*Driiiiiiiin ….. Driiiiiiiin*

“Aww… che sonno!”

“Svegliati amore o farai tardi a scuola! E’ il primo giorno e non puoi perdere l’autobus!”

Wow, le vacanze erano passate in un soffio ed ora si ricominciava la solita routine. Mi alzai dal letto con gli occhi ancora mezzi chiusi, andai in bagno, accesi la luce e mi guardai allo specchio: “Ahh!” Presi uno spavento. Avevo tutti i capelli per aria: sembravo un clown. Mia madre, sentendomi urlare arrivò subito lì, vicino a me e  chiese:

“Giulia, va tutto bene?”

“Si mamma, è tutto apposto.” Risposi per rassicurarla.

“Ok, ma non farmi più prendere un infarto, altrimenti non finisco più la valigia!”

Mia madre e mio padre dovevano partire per l’Australia ed andare a trovare dei nostri parenti. Erano molto agitati e li vedevo passare da una stanza all’altra con un sacco di vestiti in mano. Mi veniva il mal di testa a guardarli, così non ci pensai, mi sciacquai il viso, mi lavai i denti e andai in cucina per una tazza di thè. “Tesoro, dove sono le mie cravatte?” “ Sono sul cassetto a destra e i tuoi calzini su quello in basso! Veloce altrimenti perdiamo l’aereo!" Io intanto li guardavo e mi chiedevo perché avessero tanta fretta dato che l’aereo partiva alle 13.04 ed erano solo le sette di mattina. Mah, pazienza, ormai lo so che sono strani i miei genitori.

Bevuto il thè, sono tornata in camera per vestirmi. La sera precedente mi ero preparata tutto il necessario per essere ‘al top’ il primo giorno, ma non mi piaceva più quel completo, quindi presi una semplice maglietta con stampe, un cardigan, dei jeans e le mie amate Vans. Ero pronta per andare a prendere l’autobus, dato che l’automobile serviva a i miei. Li salutai con un bacione poiché quel giorno quando sarei tornata a casa non li avrei più trovati lì, insieme a me.

Mi misi in cammino verso la fermata dell’autobus e per strada trovai la mia migliore amica: Beatrice.

“Ciao Giù! Da quanto tempo che non ci vediamo!” Disse lei vedendomi camminare.

“ Già, un’estate intera! Caspita, mi sei mancata molto! Com’è andata in Inghilterra?” Risposi con un grande sorriso sulle labbra.

“Benissimo, mi sono divertita un sacco!”

“Bene, sono contenta per te.”

“Tu, invece, come stai?” Chiese.

“Beh, insomma… si va avanti.”

“Giù, cosa succede? E’ successo qualcosa con Andrea?” Disse con fare interrogativo, mettendosi all’erta.

“S-Si… mi ha mollata.” Risposi, mentre i miei occhi cercavano di guardare altrove. Le mie scarpe, in quel momento, le trovai molto interessanti.

“Cosaaaaa?? Non può essere! Adesso quando arriviamo, vado nella sua classe e lo uccido!”

“ No, dai lascialo vivere almeno per il primo giorno di scuola.” Risposi scherzando.

“ Mmm… ok, ma domani lo ucciderò.”

“Ok.” Feci una leggera risatina. Beatrice sapeva sempre come mettermi di buon umore.

Arrivammo alla fermata del pullman appena in tempo per prenderlo. Per fortuna trovammo posto a sedere. Durante il tragitto io e Beatrice chiacchierammo un po’ sul suo viaggio in Inghilterra e di quanto eravamo eccitate a cominciare il primo giorno di scuola.

Arrivammo al capolinea degli autobus : la nostra fermata. Appena scesa dal bus mi guardai intorno… quanti ricordi! C’erano ancora tutte le scritte sui pali della luce fatte me ed Andrea, con tutti i cuori…BASTA! Non devo piangere! Non posso entrare a scuola con gli occhi tutti rossi. Non devo più pensare a tutto quel male che mi aveva provocato quel ragazzo.

