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Autore: shesmarty    25/03/2013    1 recensioni
''Nessuno dei due parlava, e Louis era estremamente serio.
Iniziai a osservarlo di profilo.
La mascella era poco calcata, coperta da un accenno di barba, gli occhi erano di un blu accesso fissi sulla strada, e i capelli leggermente alzai all'insù.
Non si poteva dire che Louis non fosse bello, era solo...strano.
-Credo che tu debba smetterla di fissarmi altrimenti potrei arrossire.- disse girandosi verso di me sorridendo divertito.
Mi girai di scatto arrossendo violentemente, mentre sentivo Louis ridere.
Aveva una bella risata, calda, piena, che metteva gioia. ''
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'aeroporto era pieno di persone che correvano qua e la, chi stracolmo di valigie, famiglie pronti a partire per le vacanze estive, uomini d'affari che sbraitavano al telefono contro chissà quale povero assistente, e poi c'ero io, al centro dell'aeroporto, con le mie valigie in mano cercando un taxi che mi portasse nell'unico posto dove volevo andare in quel momento.

Erano stati i due anni più lunghi della mia vita, sopratutto senza mio fratello, Tom, e il mio migliore amico, Harry

Quando due anni prima i miei genitori mi avevano offerto l'opportunità di passare due anni all'estero per studiare non avevo rifiutato.

Il liceo era appena finito e io non vedo l'ora di viaggiare, fare nuove esperienze, e ne ho approfittato, ma i due anni erano finiti e non vedevo l'ora di riniziare la mia vita nella mia fredda e piovosa Londra.

Afferrai le mie valigie uscendo da quel posto, troppo affollato per i miei gusti, andando sul marciapiede, appoggiando le mie valigie da un lato.

-EHY TAXY.- urlai sporgendomi un po' verso la strada, cercando di attirare l'attenzione di uno di essi, cosa che riusci a fare.

Una delle tante macchine gialle si fermò esattamente difronte a me, da dove scese un ragazzo sulla trentina d'anni, che mi aiutò con le valigie.

-Al 57 di Notting Hill .- dissi mentre afferravo il mio cellulare dalla borsa.

L'autista annuì per poi prendere il piede sull'acceleratore sfrecciando tra le strade di Londra.

Osservavo l'imponenza di quella città dal finestrino del taxi.

Nonostante la pioggia, e il freddo, c'erano persone che camminavano velocemente sui marciapiedi con in mano strette le proprio ventiquattrore, le auto che sfrecciavano sulle grandi corsie londinesi, e i parchi sempre pieni.

Mi era mancata così tanto Londra, la mia Londra, la città dove ero cresciuta.

Non mi accorsi neanche quando l'autista mi avvertì che eravamo arrivati, scendendo dall'auto aprendo il portabagagli per poi appoggiare le mie valigie atterra.

Scesi dall'auto, avvicinandomi a lui, pagando la corsa, afferrando le valigie, dirigendomi verso la porta, mentre il taxi ripartiva alle mie spalle.

Quella casa non era cambiata neanche un po'.

Il solito portico stile americano, i vasi all'entrato, il grande giardino di retro, con il grande melo, dove io e Harry giocavamo quando eravamo piccoli.

Suonai al campanello, facendo qualche passo indietro.

Pochi secondi dopo mi aprì una donna sulla quarantina, con addosso un grembiule con delle ricuciture sopra.

Anne.

-Oh mio dio. Hanna sei proprio tu!- urlò abbracciandomi, mentre io sorridevo per l'accoglienza.

-Si Anne sono tornata.- dissi ridendo mentre stringevo la donna tra le mie braccia.

Lei si staccò da me, sorridendomi, mentre afferrava le valigie portandole in casa aiutata da me.

-Quando sei arrivata a Londra?- mi chiese senza smettere di sorridere.

-Esattamente mezz'ora fa.- mormorai sedendomi sul divano.

Come dicevo prima, quella casa non era cambiata per niente neanche all'interno.

Sempre lo stesso grande locale, accogliente, luminoso, e pieno di fiori, e foto di Harry e sua sorella Gemma, ad ogni età.

-Mamma chi è arrivato?- sentì urlare dalle scale, mentre un passo pesante le percorreva tutte.

Un brivido mi travolse.

Lo avrei rivisto dopo due anni, morivo dalla voglia di sapere se era cambiato, se si era alzato, se era rimasto lo stesso testa di cazzo di due anni prima.

Mi voltai di scatto trovandomi la figura di un ragazzo altro, quasi uno e novanta probabilmente, i capelli ricci che gli ricadevano sulla fronte.

Indossava una maglietta bianca e dei jeans, ma nonostante la sua solita semplicità lo trovavo sempre estremamente bello.

-Harry...- mormorai portandomi le mani sulla bocca per trattenere le lacrime.

-Oh mio dio. Hanna.- disse lui con gli occhi lucidi.

Gli andai in contro, affondando nel suo petto, mentre le sue braccia più muscolose dell'ultima volta mi stringevano a sé.

Aspirai quel profumo che una volta era l'unica cosa che riusciva a calmarmi, a farmi stare bene.

-Oddio, sei qui..- continuava a sussurrai mentre affondava la testa nei miei capelli.

-Sono qui, Harry, non me ne vado.- dissi stringendolo ancora più forte.

Harry era tutto per me, era la mia famiglia, era l'unica cosa di cui mi importava in quel momento.

