Trama:
“ Amanda non deve essere perfetta, Amanda è solo la ragazza che abita affianco alla casa di Dilan Jonson, Amanda è la 'secchiona' della classe, Amanda è quella che viene dall'Italia, Amanda non avrà mai nessuno, nessuno. Dicevano che in America avrei trovato la libertà, l'amore, la fratellanza, la pace. Amanda è una ragazza a cui piace leggere, preferisce stare a casa mentre tutti gli altri vanno a party o a grandi feste, anche perchè quasi nessuno la invita. Da piccola, quando tutti progettano la loro vita, Amanda pensava a qualcosa di diverso, voleva essere una cheerleader, voleva sentirsi importante, per qualcuno. Però un giorno Dilan Jonson, il ragazzo più famoso, quello che in tutte le scuole ne parlano iniziò a incuriosirsi di Amanda, presto diventarono amici e forse anche qualcosa in più. Sarà l'occasione per ricominciare da capo? ”
“ Mia nonna, prima di lasciarmi, mi ripeteva spesso che ci sarebbero stati due tipi di persone nella mia vita, parlando genericamente, un gruppo che mi apprezzerà e
uno che mi disprezzerà, ma io ho solo un gruppo: il secondo. Sempre mia nonna, inoltre, mi adulava, dicendomi che ero la bambina più bella di tutte, ero la sua unica
nipotina femmina a quel tempo, prima che nascesse Melany, diceva che avevo un sorriso stupendo, uno che si deve regalare solo a chi lo merita.
Toccai la foto che era appessa sul muro del corridoio principale della mia casa, mi mancava, era l'unica che mi capiva, anche se avevo solo cinque anni. Iniziai a
prendere a calci il muro,non aveva senso, le lacrime iniziarono a rigarmi il viso e con l'ultimo filo di voce, dissi:' Scusami nonna, ti ho delusa.' Quella frase la ripetevo spesso nel corso della giornata, mi fermavo SEMPRE a guardare la sua immagine racchiusa in una raffinata cornice di legno. Asciugai con un fazzolettino le lacrime e respirai profondamente.
Amanda, basta!E' ora di metterti in gioco, fai vedere a tutti chi sei! Sapevo già che la mia missione per dimostrare chi ero, sarebbe fallita. Non interessava a
nessuno di me e mai sarebbe interessato, però lo feci lo stesso, forse perchè ne avevo voglia, potevo evitare di leggere un libro, almeno quella sera, tanto ai miei
genitori interessava poco quanto niente di cosa facessi la sera, anzi mi incoraggiavano ad andare a qualche festa, almeno non avrei deluso due persone nel corso della
mia vita.
Sapevo che quella sera ci sarebbe stata una festa, affianco a casa mia, nell'abitazione di Dilan Jonson, era il mio momento, la mia occasione. Mi ero informata,
iniziava alle 24.00, come attirare l'attenzione se non presentarsi più tardi? Non avevo invito, nè vestiti adatti, nè amici con cui presentarmi.
Erano le 18.00, avevo molto tempo, ma non ero mai entrata in un Centro Commerciale. Ero lì, davanti a quella porta che continuava ad aprirsi e chiudersi, visto che
entravano o usciavano ogni due millisecondi persone, guardavo tutti e sapevo che erano ricchi, fieri di sè, con molta autostima, ma questa volta non m'interessava, non questa! Portai il petto avanti, guardai in alto e poi respirai profondamente, era tutto dinanzi a me, pensai a cosa avrebbe fatto mia nonna in quel
momento....sarebbe sicuramente entrata! Così entrai. Mi girai su me stessa, un po' fiera e un po' sperduta, tantissime vetrine dominavano il luogo, manichini tutti che mi osservavano,
insomma era anche inquietante, colori, luci, chiasso, tutto era qualcosa di nuovo per me, quel posto era nuovo. Mi indirizzai verso la cartina, i miei occhi vedevano
tantissimi piani, ognuno di essi racchiudeva una sezione: giocattoli, LIBRERIA, quando lessi quel nome i miei occhi si illuminarono, ma scossi la testa, non ero lì per
i libri, ristoranti, musica, sport, VESTITI! Eccolo dov'era, sesto piano, era una fatica da fare con le scale, così presi l'ascenzore. Si soffocava, eravamo più di sei
persone là dentro, bambini con gelati che colavano sui loro vestiti, senza genitori che fossero con loro, ragazzi immersi nel sudore inquinarono la profuma aria di
quel 'mezzo', ragazze che parlavano di quelli che 'inquinavano', poi c'ero io, forse la più normale.
Arrivata al sesto piano non credevo ai miei occhi,moltissimi migliaia di negozi in riga, uno accanto all'altro. Entrai nel primo, la cassiera mi guardò inarcando un
sopracciciglio.
'Hai sbagliato piano?' Feci una leggera smorfia. 'NO. Sono nel piano giusto. Scusami, ma tu non devi semplicemente ascoltare cosa voglio?'
