei una salvezza.” Mormora accanto a lui e Kurt arriccia le sopracciglia mentre prende un altro cartoncino da mettere nel fornetto. “Mi parla tanto di te …”
 
C’è un po’ di esitazione e Kurt non sa esattamente come debba interpretarla. Probabilmente significa semplicemente che Finn gli ha detto un sacco di cose imbarazzanti su di lui al punto che perfino Sebastian Smythe si sente a disagio a ripeterle.
 
Chiaramente esclude subito l’ipotesi perché Sebastian non si sentirebbe mai a disagio nel ripetere cose imbarazzanti, indifferentemente da quanto imbarazzanti siano.
 
“Non lo hai già messo a tacere?” Domanda Kurt, infilando il sacchetto nel microonde e ripetendo le operazioni precedenti. “Immagino debba essere molto noioso per te sentir così tanto parlare di una persona che odi, no?”
 
“Kurt.” Sebastian lo ferma immediatamente come se avesse detto una pazzia.
 
Kurtsa che non è così perché, per quanto possa comportarsi da santarello ora, non ha intenzione di farsi prendere in giro al punto da doversi sentir dire che ha gradito sentir parlare di lui.
 
“Cosa? Non è la verità?” Chiede, guardandolo minaccioso, come per fargli capire che non è lì per subire le sue prese in giro.
 
“Lo è. Sentirlo parlare di te è noioso da morire.” Risponde immediatamente Sebastian, annuendo. “Ma odiare è una parola grossa. Suona malissimo e mi fa passare per una persona perfino peggiore di quanto io non sia.” Kurt lo ascolta con le sopracciglia arcuate. “Penso che … tu sia una persona particolarmente pungente e lo sono anche io. Quindi è normale che si crei un certo astio tra noi, è una questione di personalità. E a parte tutta la questione del ‘Blaine sarà mio, vincerò le Nazionali, e …’-”
 
“Non ne hai vinta neanche una.” Kurt lo interrompe soddisfatto, mostrandogli un ghigno che si spegne quando Sebastian lo guarda come se abbia interrotto qualcosa di importante. “Okay, continua pure.”
 
“A parte quella sfida che era momentanea e terribilmente divertente, non posso dire che ti odio. E spero davvero che sia lo stesso per te perché odiare è una cosa stupida ed infantile.”
 
“Come lanciare una granita corretta ad un ragazzo per una stupida competizione canora?” Gli fa notare, e la sua voce è un po’ più dura ora.
 
Sebastian fa ruotare gli occhi.
 
“Sai che non era per le Regionali. Era la stessa e solita questione di Blaine e non volevo fare del male a nessuno.” Ribadisce, come aveva fatto al tempo. “Era soltanto un gioco e non mi sono reso conto del fatto che potesse essere pericoloso. Mi piace offendere e, okay, trovo divertente prenderti in giro sulla tua dubbia sessualità, ma non farei mai del male fisico a qualcuno. Beh, eccetto Hunter forse.”
 
“Chi è Hunter?” Domanda immediatamente Kurt, confuso.
 
“Nessuno.” Risponde Sebastian, cercando evidentemente di non perdere troppo il filo del discorso mentre preme il fianco contro il bancone come Kurt, forse stanco di stare in piedi. “Il punto è che non volevo fare del male a Blaine e, credimi, non avevo neanche intenzione di mandare te all’ospedale.”
 
“Perché mi stai dicendo tutte queste cose?” Domanda Kurt, non potendo fare a meno di cambiare il tono alla voce naturale e spontanea di Sebastian, che fa suonare quelle parole profondamente sincere.
 
“Sono amico di Finn e mi angoscerebbe profondamente essere in conflitto con suo fratello per delle stupidaggini che abbiamo entrambi fatto un paio di anni fa.” Gli dice, passandosi una mano tra i capelli, più lunghi rispetto a quelli che ricordava Kurt. “Non voglio che questo possa rovinare la serata, in alcun modo.” Conclude e lui annuisce, d’accordo.
 
“Sì, okay.” Mormora, voltandosi verso il microonde quando sente un altrobeep. “Ma non pensare che saremo amici ora o qualcosa del genere. Diciamo che eviterò di calpestarti i piedi di proposito e tirarti accidentali gomitate allo stomaco.”
 
