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Autore: H15    27/03/2013    0 recensioni
"Ehi..ma quello è Harry Styles!"
"Chi è quella ragazza?"
"Vorrei tanto essere al suo posto!"
"Credete che mi farà un autografo se glielo chiedo?"
"Io vorrei tanto scattargli una foto!"
"Chissà se è la sua nuova fidanzata..."
"Non può essere!"
"Giuro che se lo tocca la strozzo!"
"Mah...da Hazza mi aspettavo di meglio!"
"Si, è vero! Non è poi così carina!"
Non ce la facevo più, chi era quella gente per criticarmi così spudoratamente?
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una calda giornata d’agosto, quando la mia vicina (Siria) entrò di corsa in camera mia con quattro biglietti.
Aspettate, prima della storia, devo raccontarvi di me.

Mi chiamo Serena, ma gli amici mi chiamano Ser, ho quindici anni, occhi nocciola, naso a patata, capelli biondi e un grande spirito di solidarietà!
La mia vicina, Siria appunto, è come una sorella per me; siamo cresciute insieme, lei ha un anno meno di me.
E che dire le voglio un gran bene, farei qualsiasi cosa per lei, qualsiasi.
Quindi, tornando alla storia...
Era una calda giornata d’agosto, quando Siria irruppe rumorosamente nella mia stanza con quattro biglietti in mano e un’isteria alle stelle.
Probabilmente fu mia madre a farla entrare in casa, visto che sa bene che siamo molto amiche .
Io ero sdraiata a pancia sotto sul mio meraviglioso lettino, quando una pazza ruppe il silenzio che fino ad allora regnava sovrano.
"Ser! Riesci a crederci? Andremo ad un concerto dei One Direction!!" disse entusiasta.
"Andremo?" chiesi io inarcando un sopracciglio.
"Si andremo! Ti prego, ti prego! So che non ti piacciono, ma so anche quanto mi vuoi bene, per questo ho scelto te come accompagnatrice!"
"Oh ! Perfetto, adesso ho delle colpe sul voler bene alle persone!" pensai.
"Eh, dai Ser! Sai tutto su di loro!" ricominciò Siria quasi urlando.
"Si, certo che so tutto! Me lo hai fatto imparare tu! Non è che non mi piacciono quei cinque ragazzini, sei arrivata a farmeli odiare!" dissi io in tono pacato.
"Ma dai! Non fare la guasta feste!" e mentre lo diceva si mise a farmi gli occhioni da cucciolo.
"Nooooooooooooo! Gli occhioni a cucciolo non valgono, sono sleali! Noooooo..okay, ti accompagno io!" dissi arrendendomi alla potenza dei suoi grandi occhi verdi che sprizzavano felicità.
"Sei la migliore! Sapevo che non mi avresti detto no!" disse lei entusiasta.
"Eh grazie, dopo aver barato!"dissi io mettendomi a ridere.
La mia risata venne accompagnata dalla sua, dopotutto, quei cinque ragazzi mi erano un pò entrati nel cuore, e anche se li avessi odiati come avrei potuto dire no a Siria, ci teneva decisamente troppo.
"Andremo anche nel backstage" continuò lei tra una risata e l’altra.
"E cioè?" chiesi io, mentre iniziavo a farle il solletico.
"Li conosceremo, ci scatteremo delle foto insieme e ci faranno l’autografo! Non vedo l’ora di vedere Louis! Cosa posso indossare per quel giorno?"
"Okay, aspetta chi era Louis? Il carotaio?" chiesi io a presa di culo.
Lei annuì un pò offesa.
"E dai! Dopotutto, è lui che ti ha insegnato a mangiare la verdura! Soprattutto le carote!" dissi morendo dal ridere.
Scoppiò a ridere ancora più forte mentre si lasciava cadere sul letto.
Tutta quell’euforia l’aveva messa al tappeto. Non ce la faceva più povera piccola.
"Ehm, quando c’è questo concerto?" chiesi ormai completamente calma e sicura di me.
"Il prossimo mercoledì, ma tranquilla, mio padre ha già prenotato tutto, lui verrà con noi fino a Firenze, poi dovremmo cavarcela da sole." disse abbassano il tono di voce.
"Okay, Firenze non è poi così lontano da qui, ce la caveremo alla grande!" dissi entusiasta "quando partiamo?"
"Lunedì" rispose Siria con tono fermo "non so ancora come mio padre sia riuscito a procurarsi quei biglietti."
"Su internet? Tu che dici cogliona?" dissi ricominciando a ridere insieme a lei come due perfette sorelle.
"Si, probabile" disse ridendo con me "ma mi dici una cosa?"
"Quello che vuoi piccola.."risposi dolcemente.
"In tutto questo tempo, nel quale ti ho ossessionato con ‘sti tipi, ti sarà entrato in testa almeno uno? Dai Ser a me puoi dirlo...non lo racconto a nessuno, promesso!" disse quasi supplicandomi.
"Zucchero, se mi fosse entrato in testa uno di ‘sti tipi, non credi che sarei contaminata? C’è quella cosa della Direction Infection."
"Te la sei ricordata!" disse quasi orgogliosa di avermelo fatto entrare in testa.
"Certo, io non dimentico mai ciò che mi dici." dissi con tono materno.
Dopotutto per Siria, ero più madre che sorella, visto che la sua vera madre aveva divorziato da suo padre  quando la bimba aveva appena un anno, abbandonandola all’ex-marito.
Quindi, per Siria, cresciuta senza madre, io ero considerata come l’unica scappatoia per avere una figura materna anche se di pochi anni maggiore.

