… Memories…
(Whisper) Memories… memories…
In this world you
tried
Not leaving me alone
behind.
There's no other way
I'll pray to the gods: let
him stay.
Un profumo di rose circondava quella figura.
Era una donna.
Una donna di soli 19 anni.
Perché una donna diventa tale
quando impara ad affrontare ogni cosa. Quando cade, tante volte, e dopo,
ha la forza di rialzarsi.
Lei lo era diventata presto. Glielo si leggeva negli occhi.
Occhi vuoti, tristi e troppo stanchi per appartenere ad una
ragazza.
Camminava a passo lento, stanco, malinconico.
Le poche ciocche bionde lasciate libere ondeggiavano nel
vento. Il resto di quei capelli, una volta sciolti e liberi, erano raccolti dietro
la nuca, e da allora non erano stati più sciolti, se non per dormire in
quel letto ormai freddo.
Indossava una camicia bianca Winry,
e non quei colori luminosi con i quali si vestiva una volta.
Stringeva delicatamente al petto un mazzo di rose bianche,
che aveva colto qualche minuto prima.
Era così ogni anno, ormai.
Quel giorno si svegliava presto, e si dirigeva in giardino.
Cogliendo quei fiori così candidi, per donarli a lui.
Lui che non poteva vederla.
Lui che forse non avrebbe mai saputo che quei fiori glieli
donava lei.
Ma era un modo per aggrapparsi ad una remota speranza.
La speranza che un giorno sarebbe tornato.
Perché rivedere ogni anno quella tomba vuota, le
metteva sempre più tristezza.
The memories ease
the pain inside
Now I know why
Si fermò, ad un tratto, davanti a quella malinconica
visione.
Si piegò sulle ginocchia, e, come ogni anno,
posò le rose bianche sul marmo freddo.
Posò gli occhi sul nome inciso sulla tomba.
Edward Elric
Allungò la mano e toccò la pietra fredda rabbrividendo
per un attimo.
- È passato un altro anno. Non sei ancora tornato -.
Questo, il suo lieve sussurro. Come se lui potesse udirla.
Lei voleva che la sentisse.
Così magari, sentendo che era arrabbiata sarebbe
tornato.
Lui aveva sempre evitato la sua furia.
Da quando erano bambini.
- Winry – disse il piccolo Ed gonfiando le guance – vai a casa a giocare con le
bambole. Noi abbiamo altro da fare -
- Non voglio! – rispose prontamente la bimba, facendogli la
linguaccia – tua mamma ha detto che posso
giocare con voi. E io voglio giocare con voi! –.
Edward sospirò.
- ma sei una femmina. Quante volte te lo devo dire? -.
Lei sembrò pensarci su un attimo, poi puntò il
piccolo indice contro di lui.
- sono una femmina. Ma sono anche forte! -
- non quanto un maschio – continuò il biondino
– e poi quella chiave inglese che ti porti in tasca è un arma –
- non è un arma! –
ribatté lei convinta – e se tu eri gentile con me io non la usavo!
–
- beh io non sono gentile! Voglio fare un gioco da maschi e tu non
ci giocherai! -.
La bimba tirò su con il naso e guardò l’amico
con rancore. Portò la mano destra alla tasca e cominciò a uscire
l’arnese di metallo.
- no no
aspetta!! – disse subito Ed muovendo le mani agitato
– giocheremo insieme, va bene! Ma riponi quell’arma!
-.
Winry sorrise contenta e ripose la chiave inglese al suo posto.
- hai visto? – chiese – se non mi farai arrabbiare non
la userò più! -.
Ingenua.
Ingenua, fragile e candida, ecco com’era allora.
Come una rosa bianca ancora in boccio.
Quei ricordi erano ancora vivi in lei. Era ad essi che si aggrappava quando si sentiva sola.
Ma, nonostante tutto, erano solo e pur sempre ricordi.
Momenti che non sarebbero tornati mai più.
