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Autore: Debbymaiar    24/03/2013    0 recensioni
Beatrice Beati è sposata da più di 500 anni con il mago Lorenzo Ottavio Libera ( per gli amici L.O.L), uno dei più temuti maghi del pianeta e l'unico a essere ad aver scoperto il fantomatico elisir di lunga vita. Il fratello di Beatrice, Mario, è un donnaiolo incallito con un debole per i guai, e Virgilia, la misteriosa guardia-tata del corpo di Beatrice, sono unici componenti di questa strana e millenaria famiglia. Un misterioso incidente colpirà Beatrice e la manderà in coma e nella sua testa incontrerà la misteriosa Atropo che le proporrà un'offerta allertante: la verità dietro alle sue visioni, in cambio di una consegna a domicilio.
Inizierà quindi un viaggio che coinvolgerà questa magica famiglia nella fantomatica Statale 13, sotto la guida di Virgilia( l'unica che conosce la strada), dove i sogni si avverano e i tormenti vengono amplificati.
Ma c'è qualcuno che trama nell'ombra: una donna bionda che si fa chiamare Aletheia e sette draghi che incarnano i sette vizi e i loro contrari.
Ma qual è davvero la verità?
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Questo prologo è scritto con il pov del narratore.........................spero che vi piaccia, fatemi sapere, accetto tutte le critiche, sia negative che positive.

Le tre donne incappucciate  siedono attorno  un grande tavolo rotondo, una col mantello blu, un’altra con un mantello nero e l’ultima con uno rosso.
Al centro del tavolo una scacchiera molto speciale: sia di frazione scarlatta che di quella nera, i pezzi da gioco si muovono, nitriscono e parlano. Sopra la scacchiera, sospesa a mezz’aria, una massa informe e dorata.
Accanto alla signora col mantello rosso appare una bambina bionda col viso tondo e gli occhi fucsia: indossa un vestito rosa con attaccati caramelle, fiocchi e pupazzetti. Allunga una mano: dal nulla appare una barretta di cioccolato fondente e gli da un morso secco.
«Dunque, dunque. Voi tre vi siete sfidate a questa teoria improbabile, consce che potrete perdere la vita, ma determinate lo stesso a confermare il vostro pensiero. Ma per fare ciò avete bisogno del mio aiuto».
« Lilith aveva rifiutato la proposta » dice la donna col manto nero.
La bambina sbuffa e alza gli occhi .« Lei avrebbe paura di fare del male perfino a una stella. C’era però da aspettarselo: del resto è la sua natura positiva a influenzarla. Io naturalmente non ho tutti questi riguardi: le cose prima o poi finiscono, anche se noi non ci mettiamo il dito ».
La donna in  rosso volge la testa nella sua direzione«Ci aiuterai, quindi?».
La bambina da un altro morso alla barretta.« Certo, certo, voglio vedere come finisce questa partita» i suoi occhi s’illuminano e piega le labbra in un sorriso.« E se riuscirete a sopravvivere».
La donna con il mantello blu che fino a quel momento non aveva parlato, si toglie il cappuccio e rivela il suo volto: ovale, con la pelle nera come l’oscurità ,capelli bianchi a caschetto e lunghe orecchie a punta. Gli occhi rossi come il fuoco bruciano di sfida.
«Sopravvivremo eccome, anzi, dimostreremo che siamo tue pari» dice con un ghigno  e mostra i due canini appuntiti.
La bambina  pone i pugni sugli occhi e finge di piangere.«Oh, che paura! Voglio la mamma, miss orecchie a punta mi vuole fare la bua».
«Sorella, non provocarla, così finisci per fare il suo gioco» dice quella col mantello rosso.
La donna fa un respiro profondo.
La bambina  la guarda e sghignazza, passa la lingua sulle labbra.«Io vi darò solo la possibilità di giocare e me ne starò in disparte, anche se in effetti dubito che ce la facciate».
«Quanto tempo abbiamo?» chiede la donna col cappuccio rosso.
«Diciamo che potete giocare finché non mi stufo» con un boccone finisce la barretta di cioccolato« Ma ci vuole tanto per annoiarmi».
Un pedone salta e si trasforma in nebbia: l’immagine confusa di una donna dai lunghi capelli neri distesi come un fascio d’erba sul cuscino bianco , gli occhi chiusi, il respiro debole, il corpo legato ad una macchina.
«Che il gioco cominci» dichiara la donna in nero.
 
  
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