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Autore: HuggMeNiall    26/03/2013    0 recensioni
"Se tu sei un'errore, allora vuol dire che sei l'errore più bello della mia vita. Se tu sei uno sbaglio allora spero proprio di farne altri 1000 di sbagli così. Tu sei la cosa migliore che mi sia mai capitata... voglio essere il tuo tutto. Lascia che io ti aiuti, lascia che io ti salvi."
Questa è la mia prima storia a capitoli, recensite e ditemi se vi può piacere o no! Non abbiate paura di offendermi scrivendo recensioni negative, accetto tutto (a parte gli insulti.)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Come ogni mattina mi svegliai dolcemente sulle note della canzone ‘’Summer Love’’ del mio gruppo preferito.
La mia sveglia suona alle cinque e quaranta, ma io ci metto quasi venti minuti per tirarmi su dal letto per affrontare la giornata.
Quella matina, poi, proprio non ne volevo sapere di alzarmi e di andare a scuola dove mi aspettavano sei lunghissime ore di interrogazioni di recupeo per aiutare –e in certi casi addirittura salvare- chi durante l’anno scolastico si è impegnato poco e non ha raggiunto buoni risultati in alcune materie; anche perchè io ero una di questi da aiutare!

Con riluttanza mi alzai dal letto ed uscii barcollando dalla mia stanza per dirigermi in cucina, dove trovai mia mamma seduta su di una sedia con davanti una tazza di latte e caffè. Mi sorpresi di averla trovata già in piedi, di solito si sveglia sempre dopo di me.

Ancora mezza addormentata mi avviai verso il frigorifero e presi il cartone del latte per versarlo nella mia tazza bianca decorata da fiorellini blu. Mi sedetti al tavolo, di fronte a mia mamma, e iniziai ad inzuppare una fetta di torta fatta in casa nel latte. Quando alzai gli occhi incontrai, per un secondo, lo sguardo di mia mamma e solo allora mi accorsi della preoccupazione dipinta sul suo volto.

“Cosa succede?"

Le domandai a voce bassa per non rischiare di svegliare mia sorella che ancora dormiva.

“Nulla."

Mi rispose lei cercando di assumere un tono di voce calmo e rassicurante, senza però riuscirci.

“Sul serio, dimmelo! Sono le sei di mattina di un Lunedì, cosa potrà mai essere successo..?"

“Ok, allora: verso le cinque mi ha svegliata la suoneria del mio cellulare, ho risposto e ho trovato –dall’altro capo della cornetta- mia cugina, Sidney, che chiamava dall’Australia. La’ da loro erano già le tre del pomeriggio… comunque mi ha spiegato che hanno diagnosticato un tumore a sua mamma, nonché mia zia. Io vorrei andare a trovarla e a sostenerla in questo momento ma..."

“Ma… cosa? Dovresti andare!”

Avevo un tono di voce addolorato ma allo stesso tempo felice…

“Ma non posso. Tu non verresti di sicuro, tuo padre è via per lavoro e non so quando tornerà e io non ti voglio lasciare qui da sola.”

“Mamma, ho quindici anni, so badare a me stessa!”

“Lo so, e mi fido di te. Solo che non mi fido della gente che c’è in giro!”

Mangiai l’ultimo pezzo di torta e poi salutai mia mamma per correre a lavarmi e vestirmi.
Indossai un paio di pantaloni della tuta neri di quelli con il cavallo basso, una maglietta a righe bianche e blu e una leggera felpa rossa come quelle che usano nei college Americani. Quella felpa l’ho comprata l’ultima volta che sono andata a trovare i parenti di mia mamma in Australia… è stata la ‘vacanza’ peggiore di tutta la mia vita!
A mia mamma e a mia sorella è piaciuta, e anche parecchio, ma per me è stato un inferno! A me piace stare da sola -sono una tipa molto solitaria- e lì alloggiavamo nella casa degli zii di mia mamma insieme alla famiglia di sua cugina. Eravamo in otto stretti in una casetta davvero molto piccola dotata di un solo bagno! E’ stato veramente un incubo.

Corsi a lavarmi i denti e a truccarmi, quando mi accorsi di avere ancora le trecce! Le sciolsi e sistemai velocemente i miei capelli dorati. Il colore originale dei miei capelli era castano chiaro, solo che con il sole e l’acqua salata del mare, si sono schiariti un po’ così ora ho qualche riflesso biondo. I miei capelli sono l’unica parte del mio corpo che mi piace, i capelli e gli occhi. Questi ultimi sono grandi e di colore verde smeraldo, li adoro.

Aggiustata la mia chioma diedi una rapida occhiata all’orologio: come sempre ero in ritardo! E’ sempre stato un mio difetto quello di essere sempre in ritardo, insieme alla mia pigrizia e al fatto che sono molto disordinata.

Corsi a mettere le scarpe, ma quando aprii l’armadio non trovai le mie Converse rosse –che erano le mie scarpe preferite- al loro posto. Le cercai disperatamente ma capendo che non le avrei trovate in tempo decisi di infilarmi un altro paio di scarpe quali le Blazer di colore giallo. Una volta pronta mi misi in spalla la cartella e corsi verso la fermata del pullman, rallentando poi capendo che non ero in grande ritardo.
Mentre camminavo tirai fuori dalla tasca dei pantaloni un pacchetto di sigarette, ne presi una e l’accesi. Sono consapevole del fatto che il fumo è un brutto vizio, solo che una volta che inizi è difficile, tanto difficile, smettere. Iniziai all’età di dodici anni per seguire una mia ‘amica’ e per non essere esclusa dal gruppo di cui facevo parte, ed ora mi ritrovo a quindici anni compiuti il 4 di Maggio a non riuscire a trovare la forza di volontà necessaria per smettere con questo vizio orribile.

In poco arrivai alla fermata del pullman e non appena finii l’ultimo tiro della mia sigaretta arrivò Elena. Con  Elena ci conosciamo da quando andavamo in seconda media, ed ora che siamo nella stessa classe al Liceo il nostro rapporto si è molto intensificato.

“Buon Giorno!”

Mi salutò la mia amica con la sua voce squillante.

“Buon Giorno anche a te!”

Le risposi io.

Non facemmo nemmeno in tempo a scambiare quattro chiacchere che arrivò il nostro pullman.
Salimmo ed Elena si sedette, come ogni mattina, accanto a Margherita, mentre io mi sedetti su un sedile vicino ad un finestrino.

Margherita è una mia grande amica: ci conosciamo da nove lunghi anni e in tutto questo tempo siamo sempre state molto amiche. Anche lei è nella stessa classe di Liceo mia e di Elena, ed anche con lei –come con El- i rapporti tra di noi si sono molto più fortificati rispetto allo scorso anno quando frequentavamo la stessa scuola, ma in sezioni differenti.

 Mi sedetti comoda sul mio sedile e mi misi le cuffie per ascoltare un po’ di musica; come prima canzone il mio iPod suonò “Give Me Love” di Ed Sheeran, un canta-autore Inglese di grande talento.

Ascoltando la canzone mi immersi nei miei pensieri e nei miei sogni ad occhi aperti. 

  
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