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Autore: gwineth    26/03/2013    0 recensioni
"Volava cambiare vita, era arrivata al punto di non riuscire più a giostrare, con la destrezza che negli anni l’aveva sempre contraddistinta, il delirio umano chiamato normalità."
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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La porta si chiuse alle sue spalle, ma l’odore di fumo che portava con sè non restò fuori dalla stanza, si spogliò della giacca buttò il cellulare
e chiavi sul letto e accese il computer.
X aveva fame, ma nulla che non potesse aspettare, una controllata ai Tumblr® di fiducia e un’occhiata alle news del giorno.
Priorità relative. Vitali per lei.

Rivedere Paul era stato produttivo, sesso occasionale per evitare patemi esistenziali sulle relazioni.
Quando si trattava di nudo e piacere lui sapeva il fatto suo. Tutto sempre rigorosamente con profilattico.
Il mondo era pieno di sfigati ninfomani che scopavano solo per versarsi sperma in ogni orifizio,
Dio sa solo se valeva la pena di farsi fottere a go-go da emeriti vogliosi non-stop.
Era stanca, il lavoro era al solito/stato snervante e i colleghi uomini: piccole pettegole in pantaloni.
Ma la gente – si chiese – i cazzi suoi non se li faceva mai?
Volava cambiare vita, era arrivata al punto di non riuscire più a giostrare, con la destrezza che negli anni l’aveva sempre contraddistinta,
il delirio umano chiamato normalità.
Volava una vacanza, meglio ancora volava fuggire. La Polinesia o la Patagonia sembravano ideali per ripristinare il suo ormai compromesso
equilibrio psico-fisico.
X andò in cucina, si preparò  semplicemente un piatto di pasta e bevve the freddo al limone.
Si chiese se fosse il caso di andare dal dottore erano circa  10 anni che non faceva un’analisi del sangue magari, anzi, quasi sicuramente
era anemica; tuttavia l’apatia perenne che percepiva da che avesse memoria poteva essere un sintomo da considerare dopotutto.

Non aspettava nessuno per la notte, quando il campanello suonò, uscì dalla cucina e sbirciando dallo spioncino vide Y, il vicino.
“Ciao” disse lei
“Ciao, ti ho vista arrivare. Volevo sapere se ti andava di cenare insieme e come sorpresa ti propongo Cloud Atlas©
“Ho già cenato, ma sono da te tra dieci minuti”
“Ok”
X optò per una doccia rigenerante con Midnight City degli M83 come colonna sonora, doveva ricordarsi di scaricare un loro album.
Un pensiero deprimente la pervase, il suo conto in banca non era troppo florido, doveva trovare un lavoro da fare per il week-end.
Ma non aveva mai il tempo. Si chiese perché non fosse nata in una di quelle famiglie benestanti e fosse una ragazza nevrotica
ricca viziata con il pallino della moda?  No.
Essere indipendenti nel 2013 volava dire riuscire ad avere un lavoro, una macchina e una casa, per essere quindi soggiogati
dalle imposte sul lavoro indipendente o autonomo, del prezzo del greggio al barile e dalle spese d’utenza.
Liberi, pensava tra sé e sé, di essere schiavizzati.
We are young, wild and free  - ‘sti cazzi!

Y l’aspettava seduto sul divano, aveva lasciato la porta aperta per lei.
“Vuoi?” le chiese
“Ovvio che si” rispose
Come si fa a rifiutare del gelato in pieno giugno? Limone e cioccolato – adorava Y per questo.
Si erano conosciuti appena lei si era trasferita lì.
Lei lo aveva aiutato ad uscire dalla sua depressione amorosa.
Lui ad essere più solare anche d’inverno.
Erano tutti e due un po’ asociali e andava benissimo così.
X non chiedeva chi era la bionda che ogni tanto incrociava in giro e Y, beh, non chiedeva e basta.
“Ne ho vista una oggi”
“Davvero, bella come sempre?”
“Sì”
“Possiamo acquistarla a rate? No, è una cagata” si ammonì da sola
“Già” rispose lui in tono sommesso.
Il solito discorso per rompere il ghiaccio, chi l’aveva vista e dove, ovviamente una Kawasaki Ninja, madre di ogni fantasia di entrambi.
C’è sempre un sottile fascino sensuale in una moto, senso di libertà o di perdita evasiva.
Per una ora e mezza guardò solo il film e poi scivolò nel sonno.
 
 
La stupidità umana è una piaga trasversale che esige un tributo di vittime troppo alto, l’impotenza e la lotta per esistere sono folli,
questo era ciò che X trincerava dietro il suo mutismo post-film.
“E’ agghiacciante” – commentò Y- “ti fa sentire così marginale e così libero allo stesso tempo.” “Ho voglia di…non so…fare qualcosa per tutti!!” drammatizzò lei.
“Ehi,” disse Y, avvicinandosi a lei e prendendole una mano, “E’ la tua vita”.
“Lo so”, sospirò “ora smammo da qui”.

Si alzò, si girò a guardarlo ma Y beffardamente l’apostrofò con un “Quando vuoi”. 

  
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