Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: neverenough    26/03/2013    11 recensioni
“Era stato chiaro, noi non eravamo più niente.
È ridicolo come da migliori amici, siamo diventati il nulla. Mi manca da morire ma è stata la sua decisione, ed io devo rispettarla.
Se potessi tornare indietro? Eviterei di innamorarmi di lui e rovinare tutto.”
Lei, una ragazza con un talento naturale, ma con una malattia che la sta consumando lentamente.
Lui, un ragazzo tutto fare, emergente in ogni sport dove mette tutto se stesso.
Due vite, prima unite poi separate per una decisione sbagliata. Cosa succederà se saranno di nuovo unite? Cosa succederà se i sentimenti di entrambi verranno fuori?
E cosa farà lui davanti ad una decisione cruciale? Lei o i suoi amici?
Genere: Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic
Capitolo 21



Nella sua testa tutto avvenne a rallentatore, come se ci fosse stato un telecomando che gli permetteva di vivere quella scena a una velocità notevolmente ridotta.
Fissò con lo sguardo vuoto lo schermo del macchinario che segnava i battiti del cuore.
Cosa stava accadendo? Era reale o solo un brutto sogno da cui si sarebbe svegliato presto?
L’ultimo rumore che sentì fu una porta sbattere alle proprie spalle, poi, si sentì come isolato dal mondo: non udiva più niente ed era come se il suo corpo fosse privo di anima.
Delle persone con il camice bianco lo raggiunsero, lo fecero alzare e lo spinsero fuori da quella camera.
Qualcuno gli si piantò davanti, scuotendolo e chiedendo spiegazioni, urlando parole che non riusciva a udire.
Il suo sguardo era ancora fisso nel vuoto che lo stava circondando.
Spostò gli occhi sul letto dove era seduto poco prima.
Le stesse persone che lo avevano spinto fuori dalla camera di Callie, adesso erano ferme vicino a quel letto, e lo avevano circondato offuscando la vista di tutti. Si muovevano freneticamente, dicendosi diverse parole, fin quando non si pietrificarono e si scambiarono fugaci occhiate di rassegnazione.
A Justin sembrò tornare l’udito ma, intorno a sé, tutto quello che sentiva erano singhiozzi di pianti disperati.
Se ne era andata e non sarebbe più tornata.

Continuava a fissare il soffitto spoglio della sua camera.
Callie era morta. La persona che amava era morta, ma non riusciva a piangere e a reagire. Il suo corpo si trovava lì ma era come se fosse assente, come se lui fosse una macchina che non ha sentimenti e che, se non invogliata a fare qualcosa, non avrebbe fatto niente.
Sua madre entrò in camera con un piatto con del cibo e, dopo averlo poggiato sul comodino accanto al letto, si sedette accanto al figlio.
<<Justin, ti ho portato la colazione.>> disse sorridendo debolmente.
Non lo aveva mai visto in quelle condizioni e questo la preoccupava particolarmente.
Non avendo nessuna risposta e nessun segno di vita –se non il suo regolare respiro- lo scuoté leggermente. <<Justin, mangia. È da due giorni che non metti niente sotto i denti.>> disse ma ancora nessuna reazione da parte sua. Sospirò. <<Oggi ci sono i funerali. Alle sei. Spero ci sarai.>> concluse e poi si alzò, andando verso la porta.
<<Ci sarò.>> sentì alle proprie spalle e guardò il ragazzo. Aveva parlato ma sembrava non volersi riprendere da quello stato cosciente di coma.

