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Autore: Watashi wa yowai yo    25/03/2013    0 recensioni
Alle volte la realtà può mischiarsi con la fantasia e questo può essere un modo per viaggiare lontano , conoscere altri mondi, ma altre volte può illudere e far male. Rifugiarsi nel proprio mondo, quello che nessuno conosce, quello che ti fa sentire protetto, può essere un rimedio alle brutte esperienze che continuamente avvengono durante il corso della vita, ma ciò non vuole dire che la nostra immaginazione sia salvifica, bensì alle volte rappresenta un grande pericolo. Bisogna imparare a fortificarsi nella vita reale e l’immaginazione, la fantasia, il sogno sono solo degli espedienti capaci di rendere la nostra vita un po’ più facile e un po’ più varia.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Prefazione

 

Alle volte la realtà può mischiarsi con la fantasia e questo può essere un modo per viaggiare lontano , conoscere altri mondi, ma altre volte può illudere e far male. Rifugiarsi nel proprio mondo, quello che nessuno conosce, quello che ti fa sentire protetto, può essere un  rimedio alle brutte esperienze che continuamente avvengono durante il corso della vita, ma ciò non vuole dire che la nostra immaginazione sia salvifica, bensì alle volte rappresenta un grande pericolo.                                                                              Bisogna imparare a fortificarsi nella vita reale e l’immaginazione, la fantasia, il sogno sono solo degli espedienti capaci di rendere la nostra vita un po’ più facile e un po’ più varia.

 

 

 

 

 

 

 

...The stage is your home if you learn how to own it… 

...and we’re here to learn how own the stage of our lives.

 

 

Capitolo 1- Armonia…

 

Era una bellissima giornata di sole, la luce entrò attraverso la finestra invadendo la mia stanza. Mi svegliai ed ebbi la sensazione che tutto si muovesse lentamente intorno a me avvolgendomi. Era una strana sensazione… mi sentivo in perfetto equilibrio con tutto quello che mi circondava, tutto era al suo posto. Forse è facile da dire perché ero nella mia stanza, al centro del mio universo, circondata da tutto quello che più mi rappresentava; ma tutto ciò non aveva importanza perché ero in armonia con me stessa. Ora vi chiederete cosa ci fa una ragazza non troppo bella, un po’ pazzerella e con qualche grillo per la testa a tentare di descrivere la magia del risveglio perfetto; bene… non lo so nemmeno io, ma sono sicurissima che il momento che ho provato a descrivere ha segnato il punto di partenza della mia avventura, infatti fu proprio in quel mattino meraviglioso che avvenne l’evento che avrebbe avuto il ruolo chiave nel cambiamento repentino della mia vita. Ma ora torniamo indietro…                                 

Ero seduta sul mio letto, con il lenzuolo intrecciato non so come al mio corpo, intenta a fissare il mio armadio. Attorno a me tutto cominciava a delinearsi: la scrivania, colma di fogli,libri e disegni posati lì a caso; le mensole, così piene di libri tanto da sembrare che stessero per cedere; il mio adorato pianoforte, il mio compagno più fedele, il mio unico amore;  il ritratto che mia madre mi aveva fatto quando avevo solo quattro anni e infine le pareti. Sicuramente ora vi starete chiedendo perché io abbia menzionato proprio le pareti ma prima di rispondervi voglio specificare che durante il corso di questo racconto vi capiterà spesso di leggere cose che vi sembreranno strane … ma questa sono io e non posso fare nulla per cambiarmi e tantomeno altre persone riusciranno a farlo ! Le pareti erano importanti perché ricoperte di immagini dei miei idoli, della band che ascolto sempre : i BJ. È sempre stato un problema per tutti i miei amici, o quasi tutti, che ascoltassi la loro musica, o che in qualche modo li apprezzassi, insomma. Questo perché è opinione di molti che loro sappiano solo… beh secondo loro non sanno fare niente , ma non sottilizziamo. Io parlavo di loro come di miei amici,come se li conoscessi davvero, perché per me la musica parla all’animo delle persone, ed io, ascoltando la loro musica riesco a capire il loro stati d’animo, le particolari condizioni in cui hanno scritto un determinato pezzo, e riesco a capire il loro stile di vita; ovviamente c’è anche del feeling musicale, in quanto io suono da tempo e il loro sound è quello che più mi rispecchia.

