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Autore: wolfstar    25/03/2013    3 recensioni
Quando individuò la chioma di Tonks, tornata del suo colore usuale, rosa, non poté fare a meno di inarcare un sopracciglio incuriosito e chiedersi
che Merlino ci facevano quei due davanti a una libreria
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ancora una volta, Remus si chiese come fosse possibile tanta mancanza di serietà durante le loro missioni per l’Ordine.
Quel giorno invece di andare a caccia di Mangiamorte avevano accompagnato fuori di casa per una passeggiatina un certo cane, che non si era accontentato di aver fatto i suoi bisogni al parco, ma voleva camminare per le strade in forma umana.
Il licantropo si passò una mano tra i capelli castani.
« Voi due, avete finito di confabulare? »
« Smettila di lamentarti, Remus. Lo sai che Sirius ci teneva ad uscire. Dopo tutto il tempo fermo a Grimmauld Place aveva bisogno di respirare un po’ di aria fresca » rispose la ragazza che quel giorno aveva sfoggiato ciocche verde muschio al posto del solito rosa.
« Dubito che ci riesca, conciato in quel modo » disse distrattamente alle due figure più piccole davanti a lui che camminavano vicine.
La prima doveva essere Sirius, ricoperto di sciarpe e con due grandi occhiali da sole sul naso. Il cappello nero rattoppato gli dava un aspetto trasandato.
« Ti ricordo che sono tra gli uomini più ricercati del Regno Unito. Devo per forza mostrare questo abbigliamento da cowboy-barbone in giro per non farmi riconoscere » disse con un ghigno, portandosi di scatto la sciarpa sul naso al passaggio di due impiegati del Ministero, fingendo una tosse improvvisa. Il suo cuore riprese a battere normalmente quando i due uomini proseguirono per la loro strada senza degnarlo di uno sguardo. Era impossibile che venisse scoperto tra il mare di gente che invadeva le strade e i negozi di Diagon Alley quel giorno.
Remus ammutolì. Aveva da ridire sul fatto che l’abbigliamento di Sirius passasse inosservato, considerato che era pieno inverno e lui portava due occhiali da sole enormi, ma decise saggiamente di lasciar perdere.
« Ah, quasi dimenticavo! » esclamò d’un tratto Tonks dandosi una manata sulla fronte tanto forte da farsi quasi male.
Si fermò e si voltò verso il licantropo, che si stupì di non vederla cadere a gambe all’aria, con tutto il ghiaccio che c’era.
« Devo fare un regalo di Natale ad Arthur, è l’unico a cui non so cosa comprare » disse guardando Remus negli occhi, come se lui avesse tutte le soluzioni in testa. La sua calma le infondeva un senso di protezione e sicurezza mai provato prima, il suo sorriso dolce le faceva ribaltare lo stomaco ogni volta che era indirizzato a lei, cosa che accadeva piuttosto spesso.
« Tu ci hai fatto dei regali di Natale? » Sirius aveva un’espressione stupita, sembrava, anche se era difficile dirlo davanti a quegli occhiali da sole enormi e quel groviglio di sciarpe che gli copriva naso e bocca.
« Certo che si… ma temo di aver rovinato la sorpresa » borbottò impacciata quasi a sé stessa, voltandosi di nuovo di scatto dall’altra parte e facendo perdere un altro battito di cuore a Remus.
« Sono proprio una frana in Segretezza » ridacchiò, riprendendo a camminare; i piedi che le sprofondavano nella neve a ogni passo.
« Hai bisogno di aiuto? » le chiese Remus gentilmente con un sorriso, mentre le persone sfrecciavano accanto a loro, inconsapevoli dell’indistruttibile forza chimica che si creava ogni volta che quei due corpi entravano in contatto. Senza aspettare una risposta fece scivolare la mano sinistra sul suo gomito, mentre la destra si allacciava al fianco. Per l’Auror fu come prendere una scossa. Remus aveva sfiorato quei fianchi un milione di volte prima, ma ogni volta che lo faceva, ogni volta che si sfioravano, Tonks sentiva i brividi correrle per la schiena.
Con un gesto delicato ma deciso l’uomo la tirò fuori dal cumulo troppo profondo di neve in cui era sprofondata la sua gamba.
« Grazie! » la donna si alzò in punta di piedi per schioccare un sonoro bacio sulla guancia dell’uomo, poco sotto una delle sue cicatrici. Remus arrossì lievemente, consapevole di essere sotto lo sguardo dell’amico e di tutta Diagon Alley, ma le sue labbra si allargarono in un dolce sorriso.
« Se avete finito di fare i piccioncini avremmo dei regali di Natale da comprare » disse mentre un sorriso malizioso gli solcava il viso.
« Hai ragione, ma Remus è irresistibile con quel faccino da cucciolo » rispose la donna scatenando l’ilarità del cugino e facendo scuotere la testa a un divertito Remus.
