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Autore: kimi    26/03/2013    3 recensioni
Itachi poggiò Ayame sul sentiero, in prossimità delle mura in modo che chiunque potesse notarla e prestarle soccorso. Sapeva che non l’avrebbe più rivista [...]
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ayame riposava tranquillamente distesa nel letto d’ospedale dove era stata portata dopo il suo ritrovamento. Non sapeva chi l’avesse portata, se una delle guardie di turno vicino le mura o se uno dei suoi amici.
Ayame riposava, ma la sua mente era in completo tumulto. Suo fratello non la lasciava sola un attimo, era scappata di casa quando aveva quattordici anni e ora che ne aveva ventiquattro tornava ad essere di nuovo la piccola Hatake, soggetta alla protezione del fratello maggiore divenuto a tutti gli effetti il capo famiglia.


“Ayame, svegliati. Ti prego, sorellina, non lasciarmi solo anche tu..” Kakashi pregava qualsiasi entità sovrannaturale gli venisse in mente affinché la sorella si risvegliasse. L’aveva trovata al ritorno da una missione, riversa a terra in una pozza di sangue: l’incredulità aveva lasciato presto il posto al terrore, terrore di perdere l’unica componente in vita della sua famiglia.


“Vedo che sei sveglia.” Sakura entrò in camera, avvicinandosi all’altro letto in cui riposava Sasuke.
“Ho troppi pensieri per poter dormire..”
“Lo so, mi chiedo come sia successo, qualsiasi altra donna lo avrebbe perso dopo tutta quella perdita di sangue”.
Sakura sapeva. Era un medico, l’aveva curata lei mentre Tsunade si occupava di Sasuke, ovvio che si sarebbe presto accorta che la sua paziente aspettava un figlio. Sakura sapeva, ma non aveva detto nulla a Kakashi, di questo Ayame l’avrebbe ringraziata, un giorno.


“Ayame, per favore, andiamo” una mano le si posò sulla spalla, mentre la donna singhiozzava abbracciando un bimbo di circa otto anni.
“Dobbiamo andare, devo metterti al sicuro” Itachi cercò di persuadere la sua compagna a lasciare il cadavere del loro bambino: una piccola disattenzione, un bacio rubato alla sua amata era costata la vita del loro unico figlio. Orochimaru aveva ormai fomentato l’odio di Sasuke verso il fratello ed avevano  mandato in avanscoperta Kenshiro, l’ultima recluta del ninja leggendario. Ma l’ultima recluta aveva avuto vita breve, accortisi del pericolo Ayame e Itachi lo avevano affrontato,  non notato però che un attimo prima, nel pieno di un loro tenero gesto d’amore, il ninja aveva lanciato uno shuriken silenzioso verso il petto del bambino, uccidendolo.
“Voglio dargli una degna sepoltura”
“Ayame, non c’è tempo, Sasuke ed Orochimaru staranno arrivando, voglio che ritorni a Konoha”. Anche lui avrebbe voluto seppellire Yoshi, ma non potevano, non poteva permettere di perdere la persona che più amava al mondo, non poteva permettersi di perdere la sua famiglia. Non di nuovo.
 Ayame però fu irremovibile, così innalzarono una pira funeraria in onore del bambino, ma fu un grosso errore: Orochimaru li aveva raggiunti e cominciò a colpire la giovane, mentre Sasuke cercava di uccidere il fratello. Ma quello che si rivelò l’errore più grande, si rivelò anche come la possibilità di salvezza: il team 7 era arrivato con un tempismo perfetto, pronto a riprendersi Sasuke, e fu in quell’attimo di distrazione che Itachi colpì il fratello e con un colpo riprese la sua compagna, ormai ferita, scappando nella foresta verso Konoha, lasciando ai ninja della Foglia il compito di uccidere Orochimaru.
Fu al ritorno dalla battaglia che Kakashi rivide sua sorella. Fu al ritorno di quella battaglia, che Ayame e Sasuke tornarono a Konoha.


