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Autore: Peroniana    26/03/2013    0 recensioni
Il primo impatto con ff non è stato dei migliori:cercavo delle idee per dei personaggi fantasy e me li ritrovavo sempre davanti!a un certo punto mi son detta: e se facessero davvero parte di una storia fantasy? ed ecco che parte la ricerca del cattivo di turno, un essere avvolto dal mistero che viene chiamato il Sagittario. le sue malefatte hanno messo in ginocchio alcuni regni, tra cui quello di Nèalbadh, luogo in cui fa ritorno il protagonista: lo stregone, Cloud!
la trama non ha nulla a che vedere col gioco e alcuni personaggi sono stati davvero stravolti (per favore non odiatemi!). le "vicende narrate" partono 150 anni dopo la fine di una mia storia (originale) rigorosamente fantasy. spero di riuscire almeno ad incuriosire, buona lettura! ^_^
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cloud Strife, Un po' tutti, Zack Fair
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Capitolo 11 - Verso Nord.

Capitolo 11 – Verso Nord.

Il regno di Neàlbahd aveva conosciuto periodi più sereni, ma la vita continuava ricercando quella normalità che si era persa da diverso tempo, ormai. 

“COSA?? Arriveranno oggi?” Zack era letteralmente preso dal panico.

“Esattamente…” Angeal provò ad interpretare il dissapore del proprio figlio: “qualsiasi cosa tu abbia detto o fatto, sappi che dovrai trovarti in questo castello per il loro arrivo, chiaro?”

Detto questo, si allontanò col suo solito passo marziale, lasciando Zack a rimuginare sulle sue pene. Cloud provò a trovargli qualche altra cosa a cui pensare “La situazione sarà davvero critica, se sono stati convocati anche loro.” Ma riuscì solo a peggiorare le cose: Zack era disperato!

“E’ critica sì, amico mio. E non sai quanto.” Loz entrò in scena da una delle arcate  del castello poste alla loro sinistra; una volta raggiunti i due, lasciò che una bifora li separasse evitando accuratamente il cono di luce che da essa si irradiava.

Zack, d’istinto, si mise sull’attenti ma, subito il principe gli sorrise “andiamo andiamo…quante volte devo ripeterti che non è necessario!”

“Scusami…ma sai com’è…è un gesto istintivo!” disse il Capitano mettendosi una mano dietro la nuca.

Cloud cominciava ad invidiare la giovialità e la spigliatezza dei due.

“Ad ogni modo” riprese la parola il soldato “hai qualche altra ‘notizia riservata’ da poter spifferare?”

“Bhè…in effetti sì e, come vi stavo dicendo prima, non è nulla di buono.”

 

Vincent si appoggiò violentemente al davanzale dell’unica finestrella della sua cella, l’aria iraconda e qualche livido sparso per il corpo completavano il quadretto di quella ‘conversazione’.

“Quindi è così che stanno le cose… Loz è qui.”

“Sì sì… le cose stanno così. E io in tutto questo cosa dovrei fare?”

La voce si concesse qualche secondo per riflettere; la risposta che ne uscì fuori fece sobbalzare di terrore il prigioniero.

“Dovrai partecipare anche tu alla spedizione.”

“COOSA? Stai scherzando, vero? Primo, non avranno bisogno di me. Secondo….non…si fidano di me. Non mi permetteranno mai di prendere parte, così attivamente, ai loro affari.” 

“Sembra quasi che te ne dispiaccia…”

“Non essere ridicolo!”

“Ahahah! Non sono di certo io quello ridicolo, qui.”

“Senti un po’, pezz…”

“Avrai la tua occasione per dimostrare lealtà al regno di Nèalbhàd. Fidati di me.”

“Cosa intendi dire?”

“Cos’è che non capisci in ‘con chi è che stai parlando’?” Yuffie era alle spalle di Vincent, l’elfo trasalii per lo stupore e si voltò di scatto “Yu-yuffie! Mi hai fatto prendere un colpo!”