Bussò e, nel momento in cui la madre di Justin aprì la porta, Penn entrò mentre Ryan e Chaz chiudevano i rispettivi ombrelli.
Tutti abbracciarono Pattie, la quale notò che i ragazzi avevano un volto pallido e stanco.
<<Ragazzi, prima che andiate da Justin, ho bisogno di scambiare due parole con voi.>> disse e, quando annuirono, li condusse nel salotto, facendoli accomodare sul divano bianco di pelle e portando loro tre bicchieri di succhi di frutta. Dopo un breve silenzio, ricominciò a parlare: <<Sono preoccupata per mio figlio. È da quel giorno che non mette niente sotto i denti e non so nemmeno se dorme. Non reagisce, non parla e non si muove.>>
<<Ha pianto?>> chiese Ryan.
Scosse la testa. <<Niente.>>
Chaz si morse il labbro. <<Si sta tenendo tutto dentro ma prima o poi scoppierà.>>
Annuì. <<Ma fin quando non lo farà, non so cosa fare..>>
Pattie si zittì quando sentì dei passi veloci scendere le scale. Guardò i tre ragazzi con aria interrogativa, poi si alzò e velocemente andò alla porta d’ingresso, la quale sbatté appena lei vi arrivò. Puntò lo sguardo sull’attaccapanni, realizzando che il giubbino imbottito di Justin mancava.
Aprì di corsa la porta, notando la figura del figlio che attraversava la strada.
Stava per chiamarlo quando Chaz la bloccò, mettendole una mano sulla spalla. <<Ha bisogno di stare da solo.>>

Corse a lungo sotto la pioggia.
Non sapeva dove stava andando, ne sentiva il bisogno e basta.
Aveva sentito la conversazione nel salotto e Chaz aveva ragione. Si stava tenendo tutto dentro e non sapeva come liberarsi.
Troppi rimpianti, troppe delusioni, troppe stupidaggini.
In un lampo, arrivò al parchetto. Era bagnato fradicio e a lungo andare si sarebbe preso qualcosa, ma non gli importava. Ormai, era come se niente avesse più senso, come se la sua vita, adesso che era scomparsa, non avesse più un senso.
Continuava a camminare e, non volendo, si avvicinò all’albero più grande del parchetto, l’albero di ciliegio.
Si bloccò davanti ad esso e chiuse gli occhi, assaporando un odore immaginario primaverile..

<<Hei! Che ci fai lassù?>> chiese ridendo. Callie era salita su uno dei rami più alti e vi era comodamente seduta.
Gli mostrò un libro. <<Leggo.>>
<<Su un albero?>> chiese incredulo.
Sorrise e annuì. <<Sali e capirai perché mi trovo qui.>>
Si morse il labbro e si guardò intorno. Doveva vedersi con alcuni amici per fare una partita a basket ma, se ritardava di qualche minuto, non sarebbe successo niente.
Poco dopo, iniziò la scalata, facendo attenzione a dove metteva i piedi e cercando di raggiungere il punto dove si trovava Callie. Era abbastanza in alto ma i rami erano molto spessi e, raggiungere quel livello per chi non aveva le vertigini, non era così difficile.
Quando finalmente arrivò al suo stesso ramo, lei lasciò una gamba penzolare nel vuoto mentre l’altra la ritrasse a sé e Justin si sedette con entrambe le gambe penzolanti e le mani strette al ramo molto grande.
Solo allora si guardò intorno: l’albero era principalmente coperto di fiori bianchi e alcuni rosa, che emanavano un gradevole profumo di primavera.
<<È stupendo, non è vero?>> gli chiese sorridendogli e guardandosi intorno sognante.
<<Già..>> sorrise guardandola.
<<La parte migliore però, è dall’altro lato.>> continuò indicando con la testa la parte che aveva completamente trascurato.
Si girò e rimase senza fiato: i fiori e le poche foglie, avevano lasciato una specie di finestra che si affacciava sui monti dove solitamente tramontava il sole. Esattamente il quel momento, il cielo era colorato di arancione, rosso e giallo e lo spettacolo che si presentava ai loro occhi era indescrivibile.
<<Hai capito adesso perché sono qui sopra?>> chiese Callie dopo un breve silenzio.
La guardò e le sorrise. <<È magnifico.>>
Annuì. <<Io ho un debole per la natura e per i tramonti e, quando ho bisogno di tranquillità, vengo qua a rilassarmi.>>
Rise. <<Sei strana ma devo ammettere che non hai tutti i torti.>>


Così aveva scoperto il debole di Callie per la serenità e la pace. E stava solo allora iniziando a conoscerla.
Tante, troppe cose buttate al vento che non sarebbero più tornate.
Si portò una mano in tasca e, prendendo il cellulare, guardò l’orario.
17.45
Era in ritardo e si sarebbe dovuto muovere: per nulla al mondo sarebbe mancato al suo funerale.