 
“Dicono che quando una persona muore, da qualche parte nel mondo un’altra persona vede la luce..” sussurrò, ma era sicura che Sakura la sentì mentre si prendeva cura di Sasuke. Mentre qualche lacrima solitaria scendeva sul suo viso, si ritrovò la rosa davanti.
“Sai, non so nulla di te, so solo che sei la sorella del mio maestro e che sparisti dalla città tanto tempo fa. Il maestro Kakashi non ha mai parlato di te, né la gente ha mai fatto parola. Presumo sia una delle innumerevoli stupide regole che sono state imposte..” le disse porgendole un fazzoletto.
Ayame la osservò. Sakura era giovane, sui sedici o diciassette anni forse, eppure il suo viso mostrava troppa stanchezza. Si riconosceva, in lei. Si riconosceva in quegli occhi limpidi oscurati da quel velo di preoccupazione; probabilmente, se fosse rimasta a Konoha e l’avesse conosciuta, Sakura le sarebbe subito piaciuta e l’avrebbe addestrata di nascosto, perché le donne non devono essere il punto debole di un team, ma il punto di forza. Ayame sorrise.
“Sono scappata da Konoha a quattordici anni, sai? Avevate sei o sette anni – fece una pausa, indicando Sasuke con lo sguardo – e già allora un Uchiha scappò dal villaggio, dopo aver distrutto il Clan. Tutto il clan, eccetto uno. Sasuke gli somiglia molto e non solo fisicamente: viveva per emulare Itachi, voleva che tutti riconoscessero il suo valore senza dover rimanere perennemente oscurato dal fratello. Si riprenderà, credimi, ma avrà bisogno di tutto l’amore possibile e col tempo guarirà anche dalla vendetta.. Non è semplice stare al fianco di un Uchiha, credimi Sakura”.
 

“Dove credi di andare?” una ragazzina era appoggiata fuori dalle mura di Konoha.
“Devo andare via, ho.. ho appena fatto una cosa orribile” sussurrò il giovane Itachi davanti all’unica persona della quale si fidava.
“Hai distrutto il tuo clan, ho seguito la scena da lontano” disse la giovane avvicinandosi.
“… No Ayame, ho deluso mio fratello” e fu allora che la ragazza vide gli occhi lucidi di Itachi. Fu allora che lo abbracciò e sussurrando un “Vengo con te” se ne andò da Konoha.

 

“Come se tu lo sapessi..” sorrise ironicamente Sakura. Ah, ma quanto si sbagliava la giovane donna.
“Sakura.. – Ayame tornò a guardarla – ho passato dieci anni della mia vita con Itachi, nascosta nell’ombra, seguendo furtivamente l’Akatsuki e mettendo al mondo un altro Uchiha. Lo stesso Uchiha che mi è morto fra le braccia. Ho visto il mio primo figlio bruciare tra le fiamme, so cosa significhi stare al fianco di un tipo come lui” e indicò Sasuke “Ma – e qui fece una piccola pausa – ne aspetto un altro e voglio che, questa volta, mio figlio non muoia. Ho dovuto dire addio al grande amore della mia vita, Sakura, mi ha costretta a farlo per non potermi perdere, per non poterci perdere e questa volta glielo devo..”
Ayame si strinse le ginocchia, appoggiandovi il mento e piangendo silenziosamente, mentre Sakura si alzò per raggiungere Sasuke e cambiargli le medicazioni.
 

Itachi poggiò Ayame sul sentiero, in prossimità delle mura in modo che chiunque potesse notarla e prestarle soccorso. Sapeva che non l’avrebbe più rivista, sapeva che c’erano alte probabilità che il secondo figlio che avevano cercato e voluto, non sarebbe mai nato. Lo sapeva, ma poteva sopportarlo. Ciò che non poteva sopportare era perdere anche lei, non poteva, non voleva.
“Mi odierai, lo so, ma prenditi cura di nostro figlio e tieni vivo il ricordo di Yoshi e me. Sii forte, Ayame, sii forte, un giorno tornerò da te e prometto che non ti lascerò mai più”. Itachi le baciò delicatamente le labbra, in un silenzioso, dolce e straziante addio. Non poteva più costringere la donna che amava a farsi carico di quello che era diventato. Non poteva. Non voleva. E silenziosamente, così come era entrato diciotto anni prima nella vita di Ayame, così se ne andò.

Quello che Itachi non sapeva è che, sei mesi più tardi, Ayame avrebbe dato alla luce non un bambino, ma due. Yuki e Shizuka Uchiha, la nuova generazione che avrebbe ridato vita a quel clan che Itachi aveva distrutto. Un clan distrutto, ma che poi lui stesso aveva contribuito a far rinascere.



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Note: Ogni tanto torno a scrivere anch'io, non leggo Naruto da un sacco di tempo quindi molte cose credo di averle momentaneamente dimenticate, ma poiché ho sempre amato il personaggio di Itachi, ho voluto dare un po' di felicità a questo pover'uomo perennemente solo. Ayame Hatake è un personaggio nuovo, di mia invenzione, ho immaginato fosse la sorella minore di Kakashi e penso che presto mi cimenterò in un qualcosa che parli anche di lei; è implicito che Ayame e Itachi fossero compagni di squadra, usciti dall'Accademia e che il loro era un legame forte già da quand'erano bambini. Spero possa piacervi, un abbraccio.

 

Mary.

   
 
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