There were always and
only you.
Come
succedeva da una
settimana a quella parte, Eva pregò con tutta se stessa che lui,
quella sera
non venisse. Si vedeva dall’espressione irritata che metteva su
ogni volta che Zayn arrivava. Lui, conoscendola fin troppo bene, sapeva
quanto si odiava e
quanto odiava lui. Si odiava perché era stata stupida,
incosciente e la convinzione
che Zayn fosse uno stronzo approfittatore, si era concretizzata. Quello
che
era successo, il sabato precedente, andava contro tutto quello che Eva
aveva
sempre detto, contro tutto quello che lei aveva sempre pensato.
Lei,
che odiava Zayn con tutta se stessa; loro che non perdevano occasione di prendersi
per il culo erano finiti a letto insieme. Anzi, erano finiti a fare sesso in
una macchina.
Tutto
perché si erano lasciati andare al divertimento, all’alcool, alla musica e alla
voglia di non pensare a niente. Avevano fatto si che la situazione prendesse il
sopravvento e si erano ritrovati a spogliarsi di ogni vestito, a toccarsi a
guardarsi. Si erano ritrovati ad avere voglia l’uno dell’altra.
Ripensando
a quando, svegliandosi, si era ritrovato la mora tra le bracca li vennero i
brividi.
E
i brividi sembravano scuoterli il corpo quando il ricordo nitido delle sue mani
nei suoi capelli li invase il cervello. Il respiro caldo di lei sul collo, i
suoi sussurri, i loro baci mischiati a morsi.
Il
corpo caldo di Eva Wilson sotto le sue mani.
La
guardò.
Era
seduta dalla parte opposta del tavolo e sorseggiava il suo caffè con lo sguardo
distaccato che la caratterizzava. I capelli castani raccolti in una treccia lunghissima
incorniciavano il volto sottile e raffinato. I suoi occhi di un marrone
accecante mischiato ad un verde smeraldo, erano forse gli occhi più belli che
avesse mai visto. E l’immagine della sua bocca carnosa che si socchiudeva al
bordo della piccola tazzina lo costrinse
a chiudere le mani a pugno per impedire al suo corpo di scattare in
avanti per baciarla di nuovo, per spogliarla di nuovo, per averla di nuova sua.
In
quella sala, poteva contare almeno venti maschi che avrebbero desiderato
portarsela a letto come aveva fatto lui, e circa la metà di loro la stavano
guardando con espressione smaniosa. Perché si, Eva era di una bellezza
accecante. Certo, non aveva occhi azzurri e una chioma bionda, ma era
assolutamente bellissima. Ma non era solo questo a renderla incredibile, era il
suo senso dell’umorismo, la sua voglia di vivere, la sua intelligenza, il suo
sorriso. Poteva infastidirla quanto voleva ma era solo un modo per vederla arrabbiata,
per vedere quella sua espressione buffa e tenera che lo faceva divertire. Anche
in quel momento, mentre la fissava, la vedeva – nonostante la sua finta
indifferenza – a disagio, cercava di far finta di non aver notato che Zayn
la stesse guardando insistentemente, si mosse impercettibilmente sulla sedia in
imbarazzo.
Quel
maledetto orgoglio.
Eva
si alzò, diretta verso il bancone, sfuggendo dallo sguardo di Zayn che ridacchiò,
prima di alzarsi e seguirla. Perfino i loro amici ridacchiarono, vedendo la
parte comica di tutta quella situazione.
Facendosi
spazio tra la gente la raggiunse. Era appoggiata con i gomiti al banco
aspettando che il barrista la servisse.
< Vacci piano questa volta. > sussurrò
al suo orecchio, in modo che sentisse solo lei.
Eva
sobbalzò per poi voltarsi per incenerirlo con lo sguardo.
< Stai tranquillo. > ribatté,
voltandosi per non farli vedere il rossore sulle sue guance.
Zayn sentì di stare per impazzire a quella vista.
< Non stai cercando di evitarmi,
vero? > chiese.
< Che cazzo vuoi Zayn!? > sbottò,
sviando la domanda.
Sorrise.
La cosa bella di lei era anche la sua vena da scaricatore di porto che cercava
di reprimere. Era bello vedere come lui riusciva a tirare fuori anche il peggio
di lei.
< Niente perché? > rispose fingendosi
innocente.
Eva
si voltò a guardarlo, trovandoselo più vicino di quanto pensasse. I loro
respiri si mischiarono finché lei non decise di allontanarsi. Lo guardò: i suoi
occhi verdi e grandi la fissavano
facendola sentire scoperta, e quel sorriso, se pur strafottente, era il più
bello che avesse visto.
Ma
era idiota, tremendamente idiota e stronzo. Eppure non riusciva a non pensare a
quella sera ogni attimo.
< Perché non vai da una delle tue
puttanelle e mi lasci stare? > sbottò infastidita.
< Magari dopo. > rispose.
< Fai schifo. > disse disgustata.
< Ripetilo. > sbottò tagliente
avvicinandosi di un passo.
Lei
lesse nei suoi occhi il tentativo di intimorirla e per questo ricambiò lo sguardo con
altrettanta astiosità.
< Cos’è? Ti ho colpito nell’anima? >
lo sfotté, alzando un sopracciglio.
< Ripetilo se hai il coraggio. >
continuò.
< Mi fai schifo. > ripeté senza
timore.
Rimasero
a fissarsi per un interminabile minuto, finché il ghigno di lui non la confuse.
