Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |      
Autore: Nabi_Kim    14/10/2007    4 recensioni
Un caso raccapricciante quello dei Brief. Bra, sotto accusa per l’assassinio di Vegeta, continua a sostenere di non ricordarsi nulla e di non trovarsi nella vita reale, che lei descrive essere molto diversa. Sfere del drago, sayan, Capsule Corporation sono le parole che continua a ripetere. Viene perciò affidata nelle mani di Goten, psichiatra che cercherà di scavare a fondo nella ragazza.
Genere: Romantico, Triste, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bra, Goten
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il caso Brief

Certezze cadute

Il risveglio

Si ritrovò in una camera debolmente illuminata, priva di qualsiasi finestra. I ricordi aleggiavano nella sua mente confusa, ma erano impossibili da decifrare. Non sapeva come era finita lì, ne tanto meno il perché.

Si guardò intorno, e notò davanti a se un banco, privo di oggetti. Si trovava seduta su una sedia ripiegabile, che vibrava leggermente sotto il suo peso. Le sue mani erano legate da un paio di manette metalliche che le irritavano i polsi. La ragazza sollevò lo sguardo, per guardare una porta davanti a se. Uno specchio troneggiava al suo fianco. Si alzò, e si trovò traballante ritta sulle proprie gambe. Fece qualche passo verso la porta, con l’intenzione di uscirne. Non le piaceva quel posto, voleva tornare dalla sua famiglia, dai suoi amici. Quella piccola stanzina le metteva inquietudine.

Sfiorò con una mano la maniglia ghiacciata, e poi la afferrò saldamente per aprirla. Ma un ticchettio leggero le fece capire che era chiusa.

Ritornò al posto, delusa dalla scoperta appena fatta. Sembrava che le ombre, lì dentro, iniziassero a muoversi per conto proprio. Scosse la testa: la paura le faceva brutti scherzi.

Sentì il rumore della serratura, e si voltò verso la porta, speranzosa. Un fremito di terrore le attraversò la schiena, ma appena capì chi era non riuscì a reprimere un gemito di sollievo.

- Trunks! – esclamò, sull’orlo delle lacrime.

Lui non aveva un espressione felice, anzi. La guardava cupo, con la fronte aggrottata e il viso attraversato da tristezza e rabbia.

- Bra. – disse il ragazzo con tono formale, per salutarla.

Lei gli corse incontro, circondandolo con le braccia. Iniziò a piangere.

- Oh, Trunks! – mormorò. – Cosa sta succedendo? Perché siamo qui? Ho paura! -

Lui la scansò bruscamente, e la guardò serio in viso.

Senza proferire parola, portò le mani alle manette, e con una chiave le sfilò dalle mani di Bra. Poi sollevò nuovamente lo sguardo, incrociando quello spaventato della ragazza.

- Andrà tutto bene. – sussurrò, cercando di alleviare di almeno un soffio la sua ansia.

Lei non capì a cosa facesse riferimento, ma qualcosa la distrò. La porta si era aperta di nuovo.

Un ragazzo vestito elegantemente con in mano una cartella si chiuse l’uscio alle spalle, senza sollevare gli occhi da terra. Ma quando la sua occhiata incontrò quella di Bra, lei ebbe un attimo di debolezza.

- Goten! – sibilò, flebile.

Poi si allontanò da Trunks, e fece per correre tra le sue braccia. Ma appena fatto un passo, la mano del fratello la fermò. Lei si girò verso lui, confusa.

- Cosa diavolo stai facendo? – le chiese, e nei suoi occhi Bra scorse l’affetto fraterno che lui provava per lei, quello che finora non si era ancora visto.

Bra cercò di svincolarsi, poi lo guardò risentita.

- Mollami, mi stai facendo male! – gli urlò.

Lui la attirò nuovamente a se, e riprese l’espressione rigida di pochi attimi prima.

- Non ti conviene fare mosse azzardate, ti stanno osservando. – le mormorò. Lei sbarrò gli occhi, non capendo nulla, e si voltò verso Goten. Questo le sorrise, intimando a Trunks di uscire dalla stanza.