“Mai pensato.” Risponde immediatamente Sebastian, facendo spallucce. “In nessuna realtà alternativa io e te potremmo essere amici.”
 
C’è un momento in cui Kurt pensa che la parola ‘amici’ sia pronunciata in modo strano, ma ci passa sopra comunque.
 
Riempie una ciotola verde e tira fuori il sale per spargerlo sui pop corn. Prende i due contenitori ora pieni e li porge a Sebastian che lo guarda confuso.
 
“Portali sopra. Sono quello di Finn e il tuo.” Gli spiega. “Quello di Finn è quello azzurro e Puckerman li vuole caldi quindi li porto io sopra insieme ai miei.”
 
Per qualche momento, Sebastian esita.
 
Poi allunga le mani e prende le ciotole, facendogli un occhiolino.
 
“Vieni presto in camera, tesoro.” Sussurra. “Metteremo a dormire i bambini e faremo sesso.”
 
“Dillo al mio ragazzo.” Insiste Kurt e Sebastian fa una smorfia.
 
“Non ti ricorderai neanche come si chiama.” Borbotta mentre gli da le spalle e si dirige verso le scale.
 
Kurt resta lì invece e si occupa di prendere altre due bustine di pop corn insieme alla ciotola arancione di Puck e la propria fucsia. Per qualche ragione, immagina che quando Sebastian la vedrà, lo prenderà in giro. Non ci fa caso comunque e resta lì a preparare.
 
Può sentire gli starnazzi provenienti dal piano superiore e quello la fa sorridere.
 
Si trascina le due ciotole piene dietro, muovendosi lentamente lungo le scale per non far cadere neanche uno dei suoi preziosissimi pop corn perché è una fase critica: quando cadono lungo le scale, rischiano di restare lì a lungo visto che Kurt ha sempre le mani occupate e non tornerà indietro a raccoglierli una volta arrivato in camera.
 
Fortunatamente riesce a raggiungere il piano superiore senza problemi e svolta immediatamente nella stanza di Finn.
 
Osserva la scena.
 
Finn e Sebastian sono seduti sul pavimento, con la schiena poggiata contro il letto di Finn, e hanno i joystick tra le mani. Sembranoadorabili mentre Sebastian prende in giro Finn ogni volta che è in fin di vita nel videogioco e spetta a lui riportarlo in vita. Gli si riscalda un po’ il cuore quando osserva i loro gesti in confidenza e nota che , sono diventati amici davvero.
 
Puckerman è disteso sul letto in tuta, braccia dietro il collo, gambe intrecciate ed occhi chiusi che però si aprono non appena Finn chiama un ‘Kurt’ allegro, facendolo risuonare per tutta la stanza.
 
Noah si scompone appena dalla posizione con un braccio, e fa cenno a Kurt di raggiungerlo.
 
Lui non ci mette molto ad ubbidire: passeggia verso il letto e gli porge la ciotola, attendendo che la prenda prima di stendersi accanto a lui fino a fare aderire il proprio fianco a quello dell’altro ragazzo ed accucciolarsi contro di lui, come ogni volta in cui vedevano un film horror perché – non l’avrebbe mai ammesso con Sebastian presente – Kurt aveva bisogno di qualcuno a cui aggrapparsi.
 
A quel punto Finn sta sistemando tutto con l’aiuto di Sebastian, dvd, volume e poiplay. La schermata buia fa già sì che Kurt si stringa un po’ nell’abbraccio di Puckerman.
 
***
 
Quando sono ad appena metà del film, Kurt non ne può più. E’ in uno stato di dormiveglia, ma è certo di essersi addormentato per una quindicina di minuti almeno. Quando il suo sguardo è più vigile e sveglio e nota una donna squartata in primo piano sullo schermo, fa una smorfia e guarda altrove.
 
Nota immediatamente la cresta di Puckerman spuntare ai piedi del letto di Finn, dal pavimento, ma c’è qualcosa che non va perché lui è ancora avvolto tra un paio di braccia e Finn ha bisogno di essere abbracciato proprio come lui durante gli horror, non è un consolatore.
 