La pioggia scendeva ancora incessantemente ma, nonostante tutto, diverse persone tra parenti e alcuni compagni di scuola, oltre agli amici, erano lì, raccolti attorno alla fossa in cui sarebbe stata calata la sua bara.
Si mise davanti a tutti, ignorando che lo stessero fissando e ignorando anche le diverse occhiate che Chaz, Ryan e Penn gli stavano lanciando.
Presto, il prete iniziò con il suo discorso, di cui Justin non udì una parola.
Era immerso nei suoi pensieri, era immerso nella consapevolezza che, dopo quel giorno, non l’avrebbe più vista, che tutto sarebbe finito. Non ci sarebbe stato più niente, solo un vuoto che nessuno avrebbe più potuto colmare.
Spostò lo sguardo e vide i genitori di Callie, stretti uno accanto all’altro mentre piangevano. Sua madre era disperata e anche suo padre lo era, ma non lo dava a vedere.
Pensò a sua madre, al fatto che fosse l’unico figlio e pensando a tutti i suoi sacrifici per crescerlo.
<<Amen.>> concluse il prete e tutti, compreso Justin, ripeterono quella parola.
La bara di Callie fu calata dentro la fossa e, poco dopo, suo padre si avvicinò alla pala conficcata nella terra dissotterrata. La prese e, dopo aver raccolto un po’ di terra sulla freccia di ferro, la lanciò sulla bara e lasciò il posto a sua moglie asciugandosi le guance. Anche lei ripeté gli stessi gesti del marito e così fecero i nonni e alcuni zii.
Quando doveva toccare agli amici, Penn gli andò vicino, lasciando l’ombrello a Chaz. <<Tu l’hai amata e lei amava te. È giusto che tu sia il primo.>> si limitò a dire tra un singhiozzo e l’altro e Justin annuì senza aprire ancora bocca.
Si avvicinò e ripeté i gesti delle altre persone. Era la prima volta che faceva una cosa del genere e non avrebbe mai potuto immaginare che la causa di tale gesto sarebbe stata lei, la sua migliore amica e la ragazza che amava..

Quando il funerale finì, Justin tornò da solo e a piedi a casa sua, andando direttamente nella sua stanza.
Si sentiva strano, provava una strana rabbia dentro di sé e una strana voglia..
Improvvisamente, sentì una forza accrescere e, senza alcun preavviso, sferrò un pugno all’armadio di legno, creando una notevole ammaccatura.
Poco dopo, si accanì contro la cassettiera di legno che si trovava al lato opposto: con una manata, fece volare tutti gli oggetti presenti lì sopra a terra e poi si avvicinò alla libreria, lanciando tutti i libri di scuola contro la parete con violenza.
Non si rese conto del fatto che stava piangendo incessantemente da quando aveva messo piede nella camera, né si rese conto di quello che stava facendo.
Tutta la rabbia e la frustazione stavano dando i loro effetti collaterali.