Diventai persino arrogante, ma non m'interessava, tutti si comportavano così con me, perchè non provare anch'io?Quella si alzò, mettendosi come quando un soldato si mostra attento facendo capire al suo superiore che comandava su di lui. Mi sentii fiera, così inizia a spiegarle
il mio vestito: doveva essere corto, di un colore allegro, scollato e da invidiare. Mi ispirai a Cassie Offond, una diva della moda, ma una che non si venta per
questo, era solo che seguiva il 'branco', quando si suoldire:' La perfezione in terra ', ecco quello che interpretavo come 'perfezione'. La giovane mi mostrò un
abitino, come lo volevo io, corto, verde smeraldo, scollato e totalmente da invidiare, diedi uno sguardo al prezzo, un po' caruccio, ma non problem! I soldi gli avevo.
Comprai l'abito soddisfatta e mi avviai verso un negozio di scarpe. Le presi al volo, quando lei vidi dalla vetrina sembravo strana, forse avrei potuto appiccicarmi a
quella e restare lì sbavando, erano perfette.
Tornai a casa e inizia a prepararmi, finii il tempo verso le 24.30, orario perfetto per essere notata. Uscii di casa e osservai quella di Dilan, tantissima musica
dominava il luogo, mi feci coraggio ed entrai, tutti mi guardavano, mentre udivo:' Che ci fa quella lì? ', tutti si chiedevano di me, ottimo. Presi un bicchere di
vodka forte, misi quello contro luce e lo mossi delicatamente vedendo ondeggiare il liquido, l'avevo visto in qualche film, poi lo bevvi tutto d'un sorso, strizzai gli
occhi e mi scossi la testa. La festa si spostò in un parco, si ballava, si gridava, era MA-GNI-FI-CO! Mi agitavo muovendo le braccie sommerse nell'aria su e giù, ballavo con un ragazzo che neanche conoscevo, poi tutto si fermò. Non uno, non due, tre colpi di pistola si
udirono. Intravidi un corpo a terra, capii subito che era il corpo di Arial Coffie, lo capii dai lunghi capelli rosa, qualcuno mi afferrò e mi trascinò nel bosco
lontano pochi metri, mentre vedevo tutte le persone andar via che gridavano in preda al panico:' Arriverrano gli sbirri, andiamo tutti via!', mi girai cercando di
urlare, ma mi copriva la bocca e lo vidi, era Dilan Jonson, quel Dilan Jonson. Mi guardò preoccupato mentre i suoi amici che lo circondarono lo guardano incredulo. 'Stai bene?' Mi chiese. 'S-Sì.' Non credevo ai miei occhi, era lì davanti a me, si preoccupava di me. 'Amico perchè è quì?' Disse Jacke Potter, il suo braccio destro. 'Non voglio che passi i guai per colpa mia.'
Non pensavo che Dilan fosse così, credevo fosse uno di quelli a cui interessavano solo le belle ragazze, il sesso e i soldi. ”
PERSONAGGI: AMANDA=Lily Collins. MELANY=Lea Michele. DILAN JONSON=Justin Bieber. JACKE POTTER=Liam Payne.
-ANGOLO AUTORE: Questa è la mia nuova storia, per 'The Incredible' non vi preoccupate, continuerà ad aprile, questa la pubblicherò ogni volta che posso.. Recensionatemi :).
Primo capitolo.
uno che mi disprezzerà, ma io ho solo un gruppo: il secondo. Sempre mia nonna, inoltre, mi adulava, dicendomi che ero la bambina più bella di tutte, ero la sua unica
nipotina femmina a quel tempo, prima che nascesse Melany, diceva che avevo un sorriso stupendo, uno che si deve regalare solo a chi lo merita.
Toccai la foto che era appessa sul muro del corridoio principale della mia casa, mi mancava, era l'unica che mi capiva, anche se avevo solo cinque anni. Iniziai a
prendere a calci il muro,non aveva senso, le lacrime iniziarono a rigarmi il viso e con l'ultimo filo di voce, dissi:' Scusami nonna, ti ho delusa.' Quella frase la ripetevo spesso nel corso della giornata, mi fermavo SEMPRE a guardare la sua immagine racchiusa in una raffinata cornice di legno. Asciugai con un fazzolettino le lacrime e respirai profondamente.
Amanda, basta!E' ora di metterti in gioco, fai vedere a tutti chi sei! Sapevo già che la mia missione per dimostrare chi ero, sarebbe fallita. Non interessava a
nessuno di me e mai sarebbe interessato, però lo feci lo stesso, forse perchè ne avevo voglia, potevo evitare di leggere un libro, almeno quella sera, tanto ai miei
genitori interessava poco quanto niente di cosa facessi la sera, anzi mi incoraggiavano ad andare a qualche festa, almeno non avrei deluso due persone nel corso della
mia vita.
Sapevo che quella sera ci sarebbe stata una festa, affianco a casa mia, nell'abitazione di Dilan Jonson, era il mio momento, la mia occasione. Mi ero informata,
iniziava alle 24.00, come attirare l'attenzione se non presentarsi più tardi? Non avevo invito, nè vestiti adatti, nè amici con cui presentarmi.
