Anime & Manga > Pokemon
Ricorda la storia  |       
Autore: Blue Eich    24/03/2013    10 recensioni
Hello, friends! Mi chiamo Siena Kiku, ho tredici anni e due sogni nel cassetto.
La mia vita cambiò radicalmente quando papà decise d'iscrivermi all'accademia migliore di Ferrugipoli: la Formation Ability Academy. Non perché pensava al mio futuro, ma come punizione. Mi aspettavo un collegio – senza suore – dallo stile di vita meccanico e gli studenti seriosi, invece sbagliavo…
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Distance: doesn't matter'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Distance: doesn't matter.

1. Addio, Orocea

 

Hello, friends! Mi chiamo Siena Kiku, ho tredici anni e due sogni nel cassetto.

La mia vita cambiò radicalmente quando papà decise d'iscrivermi all'accademia migliore di Ferrugipoli: la Formation Ability Academy. Non perché pensava al mio futuro, ma come punizione. Mi aspettavo un collegio – senza suore – dallo stile di vita meccanico e gli studenti seriosi, invece sbagliavo…

 

♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪

 

Da fuori sentivo lo sciabordio delle onde che mi cullava sempre la sera e le risa dei bambini del mio villaggio, già svegli, che si rincorrevano a piedi scalzi sulla riva umida. Respirai per l'ultima volta il sapore di sale sulla punta della lingua e il forte odore di spighe di paglia che mi entrò prepotente nelle narici.

Dopodiché mi vestii. Un po' meglio del solito, perché stavo andando in città e non volevo far brutta figura: pullover senza maniche, mantellina, pantaloncini di jeans e scarpe di tela.

Mi sedetti sul lettino a due piazze e diedi una passata veloce ai miei capelli biondo grano, legandoli come sempre in una pratica coda di Ponyta. Ero così abituata a quell'acconciatura che a momenti mi dimenticavo di scioglierla persino quando andavo a dormire.

D'un tratto, il mio Shinx fece sobbalzare il materasso e usò tutta la forza dei suoi dentini per tirare verso di sé la cerniera del mio borsone di danza, così gonfio che non voleva chiudersi.

Nel frattempo corsi in cucina e aprii le ante della dispensa, sprigionando all'istante nell'aria l'odor di pancarré, succo di Baccaperina e marmellata di Baccakiwi di cui era intrisa. Presi al volo una brioche e tornai in camera: non avevo più molto tempo.

 

Al largo, il mare di Hoenn luccicava alla luce del sole di un profondo arancio; l'inizio del giorno che avrebbe cambiato la mia vita. L'acqua s'increspava placida sotto il battello, che la tagliava come burro, possente. La sabbia sembrava scottare anche solo guardandola e gli Wingull planavano tra le nuvole sfumate di rosa. Le palme cariche di Baccabane si allontanavano sempre di più, fino a diventare pali indeterminati sulla linea d'orizzonte.

Avrei dovuto opporre più resistenza…” Sospirai, rilassando i muscoli contro lo schienale del sedile. Lasciai che la musica, attraverso le cuffiette a forma di bignè, mi distraesse da qualsiasi pensiero.

 

♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪

 

L'aria a Ferrugipoli sapeva di benzina, non di frutta tropicale e vento salmastro. C'era il doppio della gente che a Orocea, perciò per strada non si salutava nessuno, troppo occupati a non tardare al lavoro o svolgere commissioni in fretta.

Trovammo senza difficoltà la scuola, poco più in là del Centro Pokémon.

Le ante del cancello erano aperte, recintate lateralmente da due muretti di mattoni. Alzando lo sguardo, si vedeva un'asta appesa a un terrazzino, dalla quale sventolava una bandiera ai comandi del vento. Il cortile proseguiva da entrambe le parti, estendendosi fin sul retro.

Notai innanzitutto una fontana di marmo, con attorni tantissimi ragazzi. Chi con una sigaretta in bocca, chi attaccato al telefonino o chi semplicemente rideva con gli amici.

Uno dei miei timori più grandi era la divisa, ma constatai con sollievo di non essere l'unica a non averla ancora indosso. Dei pantaloncini invece mi vergognai un po'… Solo io li portavo, perciò mi sentii il Mareep nero del gregge, una stupida estranea del posto. D'altronde però c'era anche chi indossava giacconi imbottiti o cappelli di paglia… Senz'altro più decorosi, ma anche un po' buffi.

