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Autore: intersect    25/03/2013    6 recensioni
«A cosa devo la tua visita?» accavalla le gambe e si porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Non fare finta di niente – le sorride facendo sbucare quelle fossette che tanto le piacciono – oggi sono tre che siamo fidanzati e io mi sono completamente dimenticato tutto: i fiori, il bellissimo risveglio che ti concedo da due anni a questa parte e la colazione a letto.» Sbuffa Harry, decisamente poco contento di non esser riuscito a compiere tutte quelle abituali azioni.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hold my breath as you're moving in
Taste your lips and feel your skin
When the time comes,

baby don't run,
just kiss me slowly.

 

 

«Oddio» è la prima parola che Harry Styles pronuncia quel sabato mattina di vacanza. È il dodici giugno e lui si è appena svegliato rendendosi conto che è in ritardo di ben quattro ore sulla sua tabella di marcia.

Dovrebbe passare dal fioraio a ritirare i fiori, ordinare un tavolo al ristorante per quella sera stessa e sarebbe anche dovuto andare da Starbucks a prendere frappuccini e muffin.

«É tardi, è tardi è tardi!»

Mae mi uccide è il secondo pensiero di Harry di quella giornata, mentre corre da una parte all'altra della grande casa silenziosa dove vive.

E' ormai la mezza e lui si era programmato tutta la mattinata ma il suo sonno pesante e la sveglia che non aveva suonato, avevano rovinato tutti i piani del ricciolino.

«Sarà sempre in ufficio?» si chiede ad alta voce Harry mentre si lava i denti, cercando i tutti i modi – con una sola mano – di dare una sorta di senso al suo nido di capelli.

S'infila le converse bianche mentre fa velocemente il letto e getta i panni sporchi nella cesta del bagno e quando è davanti alla porta che si infila la giacca nera l'orologio a parete segna le 12.20 e indossando il suo beanie esce di casa affrontando una Londra caotica, piena di gente e riscaldata da un tiepido sole.

La sua ansia è palpabile: il passo lungo e svelto, occhi perennemente puntati sul costoso orologio da polso, irascibile. Tutto si collega ad una cosa sola: Mae sarà così arrabbiata con lui che non vorrà guardarlo in faccia per i prossimi anni a venire. Si ferma a comprare un sacchetto di pizzette e un succo di frutta alla pesca e poi riparte verso l'ufficio della sua ragazza.

Quando si ferma davanti alla grande vetrata del pian terreno della Allison e Busby Harry sente le gambe tremargli e lo stomaco ripiegarsi su se stesso come un foglietto.

«puoi farcela» pronuncia a bassa voce, attraversando le porte scorrevoli della casa editrice e proprio mentre sta per entrare dentro l'affollato ascensore una voce lo ferma.

«Harry!» si volta e con grande sollievo si trova di fronte al suo vecchio compagno di scuola Timothy Parker.

«Tim! Come va il lavoro?» il ricciolino freme, cerca di tagliare corto: ha bisogno di incontrare la sua ragazza, stringerla tra le braccia e cercare di non farsi uccidere da qualche fermacarte appuntito.

«Bene, grazie. E a te? Procede tutto bene?»

«Certo! Ho fatto da poco un photoshoot per la nuova collezione autunno/inverno di Calvin Klein» le sue sopracciglia si alzano verso l'alto, lasciando intendere i pensieri che passavano per la sua testa.

«Tim – ride, passandosi una mano tra i capelli – non è quello che pensi. Non ho posato per i boxer!» il moro di fronte ad Harry scoppia a ridere e gli lascia una pacca sulla spalla prima di salutarlo e ritornare al suo daffare.

Harry entra nell'ascensore e preme il pulsante “8” cercando di infondersi coraggio all'illuminarsi di ogni piano sulla targhetta posta sopra la porta.

Quando anche l'ottavo piano viene raggiunto il ricciolo respira forte e percorre a passo lento l'ampio salone che lo divide dall'ufficio privato della sua compagna.

