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Autore: Shanimalrules    27/03/2013    4 recensioni
I sentimenti non sono usa e getta.
Non sono a comando.
Non si può spingere il tasto erase e farli magicamente scomparire, o spingere play e farli magicamente tornare più forti e intensi di prima.
Sono lì, nel tuo cuore e nella tua testa. Sempre.
E neanche Matthew avrebbe potuto farlo, quindi.
Bell/Dom [sequel di Escape]
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Dominic Howard, Matthew Bellamy, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I want the peace and joy in your mind'
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Lo so sono imperdonabile, scusate tanto...vi ho fatto aspettare quasi un mese per questo sequel ç_ç A mia discolpa posso dire che ho avuto problemi con word ed è venuta pure a mancare l'ispirazione (bastarda) D:

Anyway...2194 parole che non portano a nulla. Non vi aspettate questo granchè, so di aver fatto un'enorme schifezza >.<
Ergo, accetterò le vostre critiche più che volentieri e più che umilmente D:
Have a nice (?) reading

 







Falling away…with him.

 
 
Dominic Howard era seduto su letto con le gambe al petto. Non aveva chiuso occhio tutta la notte…e mica solo l’ultima.
Al suo fianco dormiva Jenny.
Una vecchia compagna di classe.
Una vecchia amica
Una vecchia fiamma.
Si erano incontrati così, per caso, e si erano riconosciuti. Lei era molto interessata alla sua vita da rockstar. Gli domandò di tutta la gavetta, tutti i posti che avevano girato e si meravigliò quando Dom per scherzo, ma con orgoglio, le aveva risposto che in realtà mancava solo luna e poi erano davvero stati ovunque. Jenny disse che l’aveva sempre saputo che sarebbero diventati una grande band e lui rise dentro di sé quando ripensò al momento in cui si erano lasciati e lei gli aveva urlato contro ‘tanto fate schifo, non vi si inculerà nessuno!’
Buffo, davvero.
Erano usciti solo un paio di giorni, poi le loro intere giornate le passavano al letto. Non era niente di serio, giusto così per divertimento e in memoria dei vecchi tempi.
Jenny era la sua ultima distrazione.
Aveva provato i night club, era tornato a casa per far visita alla sua mamma rimasta da sola e provato a sparire dal mondo spegnendo il cellulare. Ma niente di tutto questo aveva funzionato.
Non voleva pensare, tutto il contrario semmai. Solo spingere il tasto reset e ripartire dall’inizio. Ma non si poteva.
Erano due mesi che non parlava con Matt; dopo aver finito il tour ognuno era andato per la sua strada e non si erano più tenuti in contatto. Chris ogni tanto lo chiamava e gli chiedeva se avesse voglia di uscire a bere qualcosa (solo Dom ovviamente). Lui si accertava ogni volta se il suo compagno avesse invitato anche Matt, a tal punto che, una volta il povero bassista, all’oscuro di tutto, aveva ironizzato.
‘Mica vi sarete innamorati?’ gli aveva chiesto. Dom scoppiò in una risata convulsa e bofonchiò qualcosa di non esattamente decifrabile.
Comunque, in conclusione, se Matt aveva già detto di sì lui non ci andava. Che pateticità.
E che codardia.
Continuava a fare la parte del vigliacco e, per quanto gli costasse ammetterlo, Matthew aveva tremendamente ragione: stava solo scappando.
Non voleva affrontarlo; si sentiva come un bambino che aveva paura di dire a sua madre che aveva preso la nota dalla maestra.
Se solo pensava a quante parole orribili gli aveva sbattuto in faccia quel giorno!
E i suoi occhi, oh Dio.
Ossessionato da quell’immagine di sé stesso mentre faceva a pezzi il cuore di Matt, all’improvviso fu assalito dalla nausea e sentì il bisogno di rinfrescarsi le idee, perciò si alzò dal letto e si diresse verso il bagno. Aprì il rubinetto dell’acqua e si sciacquò la faccia, provando un relativo sollievo. Rimase piegato in avanti con le mani ben saldate al lavandino e l’acqua che scorreva per dieci minuti buoni. Era come se non riuscisse a muoversi, si sentiva soffocare e aveva il fiato corto.
Troppi pesi sullo stomaco…e sul cuore.
Tornò nella stanza da letto e trovò Jenny seduta che guardava la tv. “Ehi Dom, i siete voi in tv! La miseria, Bellamy è cambiato un sacco dall’ultima volta! Dì un po’, è ancora strano come quando avevamo 17 anni? Me lo ricordo, era tutto brufoloso!” e ridacchiò.
Cazzo ridi? Non lo conosci nemmeno, non sai un cazzo di lui!
“Devi andartene.”
Senza mezzi termini. Adesso rido io della tua faccia.
Il volto di Jenny assunse diverse sfumature. Da rosso per la vergogna, a verde per il grande affronto di Dom (cacciarla? Che modi erano quelli?) a viola per la rabbia.
“Cos..?”
“Ho detto che devi prendere le tue cose e andartene.”
Non mi sembra un concetto così contorto.
La ragazza si rivestì in silenzio e uscì da casa Howard senza mormorare nulla.
Dominic si sentì sollevato, aveva bisogno di restare solo e pensare, perché era evidente che in quell’ultimo frangente di tempo non l’aveva fatto.
Neanche un po’.
Neanche per sbaglio.
Ma ora era arrivato il tempo di recuperare il tempo perso. E fanculo alle distrazioni!
Allungò un braccio verso il comodino ed estrasse una sigaretta dal pacchetto; era diventato peggio di una ciminiera praticamente. Chiuse gli occhi e inspirò intensamente…
 