Seduta sul letto, distolsi lo sguardo dall’armadio che si trovava di fronte a me, e guardai le mie mani, le studiai per un po’ e dopo aver capito che erano le mie solite mani (scusate la bassezza del discorso, ma ero appena sveglia) decisi che non era più tempo di trastullarsi; raccolsi tutta la forza di volontà che possedevo e mi alzai dal mio comodissimo letto. Come d’abitudine persi un buon quarto d’ora alla ricerca di un jeans carino da poter mettere, ma sempre come d’abitudine optai per una comoda e larga tuta. Uscita dalla stanza percorsi il piccolo corridoio che portava in salotto e giunta lì presi il mio telefono cellulare dal tavolino. Avevo “solo” 18 messaggi; li sfogliai: tutti dicevano almeno una volta la stessa identica frase: “Ross, svegliati.”ed erano tutti del medesimo mittente ovvero Frenchy.

Frenchy, dopo il pianoforte, è la persona che mi sta più vicina, che è sempre con me (in questo caso il mio adorato strumento la batte perché vive sotto il mio stesso tetto altrimenti non avrebbe avuto chances ). Scherzi a parte Frenchy è una delle persone più importanti della mia vita, è la sorella che non ho mai avuto. ( notare bene: sembra uno di quei romanzi del ‘700 che sanno di antiquato, non è vero? Beh non sto facendo la mielosa… sono solo sincera e felice di avere un’amica come lei ). È, come si dice in America, la mia BFF( Best Friend Forever). Io e lei siamo uguali in tutto; oserei dire anche nell’aspetto, ma esagero. Frenchy è una ragazza mora, carnagione piuttosto scura, gli occhi nerissimi leggermente all’insù e una bocca sottile, che il più delle volte incornicia un grande sorriso. È una ragazza esuberante, piena di idee, ma spesso e volentieri è anche parecchio cocciuta; la conobbi alle scuole medie e da lì divenimmo totalmente inseparabili. Frenchy viveva solo con sua madre, perché suo padre scomparse per una brutta malattia e sua sorella studiava fuori città.   Ai tempi del mio racconto avevamo  frequentato il quarto anno di liceo ( purtroppo io e Frenchy frequentavamo scuole diverse) ed eravamo appena entrate nel periodo di gioia incondizionata comunemente chiamato Vacanze Estive. Per mia natura amo dormire a lungo, così d’estate ne approfittavo il più possibile, ma ciò comportava anche subire qualche ramanzina dalla mia migliore amica, che si sentiva abbandonata. Risposi ai suoi messaggi e poi tornai a contemplare la bellezza del mio soggiorno mentre era investito dalla luce estiva che proveniva dal mio bellissimo giardino-quasi non mi pareva vero di essere in vacanza-. Quella mattina mi sentivo molto strana, avevo il bisogno irrefrenabile di suonare, di liberare la mente, ma i pezzi di Bach o Chopin non rispondevano alle caratteristiche di quello di cui avevo bisogno, ovvero qualcosa di energico, non la solita musica classica. Avevo bisogno di qualcosa di nuovo. Nuovo era la parola giusta: le mie mani dovevano muoversi liberamente sulla tastiera cercando di trasportare l’armonia che c’era nell’aria, in musica. Stetti lì per ore in cerca di melodie, note, accordi, arpeggi che fossero in grado di rendere la mia musica il più possibile simile a me stessa. Con un po’ di sforzo ci riuscii.

  
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