"E dai, che uno di loro ti piace! Hai a completa disposizione quattro ragazzi super bellissimi!"
"Scusa ma non erano cinque?" chiesi già sapendo la risposta.
"Louis è mio! Non si tocca!" disse infuriata, peggio di un toro.
"Lo so, lo so! Volevo solo vedere la tua reazione!" dissi facendo un risolino.
"Ah!" fece una smorfia "molto divertente!" disse rimanendo seria.
"Chi ha detto che doveva essere divertente per te? Io mi sto sbellicando!" dissi ridendo a crepapelle.
"Ci stai girando intorno!" ricominciò Siria.
"A cosa sto girando intorno? Io sono ferma, tesoro!"
"Alla mia domanda cretina! Chi ti piace tra quei quattro?" mi chiese.
"Ma non saprei, esco con ragazzi meno popolari di solito..." dissi in tono da diva.
Siria si mise a ridere e io con lei. Adoravo la sua risata. Era ciò che di più bello vi era al mondo.
Sarei morta pur di vederla sorridere, anche solo un istante prima di morire.
Mi importava solo di lei al mondo. Non avevo amiche, cioè le avevo, non ero un’emarginata sociale, ma preferivo stare per le mie, anche se dentro nascondevo un grande senso di solidarietà e altruismo.
Ma fa niente, quelle mie ‘amiche’ (si, le metto tra virgolette perché non sono degne d’esser chiamate tali) erano vere arpie.