 

«No, Margaret non mi metto a pubblicare libri di ragazzini!» strilla Mae mentre Harry entra nel suo ufficio e le sorride, poggiando sulla scrivania il misero pranzo che le ha portato. Sa che la ragazza non farebbe mai una pausa per concedersi un pranzo completo né tanto meno scomoderebbe la sua segretaria per andarle a prendere qualcosa come un panino o un'insalata.

«Scusami, adesso sono occupata. Ti richiamo non appena avrò letto la bozza. Ma sono sicura al novanta percento che non pubblicherò librettini da due soldi.» posò la cornetta sulla base e fissò Harry negli occhi seria, prima di sciogliersi in un morbido sorriso.

«A cosa devo la tua visita?» accavalla le gambe e si porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«Non fare finta di niente – le sorride facendo sbucare quelle fossette che tanto le piacciono – oggi sono tre che siamo fidanzati e io mi sono completamente dimenticato tutto: i fiori, il bellissimo risveglio che ti concedo da due anni a questa parte e la colazione a letto.» Sbuffa Harry, decisamente poco contento di non esser riuscito a compiere tutte quelle abituali azioni.

Mae scoppia a ridere, allungandosi in avanti con il busto per raggiungere le mani del compagno.

«Harry, amore, con tutto il lavoro che avevo oggi ti posso assicurare che non ci ho minimamente fatto caso..Ti dirò – e si alza dalla sua comoda poltrona nera in eco pelle – forse i fiori me li aspettavo, o mi aspettavo te appena uscito dalla doccia con solo uno di quei tanti boxer che abbiamo in casa a prepararmi la colazione ma.. - e si siede sulle ginocchia del ragazzo – dopo un momento di smarrimento mi sono ripresa ed eccomi qui. Viva e vegeta» Harry scuote la testa e ride, poi le porge una pizzetta pescata a caso dal sacchetto mettendogliela davanti al viso.

«Grazie.» sussurra Mae mordendo la sfoglia e raccogliendo con la lingua il pomodoro sparso per la bocca.

Harry, con gli occhi verdi luccicanti e le labbra rosse e carnose, non fa altro che sorridere e carezzarle la schiena mentre la ragazza si gode il suo “pranzo.”

«Adesso devo andare, però. Devo farmi perdonare in qualche modo no?» le fa un occhiolino e poi, dopo averle dato un bacio sulle labbra esce dall'ufficio.

«Finisco il turno alle 19,30!» urla Mae, chiudendo la porta e tornando alla sua postazione.

 

 

 

 

**

«Lo sai che sei proprio antipatico?» ride Louis Tomlinson, pediatra e migliore amico di Harry, mentre il riccio sbuffa e parcheggia fuori da Nando's dove il resto della compagnia li aspetta.

«Boo, smettila» nonostante i 22 anni, ancora si chiamano con i soprannomi del liceo.

Il castano ride mentre spinge la porta di vetro e saluta Niall, Zayn e Liam che li stanno aspettando seduti al tavolino.

«Oggi Harry andrà conto le regole.» dichiara Louis, sedendosi di fianco a Liam e lasciandogli una pacca sulla spalla.

«E come mai?» domanda Zayn, buttando gli occhi svogliato sul menù. Oramai ordinano tutti la stessa cosa da ben sette anni.

«Perchè stamattina il cucciolino si è dimenticato di preparare la giornata perfetta alla sua cucciolina» lo prende volutamente in giro Louis, sapendo bene quanto Harry ci tenga ad somigliare il ragazzo perfetto.

«E dai, smettila Lou» brontola Harry, cercando di spostare il discorso su qualcos'altro, o qualcun altro.

«E' divertente prenderti in giro, lo sai. Sei o non sei il piccolino del gruppo?» il riccio s'imbroncia, ma sa che passati tre secondi tornerà a ridere e scherzare con tutti. Conosce Louis, sa che si diverte in questa maniera.