Sobbalza allora, costringendosi ad essere più vigile e si volta verso Sebastian che lo sta avvolgendo con disinvoltura ed è completamente preso dallo schermo.
 
Per qualche ragione a lui sconosciuta, Kurt sente il suo petto gonfiarsi e sgonfiarsi, il respiro pesante come se pensi che Sebastian ha appena violato il suo spazio e questo significa che lo sta guardando in un momento di intimità che Kurt non è ancora pronto a condividere con lui, amico di Finn o no che sia.
 
Sebastian deve essersi reso conto del movimento perché ghigna, senza però guardarlo.
 
“Il mio ragazzo ama i film horror.” Sussurra e Kurt è certo di non aver sentito bene.
 
“Il tuo …?” Chiede, ancora un po’ assopito, incapace di capacitarsi di quelle parole. Forse i rumori, gli spari e le grida provenienti dallo schermo hanno confuso le parole.
 
“Il mio ragazzo.” Sebastian conferma nella tranquillità più totale.
 
Kurt trova che sia assurdo, ma si sente immediatamente sollevato: Sebastian ha un ragazzo, quindi probabilmente sta soltanto facendo l’idiota come sempre. Non ha davvero cattive intenzioni, è innocuo e si sta divertendo. Lo fa sorridere allora perché in fondo gli piace giocare con lui, come potrebbe non piacergli? Hanno una dinamica divertente.
 
“Il tuo?” Domanda Smythe a bassa voce, senza togliere gli occhi dallo schermo e Kurt fa spallucce nella strana presa delle sue braccia.
 
“E’ più il tipo da musical.” Mormora. “Ma non credo che sia proprio incline agli horror. E’ che fa un sacco di cose che piacciono a me, fa scegliere a me il film, la cena e-”
 
“Non ce la fai proprio, eh?” Chiede Sebastian e Kurt arcua le sopracciglia.
 
“Non-”
 
“Non riesci proprio a stare con un tipo non-Blaine.” Sussurra, interrompendolo, e Kurt gli tira una piccola gomitata al fianco.
 
“E’ la cosa più stupida che io abbia mai sentito. Non credo sia Blainismo se mi piace stare con dei ragazzi che condividono le mie passioni.” Si lamenta, ma Sebastian arriccia le labbra e sembra poco convinto.
 
“Come vuoi.”
 
Lo infastidisce.
 
Lo infastidisce da morire il fatto che Sebastian pensi di poterlo snobbare in quel modo, con una smorfietta che sembra prenderlo in giro.
 
“Sul serio, Adam non è Blaine.”
 
“Giusto. E’ Adam.”
 
“Davvero.”
 
Come vuoi.”
 
Dio, perché deve essere così dannatamente irritante anche nel momento in cui Kurt ha pensato che forse potrebbe cominciare a sopportare la sua presenza? Tenta immediatamente di liberarsi dalla sua presa, ma Sebastian lo tiene stretto e gli blocca i movimenti con la sola forza di un braccio.
 
“Shhh, calmati.” Prima che possa fare qualsiasi cosa per ribellarsi, Sebastian si è voltato e ha catturato la sua bocca con la propria. Kurt resiste, preme le mani contro il suo petto, non può e non vuole. Non vuole baciare Sebastian e c’è Adam che lo aspetta a New York e … prima che lo sappia, Sebastian è su di lui.
 
La sua mente è un mistero per Kurt, non sa cosa diavolo lo spinga a fare una cosa del genere, ma Sebastian spinge la lingua nella sua bocca e lui non può più opporsi: lo accoglie, si baciano, si leccano. Sebastian ha il sapore di proibito, Sebastian è invitante.
 
Non ha idea di come, ma in qualche modo l’altro ragazzo sembra riuscire ad eccitarlo – forse è la sonnolenza, forse è il buio, ma non sa esattamente quando accade.
 
Quella sera Sebastian si mosse su di lui, silenzioso e letale finché non si ritrovarono ansimanti l’uno sull’altro, pantaloni appiccicosi e fastidiosi e baci pigri come quelli di due amanti.
 