La maggior parte dei giovani parlavano e scherzavano tra di loro, mentre piccoli Pokémon scorrazzavano tra la folla, o sbattevano le grandi ali, o emettevano scintille dalle guance o battevano le pinne. Avevo un nodo alla gola dall'emozione di vedere tutte quelle novità per la prima volta.

All'improvviso, venni risvegliata da un trillo, così forte che sovrastò ogni rumore. Ci fu silenzio per mezzo secondo, che servì a tutti a metabolizzare il vero significato di quel suono stridulo come un Murkrow. Poi partirono imprecazioni di ogni tipo, creando un caotico coro di insulti misti a sbuffi esasperati.

Fu allora, per merito della zampina insistente di Shinx, che mi ricordai del croissant. O ora o mai più – ecco ciò che cercava di dirmi. Lo tirai fuori dalla tasca, inghiottendolo più veloce che potevo e rischiando di mandarlo per traverso.

Tossicchiai, battendo una mano sul petto e poi passandomi il braccio sulla bocca per pulirla. «A-Andiamo.»

«Sheen!» La lince elettrica usò un'abile mossa della coda per balzare sulla mia spalla. Presi un bel respiro, come se stessi per immergermi sott'acqua. Effettivamente era un'immersione, un'immersione in un mare di persone che ti spintonano e ti schiacciano come uno Stunfisk.

 

 

Il piano terra dava su una larga rampa di scale, con la ringhiera solo a sinistra. In quella direzione, sul muro accanto all'ingresso, vidi una griglia con scritto in alto bacheca con dei ritagli colorati. C'era qualsiasi cosa lì: volantini pubblicitari, post-it anonimi e vecchi avvisi di scuola.

I più grandi si riconoscevano subito, perché erano perfettamente a loro agio. Poi c'era chi, me ad esempio, camminava a passi paralitici in stile Ducklett ubriaco e permetteva agli altri di spintonarlo come una palla da rugby.

Per fortuna fui tra i primi a notare una donna in mezzo al caos. Aveva la pelle pallida e i capelli scuri come l'inchiostro, lisci di piastra. «Le prime con me!» cercava di gridare, con la sua voce soffocata.

Più volte mi urtarono – manco fossi delle dimensioni di un Joltik! – ma riuscii ad accodarmi a lei.

 

Ci volle mezz'ora purché le altre classi sparissero al piano superiore, ognuna con un professore diverso.

«Allora, controllate i tabelloni. Memorizzate il numero della vostra camera e andate in aula magna» fu l'ordine della nostra momentanea tutrice.

A lato della griglia di prima c'era un cartellone, dov'erano segnati una novantina di nomi in ordine alfabetico.

Mi sporsi sulle punte, inutilmente. «Moni, tu riesci a vedere qualcosa?»

«Sheen.» Il felino, arrampicato sulla mia testa, si mise di vedetta come fosse in procinto di sferrare un agguato. Che sciocca a chiederglielo: lui mica sapeva leggere. Facendomi largo, identificai il mio nome a metà della seconda colonna.

«”Siena Kiku – Camera 248”…» ripetei sottovoce, un paio di volte.

Abbandonai la borsa sulla torre formata dalla altre, sperando di ritrovarla in seguito. Poi, con il mio zaino bianco in spalla, seguii la calca.

 

♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪

 

Nel secondo piano passai in mezzo a due stanze chiuse della quale ignoravo la funzione, poi quella che mi sembrò essere la mensa.

Infine, eccola: l'aula magna. Le poltroncine erano state ripiegate in fondo, una sopra l'altra. Al loro posto, in pendenza, c'erano solo banchi distanziati all'incirca di due spanne. Sul palco una cattedra, a cui la mora dall'aspetto cadaverico batteva una stilografica, impaziente.

Il primo posto libero che individuai fu accanto alla scalinata. Poco distante c'era una ragazza che stava svogliatamente osservando le proprie unghie smaltate di nero, con i suoi occhi smeraldini evidenziati da sicure linee di matita. Mi parve di un certo fascino, con quella chioma cotonata come le ali di un Altaria.

Picchiettai un dito sul suo banco, per attirare la sua attenzione. «Hello!»

Alzò lo sguardo e dapprima sembrò sorpresa, quasi incuriosita dalla mia persona. «Ciao!»

«Ti dà fastidio se mi siedo qua?»

«No no, fa' pure.»

D'altronde non avrebbe potuto rifiutare, o avrebbe fatto la figura della maleducata. Mi sedetti e Moni si posizionò sotto al mio banco, sembrando un cucciolo di leoncino che si riposa dopo una battuta di caccia.