Erano le 18.00, avevo molto tempo, ma non ero mai entrata in un Centro Commerciale. Ero lì, davanti a quella porta che continuava ad aprirsi e chiudersi, visto che
entravano o usciavano ogni due millisecondi persone, guardavo tutti e sapevo che erano ricchi, fieri di sè, con molta autostima, ma questa volta non m'interessava, non questa! Portai il petto avanti, guardai in alto e poi respirai profondamente, era tutto dinanzi a me, pensai a cosa avrebbe fatto mia nonna in quel
momento....sarebbe sicuramente entrata! Così entrai. Mi girai su me stessa, un po' fiera e un po' sperduta, tantissime vetrine dominavano il luogo, manichini tutti che mi osservavano,
insomma era anche inquietante, colori, luci, chiasso, tutto era qualcosa di nuovo per me, quel posto era nuovo. Mi indirizzai verso la cartina, i miei occhi vedevano
tantissimi piani, ognuno di essi racchiudeva una sezione: giocattoli, LIBRERIA, quando lessi quel nome i miei occhi si illuminarono, ma scossi la testa, non ero lì per
i libri, ristoranti, musica, sport, VESTITI! Eccolo dov'era, sesto piano, era una fatica da fare con le scale, così presi l'ascenzore. Si soffocava, eravamo più di sei
persone là dentro, bambini con gelati che colavano sui loro vestiti, senza genitori che fossero con loro, ragazzi immersi nel sudore inquinarono la profuma aria di
quel 'mezzo', ragazze che parlavano di quelli che 'inquinavano', poi c'ero io, forse la più normale.
Arrivata al sesto piano non credevo ai miei occhi,
sopracciciglio.
'Hai sbagliato piano?' Feci una leggera smorfia. 'NO. Sono nel piano giusto. Scusami, ma tu non devi semplicemente ascoltare cosa voglio?'
Diventai persino arrogante, ma non m'interessava, tutti si comportavano così con me, perchè non provare anch'io?Quella si alzò, mettendosi come quando un soldato si mostra attento facendo capire al suo superiore che comandava su di lui. Mi sentii fiera, così inizia a spiegarle
il mio vestito: doveva essere corto, di un colore allegro, scollato e da invidiare. Mi ispirai a Cassie Offond, una diva della moda, ma una che non si venta per
questo, era solo che seguiva il 'branco', quando si suoldire:' La perfezione in terra ', ecco quello che interpretavo come 'perfezione'. La giovane mi mostrò un
abitino, come lo volevo io, corto, verde smeraldo, scollato e totalmente da invidiare, diedi uno sguardo al prezzo, un po' caruccio, ma non problem! I soldi gli avevo.
Comprai l'abito soddisfatta e mi avviai verso un negozio di scarpe. Le presi al volo, quando lei vidi dalla vetrina sembravo strana, forse avrei potuto appiccicarmi a
quella e restare lì sbavando, erano perfette.
Tornai a casa e inizia a prepararmi, finii il tempo verso le 24.30, orario perfetto per essere notata. Uscii di casa e osservai quella di Dilan, tantissima musica
dominava il luogo, mi feci coraggio ed entrai, tutti mi guardavano, mentre udivo:' Che ci fa quella lì? ', tutti si chiedevano di me, ottimo. Presi un bicchere di
vodka forte, misi quello contro luce e lo mossi delicatamente vedendo ondeggiare il liquido, l'avevo visto in qualche film, poi lo bevvi tutto d'un sorso, strizzai gli
occhi e mi scossi la testa. La festa si spostò in un parco, si ballava, si gridava, era MA-GNI-FI-CO! Mi agitavo muovendo le braccie sommerse nell'aria su e giù, ballavo con un ragazzo che neanche conoscevo, poi tutto si fermò. Non uno, non due, tre colpi di pistola si
udirono. Intravidi un corpo a terra, capii subito che era il corpo di Arial Coffie, lo capii dai lunghi capelli rosa, qualcuno mi afferrò e mi trascinò nel bosco
lontano pochi metri, mentre vedevo tutte le persone andar via che gridavano in preda al panico:' Arriverrano gli sbirri, andiamo tutti via!', mi girai cercando di
urlare, ma mi copriva la bocca e lo vidi, era Dilan Jonson, quel Dilan Jonson. Mi guardò preoccupato mentre i suoi amici che lo circondarono lo guardano incredulo. 'Stai bene?' Mi chiese. 'S-Sì.' Non credevo ai miei occhi, era lì davanti a me, si preoccupava di me. 'Amico perchè è quì?' Disse Jacke Potter, il suo braccio destro. 'Non voglio che passi i guai per colpa mia.'
Non pensavo che Dilan fosse così, credevo fosse uno di quelli a cui interessavano solo le belle ragazze, il sesso e i soldi. ”
PERSONAGGI: AMANDA=Lily Collins. MELANY=Lea Michele. DILAN JONSON=Justin Bieber. JACKE POTTER=Liam Payne.
-ANGOLO AUTORE: Questa è la mia nuova storia, per 'The Incredible' non vi preoccupate, continuerà ad aprile, questa la pubblicherò ogni volta che posso.. Recensionatemi :).