Che non è quello che sono, che non è quello che saranno, si ripete Kurt.
 
***
 
La primavera di Kurt e Sebastian fu un po’ così: proprio come quella sera, non ne parlarono. Era un po’ come se fosse una realtà a parte, come se Lima non avesse nulla a che vedere con New York o Atlanta, Georgia – dove il ragazzo di Sebastian frequentava il college.
 
Era stato tutto un crescendo.
 
La seconda volta, il secondo weekend di film horror, avevano litigato: Sebastian lo aveva chiamato in modi orribili perché Kurt si rifiutava di baciarlo e fingeva che non fosse accaduto nulla. Cercavano di abbassare le voci perché Finn e Puck erano giù nella piscina di gomma e Kurt non voleva che sapessero. Sebastian, comunque, insisteva, lo chiamava in modi orribili e quando Kurt lo aveva guardato con uno sguardo infranto, sussurrandogli che avevano entrambi un ragazzo, Sebastian lo aveva baciato.
Quel bacio si era rapidamente trasformato e, questa volta, quando Sebastian lo aveva schiacciato contro il materasso con il proprio corpo, tutto era più reale, perfino le dita di Kurt che si premevano contro il suo sedere per farlo strusciare con più decisione contro di sé erano reali.
Quando Sebastian era venuto, quella volta, gli aveva sussurrato quanto lo volesse ed avesse pensato a lui durante tutta la settimana, attendendo con ansia l’incontro del venerdì.
Kurt non aveva risposto.
Aveva intrecciato le dita di entrambe le mani con quelle di Sebastian mentre si baciavano mentre Kurt si ripeteva che non erano amanti, che non era quello che sarebbero stati, si ripete Kurt.
 
La terza volta, il film era troppo, troppo splatter, e Sebastian aveva passato le due ore di durata a toccarlo, baciarlo, per distrarlo da quelle scene orribili. Kurt aveva tentato di sussurrargli diverse volte quanto fosse stupido e sbagliato, ma a Sebastian semplicemente non importava. Quando aveva abbassato la sua zip, tirando fuori l’erezione di Kurt dai boxer, lui aveva capito: era il suo svago del fine settimana; Sebastian passava cinque giorni a studiare, ballare, al college, e poi andava lì, in casa Hummel-Hudson, per divertirsi con il suo giocattolino, completamente incapace di provare un po’ di senso di colpa nei confronti del proprio ragazzo.
Lo aveva pompato finché Kurt non aveva sporcato la propria t-shirt domestica e poi si era strofinato contro il suo fianco fino a sporcare anche i suoi jeans.
Quella volta era stato più cattivo forse, o realista, gli aveva detto che ora i suoi vestiti gli stavano a pennello perché erano sporchi di lussuria, sporchi come lui.
Anche in quel caso, Kurt non aveva risposto, e le giornate di Maggio proseguivano con normalità.
 
La settimana successiva, Kurt stava male.
Sentiva il dolore di quelle parole che lo faceva impazzire, molto di più di quanto non lo avessero fatto soffrire nel momento in cui le aveva sentite. Forse era il modo in cui Sebastian rideva contro il suo orecchio, nel buio, quando una scena del film era troppo ridicola o fatta male. Quel modo di ridere, quelle farfalle allo stomaco. La sensazione sarebbe stata piacevole, ma le ali erano lame, lo uccidevano.
Era solo il suo giocattolo del fine settimana.
 
Quando era arrivato il terzo venerdì, Maggio era quasi finito.
Guardarono il primo film tutti insieme e poi, semplicemente, avevano optato per un secondo round, quindi Finn e Puck si erano proposti di andare a prendere delle pizze per cena. Poi sarebbero tornati su a vedere un altro dvd.
Quando erano andati via, Sebastian lo aveva bloccato al letto e sbottonato – senza mai spogliarlo – per accoglierlo nella propria bocca.
Tornò su alla fine, con il sapore di Kurt nella bocca, e lo baciò sorridente. Kurt si chiese come era passato dal dirgli che era sporco al sussurrargli contro la bocca che era stupendo. Le farfalle nel suo stomaco erano mutate, ali morbide che provocavano un piacevole solletico.
Avevano passato tutto il secondo film a stringersi. Per la prima volta, Kurt non fu solo avvolto dalle braccia di Sebastian, ma lo abbracciò a sua volta, accarezzandolo, baciandogli il collo, le guance, il mento, il viso. Sebastian.
 