«Come ti chiami?» chiesi poi, frettolosa, nella speranza di rompere il ghiaccio.

La ragazza accavallò le gambe prima di rispondermi, dandomi l'impressione di una tipa orgogliosa e determinata. «Naomy! Tu?»

«Siena.» Accennai un sorriso. «Dovrebbero distribuirci le invalsi… Sarà che il primo giorno c'è trambusto» dissi, sempre per conversare un po'.

«Magari non sono ancora arrivati tutti, ci sono dei posti vuoti al centro» dedusse lei, con un cenno del capo.

«Plala plala plà!» Un topolino dalle guancette di un acceso rosso e la coda a forma di più apparì con esibizionismo sul banco della ragazza, saltandole in braccio.

«Uh, che carino! È tuo, questo Plusle?»

«Sì, me l'ha regalato mio padre quand'ero bambina» riassunse, mentre il mostriciattolo sgusciava svelto sulle sue spalle. «È un pericolo pubblico» sostenne, con un sospiro.

«Lo vedo. Io, invece, ti presento Moni!»

Il mio Shinx si avvicinò alla nostra nuova conoscenza, strusciando il musetto contro i suoi leggins color rosa antico a tre quarti. Anche lei finalmente sorrise, solleticandolo sotto al mento.

 

La stessa professoressa dei tabelloni rientrò, dopo essere uscita per qualche minuto. L'eco dei suoi tacchi rimbombò anche sulla moquette pungente.

«Salve, ragazzi. Io sono Koraline Lightness. In qualunque sezione capiterete sarò io la vostra insegnante di lingue straniere» annunciò, mentre lisciava la copertina di un catalogo scolastico, ancora nuovo di fabbrica. «Iniziamo l'appello, poi vi consegno i test…»

C'era silenzio, tranne qualche matita che ticchettava o della carta che veniva appallottolata.

«BUONGIORNO, MONDO!» La porta dell'aula magna si spalancò violentemente, assieme alle braccia snelle di una ragazza. Una ragazza con un grazioso nasino alla francese e la capigliatura rosa vivo che arrivava appena alle spalle, con una meches viola dietro all'orecchio. Quando vidi un Chikorita dallo sguardo fiero che le zampettava al seguito, non ebbi davvero più dubbi.

Mi sfuggì un «oh my God…» dalle labbra. Mi aspettavo di incontrarla presto, ma non in quel modo.

La Lightness non alzò nemmeno lo sguardo: l'aveva riconosciuta solo dalla voce. «Vogliamo inaugurare il registro anche quest'anno, Kiku? Sarai intenzionata a riempire lo spazio sotto le note comportamentali già di prima mattina, immagino.»

«Ovvio, lo considero un onore» ribatté – spero sarcasticamente – lei, sbattendo i suoi occhioni azzurri dalle mille conquiste. L'avevo sempre considerata bellissima, fin da quando eravamo piccole, invidiandola in segreto.

«Ti aggiudichi il record: un richiamo dopo neanche un minuto dall'inizio della prima ora del primo giorno. Diario.»

«Le voglio bene anch'io, prof!»

«E quella schizofrenica chi è?» mi bisbigliò allibita Naomy, girandosi verso di me.

Lasciai trascorrere qualche istante di silenzio, assaporando l'imbarazzo. «… Mia cugina.» Presi un grosso respiro. «Di primo grado.»

La blu si ammutolì. «… Incantata.»

Ridacchiai, riflettendo su chi delle due avesse fatto la figuraccia più clamorosa.

Il soggetto della conversazione agitò la mano verso di me, andando al proprio posto, sul fondo. Poi batté il cinque a un ragazzo, il cui volto s'illuminò di un sorriso radioso al vederla, segno che forse la attendeva con ansia.

 

 

 

Angolo Autrice
Hola!
So di avere già tante long in corso, ma questa ci tenevo a pubblicarla per la semplice ragione che in realtà i personaggi non sono tutti inventati da me!
Siena è la mia OC, Micaela è l'OC di SweetMiky, Naomy è l'OC di NaoBons.
Gli altri OC, che appariranno nei prossimi capitoli, nell'angolo autrice verrà rivelato di chi sono. Le iscrizioni sono private (e ormai chiuse): gli OC li ho scelti io personalmente, niente selezioni.
“Distance: doesn't matter.” Sicuramente vi chiederete il perché di un titolo simile... Beh, lo scoprirete alla fine della storia :3
Alla prossima!
-H.H.-

 
   
 
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: Blue Eich