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Autore: Selenity    27/03/2013    0 recensioni
Una vacanza apparentemente noiosa che si rivelerà invece l'inizio di un'avventura in un mondo parallelo. Quttro ragazzi che scoprono di essere originari di un luogo molto lontano dalla terra. Un mondo da salvare, poteri da soprire, amuleti da trovare in un'avventura che cambierà per sempre le vite dei protagonisti.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivarono la sera tardi e faticarono non poco a montare le tende e a sistemare ognuno le proprie cose.
Tutto era iniziato un mese prima, quando la madre di Marta aveva ricevuto una mail in cui i suoi vecchi compagni di classe del liceo la invitavano insieme alla sua famiglia a trascorrere una settimana in un campeggio di montagna in memoria dei vecchi tempi. Nonostante tutte le proteste di Marta i suoi genitori non avevano sentito ragioni e quel giorno erano partiti di buon mattino in un pullmann nuovo fiammante noleggiato per l'occasione dagli ex-liceali. Ognuno aveva portato la sua famigliola, di modo chè c'erano tutti figli degli amici di suoa madre.
Quelli che conosceva già non stavano molto simpatici a Marta, se si esclude qualche eccezione: c'era Francesca, sua coetanea e figlia della migliore amica di sua madre, con la quale aveva dovuto passare tutte le feste e parte di tutte le vacanze estive dell sua vita (senza contare che erano sempre state compagne di classe su esplicita richiesta delle madri). Non che Marta non la trovasse simpatica, anzi, semplicente la trovava troppo superficiale e vanesia, una di quelle persone con cui non si riesce a parlare di qualcosa di diverso da lei stessa.
C'erano poi Federico, Luca e Olga, più piccoli di lei di un paio d'anni e la cui conoscenza si limitava alle rimpatriate dei festosi gitanti, Davide e Silvia, tra i quali Davide era sempre stato innamorato della ragazza senza mai riuscire a farsi avanti a causa dei millantati amori di Silvia, e Giorgio, di poco più grande di Marta, figlio dell'ex ragazzo di sua madre e con cui era in rapporti più amichevoli che con gli altri, sebbene comunque sporadici, tanto da uscire eccezionalmente con lo stesso gruppo di amici.
Gli altri ragazzi erano troppo piccoli perchè lei li conoscesse oltre l'averli sentiti nominare.
C'erano anche un paio dei vecchi professori liceali, i pochi che avevano accettato di partecipare a una settimana di escursioni: il preferito di Marta era senza dubbio l'ex insegnante di latino, storia e letteratura, un signore appena andato in pensione che si era presentato ai giovani come: "Solo Marco per voi e datemi pure del tu, odio sentirmi vecchio".
La gita era iniziata sotto i migliori auspici: il cielo era coperto da nuvole bianche che tuttavia non minacciavano pioggia e che evitavano ai raggi scottanti del sole di raggiungerli senza tuttavia bloccarne la luce, la temperatura era mitigata da un fresco venticello e l'autista dell'autobus aveva una raccolta di tutti i grandi successi musicali degli anni '80 (particolare che aveva reso entusiasti i genitori).
Dopo aver montato le tende ed aver trascorso la serata nella grande tenda adibita a cucina e sala da pranzo, la sola che avesse una stufetta, decisero di dedicare la giornata successiva a una prima escursione ignorando il poco velato scontento di Francesca, Olga, Silvia e Luca, ma il mattino dopo scese una velata pioggia, cosicchè si decise di rimandare tutto al giorno dopo. Quando poche ore smise di piovere e il terreno fu praticabile gli intrapendenti padri decisero di far vedere ai propri figli che erano ancora in gran forma e organizzarono seduta stante una partita di calcio, a cui presero parte anche il professore Marco, i ragazzi e Marta, nonostante sua madre le avesse chiesto espressamente di dedicarsi a passatempi più signorili. Stava vincendo la squadra avversa a Marta quando d'un tratto Davide calciò lontano il pallone, che rotolò verso valle seguendo il ripido pendio che circondava un lato del campeggio.
"Vado io!" urlò Marta. Discese per una decina di metri aprendosi un varco tra rovi e sterpaglie e sparendo alla vista tra gli alberi. Fu raggiunta poco dopo da Davide, Giorgio e l'intrepido professore Marco:
"Ti serve aiuto? é da dieci minuti che non risali!" chiese gentilmente Giorgio.