Mi girai dall’altra parte per non pensarci avviandomi verso l’istituto e tutt’ad un tratto incrociai lo sguardo di un ragazzo che mi stava fissando. Il suo sguardo si spostò sul mio, facendomi provare un brivido sulla spina dorsale. Cosa mi succedeva? Quel ragazzo riccio non smetteva di squadrarmi dalla testa ai piedi.

“Wow!” Dissi silenziosamente.

“Giù, perché hai detto ‘wow’?” mi chiese Beatrice.

“Bea, guarda vicino al marciapiede… c’è un ragazzo ricciolino che ci sta osservando e… beh insomma lo vedi anche tu che è molto carino.”

E lei, grazie alla sua sfacciataggine ed alla sua spontaneità, mi prese per il braccio e mi portò vicino a lui dicendo:

“ Ciao! Io mi chiamo Beatrice e lei è Giulia, piacere di conoscerti.”

 L’avrei strozzata in quel momento. Perché le viene in mente di parlare con sconosciuti ? Io ero timida ed impacciata. Ma lei invece era contenta di aver attaccato bottone con il ragazzo dagli occhi color smeraldo.

“ Emm.. piacere! Io sono Harry.” Rispose subito lui.

“Harry?! Ma sei straniero?”

“ Si , vengo dall’Inghilterra ma ora sto qua in Italia. Non si sente l’accento diverso?” Rispose scherzando.

“ No, per nulla. Beh, sai, quest’estate sono stata in Inghilterra e…” Beatrice iniziò un discorso con Harry mentre insieme andavamo verso scuola. Ma notai una cosa: Harry mi fissava sempre negli occhi ed io invece, timida com’ero, continuavo a distogliere lo sguardo. Le sue grandi iridi verdi erano stupende.
Ad un tratto lui iniziò a parlare con me:

“Giulia, tu invece quanti anni hai?”

“Diciotto, tu?” Risposi guardando verso il basso, cercando di non incrociare il suo bellissimo sguardo, altrimenti sarei diventata subito rossa in viso dalla timidezza.

“Anche io! Che bella coincidenza.” Rispose lui con un sorrisetto sulla bocca.

Notai con sorpresa che aveva un bellissimo sorriso ed a completare il quadro, aveva le fossette, per le quali io ho sempre avuto un debole.

“Già!”

Beatrice intanto era avanti a noi perché aveva intravisto delle sue compagne di classe ed era andata a salutarle, quindi io ed Harry siamo rimasti da soli a camminare verso la scuola.

“ Giulia, scusa se prima ti stavo guardando ma sinceramente…
*si abbassa verso il mio orecchio e parla sotto voce*
… sei bellissima.”

Non mi aspettavo quelle dolci parole. Lo guardai negli occhi e diventai rossa come un pomodoro alla vista delle sue bellissime fossette che corniciavano il suo sorriso.

“Grazie.” Risposi semplicemente così. Non ci tenevo a fare una brutta figura, in quel momento, incartandomi con le mie stesse parole.

“Dico solo la verità…
* mi bacia sulla guancia*
…bene Giulia, spero di rincontrarci presto! Ciao!”

Io non riuscivo nemmeno a tirare fuori un fiato, non sono riuscita nemmeno a dirgli CIAO mentre lui andava via. Mi aveva fatto sentire un angelo quel bacio sulla guancia. Mi venivano in mente molti ricordi e sensazioni che da molto non provavo. Lo vidi camminare velocemente verso i cancelli appena aperti dell’edificio. I suoi ricci si muovevano a ritmo della sua camminata. Non si voltò indietro. Vidi le sue Converse bianche svanire in mezzo al gregge di persone che si dirigevano verso la scuola.
 
               

L'angolo dell'autrice:
Ciao a tutti! Questa è la prima fanfiction che scrivo. 
Questo primo capitolo è solo un piccolo assaggio. La vera storia inizia DAL TERZO. Quindi continuate a leggerla e se vi piace, fatemelo sapere tramite recensioni! 
Grazie mille a Wonderland13 ed a SummerFriend che hanno già fatto le loro recensioni. Sono contentissima che vi piaccia! (:
Ringrazio moltissimo Sara_Scrive per l'immagine <3

Baci da Youhavemyheart. xx