Un gruppo formato da quattro cacciatori di fantasmi si avviò verso il castello di Francavilla Fontana a Trento. Avevano ricevuto una soffiata telefonica anonima, che diceva di precipitarsi velocemente là, per far andare via il fantasma che si diceva infestasse il castello degli Imperiali.
I cacciatori, appena arrivati davanti al castello , si guardarono intorno alla ricerca di persone che potessero informarli un po’ sulla storia di quel castello. Non era il primo castello dove andavano e volevano conoscerne la storia, prima di farvi un sopralluogo.
In tutti gli altri paesi dove erano stati, i fantasmi erano solo voci, o al massimo, qualche ragazzino con la maschera di halloween.
Loro, però prendevano molto sul serio il proprio lavoro e pensavano che la professionalità fosse tutto nella vita.
Trovarono un’anziana signora, che conosceva ogni cosa su quel castello e iniziarono a farsi raccontare la storia.

• Il castello è originariamente una fortificazione periferica del feudo di Oria. La costruzione del castello risale al 1450, inizialmente esso era una torre quadrata, dotata di fossato e ponte levatoio. Il Castello è anche detto Palazzo Imperiali, dal nome dei feudatari che acquistarono il feudo di Francavavilla nel 1572. Michele Imperiali decise di trasformare la fortificazione in residenza tra il 1720 ed il 1730. Abbandonato fino al 1821, il castello divenne proprietà del Comune. Il castello è stato da poco restaurato … -.
• Per caso faceva la guida turistica in un’altra vita?
• Si sono in pensione …
• Potrebbe parlarci del fantasma?
• Ah, siete qui per questo … certo. Ci sono state tante voci di un fantasma, anche perché recentemente hanno registrato alcuni movimenti in ale del castello. Spostamenti d’aria, rumor di catene, lamenti etc. State attenti, però! Si dice che il fantasma sia molto permaloso con le persone che entrano nella sua dimora.
• Grazie mille signora. – non fecero neppure caso all’ultima frase della donna, convinti di trovarsi in balia di un’ennesima leggenda.

I cacciatori si avviarono verso l’ingresso del castello, notando che la signora aveva avuto ragione nel dire che ci fosse un fossato.
Le stanze del castello erano belle e spaziose, ma nessuno di loro sentì mai il suono di catene o lamenti.
Si guardarono bene in torno e poi decisero di dividersi, ognuno con il suo luxometro, uno strumento per misurare l’intensità luminosa.
Uno scoppio fece rabbrividire i cacciatori. Si ritrovarono tutti nella stessa stanza.
Videro con sgomento che a terra vi era il corpo del cacciatore più fidato.
Un’esplosione e un altro cacciatore finì a terra morto.
Un sibilo e il terzo cadde.
Rimase solo l’ultimo cacciatore, infreddolito e impaurito, mentre osservava i cadaveri dei compagni e degli amici di una vita. Chi mai avrebbe voluto fare una cosa del genere?

• Chi sei? – chiese il cacciatore con lo sguardo sui corpi – perché gli hai fatto questo?

Un soffio che il cacciatore appena udì.

• Mi chiamo Massimo.

 
Finalmente il cacciatore capì chi era il fantasma.
Il figlio che lui e sua moglie avevano abbandonato, perché diversamente abile.
Un ultimo scoppio e rimase solo il vuoto.