"Oh, no! Grazie! é solo che non riesco a trovare la palla! Eppure non può essere andata tanto lontana, deve essere qui vicina!" rispose la giovane.
"Allora è meglio dividersi e cercarlo!" esclamò Marco " Tu, Giorgio, vieni con me e voi due cercatre insieme. Fate attenzione, qui il terreno è molto scivoloso!"
Giorgio lanciò un'occhiata ai due e poi si allontanò al seguito del professore, che avanzava con insolita agilità per un uomo della sua età, mentre Marta e Davide si diressero dalla parte opposta.
"MA dove diavolo hai lanciato qesto pallone Davide!" esclamò ridendo la ragazza a un tratto, non sapendo più dove cercare.
"Ehi non è colpa mi, è rotolato!" si difese l'altro, prendendola quasi come un'offesa.
"Va bhe, non importa!" lo calmò Marta "Ora vediamo di trovarlo... siamo scesi tantissimo, il campo non si vede ne si sente più!"
"Cerchiamo, avanti!"
All'improvviso la ragazza scorse una macchia bianca sulla cima di un pino: "Eccolo! Si è bloccato in cima a quell'albero!"
"E come facciamo a tirarlo giù? é troppo in alto perchè lo si possa colpire con qualcosa!"
"Mi sa tanto che dovremo arrampicarci!"
"Io non vado di sicuro! Soffro di vertigini e non riuscirei a salire! Sarà meglio chiamare gli altri, forse con una scala...!
"Ma stai scherzando? Come farai a mettere una scala su qesto terreno? é in pendenza e scivolosissimo, non reggerebbe mai! Vado io, tuaspettami qua!" Prima che Davide potesse replicare Marta aveva spiccato un salto, si era aggrappata a un ramo e si stava arrampicando.
"Marta! Mi raccomando, non correre rischi inutili!" le gridò oil compagno "Piuttosto torna giù!"
"Sì Davide, non preoccuparti!" gli urlò di rimando la ragazza, allontanandosi sempre di più dal suolo. Giunse finalmente in cima. Da lì scorgeva tutto il fianco del monte, ma non il campeggio. Scorse due figure colorate nel bosco che si estendeva ai suoi piedi: erano Marco e Giorgio che ancora si affannavanoa cercare il pallone. Marta lo agguantò con entrambe le mani e tenendosi stretta con le gambe a cavalcioni su un ramo si sbracciò urlando: "Ehi! Voi! Lo abbiamo trovato! Ce l'ho io! Ehi!"
I due ci misero un pò di tempo a capire da dove proveniva la voce, ma non appena la scorsero in cima all'albero si misero a gridare:"Scendi Marta! é pericoloso!"
"Non sei un pò grande per arrampicarti sugli alberi? Hai vent'ani, non dieci! Scendi!"
"Tranquilli! Non c'è alcun pericolo! Raggiungeteci!" rispose loro la ragazza, sparendo poi tra il folto delgi alberi.
In pochi attimi Marta fu sana e salva accanto a Davide, con il pallone tra le mani.
"Brava! non ti sei fatta nulla vero?"
"No figurati!"
"Bene! Allora andiamo! Ci staranno aspettando, è quasi ora di pranzo!"
"No aspetta! Quando ero lassù ho visto Marco e Giorgio in basso e gli ho gridato di raggiungerci qui! Aspettiamoli!""
"D'accordo, ma se non si sbriganoli aspetti tu e io salgoi al campeggio, credo sia davvero ora di pranzo!"
"Mi lasceresti qui da sola? Che cavaliere galante che sei!" lo rimproverò ridendo Marta. Davide stava per rispondere quando la terra tremò sotto i loro piedi e con un boato il suolo franò, travolgendo in una corsa senza freni i due giovani, che poco lontano scorsero Giorgio e il professore, anch'essi travotli.
"Mrta! Dammi la mano!" le urlò Davide al di sopra del frastuono.
"Ci provo! Ma sei troppo lontanno!"
"Proviamo ad avvicinarci!"
I ragazzi riuscirono ad afferrarsi nuotando attraverso il terriccio e si strinsero il più possibile, senza aver speranza di frenare la forza della terra franante.
"Oh mamma! Che cos'è quello?!" urlò spaventata Marta. Davide non rispose, allibito: innanzi a loro si apriva una voragine oscura che inghiottiva terra e che presto avrebbe accolto anche loro.
I due ragazzi si strinsero più forte l'uno all'altra, spaventati, certi di essere alla fine dei loro giorni. Poi tutto fu buio.
  
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