< Certo. Ti faccio talmente schifo che
sabato scorso ti sei lasciata scopare come una puttana. >
Arrivò
in un attimo. La mano di lei si andò a scontrare con la guancia di lui che
prese a bruciare. Eva sentì la mano indolenzita per aver usato troppa forza ma
lasciò intravedere solo la sua rabbia, ignorando li sguardi delle persone e
quello di Zayn che la fissò con uno sguardo indecifrabile.
< Se non fossi stata ubriaca non sarei
mai andata a letto con un pezzente come te. > sbottò al limite della
pazienza.
Come
li era arrivato lo schiaffo di prima, Zayn decise di mettersela in spalla
con altrettanta velocità.
< Lasciami! Bastardo, ti ho detto di
lasciami! SUBITO! >
Ignorandola, Zayn camminò tranquillo fuori dal bar, nonostante avesse attirato l’attenzione
di tutte le persone. Camminò tenendo il corpo di Eva sulla spalla senza nemmeno
sforzarsi più di tanto. Era leggerissima anche se si dimenava.
Decise
di metterla giù quando arrivarono sul retro.
Appena
la mise giù, Eva provò a fuggire via ma Zayn la spinse contro il muro. La
ragazza tentò mollarli un altro schiaffo, ma lui fu più veloce e le bloccò il
polso spingendola nuovamente indietro per intrappolarla tra il muro e il suo
corpo.
Provò
a liberarsi ma Zayn le afferrò anche l’altro polso e li alzò facendoli appiccicare
alla parete dietro i lei.
< Se non mi lasci ti giuro mi metto a
urlare! > sbottò incazzata come una
bestia.
< Urla, non ti sentirà nessuno. >
rispose.
< Dio, come mi stai sul cazzo! >
gridò, cercando di dimenarsi ancora.
< Come l’ultima volta? > chiese
reprimendo una risata.
Eva
arrossi, e provò ad allungare qualche pedata. Per questo Zayn si spalmò
ancora di più su di lei, facendo combaciare ogni parte dei loro corpi.
< Perché dici le bugie? > le domandò
ad un orecchio, sussurrando.
< Di cosa cazzo stai parlando? >
< Perché dici che sabato è stato un
errore quando non fai altro che pensarci. Perché dici che non te ne importa
niente quando è evidente il contrario. Perché dici che ti faccio schifo quando non
puoi fare a meno di me? >
Il
suono della sua voce, così rauca, sussurrata nel suo orecchio.
Involontariamente le sue labbra sfiorarono l’orecchio di Eva che si sentì vibrare
l’anima.
< Tu mi vuoi almeno quanto io voglio
te. > continuò sentendo che lei non rispondeva.
Ed
era vero quello che diceva. Lo voleva in una maniera incondizionata.
Per
quella settimana non aveva fatto altro che pensare alle sue mani forti che la
stringevano, che l’accarezzavano. Non aveva fatto altro che sentire Zayn sussurrare
il suo nome.
Lo
sentì avvicinarsi. La sua bocca si posò sul collo scoperto di Eva che si
irrigidì. Lui però continuò a inumidirle la pelle e a risalire fino a baciare
al sua guancia fino a che Eva non si riscosse.
Dimenandosi
si allontanò di lui continuando però a rimanere intrappolata in quella stretta.
< Come ti permetti di trattarmi così,
lurido idiota! Non sono come loro che si lasciano trattare come pezze da
piedi! > esclamò.
< Lo so. > quella risposta,
pronunciata piano, la sorprese. E lui ne accorse perché sorrise.
Non
un sorriso strafottente, ma sorrise dolce tanto che Eva sentì il cuore battere
all’impazzata.
< Davvero non te ne sei mai
accorta? > domandò Zayn.
< Di cosa parli? >
Lei
cercò di leggere negli occhi del ragazzo un segno, un qualcosa. Ma era serio, e
la fissava con uno sguardo strano, che non li aveva mai visto.
Si
guardarono negli occhi, lui in attesa di una risposta, lei incapace di dire
qualsiasi cosa. Perciò Zayn si riavvicinò, lento, cauto per poi sfiorare le
sue labbra con quelle di Eva.
E
fu così che sembrarono passati anni dall’ultima volta in cu si erano baciati e
si scoprirono a desiderare sempre di più. Bocca contro bocca, i loro respiri
diventarono affannosi mentre la loro lingua i loro denti si cercavano come un
drogato che cerca la sua dose di cocaina.
Lui
stringeva ancora i suoi polsi, ma lentamente guidò le mani di Eva fra i suoi
capelli, finché lei non li strinse avvicinandolo ancora.
Zayn non se lo fece ripetere due volte, stringendo i suoi fianchi e portando le sue mani a toccare la sua
pelle.
Fu
quando si staccarono, affannati, facendo toccare le loro fronti e guardandosi
negli occhi che risero.
Risero
perché la felicità era troppa, perché la situazione così assurda.
Pensavano
di non potersi sopportare ed erano finiti ad avere bisogno l’uno dell’atra.
Zayn la guardò ridere e penso che non esistesse creatura più bella di lei.
Lo
stesso pensò lei quando lui, con dolcezza, portò la sua mano destra ad
accarezzarle una guancia. Si persero una negli occhi dell’altro finché non
capirono una cosa.
Si erano sempre appartenuti.
c: Angolo Autrice.
Scusate gli errosi.
Spero vi piaccia, lasciate una recensione se vi va.
Elena xoxo