Il giovedì successivo, Kurt era ormai completamente partito di testa.
Aveva annullato il suo appuntamento con Adam con una scusa così stupida e vile, che aveva potuto leggere chiaramente nei suoi occhi ‘sei distante ultimamente, chi è che ti dà quello che non ti do io?’ senza che Adam parlasse neanche. Era fuggito dalla NYADA ed era tornato nel proprio appartamento.
Aveva tentato di telefonare a Sebastian, ma non gli aveva risposto. E di nuovo, le lame.
Il suo cuore moriva perché era incapace di comprendere quando finissero le parole false e cominciassero quelle vere. Forse Sebastian aveva soltanto avuto un momento di debolezza e di vuoto dopo l’orgasmo, nulla di più.
 
E poi era arrivato il fine settimana.
 
***
 
Quando Sebastian bussa alla porta, Kurt si rifiuta di aprirgli.
 
Potrà anche essere quasi estate, ma il tempo fuori è orribile: c’è vento, pioggia, tuoni di tanto in tanto. Se si comportasse da persona adulta, probabilmente penserebbe che rischia di fargli venire qualcosa mentre litiga con Finn e Puck per aprire alla porta, ma non vuole fare la persona adulta perché Sebastian stesso non è adulto abbastanza da assumersi la responsabilità delle proprie azioni e rispondere ad una telefonata.
 
Dodici telefonate, a dire la verità.
 
Quindi resta lì, poggiato alla testiera del letto, con le braccia incrociate al petto, finché Finn non sospira e si decide ad andare ad aprire.
 
Per quelle stupide sensazioni che ha permesso a se stesso di provare, Kurt sa che non può permettersi di aprire la porta e trovarsi davanti lui. Sarebbe un colpo troppo pesante dopo che ha passato la settimana ad ignorare il proprio ragazzo come Sebastian ha ignorato lui.
 
Allora pensa che sia questo il punto: lui ha scelto di evitare Adam, Sebastian ha preferito evitare lui piuttosto che il suo ragazzo. A quel punto, Kurt è pronto ad accettare il fatto che si tratti di una guerra persa.
 
Se anche voglia concedere a se stesso l’onestà di ammettere che quando Sebastian lo tocca, ogni volta sa sempre meno di sesso perché agita qualcosa dentro di lui che non si muoveva da troppo, non avrebbe comunque senso, perché probabilmente per Sebastian non è lo stesso. Forse neanche gli ha mai sfiorato la mente – o il petto – che potesse essere qualcosa in più.
 
Quando Smythe entra in camera, seguendo Finn, Kurt non si volta neanche a guardarlo. Sa che è infantile, ma non vuole cedere. Se Sebastian ha ignorato lui, si ritroverà ad essere ignorato a sua volta.
 
Peccato che ignorarlo stia cominciando ad essere difficile per Kurt.
 
Non appena Sebastian gli passa davanti per salutare Puckerman seduto sul pavimento, Kurt deve utilizzare tutte le forze che ha a disposizione per non guardarlo. Merda, è arrivato al punto in cui neanche gli interessa che ha un ragazzo e neanche si preoccupa della stupida scusa del film horror di fine settimana: sa benissimo che l’unico motivo per cui continua ad essere lì, ogni venerdì è Sebastian Smythe.
 
Non vuole che sia così. Prova così tanto ad evitare che sia così …
 
Eppure, quando solleva lo sguardo dal vuoto, l’interessante punto di nulla bianco sulla parete che stava fissando, i suoi occhi si incontrano con i suoi ed è frustrante e meraviglioso allo stesso tempo: per tutta la settimana ha sentito la nostalgia dei suoi occhi, ma Sebastian sta sogghignando come un idiota e fa pensare a Kurt che, probabilmente, non pensa neanche lontanamente di aver fatto qualcosa di male come ignorare tutte le sue telefonate.
 