All of my memories
Keep you near
It's all about us
Imagine you'd be here
All of my memories
Keep you near
The silent whispers
The silent tears
Si morse le labbra pallide mentre
sentiva le lacrime premere per fuoriuscire.
- Perché non torni? Me l’avevi promesso! -.
Ma Edward Elric
non era uno che badava alle promesse fatte. Cercava di mantenerle, ma non
assicurava nulla.
Si limitava a sorridere fiducioso e ad alzare una mano in
cenno di saluto.
Poi si voltava, e andava via.
L’aveva fatto tante, tante volte. Ma per la ragazzina
che era tempo fa, contare i suoi passi era ricevere una pugnalata dritta al
cuore ogni volta. L’ultima
era stata decisiva.
Se n’era andato per davvero, stavolta.
Non era partito per un lungo viaggio, non era morto.
Era in luogo lontano dallo spazio e dal loro tempo.
Lontano da lei.
Eppure quella tomba era lì. Lei stessa non sapeva
perché fosse stata posta in quel cimitero vicino casa sua.
Forse per non dimenticare.
Ma come poteva lei, dimenticare la persona più
importante della sua vita?
Non ci sarebbe mai riuscita.
Per questo, ogni anno, puntualmente, portava delle rose
bianche in dono, e passava ore ed ore davanti a quella tomba vuota.
Ore a ricordare, a farsi mille domande, a sperare che lui la
sentisse.
Così da sapere che lei non l’aveva dimenticato.
Ma lui non era tornato. Non avrebbe mai saputo che quelle
rose bianche erano per lui.
Made me promise I'd
try
To find my
way back in this life
I hope there is away
To give me a sign you're okay
Lottando con tutte le sue forze contro la tristezza che si
stava impossessando di lei, si lasciò cadere sull’erba, stringendo
qualche filo verde con foga.
Riversando tutto il suo dolore contro la terra, unica cosa a
sostenerla adesso che lui se n’era andato.
- Perché mi hai lasciata da sola?!
Perché non sei tornato?! -.
Stavolta aveva urlato.
Con voce rotta, ma l’aveva fatto.
Strinse gli occhi e continuò a stringere l’erba
con forza.
Lacrime silenziose cominciarono a rigarle il viso spento e
pallido.
Lacrime che aveva represso tante volte. E che quel giorno,
una volta all’anno, non riusciva mai a
controllare.
- W…Winry… io non… non
capisco… -
- e cosa c’è da capire?! La
mia mamma ed il mio papà sono morti!-
- io… m-mi dispiace… -.
Quel giorno, il piccolo Ed era corso via. Aveva guardato la sua
compagna di giochi sempre sorridente ed aveva visto il dolore.
Era fuggito.
Ma, ore dopo, era tornato da lei, comprendendo di doverle essere
vicino in un momento come quello.
Bussò piano alla porta.
Gli rispose il silenzio.
Così, deglutendo e facendosi coraggio, aveva aperto la
porta della camera di lei e si era deciso ad entrare.
L’aveva vista sdraiata sul letto, immobile, con il volto
immerso in un cuscino.
Aveva chiuso piano la porta e le si era
avvicinato incerto.
Le si era seduto accanto.
- Che cosa vuoi? – le aveva chiesto lei duramente, senza
alzare il volto dal cuscino.
- i-io… volevo dirti che… non sei
sola – disse lui, come se ogni parola fosse un piccolo segreto rivelato.
Lei aveva alzato il volto rosso per il pianto.
- mamma e papà non ci sono più. Oltre la nonna non
ho nessuno – aveva detto senza espressione, cercando di asciugarsi col
dorso della mano il volto bagnato.
- non è vero – aveva risposto Ed
sicuro – hai me. E Al –
- tanto prima o poi ve ne andrete anche
voi. Mi lascerete sola –
- ma cosa dici? Noi siamo qui e continueremo ad esserci. Per
sempre -.
Quelle parole sapevano di buono. E lei, a quei tempi, ci
aveva creduto.
Aveva smesso di piangere e si era aggrappata al loro
affetto.