- Vedo che ti ricordi di me! – ammiccò, con espressione gioviale.

- Ovvio! – disse, guardandolo più confusa di prima.

Trunks uscì, e lei poté avvicinarsi indisturbata. Gli arrivò a pochi centimetri di distanza, e lo guardò stranita.

- Accomodati! – sorrise lui. Lei annuì, e si sedette nella sedia che pochi attimi prima l’aveva accolta.

Lui le si posizionò davanti, e la guardò mascherando un espressione serena con un’altra più seria.

- Raccontami quello che è successo. – la intimò, candido.

Lei annuì, contenta di poterne finalmente parlare con qualcuno.

- Mi sono trovata in questa stanza all’improvviso. – esordì. – Non so come sono arrivata qui. – sibilò, mentre i tremori iniziavano a prendere possesso del suo corpo. Lui aggrottò la fronte, interessato.

- E cosa ti ricordi di… prima dell’arrivo in questa stanza? – sussurrò, iniziando a scrivere qualcosa su un taccuino.

- Ero a fare shopping con la mamma. – disse. – Mio padre ci aveva appena chiamate per chiederci dove fossimo. – ricordò.

Goten spalancò gli occhi per un breve attimo. Poi fece un’altra domanda.

- Tuo padre? Raccontami di lui… Cosa ricordi? -

Lei lo squadrò, sollevando un sopracciglio.

- Come sarebbe a dire? Non te lo ricordi? Eppure lo vedi ogni giorno… - gli disse.

Lui stette zitto un attimo; mai era stato così interessato al suo lavoro.

- In che senso… lo vedo ogni giorno? – chiese, avvicinandosi di più alla ragazza. Lei sbuffò, come se la risposta fosse ovvia.

- Quando vieni a prendermi, lui è sempre là. – disse.

- Ti vengo a prendere? – continuò a chiedere, sempre più curioso. La pazienza di Bra si azzerò.

- Stiamo insieme da tre anni e non ti sei mai accorto di mio padre? – sbottò, infuriandosi.

Il silenzio che seguì fu lungo. Molto lungo.

Goten si strofinò la fronte con espressione rassegnata. Poi la guardò, serio. La nota allegra del suo viso era completamente scomparsa.

- Bra: io e te non stiamo insieme. – le disse, cercando di essere il più gentile possibile.

Lei per un attimo rimase immobile, come se non credesse alle parole di lui. Ma dopo aver notato la sua espressione convinta si alzò, scaraventando la sedia sul pavimento.

- Mi stai lasciando?? – gli urlò, iniziando a piangere a dirotto. Lui sembrò indeciso sul da farsi, poi si alzò e le andò incontro. La prese per le spalle, e la guardò in viso.

- Non siamo mai stati insieme. – le disse, e lei fu scossa da ulteriori singhiozzi.

- Ma che diavolo dici?? – gli gridò, più sconvolta di prima. Poi lo guardò arrabbiata e delusa, mentre le lacrime continuavano a scendere. – Mio padre diceva che non dovevo stare insieme a te! Avrei dovuto dargli retta! – gridò.

Lui rimase spiazzato dalla sua frase.

- Tu odi tuo padre! – le disse, perentorio. – Non credo gli avresti mai dato retta! -

Lei si scosse, cercando di liberarsi dalla presa salda del ragazzo.

- Io amo mio padre! E’ la persona che amo di più!! – urlò, ma lui la bloccò, stringendo i denti.

- Bra – le disse. – Tu hai ucciso tuo padre! -

 

 

Nabi: Questa fic è stata una mia idea!!!^^ Mi è venuta l’ispirazione guardando il tg!

Kim: Ma io ho dato il tocco magico!^^

Nabi: E io l’ho sfruttato scrivendo questo capitolo!^^

Nabi_Kim: Questa è il nostro primo giallo! Ma la storia non si baserà sul caso, e ben presto lo scoprirete!!^^

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Nabi_Kim