Lo vede camminare verso il letto ed il suo petto si stringe per l’ansia.
 
Sebastian invece sembra totalmente a suo agio, cammina verso di lui, si arrampica sul letto, gattonando, senza neanche togliersi la giacca. Le sue gambe circondano quelle di Kurt che si sta sforzando con tutto se stesso di non guardarlo ma sta cominciando a diventare ridicolo mentre ruota gli occhi a vuoto pur di non puntarli su di lui.
 
Sebastian prende il suo viso tra le mani allora, sedendosi definitivamente sul suo grembo e lo costringe a guardarlo.
 
I loro occhi si incontrano e Kurt pensa che ci sia qualcosa in quegli occhi, che Sebastian stia tentando di dirgli qualcosa, ma non sa bene cosa di preciso.
 
“Io …” Comincia, ma Smythe lo interrompe.
 
“Non ho risposto alle tue telefonate.” Osserva e Kurt si sarebbe aspettato un continuo, ma è tutto qui.
 
“Ragazzi?” Puck domanda dal basso. “Questa cosa sta per diventare molto gay, vero? Non voglio assistere ad una scena-”
 
Finn gli tira un ceffone dietro la testa.
 
“Non parlare di certe cose, è mio fratello.”
 
“E’ un uomo cresciuto come te.”
 
La lite prosegue in sottofondo, e Kurt sta ancora aspettando spiegazioni che però non sembrano arrivare.
 
“Tutto qui?” Domanda allora, sollevando un sopracciglio. “Perché se sei venuto a dirmi che non hai risposto alle mie telefonate, beh … me ne sono accorto, sai?”
 
“Guardiamo il film.”
 
Neanche quello spiega molto.
 
In realtà non spiega nulla.
 
Tuttavia, Kurt non può fare a meno di odiare se stesso quando si ritrova soltanto ad annuire. Spintona Sebastian giù dal proprio grembo, visto che è l’incaricato per i pop corn e deve scendere a farli.
 
Sebastian non lo segue, comunque.
 
***
 
Quando torna su, trova i ragazzi con tre controller tra le mani, quindi immagina che stiano partecipando ad una partita multipla online. Poggia due scodelle sulla tv, preoccupandosi di non occultare la vista, e scende nuovamente al piano inferiore, per prendere le altre due e poggiarle sul letto una volta salito. Si sente un pizzico dispiaciuto per Puckerman, ma questa settimana i pop corn caldi sono per Sebastian. Il che è assurdo perché, proprio oggi, Kurt dovrebbe trattarlo peggio del solito, non meglio.
 
Non appena Sebastian lo vede tornare, molla il gioco borbottando una scusa senza senso e si avvicina al letto.
 
Per qualche secondo, Kurt deve fermarsi lì, in piedi e deve domandarsi una cosa: Sebastian Smythe sarebbe capace di fare sesso con Finn e Puck in questa stanza mentre fingono di vedere un film horror e le grida coprono i loro eventuali gemiti?
 
La risposta, chiaramente, è ‘sì’.
 
Allora pensa di spostarsi, pensa di invertire i ruoli e non stendersi accanto a lui, magari lasciarsi coccolare da Puck. Ma Sebastian sta spostando le coperte in un invito più tenero che altro, e Kurt ha passato settimane a desiderare di spostare le loro carezze sotto le coperte, per quanto stupido e sdolcinato possa sembrare.
 
Un ragazzo? Kurt non ricorda neanche di avere un ragazzo in quel momento (il che è davvero orribile perché Adam l’ha sempre trattato come un principe; forse è proprio il fatto che Sebastian lo tratta come una principessa, piuttosto, a rendere le cose diverse).
 
Non ha il coraggio di negare a se stesso una cosa che ha sempre voluto, quindi scivola sotto le coperte, stando attento a non far cadere i pop corn. Si rilassa contro il cuscino, poggiandovi la testa e osserva Sebastian fare lo stesso.
 
Il film comincia e tirano su le coperte.
 