Sirius prese la cugina a braccetto e ricominciarono a camminare mentre l’Auror saltellava allegra, i capelli verdi mossi dal vento che le ricadevano disordinati sulle spalle esili, a ritmo dei suoi saltelli. Remus si sorprese di nuovo nel volerli stringere tra le dita, come aveva già fatto mille volte prima, nel volerli baciare. Fino a quel momento si era inebriato del rosa-soprattutto del rosa- dell’azzurro, del rosso, dell’arancione, del giallo, li aveva tenuti tutti a mente. Ma non aveva mai affondato la mano in qualcosa che somigliasse vagamente a un cespuglio.
« Arthur è un appassionato di manufatti Babbani » disse più a se stesso che alla donna, deciso a distogliere lo sguardo dai suoi capelli o prima o poi avrebbe pestato una cacca di Troll.
« È vero! Me ne stavo quasi dimenticando. Allora dovremmo andare in un negozio che vende aggeggi Babbani, ma non credo che ce ne siano qui a Diagon Alley »
« Ti sbagli, cuginetta » disse Sirius ridacchiando dietro la sciarpa
« ti stavi quasi dimenticando anche che a Diagon Alley si può trovare di tutto? » per poco Tonks non andò a sbattere contro un bambino con una palla di vetro natalizia in mano.
« Arthur non è l’unico ad avere una passione per i Babbani. Qualche negozio Babbanizzato ci sarà sicuramente » disse Remus guardando tristemente il bambino che fissava la boccia di vetro in frantumi a terra.
« Reparo » sussurrò dolcemente estraendo la bacchetta dal lungo mantello nero rattoppato.
In pochi secondi la sfera si ricompose sotto gli occhi meravigliati del bambino, il pupazzo di neve in miniatura tornò al centro della boccia, attorniato da tante palline bianche. Remus era così preso dalla visione del sorriso del ragazzino e non si accorse che Sirius e Tonks si erano fermati davanti a una vetrina a pochi metri da lì.
Ogni sorriso che riusciva a regalare gli procurava una forte stretta di felicità allo stomaco, che lo portava inconsciamente a sorridere come un’ebete e a fargli inumidire gli occhi. Tale emozione la provava soltanto quando una certa Metamorfomagus pasticciona posava le labbra sulle sue, e allora sentiva che anche un mostro come lui era in grado di donare felicità e di essere felice.
Inconsciamente, come se il pensiero di lei gli avesse acceso una fiamma nel petto, si voltò per vedere dove fosse finita, accorgendosi che lei e Sirius non camminavano più davanti a lui.
Quando individuò la chioma di Tonks, tornata del suo colore usuale, rosa, non poté fare a meno di inarcare un sopracciglio incuriosito e chiedersi che Merlino ci facevano quei due davanti a una libreria. Quando si avvicinò a loro notò che stavano sogghignando.
« Che ne dici Ninfadora, credi che ad Arthur potrebbe piacere questo libro? » disse Sirius continuando a ridere e a indicare un volume oltre il vetro semi ricoperto di neve.
Aveva strofinato il polso contro la superficie trasparente per isolare un pezzo di vetro dalla neve.
« Non chiamarmi con quel nome orribile, Sirius » le sembrava difficile parlare tra una risata e l’altra
« ne sarebbe entusiasta, ma penso che io e Remus potremmo, come dire… ispirarci di più, leggendolo » le risate di Sirius si sentivano per tutta Diagon Alley e a Tonks a breve sarebbe venuto un bel mal di pancia a forza di ridere.
Remus si sporse oltre la spalla della donna per vedere la fonte di tanta ilarità, il mento gelido per il freddo pungente che sfiorava la guancia di Tonks.
Su una mensola alcuni libri di provenienza Babbana erano affacciati in vetrina, ognuno con una copertina diversa e colorata, tranne uno, che aveva una copertina di un colore grigio sbiadito.
Remus riconobbe subito il libro e sorrise divertito, aumentando l’ilarità degli altri due.
« Cinquanta sfumature di Grigio » scandì lentamente il titolo come se stesse ragionando su ogni sua lettera. Poi sembrò pensarci un po’ su e voltò il capo di pochi centimetri per far sfiorare il suo naso con quello di Tonks.
« Mi spiace, ma credo che opterò per il rosa. Mi sono stufato del grigio » e le sue labbra si spostarono da quelle della donna ai suoi capelli sgargianti, rosa, ed era sicuro che quello sarebbe stato il colore della sua vita. Da uomo riservato che era non avrebbe mai sfiorato Tonks in quel modo in pubblico, ma in quel momento era accecato dalla felicità. Beandosi di quegli abbracci che avrebbe dovuto ricevere qualcuno più benestante di lui, inebriandosi di quei baci che avrebbero dovuto rendere felice qualcuno più giovane di lui, godendo delle attenzioni che avrebbero dovuto essere riservate a qualcuno meno pericoloso di lui. Ma per il momento non ci pensava, la teneva stretta per accertarsi che quello non fosse solo un sogno.
Lei era lì per davvero.
« Io invece opterò per un panino » disse Sirius guardando con desiderio una paninoteca lì vicino « o standovi a guardare mi verrà il diabete ».
   
 
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