Aprì la porta della stanza, entrando e accendendo la luce.
Lo spettacolo che era davanti ai suoi occhi era qualcosa di strano, che non aveva mai visto prima nella camera di Justin.
Vi erano diversi oggetti a terra tra libri, boccette di profumi e anche vestiti.
Penn avanzò titubante, vedendo Justin sdraiato sul letto con la faccia immersa nel cuscino.
Si era sfogato contro le cose materiali, come se non sapesse che il suo dolore andava oltre gli oggetti che lo circondavano.
Si guardò a terra e, quasi involontariamente, il suo sguardo si posò su una foto che ritraeva Justin e Callie insieme un po’ di tempo prima. La cornice era ancora intatta, anche se non il vetro che conservava la foto.
La raccolse.
Era stata lei stessa a scattarla, più di un anno prima, quando entrambi ancora non conoscevano i sentimenti che provavano l’uno per l’altra.
Justin stringeva Callie in un abbraccio e, mentre lei sorrideva timidamente, lui le dava un tenero bacio sulla guancia.
L’ennesima lacrima di quei pessimi giorni le rigò il volto.
Non aveva perso solo un’amica, aveva perso una parte di sé e, nonostante doveva essere pronta per quel momento, non poteva fare a meno di soffrire.
Gli si avvicinò stringendo la cornice al petto e si sedette sul bordo del letto.
Gli mise una mano dietro la schiena, notando di quanto bagnata fosse quella maglietta. Restare sotto la pioggia senza un ombrello e con solo il giubbino addosso non gli avrebbe giovato.
<<Ti prenderai un accidente se resti così.>> gli disse accarezzandogli la schiena.
<<Secondo te quanto mi può importare?>> rispose senza togliere la faccia dal cuscino e la sua voce, sebbene si sentisse male, si capiva che era roca.
<<Pensi che lei avrebbe voluto questo?>>
<<Che cosa vuoi Penn?>> chiese scontroso.
<<Vorrei sapere cosa.. cosa è successo prima che lei morisse. Cosa vi siete detti e vorrei sapere se almeno era felice..>> disse mentre diverse lacrime varcavano le sue guance e la sua voce si trasformava in singhiozzi.
Justin strinse forte il cuscino, poi alzò la testa da esso, mostrandole il viso rosso e ancora bagnato per via delle lacrime ma, non si alzò e non la guardò. Si limitò a fissare il vuoto davanti a sé.
<<Allora? Cos’è successo?>> chiese ancora una volta.
Sospirò. <<Le ho detto tutto, le ho detto la verità.>>
<<Ti prego dimmi tutto..>> lo implorò.
<<Le ho detto il motivo per cui le ho mentito e l’ho allontanata, le ho detto quello che provavo per lei..>>
<<E lei..>>
<<Mi ha detto ‘ti amo anch’io, Justin’..>> disse sentendo un nodo alla gola. Non finì la frase e affondò di nuovo la testa nel cuscino, iniziando a singhiozzare.
Lo scuotè con entrambe le mani. <<Justin, cos’è successo poi? Ti prego racconta..>>
<<L’ho baciata.>> Penn rimase pietrificata, non se lo aspettava. <<E lei è morta.>> concluse.
Mille brividi le percorsero la schiena. <<C-c-cosa?>> chiese con un filo di voce.
Justin si alzò si fretta, facendola sbandare e mettendosi di fronte le disse: <<Io le ho dato il bacio della morte!>>
Penn lo guardò negli occhi, leggendo tutta la paura, la rabbia e la frustazione.
Adesso capiva perché stava reagendo così: credeva di averla uccisa.
<<Justin, sarebbe morta comunque.>> disse alzandosi e mettendosi alla sua altezza. <<Lei era gravemente malata e aveva chiesto ai genitori e ai dottori di non farci sapere niente.>> lo abbracciò. <<Voi eravate perfetti e lei se n’è andata nel modo migliore che poteva mai sperare.>>
Justin non si mosse a lungo ma, dopo quelle parole, si sciolse definitivamente.
Abbracciò Penn e, finalmente, si liberò di tutto il peso accumulato con un lungo pianto che aveva soffocato e anche lei pianse, sentendosi impotente.
Quando il pianto fu calmato, si asciugò le lacrime e guardò Justin. <<C’è una cosa che devi fare. Per lei.>>




Commenti autore:
Salve bella gente, yogurtina è qui presente (?) Non fateci caso lol, mi sto solo adesso riprendendo da sabato (no, non ero al concerto ma sono rimasta nella mia città a cercare i pinguini con un tempo primaverile .-.)
Tornando al capitolo, scusatemi se ve lo posto solo oggi ma capitemi, ho avuto dei pessimi giorni anch’io. E questo capitolo non mi è piaciuto molto a essere sincera. Come avrete capito è un capitolo transitorio all’ultimo capitolo (eh già çç) e introduce quello che farà concludere la storia.
Riguardo alle vostre recensioni.. In tutto ne sono 10 e mi avete fatto davvero sorridere :D è stato il maggior numero di recensioni in un capitolo e mi avete fatto davvero sorridere quindi grazie c:
E mi spiace deludervi. Tutte volevate che Callie tornasse a stare bene ma avevo già deciso questo finale, quindi non uccidetemi D:
Adesso sparisco.
Aggiornerò presto e sto già scrivendo un’altra che pubblicherò poco dopo l’ultimo capitolo di questa storia. Volevo chiedervi se sareste disposti a leggere anche quella nuova, quindi fatemi sapere nelle recensioni c:
Ci sentiamo presto belle e grazie mille per tutto.
Recensite, un bacio :*

-Yogurt
   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: neverenough