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Autore: musa07    24/03/2013    4 recensioni
" Quando si addormentavano l’uno tra le braccia dell’altro, Takeshi si divertiva a giocherellare con i capelli di Hayato, affondandovi le dita e iniziando ad attorcigliarne le ciocche. Hayato in quei momenti, si sentiva nel posto più sicuro al mondo."
Buondì! Mini one-shotina strutturata in maniera un pò particolare sui due Pg di Reborn che adoro in assoluto, dove ripercorreremo insieme una giornata tipo dei quattro ragazzi. E' una sorta di esperimento stilistico ( alias un'altra insanità della mia mente^^), quindi faccio già appello alla vostra solita magnanima comprensione. Buon divertimento.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Dino Cavallone, Hayato Gokudera, Kyoya Hibari, Takeshi Yamamoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciaossu! E’ Primavera e io non ragiono più.
Ormai lo sanno anche le pietre che io semplicemente adoro questi due Pg e allora ho provato a sperimentare ‘sta cosa, che non so bene neanche io cosa sia, ahahah! Tanto ormai sarete anche abituati alle mie idee bislacche e insane e so che, spero!, visto che parlano delle nostre adorate 8059 e D18, mi perdonate vero?
Ogni paragrafo inizia con la parola “ Quando” e attraverso un excursus temporale, ognuno ci accompagnerà per una giornata tipo dei nostri quattro eroi.
Buona lettura e abbiate pietà …
 
       


" Quando ..."

 
 
 
 

Quando Dino si svegliava, traumatizzato dall’improvviso inondare di luce solare nella stanza perché Kyoya spalancava le finestre senza alcuna pietà mentre lui ancora stava dormendo beato, sconvolto ogni volta chiedeva a Hibari: “ Ma che ore sono?!”
Non c’era mattina che ricevesse risposta.
 
 
Quando Takeshi apriva gli occhi al mattino, il suo primo pensiero andava al suo adorato amore.
Il secondo, all’amichetto in basso che reagiva di conseguenza, con sua somma ed enorme frustrazione.
 
 
Quando Dino manifestava il suo desiderio di poterlo accompagnare a scuola, Kyoya si limitava a grugnire e, imboccando la porta di casa, lo costringeva a trangugiare la sua colazione e a seguirlo in strada di corsa mentre si infilava la giacca correndo.
 
 
Quando Hayato voltava l’angolo della via e sapeva che l’avrebbe visto seduto sull’altalena ad attenderlo per far la strada insieme per andare a scuola, doveva sempre fermarsi un attimo e ricordarsi di respirare.
 
 
Quando durante l’intervallo di metà mattinata, Hayato prendeva la fuga verso il terrazzo per potersi accendere la tanto agognata sigaretta, Takeshi era sempre più veloce di lui ed erano le sue labbra quelle che si appoggiavano per prime sulla bocca del dinamitario.
Dovevano poi fare dei veri e propri scatti da centometristi per rientrare in classe giusto sul finire del suonare della campanella.
 
 
Quando Takeshi e Hayato si imboscavano nei posti più assurdi della Scuola ed erano ripetutamente sgamati da Hibari pronto a punirli, i due venivano sempre salvati da Dino che costringeva a sua volta Kyoya ad imboscarsi a causa della pressione sulla cerniera dei pantaloni troppo insistente.
 
 
Quando Dino e Hayato parlavano tra di loro in italiano, Kyoya e Takeshi li ascoltavano rapiti articolare discorsi in quella lingua arzigolata e armoniosa e intuendo i contenuti delle conversazioni dalle loro espressioni. Anche se, di tali espressioni, una tendeva sempre verso l’allegra spensieratezza e l’altra in un misto di incazzatura e scontrosità.
 
 
Quando al suono della campanella, gli studenti si riversavano fuori dalle aule e le ragazze restavano a dir poco ammaliate da quello straniero dai capelli dorati e il sorriso a dir poco accattivante, Kyoya – che comunque non aveva mai alzato un dito contro una ragazza – si limitava a ucciderle con lo sguardo.
 
 
Quando pranzavano sul tetto della scuola, il sole regalava ai capelli biondi di Dino ulteriori bagliori dorati che facevano incantare Kyoya mentre faceva scorrere le dita tra quei fili aurei, ma si riprendeva da quell’incantamento vedendo il disastro che il biondo faceva mangiando con i bastoncini che lui – sadicamente – lo costringeva a usare.
 
 
Quando il biondo puntualmente si ammazzava inciampando per le scale mentre scendevano dal terrazzo alla fine della pausa, c’era sempre il braccio pronto di Kyoya a impedire la sua caduta.
Che poi il giovane boss venisse prontamente insultato e malmenato dal temibile Presidente del Comitato Disciplinare l’attimo immediatamente successivo, quello era un altro discorso.
 