“Fidati, eri molto più raccapricciante tu che parlavi da solo.”

“Sei in ritardo stamattina, mia principessa.”

“Assolutamente no, sei tu il ritardato qui.”

Vincent stava cominciando a stufarsi del trattamento che gli riservava la principessina, ma ci stava anche facendo l’abitudine, ormai “sempre più gentile e onesta…”

“Smettila di ciarlare e seguimi, ci sono dei preparativi da fare.”  

 

Al tramonto, Aerith era seduta, a gambe incrociate, sulla sponda del Lago. Quel luogo la faceva stare davvero bene, riusciva a tranquillizzarsi e a concentrarsi, ecco perché si era ripromessa di tornarci. Aveva sulle gambe un librone antico e polveroso, dalla copertina carminio, ogni volta che girava una delle enormi pagine starnutiva ripetutamente e cercava di non inalare la polvere alzatasi mettendosi delicatamente una mano avanti al naso. La scena divertiva molto Zack che, sdraiato al suo fianco, si appoggiava col gomito sul manto erboso e, di tanto in tanto, se trovava qualche ciottolo, lo gettava nelle acque del Lago.

“Una guerra?” chiese Aerith quasi terrorizzata, voltandosi di scatto verso l’amico.

“Sì…ma queste sono notizie riservate, mi raccomando! Non vorrei far passare un guaio al principe Loz.”

“Stai tranquillo….ethcì!”

Zack sorrise, intenerito dall’ennesimo sternuto della ragazza. Notò con piacere che cominciava a dargli del tu “Mi dispiace che le nostre ricerche debbano cominciare dopo la spedizione.”

‘le NOSTRE ricerche’ Aerith sperò con tutto il cuore di non essere arrossita a quell’affermazione. Il sapere che il soldato stava prendendo a cuore il ritrovamento dei suoi parenti, nonostante una guerra imminente, la inteneriva fino a farla sentire in colpa. “Non dire così. E poi…questa spedizione alla zona nord potrebbe comunque tornarmi utile.”

“Già… è per questo che Ezechiel ti ha convocata, no? Dopo circa un mese che è stato posto il divieto, sarà di nuovo possibile recarsi nel settentrione.”

“So che anche un altro mago è natio di quella zona e vi fa ritorno dopo circa sei mesi.”

“Francamente, di lui non mi importa un gran chè…” disse senza staccare gli  occhi da quelli di lei.

Improvvisamente, la quiete che li circondava si infrange da acclamazioni del popolo e, subito dopo, un forte vento comincia a soffiare.  Zack si da la spinta col braccio che aveva poggiato a terra e si mette in ginocchio “oh, no… non dirmi che…”

“Cosa succede?”

“Sono arrivati…”

“Chi?”

Il capitano invitò l’amica ad alzare gli occhi al cielo, pochi istanti dopo, tre grandi draghi sovrastavano il Lago e attraversarono le mura del castello per dirigersi verso la loro Caverna.

“I Cavalieri dei Draghi!” Aerith sembrava una bambina.

Zack, invece, si era schiaffato la mano in faccia…questioni in sospeso.

 

 

 

In una calda foresta lontana un mezz’orco è alle prese con le zanzare e con la sua missione, cantilenando “come si usa, come si usa…Barret non la sa usare questa cosa!”

E getta la pietra trasparente a terra. Se ne pentì subito dopo e, sperò con tutto il cuore che non si fosse rotta. Si chinò per terra e frugò tra i cespugli alla ricerca della pietra magica. Questa, dopo alcuni secondi, cominciò a fluttuargli affianco e Barret sobbalzò alla scoperta.  Provò ad afferrarla, ma questa venne inghiottita da un’ombra circondata da piccole scariche elettriche.  Barret si mise subito sulla difensiva, ma l’ombra gli lanciò una delle scariche elettriche che lo colpirono e lo scaraventarono a terra. Il mezz'orco si rialzò subito, e fece allungare una liana  dal polsino destro della sua armatura di Lacrima. Il disperato tentativo di recuperare la pietra fluttuante all’interno dell’ombra, si risolse con un altro attacco da parte di quest’ultima. Questa volta fu di fuoco, bruciò la liana fino ad arrivare al braccio di Barret, che cominciò ad imprecare dal dolore. Rotolandosi nel terreno umido, riuscì a spegnere le fiamme “dannate cose! Perché Barret si è ritrovato in una situazione simile?!”