Difatti, dopo pochi minuti sono di nuovo tutti a chiacchierare di cose futili. Hanno tutti e cinque una grande carriera in ascesa: Louis è un pediatra innamorato del proprio lavoro e ha uno studio nel centro di Londra, Liam è un quotatissimo personal trainer in una delle più grandi palestre del centro e ogni tanto – con scarsi risultati, - riesce a portarsi dietro pure i quattro pelandroni dei suoi migliori amici. Zayn è un insegnante d'inglese in una scuola elementare e non c'è cosa che lo renderebbe più felice dei suoi alunni, oltre alla sua famiglia. Niall è diventato un ottimo dentista acclamato da tutti ed Harry – grazie al fisico, le fossette e quegli occhi verdi come i praticelli di primavera- è diventato uno dei migliori e più famosi modelli del momento.

«E questa bambina, Margot, ha iniziato a piangere!» racconta enfatizzando il tutto Louis, come di rito. Ogni qual volta s'incontrino uno di loro racconta dettagliatamente la propria giornata fino a quel momento.

«Sua madre ha il tatto sotto i piedi» borbotta Zayn, pulendosi la bocca con un tovagliolo, sorseggiando poi un po' della birra quasi finita.

«Così le ho chiesto di uscire e sono rimasto solo io con la bambina. Sono riuscita a convincerla che l'operazione è l'unica cosa che le possa risolvere il problema al ginocchio.»

«Poi – aggiunge, mentre fruga nella sua ventiquattrore alla ricerca del cellulare – le ho consigliato di venire da te, Liam per un po' di riabilitazione» Liam sorride, con il volto illuminato. Ha sempre amato dedicarsi anima e corpo ad una singola persona, guardandone i progressi.

Harry sorride, mentre li guarda e pensa che senza di loro sarebbe una mina vagante per Londra, perso per le vie.

«Harry? Harry?» Niall lo richiama più volte, prima di allungarsi e lasciargli una generosa manata dietro al collo, dove rimane il passaggio delle cinque dita del biondo.

«Ma sei scemo!» strilla, passandosi ripetutamente la mano sul punto leso. Niall alza le spalle, giustificandosi dicendo che sembrava incantato.

«Sarà meglio che vada, ho centomila cose da sbrigare. Domani siamo a pranzo da..?» domanda confuso, passando in rassegna i volti dei suoi amici.

«Da me – sospira Zayn, stiracchiandosi all'indietro – Jessie è tre giorni che prepara dolci su dolci»

«Come se ti dispiacesse!» ridacchia prima di lasciare una pacca sulla spalla a tutti e dopo aver pagato la sua parte, si dirige fuori dal locale.

«Okay, - sospira tirando fuori un pezzo di carta stropicciato dove ha scritto cosa deve fare – fioraio.» Si dirige verso la strada principale e s'immette nel caos londinese dell'ora di punta, dirigendosi verso il negozio di fiori di Johannah, la madre di Louis.

Quando entra trova la signora che gli sorride, prima di chiedergli cordiale cosa desideri.

«Un mazzo di rose rosse e bianche.» Fissa attento il lavoro di Johannah mentre sistema con cura le rose bianche all'interno del mazzo, affinché queste possano formare un cuore che spicchi sulle rose rosse.

Paga lasciando anche qualche moneta più del necessario, e con mano tremolante traccia una riga sgangherata sulla parte Fiori della lista.

Buttando gli occhi al cielo decide che è meglio che la cena che sta pianificando si svolga tutto sotto il sicuro tetto di casa loro, così a passo decisamente svelto ritorna verso la zona di casa sperando che non inizi a piovere proprio mentre lui è ancora fuori casa.

Quando arriva fuori al portone sospira, poggiandosi al muro per riprendere fiato poi con due mandate di chiave apre la porta ed entra dentro, poggiando il mazzo di fiori sul tavolo del salotto e spogliandosi di cappotto e cappello.

Si dirige verso il bagno e si posiziona davanti allo specchio, prendendo dal mobiletto di fianco un elastico nero per fermare i riccioli che gli cadono morbidi sulla fronte, poi sorride al suo riflesso ed alza i pollici.