Non avevo neanche avvertito mio fratello che ero arrivata, volevo solo stare con Harry, solo io e lui.

Non feci in tempo a dirlo che sentì lo stesso rumore provenienti dalle scale di quando era sceso Harry, solo due o tre volte più forte, segno che erano più persone.

Improvvisamente spuntarono quattro ragazzi, uno accanto all'altro, uno più altro dell'altro, ma sempre più bassi di Harry.

Era impressionante la sua altezza.

Mi staccai da Harry a malavoglia mentre lui si voltava verso i suoi amici sorridendo.

Dio, il suo sorriso.

-Ehm...ragazzi lei è Hanna.- disse indicandomi.

Alzai la mano a mo' di salito, accendano un timido sorriso.

-Loro sono Liam, Zayn, Niall e Louis.- disse indicandoli tutti.

Mi sorrisero ampiamente, salutandomi con un segno di mano, tranne Niall, mi pare, che mi venne ad abbracciare facendomi scoppiare in una risata.

Era troppo simpatico.

-Ti aiuto a portare i bagagli in camera mia.- mi disse Harry afferrando tutte le valigie in una volta sola, - Torniamo subito.- esclamò verso i ragazzi.

Salimmo fino alla sua camera,che aprì con un calcio, dato le mani occupate.

Appoggiò le valigie accanto al grande armadio in legno, proprio accanto alla porta che collegava la stanza al bagno.

Era proprio come me la ricordavo.

Piena di poster dei Beatles, Queen, e Mick Jagger, foto di me e lui da bambini, e alcune dove c'era anche la sorella.

Mi avvicinai ad alcune foto.

C'era quella del mio compleanno dei 10 anni, quella dei suoi sedici anni, e infine le foto di entrambi al mio diciottesimo compleanno, dove ubriachi fradici ci abbracciavamo sorridenti.

Sorrisi a tutti quei ricordi.

-Ne è passato di tempo eh?- mi chiese comparendo al mio fianco sorridendo nostalgico.

-Già, eri proprio adorabile quando eri piccolo.- dissi afferrando una foto di Harry all'età di cinque anni.

-Ehi, io sono ancora tenero.- esclamò fingendosi offeso, dandomi una botta sul braccio.

-Se, come no.- mormorai ridendo posando la foto.

Lui mi abbracciò, mentre rideva trascinando anche me.

-Mi sei mancata da morire in questi anni.- sussurrò guardandomi negli occhi.

-Anche tu Haz.- dissi ricambiando l'abbraccio.

 

**

-Così sei stata in America?- mi chiese Liam mentre ce ne stavamo seduti sul divano di casa Styles, mangiando caramelle.

Andavamo avanti così da quasi due ore tanto che Anne ci aveva invitato a mangiare, e io avevo accettato volentieri dopo aver avvertito Tom.

-Già. I miei mi ci hanno mandato per studiare, e io non ho rifiutato.- spiegai mettendomi in bocca una caramelle.

-Wow, pensa che figata.- esultò Niall euforico, maco ci fosse stato lui in America.

Annuì ridendo.

Continuammo così per un po' fino a quando non si fece troppo tardi.

-Ragazzi io devo andare a casa, ci sentiamo.- dissi alzandomi dal divano.- A te ti chiamo domani, e passo a prendere le valigie- dissi riferendomi a Harry.

-Vai da sola? Ti accompagno.- disse Harry già pronto ad alzarsi.

-No, vado io. Tanto devo andare a casa.- disse Louis alzandosi di scatto in piedi.

Rimasi sorpresa.

Louis aveva parlato pochissimo, quasi per niente, come se fosse disturbato da qualcosa.

-Oh, grazie.- dissi prendendo le mie cose seguendolo fuori casa.

Entrammo nella sua auto, in silenzio, senza dire una parola.

Il viaggio fu anche peggio di quello che mi aspettavo.

Nessuno dei due parlava, e Louis era estremamente serio.

Iniziai a osservarlo di profilo.

La mascella era poco calcata, coperta da un accenno di barba, gli occhi erano di un blu accesso fissi sulla strada, e i capelli leggermente alzai all'insù.

Non si poteva dire che Louis non fosse bello, era solo...strano.

-Credo che tu debba smetterla di fissarmi altrimenti potrei arrossire.- disse girandosi verso di me sorridendo divertito.

Mi girai di scatto arrossendo violentemente, mentre sentivo Louis ridere.

Aveva una bella risata, calda, piena, che metteva gioia.

Non feci niente che potesse mettermi in imbarazzo per il restante del viaggio fino a che non arrivammo davanti casa mia.

Scesi dalla macchina affacciandomi dal finestrino aperto.

-Grazie mille Louis.- lo ringraziai sorridendo.

-Figurati.- esclamò prima di ripartire diretto verso casa sua.

Entrai in casa, senza badare a non fare casino.

Mio fratello non c'era, e i miei erano ad un congresso di medicina a Vienna.

Andai direttamente in camera lanciandomi sul letto, sfinita da quella giornata, e mi lasciai cullare dalle braccia di morfeo.

 

owh mi mancavate troppo. çwç 
anche se non ho mai concluso una ff lo so, odiatemi per questo, questa mi piace tanto e quindi ci proverò. lol
l'ho fatta su lou perchè...non so il perchè, l'ho fatta su lui è basta.
potete trovarmi su twitter @larrystatues. c: 

  
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