AGRODOLCE
C’era
una volta una giovane donna, molto bella e molto gentile, che incontrò un uomo
tanto ricco quanto arrogante.
L’uomo
credeva di poter comprare tutto, con i suoi soldi. Case, palazzi, società,
diamanti, auto sportive, navi e perfino aerei privati, ma l’unica cosa di cui
aveva realmente bisogno non era in vendita: il cuore puro della bella ragazza.
La
incontrò per caso ed, all’inizio, non fu subito amore.
Lui
rimase molto colpito da lei e dalla sua avvenenza ed avrebbe voluto afferrarla,
senza alcun rispetto, come faceva con tutto, ma lei, anche se all’inizio si
lasciò convincere dall’uomo a stare con lui, dopo poco tempo scappò via.
L’uomo
si arrabbiò tantissimo, ma quello che gli fece più male non fu solo la fuga
della ragazza, ma il vuoto che lei aveva lasciato nel suo cuore nero.
La
cercò per diversi giorni, finché la trovò raggomitolata in un angolo buio, con
le lacrime che rigavano il suo bel volto ed il cuore infranto.
Gli
si spezzò l’anima. La stessa anima che credeva di non avere più.
Per
la prima volta, in vita sua, provò un sentimento indescrivibile. Più forte del
dolore, più lacerante della disperazione, più straziante dell’abbandono.
L’amore per lei.
Un
sentimento grande, un sentimento unico, un sentimento che gli permise di spezzare
le catene, che lo tenevano avvinghiato ai suoi demoni, e di riemergere verso la
luce. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, sarebbe diventato qualsiasi persona
lei avesse voluto, pur di non perderla. Per sua fortuna lei voleva lui, così
com’era, con tutte le sue cinquanta sfumature di tenebra e tutti i suoi
difetti, sicura che l’amore li avrebbe guariti entrambi.
Lui
la raccolse da quel suo tenero nascondiglio e la portò a casa sua.
Si
prese cura di lei, senza rendersi conto che, ogni volta che medicava una ferita
della giovane donna, una delle cicatrici che aveva nel cuore guariva
miracolosamente.
Quando
la donna aprì gli occhi ed incrociò lo sguardo smarrito di lui, sentì nascere
la speranza.
Forse
per loro due c’era ancora una possibilità. Dovevano solo imparare a fidarsi ed
aiutarsi a vicenda.
Ognuno
sarebbe stato sostegno e vincastro per l’altro ed, insieme, avrebbero percorso
e superato gli ostacoli che la vita gli avrebbe messo davanti.
Si
baciarono con intensità, suggellando così la loro promessa d’amore eterno.
<
È una bella storia >
<
Sì, lo è >
<
Ma è successo davvero? >
<
Sì >
<
Lei li ha conosciuti, questi due innamorati? >
<
Oh sì, li conosco benissimo! >
<
Sono ancora insieme? >
<
Sì. Si sono sposati due mesi dopo il loro primo incontro e si amano ancora come
il primo giorno >
<
Hanno avuto dei figli? >
<
Due. Un maschietto ed una femminuccia. Sono il loro miracolo più grande. >
<
Che meraviglia! >
<
Sì. È davvero una bellissima storia d’amore. >
<
Ora devo andare. Grazie per avermi raccontato questa bella favola >
<
Sono stato lieto d’avergliela raccontata. Domani io sarò qui, se vuole gliene
racconto un’altra >
<
Sempre su loro due? >
<
Sì. A casa ho anche un album di fotografie. Se le fa piacere domani lo porto
con me. >
<
Oh, che bello! A domani, allora! >
<
A domani. >
La
donna sorrise felice, poi l’infermiera l’accompagnò verso la sua stanza, dove
cominciò le azioni per prepararla per la notte.
Theodore
si avvicinò a suo padre.