Si ferma nella camera da letto e recupera il suo portatile nero, un taccuino e un lapis mangiucchiato nella parte superiore per poi dirigersi nella grande cucina, illuminata dalla flebile luce che proviene dall'esterno.

Si siede ed accende il portatile, pensando a qualcosa di particolare – ma non troppo – da cucinare per quella sera speciale.

Mentre aspetta che il pc si accenda si alza e raggiunge il telefono di casa portandosi dietro anche la rubrica, cercando il numero di Rhodes, una delle tante pasticcerie più famose di Londra.

Quando dall'altro capo la voce limpida e squillante di una ragazza gli risponde, Harry ricambia con altrettanta allegria nella voce ordinando una crostata alla frutta per quattro persone per quello stesso giorno.

«Preferisce che la consegniamo noi o viene lei personalmente lei, Signor Styles?» Harry si sente in imbarazzo, ha soli ventitré anni e sentirsi chiamare signore è l'ultima cosa che desidera quel giorno.

«Preferirei la consegnaste voi, sono molto occupato oggi» tamburella le cinque dita della mano sinistra sul tavolo della cucina, mentre apre la pagina di Internet e aspetta che si carichi.

«Nessun problema, alle 18.30 all'indirizzo dato le sarà consegnata la sua crostata» il ricciolo sorride, soddisfatto della piega che la giornata sta prendendo.

Posa il cordless nero sul tavolino e inizia a digitare su Google il menù che ha preparato per quella sera:

Conchiglioni ripieni di funghi, prosciutto e besciamella

Filetto di maiale con salsa di vino

crostata di frutta

Segna velocemente su un foglio del block-notes gli ingredienti e si alza, dirigendosi verso i mobili e il frigo.

«Pasta c'è, i funghi anche... la besciamella la preparo io.. la carne c'è. Ho solo bisogno del vino.» Si china verso un mobiletto e ne estrae una bottiglia scura, dall'etichetta beige e rossa: un Carmignano che ha tutta l'aria di essere un vino d'élite.

Quando controlla il ripiano della cucina e vede che tutti gli ingredienti sono disposti, tira fuori la padella e inizia ad accendere il fuoco, facendo soffriggere un spicchio d'aglio mentre taglia a cubetti i funghi e poi li lascia cuocere a fuoco vivo nella padella mentre prepara il pentolino per la besciamella. Quando entrambi i preparati sono pronti prende il frullatore e ci butta dentro funghi, prosciutto a cubetti e quattro cucchiai di besciamella e frulla alla minima velocità poi, pronto il composto, lo versa dentro una ciotola e lo poggia di fianco al lavandino. Prima di cuocere la pasta, si sposta verso una mensola posta sopra il frigo e accende la radio, che in quel momento sta passando Your Song di Elton John.

Harry canticchia mentre si destreggia tra pentole e padelle, e si lascia decisamente prendere dall'euforia quando radio Capital FM passa Beauty And A Beat di Justin Bieber.

Sono le 18, 30 spaccate quando il furgoncino di Paul Rhodes Bakery parcheggia nel vialetto di casa sua, pronto alla consegna della sua crostata.

«18,20 sterline, signore.» Harry rotea gli occhi mentre tira fuori dal portafoglio un pezzo da venti sterline, lasciando al ragazzo con il cappellino celeste di fronte a lui la mancia.

Poggia la torta ben confezionata in carta color panna dentro al frigo e si dedica alla cottura del filetto e della pasta.

«Abbiamo in uscita questa settimana Midnight Alley di Rachel Caine, terzo libro della collana The Morganville Vampires. La casa editrice è la ormai famosa Allison e Busby e come supervisore della pubblicazione abbiamo la giovanissima ma talentuosa Mae Palmer che sembra molto determinata.»

Harry non può che sorridere, mentre completa la preparazione della salsa di vino, quando sente il nome della sua ragazza in una delle radio più quotate ed ascoltate in Inghilterra.