L’ombra si stava preparando ad attaccare nuovamente Barret con un’altra scossa, ma fu fermata da un’esplosione di fiamme viola che la inglobarono in un attimo. Barret cercò con lo sguardo la fonte di quell’attacco, vi ritrovò il lupo arancione che aveva salvato qualche giorno prima. Sorrise ricolmo di gratitudine, nel frattempo, l’ombra si irradiò formando un piccolo cono di tenebra che si dileguò verso l’alto. La pietra magica, il dono di quel guerriero superbo e ‘mappa’ della sua missione, cadde a terra con un tonfo sordo.

 

 

 

 

Quella sera, l’atmosfera al castello era frizzante: dopo alcuni anni di missioni e guerre, i tre cavalieri dei draghi erano tornati alla loro patria. Da un lato, quest’evento reca immensa gioia, ma dall’altro è segno di un pericolo enorme che incombe sul regno.

Nell’ala riservata al Consiglio dei Maghi, la giornata di lavoro si era conclusa ed erano tutti ansiosi di rivedere o di incontrare per la prima volta i nuovi “ospiti”.

 

Castelli, maghi, nobili guerrieri e principesse (e da ora anche draghi)…per una giovane fanciulla di un piccolo villaggio periferico come Aerith, ogni giorno trascorso alla Capitale era magico. Anche se percorreva quei corridoi da diverse settimane, si perdeva nei dettagli di quell’architettura come la prima volta che varcò quella soglia. Notò, infatti, quasi subito la figura umana appoggiata ad una delle semicolonne che la fissava “prin-principessa…” si sbrigò ad abbozzare un inchino.

“Aerith…io….dovrei parlarvi.” Fece poi cenno di seguirla.

Aerith capì poco dopo di cosa avrebbe potuto parlarle la principessa Tifa, ricordandosi della sua visita all’ala del Maghi il giorno prima. Ricordava perfettamente i ripetuti tentativi di lei per farsi ascoltare da Cloud. Ricordò anche l’inaspettata reazione di lui, la sua rabbia e la sua consequenziale ‘fuga’ dal castello.

Insieme alla principessa, raggiunse il campo d’addestramento dei soldati, a quell’ora completamente deserto. La brezza che soffiava, era abbastanza forte da riuscire a sollevare un po’ di sabbia chiara del campo, ed abbastanza fredda da far accapponare la pelle.

Tifa si voltò di scatto, facendo sobbalzare la sciamana “sono…molto…imbarazzata a chiederti certe cose ma…” sospirò, facendo spallucce : era evidente che non aveva la minima idea di cosa dire, ma sapeva di sicuro cosa volesse. “Cloud!” si ritrovò ad urlare. “non…non so come…non so…riuscire…a parlarci.”

Aerith annuì sorridendo imbarazzata: non era sicura che sorridere fosse una buona idea, ma le veniva spontaneo.

Nemmeno Tifa era sicura che chiedere aiuto fosse una buona idea, ma lo avrebbe fatto lo stesso; Aerith l’ anticipò.

“Non so se tentare di nuovo di parlargli sia la cosa giusta da fare, almeno per ora.”

“Lui non…non ti dice niente? Non ti ha…raccontato nulla?”