Credendo che davvero non se ne sarebbero mai andati.
Reminds me again
It's worth it all
So I can go home
Invece loro l’avevano fatto, lasciandola sola.
Soprattutto lui l’aveva
fatto.
Lui che le aveva promesso di restare.
Sempre e comunque.
E adesso, con il cuore pieno di dolore, riusciva soltanto a chiedersi
“perché?”.
Non avevano già provato troppo dolore?
Perché
dovevano soffrire ancora?
Perché
lei doveva soffrire ancora?
Le restavano soltanto dei ricordi. Una tomba vuota. Un nome scolpito nel
marmo freddo.
Solo questo, le restava di lui.
Together in all these memories
I see your smile
All the memories I hold dear
Darling you know I love you till the end of time
Le gocce argentate continuavano a bagnare l’erba verde. Silenziose, ma profonde.
Fin quando qualcosa la sfiorò.
Una mano, le si posò sulla spalla.
Era un tocco caldo, nostalgico… era un tocco che non sentiva
più da tanto tempo….
Non si voltò, ne smise di piangere.
Portò solo una mano verso l’altra che le stringeva la
spalla, e fu confortata nel sentire che quel calore non era un
illusione. Incrociò le dita con le sue, e le strinse forte,
facendo scorrere libere le lacrime sul suo volto.
Ed le toccò la spalla.
- Winry! – esclamò felice – guarda Win! Ha smesso di piovere, non piangere più! -.
La
bambina bionda si voltò piano verso l’amico e lo vide sorridere.
Sorrise
con lui.
Nei suoi ricordi lo vedeva sorridere. Avrebbe sempre conservato
quest’immagine di lui.
Il suo sorriso… la sua dolcezza….
Solo una cosa non gli aveva mai detto. Un segreto importante, celato nel
cuore per tanti anni.
Solo quello il rimpianto che le attanagliava il cuore ogni volta.
Le lacrime cominciarono a placarsi.
Glielo avrebbe detto.
- Ed… io… ti amo… -.
Un sussurro stavolta più dolce, più caldo.
- Anch’io Win -.
Un altro sussurro. La sua voce.
Lei si voltò di scatto, sentendo pian piano il calore sulla sua
spalla affievolirsi.
Si portò la mano davanti agli occhi.
Era calda. Ed aveva il suo profumo.
Se la portò al petto e chiuse gli occhi.
Si alzò piano, rivolgendo un ultimo sorriso al nome inciso nella
pietra.
Diede un ultimo sguardo alle rose bianche.
- Ricordatelo sempre, Edward Elric. Me l’hai promesso. Queste rose sono per te.
Torna a casa -.
Così detto, la giovane donna rasserenò lo sguardo e lo
rivolse al cielo, nel quale stava sorgendo un bellissimo arcobaleno.
I suoi ricordi erano vivi in lei. Li aveva rivissuti per un altro anno.
Fin quando li avrebbe custoditi gelosamente nel cuore, lui le sarebbe
stato vicino.
E, un giorno, sarebbe tornato.
(Memories_ Within Temptation)
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E rieccomi con una nuova EdWin
*-*
Lo so, non è molto allegra… ma
spero di essere migliorata ancora un po’ dall’ultima volta ^-^
Questa scena me l’ha ispirata un video su YouTube,
che la riportava dal “Conqueror of Shamballa”. Cmq è
più che altro ambientata tra la fine dell’anime
e il film. L’intervallo di tempo tra di essi ^-^
Non so se esista un effettiva “tomba vuota”
ma l’immagine mi piaceva molto. Triste, ma ad effetto.
E le rose… beh, quelle sono sicura le avesse ^-^
Ringrazio Alessia (BadGirl), Blacklight, Erika (Kogarashi), Envy_Love, faccina
triste, fullmetalQUEEN, cucciola94, il mio mito Maochan_91, Ila e Pinkcrystal per le stupende
recensioni di “Tears” ^-^
A presto!
Kisses
ValHerm