Non è affatto quello che Kurt aveva pensato: Sebastian non lo sta toccando, non in quel senso almeno; ha un braccio avvolto intorno alle sue spalle, come sempre, quindi Kurt è poggiato al suo petto con una guancia ed ogni volta che c’è un’uccisione sullo schermo, si stringe un po’ a lui, perché non gli importa più di mostrargli le proprie paure per uno stupido film. Quello che lo mette a disagio è dovergli mostrare che si sta innamorando di quanto sia idiota, ed è molto più terrificante di un po’ di sangue ed una motosega.
 
Sebastian sta strofinando la punta del naso tra i suoi capelli e, a quel punto, Kurt non sa neanche più che film stiano vedendo o dove si trovino. Gli passa la propria ciotola e Sebastian le sposta accanto, sul comodino.
 
Quando si voltano entrambi sul fianco, è un movimento complice. Si ritrovano a guardarsi negli occhi quel poco che riescono grazie alla luce proveniente dallo schermo. Sebastian infila gentilmente una gamba tra le sue e, nonostante il movimento sia delicato, Kurt sa cosa sta per accadere. Dovrebbe opporsi, ma non vuole. Magari, se continua ad accontentare Sebastian, può approfittare del poco che gli resta prima che l’altro si decida definitivamente a tornare dal suo ragazzo. Sa che non può avere più di questo, quindi, perché sprecarlo?
 
Si sta già spingendo avanti per un bacio allora, le labbra dischiuse per lui, pronte a raccogliere tutto quello che ha intenzione di dargli prima di sparire.
 
Sebastian non accontenta il suo bacio però, e allora Kurt sente l’esplosione dentro di sé distruggere tutto.
 
Probabilmente quel momento è già arrivato, probabilmente Sebastian ha già deciso che non può farlo. La sua gola è improvvisamente secca, il suo stomaco si chiude e tenta di non mostrargli un paio di occhi lucidi perché brillerebbero anche al buio e non vuole fargli vedere quanto è debole al momento, se si tratta di lui.
 
“Mi dispiace non aver risposto.” Sebastian sussurra, sollevando una mano sotto le coperte per prendere il suo mento ed accarezzarlo con le dita. A Kurt sembra una carezza prima di un pugno che sta per arrivare. “Avevo bisogno di pensare un po’.” Mormora con una smorfia visibile anche al buio e Kurt sa che ha pensato e che quindi la fine è vicina.
 
Ma vuole aggrapparsi all’ultima giornata.
 
Poggia le mani sui fianchi di Sebastian, stringendoli forte e si spinge in avanti, tappandogli la bocca con la propria prima che possa continuare a parlare. La sua lingua si muove rapida, spuntando fuori dalle labbra per picchiettare contro quelle di Sebastian che però sono serrate e non sembrano volersi aprire.
 
Allora Kurt lo sente, quel dolore, quel peso al petto mentre serra disperatamente le palpebre per non aprire gli occhi, né lasciarsi sfuggire lacrime perché probabilmente Sebastian ha già deciso che non possono più farlo. Cerca di nuovo la sua bocca, quasi supplicandolo nei movimenti, ma Sebastian si tira indietro ed allora è costretto ad aprire gli occhi.
 
Scopre che le dita di Sebastian sono avvolte intorno al suo polso e lo sta guardando dolcemente, teneramente, senza sofferenze negli occhi. Non sa cosa dovrebbe significare: da un lato spera che sia perché non ha nulla di brutto da dirgli, dall’altro ha paura che sia semplicemente dovuto al fatto che a Sebastian non importi nulla di lui.
 
“Kurt?” Domanda, un sorriso sulle labbra, un po’ malizioso, un po’ scherzoso. “Woah. Calma. Volevo soltanto parlare. Credimi, mi piace da morire l’idea che tu voglia saltarmi addosso per scopare con delle persone in camera-”
 
“Come se fosse un problema …” Kurt lo blocca, preoccupandosi di tenere la voce bassa e Sebastian ridacchia, tenendolo un po’ più vicino a sé. Se Kurt non sapesse che non è così, penserebbe che sia il suo ragazzo perché si comporta come tale, nei weekend.
 
“Volevo parlare comunque, di noi.” C’è qualcosa nel modo in cui sussurra quel ‘noi’, che fa scuotere Kurt dalle sue preoccupazioni: sono speciali, no? Non può succedergli nulla di male se sono così meravigliosamente speciali insieme. “Non riesco a smettere di pensare a te.”
 