La sciamana fece cenno di no con la testa. “non so cosa potesse essere successo tra voi ma, a essere sincera, non pensavo che uno come Cloud potesse arrabbiarsi così.” Di nuovo la convinzione di non aver detto la cosa giusta al momento giusto prese largo spazio nelle paure di Aerith. “è per questo che…io…credo che…”

“Dovrei lasciarlo perdere, almeno per ora.”

Annuì l’altra come se le avessero tolto dalle spalle un macigno.

Di sicuro, Aerith non si sarebbe mai aspettata che la sua prima udienza al cospetto della principessa avrebbe avuto questo tipo di temi; fu un po’ deludente ma, questo colloquio ‘umanizzò’  quel luogo ‘idilliaco’ che la circondava.

“Dal canto mio, potrei provare a parlargli ma…se dovesse decidere di non venire al Consiglio…”

“Zack!” nominò Tifa come chi fosse stato illuminato da un’idea geniale. “Voi…vi…insomma, state legando, no? potreste chiedere a lui…”

Il solo sentirselo nominare fece avvampare la timida sciamana, che cominciò a balbettare; ma, fortunatamente per lei (forse), arrivò una terza voce a salvarla dall’imbarazzo stratosferico di quel momento “Zack, Zack, Zack…possibile che tra le giovani pulzelle di questa città non si nomini nessun’altro?”

Una ragazza atletica, dall’armatura e i capelli rossi, fece il suo trionfale ingresso con movenze da ‘indomita guerriera’.

Gli occhi di Tifa si illuminarono e le corse incontro “Cissney!!!”

Il loro abbraccio fu lungo e sincero, cominciarono a ridere e a guardarsi, incredule l’una dell’altra.

Cissney, una dei tre Cavalieri dei Draghi era lì davanti a lei, una leggenda vivente: Aerith aveva le lacrime agli occhi.

“Oh dei! Ora sembri davvero una principessa!”

“Quando sei arrivata? Perché non vi siete fatti annunciare? Vi avremmo accolto come meritavate!”

“Ma stai impazzendo o cosa? Ci lanciavamo il fango addosso qualche anno fa!”

“Ahahah! E’ vero…quanto tempo è passato!”

“ E quante cose sono cambiate dall’ultima volta! Un sacco di facce nuove!” e si decise a rivolgere lo sguardo ad Aerith; questa, intimorita, non perse tempo e si inchinò “mi…mi chiamo Aerith, sono una Sciamana di corte.”

“una…sciamana…” la voce di Cissney sembrava provenire da un demone.

Tifa si intromise cortese “sì! E’ uno dei nostri ‘ultimi acquisti’, la più carina, a mio avviso!”

“Non solo per te, a quanto pare…” la guerriera si faceva sempre più inquietante, Aerith indietreggiò istintivamente e Tifa si fece timorosa.

“Cissney…hai…hai incontrato Jane prima di venire qui?” il silenzio, o meglio, il ringhio della rossa acconsentirono.

La principessa si schiaffò il palmo sulla fronte, Aerith era sempre più estranea al tutto e sempre più preoccupata per la propria incolumità: di qualsiasi cosa si stesse parlando, di sicuro era lei quella di troppo.

“così è lei LA sciamana.” Disse Cissney, fissando Aerith dalla testa ai piedi.

Se Aerith era rimasta impietrita dal ‘terrore’; Tifa era in preda a mille convulsioni dovute a chissà quale miscuglio di emozioni.

“Ci-Cissney…che ne dici se ci facessimo un giretto al Lago, come ai vecchi tempi?”

“E’ per lei se quello stronzo mi evita come peste?”

“Cissney…” Tifa provò a portarla via con sé, ma quella rimase lì immobile e si avvicinò ad Aerith

“E’ una sciamana, ti rendi conto? Vuol dire che è vergine!” Aerith trattenne il respiro.

“Cissney!” la rimproverò Tifa battendo un piede.

La guerriera si mise di fianco alla sua vittima per fissarla meglio “come può un uomo sano farsi le seghe pensando questa faccia?”