Sono le 19,15 quando Harry completa il suo lavoro: la pasta è sistemata in una teglia ripiena del composto, la carne e la salsa sono dentro alla padella e la crostata è nel frigo. Si pulisce le mani sul grembiule poi lo piega e lo ripone nel cassetto, nel momento esatto in cui sente la porta chiudersi e il risuonare dei tacchi di Mae sul pavimento si fa gradualmente più vicino.

«Mh, che odorino invitante.» Harry percorre lentamente la figura della sua compagna su tacco dodici beige lucido, calze color carne, gonna a vita alta bianca ed una camicia color pesca. Porta tra le braccia un trench beige e una borsa color corda abbastanza grande da contenere tutte le scartoffie lavorative. I capelli sono sciolti sulle spalle ed il trucco è leggero, al collo un filo d'argento con un piccolo punto luce. Harry trova che sia bellissima, nonostante l'orario e la spossatezza del lavoro.

«Bentornata a casa.» Si concedono entrambi un lungo sorriso prima che Mae si diriga al piano superiore, sicuramente a poggiare i suoi effetti.

Harry comincia ad apparecchiare con il sorriso sulle labbra, le fossette ai lati delle guance e il cuore gonfio di gioia. Non sono molti i momenti in cui possono condividere il pranzo o la cena insieme, gli impegni lavorativi di entrambi li fanno rincasare ad orari decisamente improponibili perciò cercano di godersi al massimo quei pochi attimi di intimità.

Quando Mae torna al piano inferiore si è completamente cambiata: indossa un leggins grigio scuro e il maglione nero di Harry, quello con la scritta bianca Teenage Runaway sul petto, i capelli sono legati in una cipolla sfatta e ai piedi porta solo dei calzini a righe orizzontali bianche e verdi.

«Spero tu possa perdonarmi l'abbigliamento Haz, ma davvero soffocavo in quella maledetta gonna»

Harry sorride, avvicinandosi a lei per avere solamente il secondo contatto fisico della giornata. La stringe a sé, lasciando che le mani di Mae risalgano la schiena muscolosa e si intreccino tra i suoi ricci, carezzando la cute.

La allontana quel che basta per chinarsi su di lei e lasciarle un morbido bacio sulle labbra, il secondo.

La ragazza indugia quando Harry si stacca, ma sorride sulla bocca di lui e si allontana, guardando il tavolo con al centro un meraviglioso mazzo di rose.

«Sono mie?» indica con due dita la composizione floreale e aspetta solo che Harry annuisca, prima di avvicinarsi e poggiare il naso su uno dei petali rosso cremisi.

«Grazie.» Harry sembra abbi una paresi facciale, da tanto che sorride. Fa accomodare la ragazza al tavolino e porta in tavola la prima portata.

«lo chef Harry ha dato il meglio di sé, quest'oggi» ride Mae, mentre immerge la forchetta in un conchiglione e la porta alla bocca, saggiando quella delizia.

«Si, decisamente oggi lo chef ha dato il meglio di sé» dichiara a boccone ingoiato ed Harry si rilassa visibilmente, cominciando anche lui a mangiare.

«Sai, - comincia il ricciolino, mentre toglie i piatti della prima portata per servire la seconda – oggi su Radio Capital FM hanno detto il tuo nome.»

«Davvero?!» la sua voce è uno squittio, ed Harry ridacchia. È orgoglioso della sua Mae, della strada che sta facendo, del futuro che l'aspetta.

«Si, per quella saga che state pubblicando.» Mae annuisce, mentre fissa inebetita la cremina violacea che ricopre metà del filetto di carne.

«É crema di vino, ti piacerà.»

La mora annuisce, mentre taglia un pezzo di carne e lo porta alla bocca, gustandone la morbidezza e il retrogusto agrodolce.

Harry alza la bottiglia di vino e lei annuisce, mentre il ragazzo le versa una generosa dose del liquido rossastro nel bicchiere.

«Una cena con i fiocchi, grazie Harry.» Mae si alza e prende i piatti, sparecchiando insieme al suo ragazzo.