<
Tutti i giorni le racconti la stessa storia. Perché lo fai? Tanto lo sai che
fra dieci minuti lei si sarà già scordata tutto. Della sua storia d’amore. Di
noi. Di te… >
<
Perché l’amo. Perché è mia moglie. Perché per i dieci minuti in cui le racconto
la nostra storia lei è di nuovo con me. Perché lei farebbe lo stesso con me, se
le parti fossero invertite. La sorte che ci ha colpiti non può cancellare ciò
che provo per lei. >
Theodore
guardò suo padre con ammirazione, chiedendosi per quanto tempo ancora avrebbe
potuto sopportare il dolore di vedere la sua adorata moglie stretta dalle spire
di una malattia, così subdola, che le cancellava i ricordi più belli.
Poi
si scoprì grato per quell’amore incondizionato, di cui anche lui aveva inevitabilmente
beneficiato.
Ricordò
quante volte, da piccolo, aveva brontolato lamentandosi dei suoi genitori, che
stavano troppo attaccati, che si baciavano in pubblico, mettendolo in imbarazzo
davanti ai suoi amici, che avrebbe voluto due genitori più discreti, più “normali”.
Ora,
col senno di poi, si rese conto che, mentre ci sono tanti amori che, per tante
ragioni, finiscono, ce ne sono altri che hanno lottato così tenacemente per
esistere, che nemmeno la morte avrebbe mai potuto cancellarli.
Certi
amori sono destinati a durare semplicemente per sempre.
Christian
guardò verso la camera della clinica di lusso, che ospitava la sua adorata
Anastasia, aspettando che uscisse l’infermiera, per assicurarsi che fosse tutto
a posto. Saperla tranquilla gli permetteva di dormire sereno. Quindi si congedò.
<
A domani, Miss Trudy >
<
A domani, Mr Grey >
Padre
e figlio si allontanarono, con passo elegante, lungo il corridoio che
l’indomani avrebbero percorso a ritroso.
Miss
Trudy si fermò accanto alla collega che gestiva il centralino.
<
Hai mai visto un amore così forte? >
<
Mai. Mi commuovo ogni giorno che vedo Mr Grey oltrepassare quella porta. Mrs
Grey è stata una donna davvero molto fortunata! >
<
A sentire lui e la loro storia, è lui quello fortunato! >
<
Quante possibilità ci sono di innamorarsi così, nella vita? >
<
Non saprei, ma di sicuro poche, molto poche. >
Le
due donne sospirarono, quindi ripresero le loro faccende, conservando nel cuore
un pizzico di malinconia agrodolce.
∞∞∞∞∞∞
Eccomi
qui.
L’idea
di questa storia, ci tengo a dirlo subito, non è mia, bensì di una bravissima
fanwriter, di cui però non trovo più traccia su EFP! :(
Ricordo
d’aver letto una sua ff che aveva per protagonisti Draco e Ginny, di Harry
Potter. Ho cercato tra le mie storie preferite, ricordate, seguite ecc… ma non
ho ritrovato né il link della storia stessa né il nome dell’autrice. Appena
riuscirò a trovare questi riferimenti le darò il giusto merito, (anzi, se
qualcuno di voi potesse aiutarmi nella ricerca gliene sarei infinitamente
grato! Ho mandato anche una mail all’amministrazione di questo sito, pur di
ritrovarla!). Ad ogni buon conto, sappiate che io ho preso la sua idea e
l’ho adattata ai nostri due protagonisti, perché sono fermamente convinta che
per loro sia inevitabile amarsi fino alla fine, oltre la fine.
Purtroppo
l’Alzeimer, la malattia che ha colpito Anastasia, è tremendo ed implacabile.
Io
l’ho visto sulla madre di una mia carissima amica ed è stato straziante. Era
diventata un’altra persona, violenta e cattiva verso le figlie, che non
riconosceva più. È terribile vedere una persona che ami cambiare fino al punto
da non ricordare più nulla. Si trasforma all’interno e nessuno ci può fare
niente.
Purtroppo
il mio papà, che non è più un giovanotto, sta dando qualche segno di senilità.
Sono terrorizzata che possa trasformarsi in qualcuno che non è mai stato ed ho
voluto scrivere un lieto fine, per esorcizzare un po’ le mie paure.
Certe
malattie vanno affrontate giorno per giorno, sperando che siano clementi e
lascino solo un bel ricordo.
Ora
lascio a voi la parola.
Un
caro abbraccio
Frency70