– Cosa
diavolo stanno facendo?!
Lord
Voldemort, in piedi nello studio del preside di Hogwarts,
aveva l’aria piuttosto sconvolta.
Silente,
comodamente seduto in poltrona, osservava la scena piuttosto divertito.
– Calmati
Tom. Scientificamente il fenomeno si chiama…
–
Scientificamente?! – Voldemort tremava di rabbia, –
Smettetela di scherzare, Silente! Sono venuto qui
a riprendermi il mio serpente! E tu, Nagini, strozzati
con il tuo stesso veleno, maledetta! – l’ultima parte del discorso fu
pronunciata in serpentese, ma non ebbe alcun effetto.
L’amata bestiola dell’Oscuro signore continuò ad agitarsi in preda alla
lussuria in compagnia della fenice di Silente. Voldemort cercò di evitare di
guardare in direzione del groviglio di ali e code,
dove dopo una breve pausa i due amanti ripresero a consumare la loro passione
ancora più ardentemente.
– Ma
dove… cioè, com’è che esattamente…
– Intendi
i dettagli tecnici, Tom? Oh, ci sono molti modi…
–
Smettetela di prendermi in giro, Silente. Tutto questo è assurdo! Cosa avete
fatto al mio serpente?!
– Ho
paura, Tom, che Nagini sta solo seguendo il richiamo
del suo cuore… Oh, va bene, Tom, sto scherzando, sto scherzando! Pare che lei e Fawks
abbiano in qualche modo rovesciato l’ampolla con l’amorentia, la pozione d’amore.
–
Bugiardo!
–
Un’altra domanda invece sorge spontanea, Tom. Cosa stava facendo il tuo serpente nel mio studio?
Voldemort
distolse velocemente lo sguardo con aria colpevole.
– Cosa credete ora, che solo perché il vostro uccello si sta
approfittando del mio serpente io vi rivelerò le mie tattiche militari?
– E perché no, Tom? Già che sei qui…
Vuoi una tazza di te, caramelle?
–
Veleno piuttosto. O sangue di Potter.
– Ah, –
Silente sorrise gentilmente, – è questo che cerchi allora? Ora faccio un tè e
ne parliamo.
– Non
sono venuto qui per parlare, – urlò Voldemort, poi
lanciò un sguardo all’idilliaca scenetta e il suo tono
diventò quasi supplichevole. – Fate qualcosa, no?
– E cosa vuoi che faccia? Un video amatoriale?
–
Andate al diavolo, Albus! Lo so che siete capace anche di pubblicarlo in internet!
Albus sorrise
tra se e se tirando fuori dalla credenza la teiera, le
tazze e le caramelle al limone. Poi con un gesto della mano invitò l’ospite a
sedersi e versò il tè. L’Oscuro signore inspirò il delizioso profumo del tè con
il suo naso piatto, e allungò la mano verso le caramelle, esitante.
–
Mangia pure, Tom, – sorrise Silente,
– non sei mica ad una delle tue orge di mangiamorte. Qui non cercherà di
avvelenarti nessuno.
Voldemort
si mise in bocca una manciata di caramelle e si sforzò
per non sorridere.
– Temo
che l’effetto della pozione durerà almeno un paio di giorni. Spero vorrai
restare con noi nel frattempo, Tom, sono sicuro che ti piacerà. La tua vecchia camera da letto
nel sotterraneo dei Serpeverde, il tuo letto a baldacchino... Il signor Goyle
potrà benissimo dormire nel corridoio. Ma mi
raccomando, Tom, non spaventare i bambini a
colazione, non correre nei corridoi, e soprattutto, non fare i compiti al posto
loro!
Voldemort
prese in mano la sua tazza. Il tè era ancora troppo caldo, ma lo bevve lo
stesso. Era l’unico modo di non far vedere ad Albus
che, per la prima volta in tanto tempo, stava sorridendo anche lui.
Fine
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