«Adesso il pezzo forte!» dichiara Harry, tirando fuori dal frigo la crostata.

«Oddio! - si porta una mano sul cuore, teatralmente la ragazza – la crostata di Rhodes!» Harry scoppia a ridere e Mae si avvicina a lui e cogliendolo di sorpresa, si alza sulle punte e lo bacia, allacciando le braccia dietro al suo collo.

Si scambiano un bacio dolce e spassionato davanti al frigo, poi si staccano e Mae si appresa a tagliare un triangolo di dolce per lei e per il ragazzo.

«Non poteva concludersi in modo migliore questa cena, Harry.»

«Sono tre anni che stiamo insieme, era più che logico che preparassi qualcosa di speciale.» le fa l'occhiolino e poi sposta il vaso con i fiori all'ingresso, mentre scuote la tovaglia sul pavimento.

«Lascia stare amore, ci penso io domani mattina.» lo blocca Mae, quando lo vede prendere la scopa per spazzare.

«Domani mattina?»

«Si, ho una riunione nel primo pomeriggio che mi occuperà anche gran parte della serata così mi sono presa la mattinata libera, ci penso io.»

Trascina il ragazzo nella camera del letto, dove si getta sul letto e aspetta che Harry abbia indossato un pantalone consumato di una tuta.

«Sembriamo una coppia di vecchi, e abbiamo solo ventitré anni.» ride la ragazza, mentre appoggia il capo sul petto scoperto e tatuato del fidanzato.

«Effettivamente qualcun altro sarebbe andato a ballare, ma le mie gambe non avrebbero retto tutta la sera» ride Harry, mentre cerca a tentoni il telecomando tra le coperte e accende su un canale a caso.

«Preferisco stare qui a casa. L'importante è che ci sia tu.» Harry abbassa la testa e sposta quella di Mae verso la sua, prima di baciarla delicatamente.

«Sono decisamente i tre anni più belli di tutta la mia vita» le sussurra facendo sfiorare le loro labbra, mentre un sorriso compare su quelle di lei.

«Grazie Harry.» lui ricambia il sorriso, scivolando più in basso e baciandola con più trasporto, sfiorando i suoi fianchi nudi da sotto il maglione.

Uno sbadiglio di lei intenerisce il cuore del ragazzo che spegne il televisore e la stringe al suo petto, coprendo i loro corpi con la coperta pesante.

«Ti amo

«Anche io.»




E' un ritorno di "fiamma" il mio, dato che On Top Of The World non vede il nuovo capitolo da secola secolorum.
Sono sei pagine di Open Office belle piene di fluff, amicizia e amore. 
Ci tengo a specificare che tutto quello che leggete sui luogi (come la pasticceria, Rhodes, esiste seriamente. E mi sono letta tutta la storia.) Come la Allison e Busby, casa editrice londinese che si, ha davvero pubblicato i libri della collana The Morganville Vampires. Mi sono informata su tutto, poichè mi piace scrivere di luoghi vero simili o reali.
Questa one (long) shot è dedicata a Martina perché è cascata nella "trappola" di Harry Styles con tanta di quella facilità che vi si stringe il cuoricino solo a vederla mentre guarda la sue foto. (Mi maledice tutti i giorni per averla convertita ai ragazzi but it's not my fault, actually.)
Ho promesso ad una lettrice di OTOW che avrei aggiornato quindi si, se stai leggendo quella cosa orribile, vedrai la storia tramontare insieme ai personaggi.
Non so più che dire, sono uhm, tre settimane che lavoro su questa fanfiction ed è forse - anzi no, sono più che sicura! - che sia la one shot di cui vado più fiera. Ci ho messo tutto l'impegno di questo mondo e spero possiate perdonarmi eventuali errori ma non ho neanche riletto.
(to be honest, sono anche molto soddisfatta del fighissimo banner che ho creato con le mie manine!)
Se siete arrivati fin qua, grazie!
(Per ogni contatto con me nella pagina del mio profilo autore ci sono tuuuuuuuutti i link per rintracciarmi!)


   
 
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