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Autore: robin goodfellow    26/03/2013    2 recensioni
L’aria era colma d’agitazione.
Le persone,infilate in un elegante smoking,correvano a piccoli gruppi lungo il corridoio buio.
Era arrivato.
Lui era di nuovo attivo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok,ok,lo so,sono pessima. Sono sparita nel nulla per mesi,lasciandovi un po’ in sospeso … ma … non ho l’ispirazione! Stanno accadendo delle cose non troppo belle,intorno a me,e la mia fantasia e voglia di fare ne risente …
Ma …. siate fiduciosi! Tornerò a tramortirvi con capitoli di INDACO,facendomi odiare altamente!!!!
YEEEEEE!
Ora,come acconto per ciò che sarà,beccatevi sta roba,partorita da una mente malata durante un allenamento di nuoto <3
Pace
Robin Goodfellow
 
 
LA VITA
L’aria era colma d’agitazione.
 Le persone,infilate in un elegante smoking,correvano a piccoli gruppi lungo il corridoio buio.
Era arrivato.
 Lui era di nuovo attivo.
All’inizio nessuno ci credeva. Da troppo tempo ,in quei cunicoli bui,non si sentivano più quelle vibrazioni. Ormai,quei piccoli gruppetti di personcine vestite di bianco e di nero avevano perso la speranza, i corridoi si stavano impolverando,con ragnatele  appollaiate in ogni dove,per quei stretti tunnel. Ormai nessuno,neanche i più speranzosi,alzavano il capo e tendevano l’orecchio,in attesa del Suo arrivo. Erano bloccati,e  non vi era via d’uscita,se non una. La più acclamata e desiderata  fra  tutte,quella che veniva nominata ogni ora nelle preghiere di quegli esserini dagli abiti bicolori.
 
Nessuno poteva crederci. Si stava esaudendo il desiderio collettivo della tribù d’ottone.
 
Inizialmente era stata solo una piccola scossa,un movimento  repentino. Ormai se ne erano sentiti così tanti,da non allertare più nessuno,ma gli anziani del gruppo … loro avevano compreso immediatamente che non sarebbe stato il solito nulla che aveva attanagliato le viscere di quei luoghi,condannandoli al mutismo.
Ci  fu un altro scossone,questa volta più udibile,e il calore iniziò a propagarsi per quei condotti. Lo si poteva sentire attraverso il muro,in 5 zone distinte. Stava succedendo.
I volti degli omini si illuminarono,mentre nella folla venivano lanciati sguardi d’avviso ai più giovani ed inesperti. Bisognava solo aspettare QUEL segnale,e poi … beh … i bei tempi andati sarebbero rinvenuti,la tribù d’ottone avrebbe ricominciato a vivere.
 
 
L’aria incominciò a passare,tiepida,rendendoli ebbri di gioia. Stava succedendo,stava succedendo. L’eccitazione era palpabile,i muscoli degli omini iniziavano a scaldarsi,guizzando,nei corpi scattanti di quelle personcine vestite di  bianco e nero. Aspettavano tutti che accadesse.
 
Ci fu un grido collettivo quando il primo gruppo venne raggiunto da quella forte pressione. In molti corsero via,all’angolo,mentre quattro ragazzi  che indossavano l’abito nero,ancora tremanti di eccitazione per il fatto di essere stati scelti per primi,iniziarono la loro corsa verso l’unico punto di luce in quei tunnel oscuri. Lasciarono che i loro muscoli si slanciassero sulla pista,mentre lo smoking  pregiato che avevano indosso gli si abbarbicava ai polpacci,già in fiamme per la fatica. Il vento gli sferzava la faccia,ma la pressione dietro di loro gli era amica,e li spingeva,insieme a quel familiare vento caldo,ad accelerare verso la libertà.
 
Fu quando saltarono fuori,immersi in quell’ amato albore cristallino,che la popolazione dell’ottone proruppe in un grido di gioia.
Vennero sospinti altri e altri gruppi,aiutati da quella forza sconosciuta che li sospingeva da dietro,avvolti dal tepore dell’aria,con il colore del vestito elegante che cambiava di continuo colore,come impazzito.
Bianco e nero,nero e bianco.
Si sfioravano,si univano,ma non si fondevano in un unico color grigio. Perché ciò che stavano per fare,spinti verso quel raggio di pura luce bianca che filtrava in quelle pareti buie,non era qualcosa di triste e omogeneo ,no,era qualcosa di variegato,un unico filone composto da opposti.
Bianco e nero,nero e bianco.
 
 
 
Lui era di nuovo attivo.
Era arrivato.
Le persone,infilate in un elegante smoking,correvano a piccoli gruppi lungo il corridoio buio.
L’aria era colma d’agitazione.
Avevano ricominciato a vivere,a muoversi.
 
Stavano facendo MUSICA.
 
 
 
Il piccolo bambino scivolò all’interno della stanza,i passetti,leggeri sul parquet di legno chiaro,erano coperti da un meraviglioso suono. Musica,la chiamavano.  Aveva imparato da qualche anno quella parola,e gli piaceva.
Con passo indeciso si diresse verso la figura che,seduta,muoveva le dita su uno strano strumento color ottone. A lui piaceva anche quello. Era così lucido,e la musica che ne usciva fuori gli ricordava tanti omini che urlavano,felici,saltando fuori da quel grosso buco detto “campana”.
Posò le mani in grembo all’uomo,impegnato nel far scivolare le dita su i pistoni dello strumento musicale. Lo guardò,dal basso,con occhi dolci e interessati.
-papà?-chiese- cosa fai?
I polpastrelli si fermarono,e il volto corrucciato dell’uomo si distese in un sorriso intenerito
-suono,piccolo- con in mano l’oggetto e l’altra sul fianco del bimbo,lo prese in braccio,facendolo sedere sulle sue gambe-era da tanto che non lo facevo,ho dovuto togliere anche la polvere dalla campana e dalla pompa generale … -mormora,pensieroso-
E che suoni?-chiese,interessato,il bambino,allungando le paffutelle e rosee manine verso il lucente  strumento
Le labbra del musicista si tesero in un sorriso dolce,semi-nascoste da dei baffetti scuri
-questa,tesoro mio,è una tromba-fece scivolare le dita su i tasti,facendo ridacchiare il piccolino fra le sue braccia- è uno strumento magico! Dentro esso vivono dei minuscoli omini bianchi e neri,chiamati “note”. Quando io soffio e premo questi bottoni bianchi,loro saltano fuori da questo buco qui,creando …
-la musica!
L’uomo scosse il capo,divertito
-La vita …
  
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