Durante le mie riflessioni, io e Siria continuammo a ridere e non ci accorgemmo che era già l’ora di cena.
Mia madre ci chiamò a gran voce dalla cucina:
"Siria, Serena! Giù per la cena! Muovetevi!"
Siria come tutte le sere cenava con noi (che meraviglia), praticamente era di famiglia.
Suo padre lavorava sempre fino a tardi e faceva mille sacrifici pur di accontentare la figlia, Siria capiva questo perciò non gli chiedeva mai nulla, i biglietti li aveva comprati lui di sua spontanea volontà.
Il giorno seguente lo passammo a preparare le valige.
Già di mattina Siria aveva cominciato a dirmi tutti i particolari più minunziosi della vita di quei cinque ragazzi.
Aveva anche detto che mi riteneva la ragazza ideale per Harry, l’inglese dai ricci sexi.
"Bha" sbuffai tra me e me.
Io l’avevo guardata male, ma lei (fregandosene) aveva continuato a fantasticare.
Diceva che io ero esattamente il tipo di ragazza che desiderava lui, a parte per l’aspetto: a lui piacciono le more, ed io ero bionda, a quanto diceva Siria era quel piccolo particolare a fregarmi.
Infatti, (per ciò che mi raccontava Siria) lui aveva paura dei serpenti e adorava i gatti proprio come me.
Voleva prendersi cura di qualcuno, ma gli piacevano le ragazze indipendenti, ed io ero così.
Sono indipendente, ma a volte ho proprio bisogno di qualcuno che si prenda cura di me.
"Siete un pò anime gemelle, come si dice..." mi disse Siria convinta.
"Io con quel riccetto? Non credo proprio!" esclamai indicando il suo poster.
Ma Siria era convinta della sua affermazione e non esitò a ribattere più e più volte: quella ragazza se voleva sapeva essere davvero testarda.
Nei giorni a seguire non aveva fatto altro che insistere sull’argomento anima gemella, così lo chiamava
lei. Era un continuo dire che io e questo Styles eravamo fatti l’uno per l’altra: roba da pazzi.
Io ormai non le davo più ascolto, non poteva essere una ragazzina a creare il mio futuro.
Se il destino avesse voluto così allora avrebbe colpito al concerto, ma visto che non ci speravo proprio decisi di fregarmene delle sue ‘teorie’.
I giorni passavano, e il lunedì arrivò.
"Ser alzati! Dobbiamo andare!"
Era la voce agitata di Siria quella che mi stava energicamente svegliando.
"Ma che ore sono?" chiesi frastornata.
"Le sette e mezzo!" rispose Siria calma, per la prima volta in quella mattinata.
"Cosa? Ma lo sai che io mi sveglio alle undici?!" esclamai.
"Si, lo so! Ma voglio arrivare presto in albergo!" mi urlò lei.
"Calma, calma.. ce la faremo, e poi c’è sempre il prossimo anno!"dissi ridendo.
Siria mi diede una pacca sulla spalla incitandomi a cambiarmi.
In mezzora ero riuscita a prepararmi, quindi salimmo in macchina: rotta Firenze, obbiettivi vedere i One Direction in concerto e nel backstage.
Il lunedì trascorse in fretta tra il traffico dell’autostrada; sembrava che tutti dovessero andare a Firenze per vedere il concerto dei One Direction.
Giungemmo in hotel sfinite, salutammo e ringraziammo il padre di Siria e ci appropriammo di una delle migliori camere del hotel.
Così ci buttammo nel letto e senza accorgercene ci addormentammo senza nemmeno aver cenato.
Nel caldo martedì, io e Siria, visitammo la città (dopo aver fatto un'abbondante colazione che serviva a farci recuperare le forze a causa del digiuno precedente) e facemmo un po’ di compere, non si è mai troppo forniti.
Tra un negozio e l’altro (compreso il Mc donald, dove pranzammo) la mattinata e il pomeriggio passarono velocemente.
E quando tornammo in albergo appoggiammo le buste, doccia veloce, cena e a nanna.
Giunse il mercoledì mattina, che fu più infernale del lunedì.
Siria ebbe il coraggio di svegliarmi alle sei e mezzo.
Appena sveglia la rincorsi per tutta la stanza dell’albergo, infischiandomene del casino che stavo facendo.
Poi scoppiammo in una fragorosa risata, accompagnata da solletico a vicenda.
"Ser, scusami, ti ho svegliato a quest’ora, volevo che mi aiutassi a scegliere come vestirmi." disse facendo gli occhioni da cucciolo.
"Non ci sono problemi piccola." le risposi io sorridendo.
In effetti, la prova costume (cioè abito!) fu abbastanza lunga, sia per me che per lei.
Io non ci tenevo così tanto; avrei preferito indossare la prima cosa che mi fosse capitata tra le mani, ma Siria aveva deciso diversamente.
Insisté per frugare nella mia valigia, cosa che fece ancor prima che le dessi il mio consenso: voleva trovarmi un abito adatto per l’occasione. Ma dove stavamo andando? Ad un ballo di gala?
Mi porse un paio di jeans scuri attillati stupendi e una maglietta bianca (di quelle con una spallina cadente) nella quale compariva una scritta THE REFLEX IS ON CHANGE (io non sono da cambiare), il tutto accompagnato dalle mie bellissime converse con la bandiera anglosassone.
Anche lei era stupenda, aveva un abito estivo floreale che si abbinava ai suoi occhi.
Venne il turno del trucco. Siria si mise all’opera e quando mi guardai allo specchio rimasi a bocca aperta: ero ancora io, era ancora la mia faccia, il trucco non era eccessivo, ma messo come aveva fatto lei sembravo una dea. Il mio tesoro si mise appena un filo d’ombretto e un pò di matita, non le era mai piaciuto truccarsi, preferiva truccare gli altri.
A quel punto guardammo l’orologio.
Erano già le due.




Ehila pipol,
eccoci qua con il primo capitolo di Maybe was it a nightmare?.
Spero che almeno per adesso vi sia piaciuto, ho provato a postare questa ff che non avevo concluso e vorrei davvero finirla, magari in vostra compagnia, che ne dite?
Fatemi sapere, perché visto che siete arrivati fin qui cosa vi costa scrivere una piccola recensione?
Nulla e facendolo acquistate anche punti, perciò saremo tutti felici se lo faremo.

In questo primo capitolo vediamo la protagonista, Serena Taylor, alle prese con Siria e la sua "ossessione".
Quindi la nostra cara babysitter dovrà accontentare la sua piccola e andare al concerto, ma questo concerto sarà davvero il più normale di tutti?
Lo vedremo, anzi, spero che lo vedrete voi.

Vi ripeto ancora di farmi sapere, accetto anche le critiche(: x
  
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