La ragazza sprofondò nel suo rossore, ma l’altra proseguì il suo discorso “giusto, lui non è sano…è un pervertito! Se quello fosse stato una femmina sarebbe stato una ninfomane! Quella troia di Zack! Che cos’ho io che non và? Tu…” si riavvicinò a Tifa “tu, se fossi uomo, non te la faresti una come me?”

“Smettila di dire cazzate…”

Cissney sembrò rinvenire “hai ragione” sorrise amareggiata “sai una cosa? Io e lui abbiamo gli stessi gusti… Anche a me piacciono quelli vergini!”

Tifa stava cominciando a stufarsi “siete due ninfomani del cavolo, è per questo che andavate d’accordo… tempo fa…”

“Credo di averne conosciuto uno, prima di uscire qui…era così carino! Mi hanno detto che è uno stregone e non lavora qui da molto tempo…quanto mi piacerebbe fargli una…”

“Dove andava??” la interruppe Tifa

Quella richiesta lasciò di stucco la guerriera “mmm…bho…. Verso ovest, credo.”

“... Al promontorio!” e corse via euforica.

Aerith era rimasta a bocca aperta completamente assorta; appena Cissney le rivolse lo sguardo e, soprattutto, quando materializzò di essere rimasta sola con lei, riprese a scorrerle il terrore nelle vene.

 

La luce di una nuova alba pareva riuscisse a illuminare le tensioni di quel momento. Il re era già all’opera da alcune ore, troppe erano le ansie; era lì, nascosto tra il merletto della torre sud, quella dell’ingresso, che osservava la formazione del corteo della spedizione che sarebbe partito di lì a poco. L’uomo che convocò al suo cospetto, gli venne incontro dalla sua sinistra; il rumore della sua armatura echeggiò in quel silenzio innaturale. Si inchinò con deferenza “mio re, sono ansioso di ricevere la nuova missione.”

“Prima di qualsiasi altra cosa, Sir Rudo, voglio che mi promettiate che userete la massima discrezione riguardo quello che sto per dirvi.”

 Il Cavaliere dei Draghi si alzò solenne, in attesa della continuazione del discorso del re.

“Si tratta di mio fratello, Genesis.”

A quel nome, gli occhi del Cavaliere si sgranarono “Ge-genesis è... vivo?”

“Ahah! Certo che è vivo!” il re riacquistò la sua solita espressione gioviale, ma distaccata. “Sono sempre stato in contatto con lui, anche se in segreto.” Il re decise di voltarsi in modo da poter parlare faccia a faccia col Cavaliere “sto per dirvi dove si trova, vi ci invierò, mi aspetto che gli riferiate un messaggio della massima urgenza e segretezza: la questione è estremamente delicata.”

“Sono onorato per la fiducia che riponete in me, vostra Maestà. Non vi deluderò.”

Il re si concesse qualche secondo, di nuovo osservò i preparativi della partenza “mi spiace molto dovervi separare dagli altri Cavalieri. Ne converrete con me che…questa non è una missione come le altre: meno persone conoscono il nascondiglio di Genesis e meglio sarà per tutti.”

Si sfilò un piccolo medaglione, che aveva nascosto sotto le vesti “dovrai dirgli di esorcizzare le sue montagne, lui capirà.”

Porse al cavaliere il medaglione: era rotondo, all’interno vi era incastonata una croce celtica con un unico braccio in oro, il resto era d’argento. Quando l’oggetto fu posto nel palmo di Rudo, la croce cominciò a roteare lentamente, fermandosi poco dopo “Sir Rudo, dovrete seguire il braccio d’oro della croce, quello vi indicherà la via per il nascondiglio di Genesis; sarà la vostra…bussola.”

Il Cavaliere era esterrefatto, quasi intimorito ma deciso “sarò di ritorno nel più breve tempo possibile.”

Il re gli annuì soddisfatto, l’altro si inchinò e partì per la sua missione.

  
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