Kurt non ne ha idea.
 
Non sa mai quello che gli passa per la testa perché si impegna ad essere criptico. Non sa se Sebastian vuole dire ‘non riesco a smettere di pensare a te perché provo qualcosa’ o ‘non riesco a pensare a te e al sesso e non va bene’. Quindi decide di lasciarlo continuare senza interferire, anche se gli sembra che Sebastian sia un po’ deluso dalla mancata risposta.
 
“Non … non ti … non ti importa?” Chiede e quando la sua voce suona un po’ spezzata, mancando completamente della sua solita ed arrogante sicurezza, Kurt non può più trattenersi.
 
“Come potrebbe non importarmi?” Chiede, tentando di bloccare le parole prima che gli sfuggano, ma fallendo miseramente. “Sebastian, tu … noi …”
 
Anche Sebastian, proprio come lui, sembra un po’ insicuro, come se non sappia come interpretare le sue parole. Lo fa immediatamente sentire meno codardo, più umano.
 
“Noi?” Domanda e Kurt pensa che era lui a star parlando, quindi perché si ritrova lui a dare spiegazioni?
 
“Noi.” Risponde soltanto, ma Sebastian sembra capire qualcosa perché torna a sorridere.
 
“Mi è successa una cosa questa settimana e dovevo pensarci. E’ per questo che non rispondevo.” Spiega e Kurt annuisce, pronto ad ascoltarlo. “Io e Max” è la prima volta che Sebastian pronuncia il nome del suo ragazzo, “stavamo facendo sesso,” quello fa male, molto male, troppomale, “e tutto quello che riuscivo a pensare era quando sarebbe arrivato finalmente il momento in cui ti avrei sentito dentro di me.”
 
“Oh.”
 
E’ la sua risposta perché non sa se immaginare Sebastian che fa sesso con qualcun altro o concentrarsi sul fatto che lo abbia fatto pensando a lui. E poi, a dire la verità, per qualche motivo è stupito dal fatto che Sebastian abbia immaginato Kurt dentro di lui e non l’inverso.
 
“Ho cercato di non farlo.” Sebastian sta sussurrando, accarezzando la punta del suo naso con la propria, e con un sorriso stupido in faccia. “Ho cercato di non … non pensare a te. Non ha funzionato.”
 
“Quindi … hai staccato le telefonate per non pensare a me?” Domanda stupidamente, mentre il suo cuore comincia a tamburellare violentemente contro il petto.
 
“Non ha funzionato neanche quello.” Risponde e poi lo bacia.
 
Kurt non ha neanche il tempo di realizzare che si è mosso che la lingua di Sebastian sta già accarezzando la sua, morbidamente, con dolcezza. Dio, se ha sentito qualcosa per lui. Ha sentito tutto per lui in quelle settimane, quando era lontano. E’ il fatto che Sebastian abbia fatto lo stesso che lo sconvolge.
 
Rimangono per un po’ così, a stringersi sotto le coperte, senza neanche sentire grida, colpi, tagli sullo schermo, ma che sono una benedizione perché tengono distratti Finn e Puck al punto che neanche sentono il bisogno di controllare.
 
La bocca di Sebastian trova la sua perfettamente ad ogni movimento, il che è strano perché non si sono baciati molte volte prima. Kurt sente che un piccolo pezzetto di puzzle è andato a posto e per quanto possa sentirsi colpevole, ha totalmente rimosso di avere un ragazzo, e forse Sebastian lo ha fatto ancora prima di lui.
 
Si staccano un istante e, nonostante il buio, può chiaramente vedere Sebastian fargli un cenno verso il corridoio e la porta della camera di Kurt. Si sporge un po’, sfiorando le sue labbra con le proprie senza mai toccarle.
 
“Ti va di fare l’amore?” Sussurra.
 
Sia benedetto l’horror del fine settimana,’ pensa Kurt mentre le loro bocche si incontrano di nuovo e il suo cuore esplode di una gioia nuova e che forse fa più paura di un po’ di splatter a volte.

   
 
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