 
Quando Hayato andava a vedere Takeshi allenarsi, si sedeva sull’erba con la sigaretta a penzoloni tra le labbra e quando il suo idiota del baseball si girava a cercarlo sapendo perfettamente che l’avrebbe trovato e gli faceva dono di uno dei suoi soliti sorrisi, di nuovo Gokudera doveva ricordarsi di respirare.
 
 
Quando il giorno di San Valentino, Takeshi e Hayato si dividevano le attenzioni della popolazione femminile e del loro cioccolato, i due facevano sempre fuga da scuola e passavano l’intera giornata a casa o dell’uno o dell’altro, non mettendo mai piedi fuori dalla stanza e dedicandosi solo ed esclusivamente l’uno all’altro.
 
 
Quando il giorno di San Valentino, Dino cercava di creare del cioccolato da regalare a Kyoya, questi – dimostrando una magnanimità che non gli era propria – si sforzava di trangugiare quello spaventoso intruglio dall’aria inquietante.
 
 
Quando succedeva che Kyoya mangiasse cioccolata, per una strana e inspiegabile reazione chimica, questa sortiva su di lui un effetto peggiore di un potentissimo afrodisiaco.
Dino lo scoprì con sua enorme sorpresa quando si trovò scaraventato sul letto, con il suo compagno a cavalcioni su di lui che gli sbottonava la camicia mormorandogli all’orecchio: - Quanto vuoi farmi aspettare ancora? –
 
 
Quando ritornavano indietro da scuola e facevano il giro più lungo, per la via più solitaria, con la luce del tramonto ad allungare le loro ombre, Takeshi allungava la mano fino a incontrare quella di Hayato e far intrecciare le dita fra loro, prima di bloccarlo sulla stradina più nascosta e spingerlo delicatamente contro il muro.
 
 
Quando lo fecero per la prima volta, Hibari non chiuse occhio per tutta la notte e la colpa fu solo in parte dovuta all’insaziabilità del suo compagno che prese sonno sfinito solo alle prime luci dell’alba. L’altra metà di colpa era sì sempre imputabile a Dino, ma più che alla sua insaziabilità, alla sua impetuosa passione che costò a Kyoya la posizione seduta per i successivi due giorni; il giovane Cavallone aveva trovato la sua maniera per domarlo.
Quando lo fecero per la prima volta, il biondo – che invece aveva preso sonno ancora prima di appoggiare la testa sul cuscino – sotto le minacce dello sguardo assassino di Hibari, fece gli incubi per tutta la notte. La mattina successiva si sarebbe svegliato con un sacco d’inspiegabili ematomi sulla testa.
 
 
Quando il papà di Takeshi entrava nella stanza del figlio per portar loro lo spuntino di metà pomeriggio durante lo studio, i due ragazzi avevano ormai sviluppato una tecnica invidiabile per rivestirsi a tempo di record non appena sentivano l’uomo iniziare a salire le scale.
Poco importava poi che la maglia di Takeshi fosse messa al contrario o che, nella velocità della vestizione, nessuno dei due sotto i jeans si rimettesse i boxer.
 
 
Quando si addormentavano l’uno tra le braccia dell’altro, Takeshi si divertiva a giocherellare con i capelli di Hayato, affondandovi le dita e iniziando ad attorcigliarne le ciocche. Hayato in quei momenti, si sentiva nel posto più sicuro al mondo.
 
 
Quando fu il compleanno di Hayato, Takeshi gli fece trovare la stanza disseminata di pelati di rose, sparsi lungo il cammino che dal letto l’avrebbero condotto fino al tavolo della cucina dove il giocatore di baseball gli aveva fatto trovare pronta una colazione da re, che i due consumarono poi sotto le lenzuola.
Quando fu il compleanno di Kyoya, Dino gli fece trovare cinquanta rose rosse sulla sua scrivania della sede del Comitato Disciplinare e ovviamente venne pestato a sangue.
Quando fu il compleanno di Takeshi, Hayato gli fece trovare una melodia che aveva composto appositamente per lui e che Yamamoto lo costrinse a suonare ripetutamente non stancandosene mai.
Quando fu il compleanno di Dino, Kyoya non gli fece trovare niente … almeno fino alle 23.59 del 4 Febbraio.
 
 


 

FINE
 
 
 
Clau: Non mi chiedete come mi sia venuta ‘sta roba. Ve l’ho detto che a Primavera non son più in grado di ragionare e pensare correttamente. ( O comunque, meno del solito).
Bene, ora scappo da Hibari prima che mi trovi. Ciao ciao! E grazie se siete riusciti a leggere fino alla fine.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
   
 
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