 

“Allora: piede destro sul pedale della cassa e piede sinistro sul pedale del charleston. Ecco. Adesso prova a portare il tempo col charleston e dai un colpo di cassa sul due e sul quattro.”
Matt impugnò le drumsticks e cominciò a battere piano sul piatto.
Dominic rise della goffaggine del suo amico. “Ti ho detto mille volte che non si fa così! Prima di tutto non prendere la bacchetta dal centro, ma dall’inizio e secondo è la bacchetta destra che suona il charleston e non viceversa.”
Matthew si prese un po’ di tempo per elaborare bene nella sua mente ciò che gli aveva suggerito l’amico e poi procedette.
“E raddrizza quella schiena!”
Comunque, nonostante tutte quelle dritte fornitegli da Dominic, l’esito non sfiorava neanche lontanamente la sufficienza.
Dom scosse la testa rassegnato. “No, proprio non ci siamo.” Fece il giro e si andò a posizionare dietro Bellamy. Gli prese le mani e gliele sistemò in posizione corretta sulle bacchette.
“Ecco, prova così.” Ma non cambiò molto: era così scoordinato!
La batteria non faceva per lui.
“Beh come sono andato?”
Dom si grattò la nuca e sorrise goffamente, un po’ timido e timoroso di dargli un giudizio negativo. “Faccio davvero così schifo?” Si rabbuiò Matthew.
“Diciamo che…questo non è decisamente il tuo strumento.”
La sua impresa di insegnargli Muscle Museum era miseramente fallita. Eppure Matt si era impegnato, non poteva certo dire il contrario, ma non era stato sufficiente.
“Magari col tempo ci riuscirai!”
Sì, certo. Cercò di dargli speranza, non aveva mai il coraggio di buttarlo giù.  “Interrogazione! I tamburi della batteria sono…?’’ cercò di tergiversare.
“Allora…” si concentrò il cantante “Abbiamo la cassa, il charleston, il rullante, il tom, il timpano, il ride, lo splash e il china.” E per ogni nome indicava lo strumento corrispondente.
O, più correttamente, presunto strumento corrispondente.
“Bravo…non ne hai azzeccato neanche uno! Ci vuole del talento a sbagliare, amico mio!”
“Oppure è il maestro ad avere talento a non saper insegnare…!”
“Non si tratta di insegnare, ma di studio! Se mi sbagli l’ABC come pretendi di imparare una canzone intera? Con tutto l’affetto, ma sei davvero una causa persa!” lo prese in giro Dom.
“Sta’ zitto, non sono nessuna causa persa!’’ fece di rimando Matt. “E non mi arrendo, ma se tu non vuoi aiutarmi sarà meglio che chieda a qualcun altro.’’ Al che Dominic, che davvero non si sarebbe mai rifiutato di condividere un’esperienza così con Matthew, ripeté ciò che aveva fatto in precedenza. Poggiò le sue mani su quelle di Matt e questa volta lo accompagnò, aiutandolo ad andare a tempo.
“E un…due…tre…quattro…Devi immaginarlo il tempo…devi sentirlo…deve diventare parte di te e ti verrà tutto spontaneamente.” Continuarono per svariati minuti e Howard poteva rendersi conto che così funzionava. Il suo allievo si scioglieva sempre di più e non era più rigido e scoordinato come all’inizio. E non solo, sentiva anche un certo feeling con Matt, come se stessero diventando una cosa sola.
Come in un rapporto d’amore.
“Quattro Matthew, non dimenticare la cassa, sul due e sul quattro…” sussurrò.
 Dio, il contatto fisico si stava facendo sempre più difficile da ignorare; le loro mani, le une sulle altre, il suo petto poggiato sulla schiena di Matt e il suo respiro, profumo così inebriante…
Ad un certo punto Dom si rese conto che Matt poteva benissimo andare avanti da solo, senza il bisogno del suo aiuto, così gli lasciò le mani ma gli avvolse la vita con le braccia, sedendosi alla punta dello sgabello dietro di lui. Matt non capì più niente si girò, ritrovandosi il viso dell’altro a non più di tre centimetri dal proprio. “Molto, molto meglio adesso.” E furono presi da un irrefrenabile impulso di azzerare la distanza tra loro, ritrovandosi sul pavimento dello studio di registrazione (nascosti unicamente dalla batteria) a fare l’amore.

 
 
Quando riaprì gli occhi fu scosso da un tremito e tornò sulla terra. Se lo ricordava bene quel giorno: erano rimasti in sala di registrazione fino a notte inoltrata solo lui e Matt. Invece Chris, da bravo padre di famiglia, era tornato a casa per trascorrere quei pochi momenti di intimità con Kelly e il loro esercito di marmocchi prima di tornare in tour.
In quel periodo Matt, tra i tanti interessi e le tanti ossessioni, aveva sviluppato anche quella per la batteria. Si era incaponito che doveva imparare a suonare Muscle Museum con ogni strumento di cui poteva entrare in possesso.
Col basso ci mise poche ore, col piano neanche a parlarne, aveva già tutto nella sua testa…ma per la batteria aveva bisogno di un maestro di eccezione. E quale miglior insegnante, se non il suo migliore amico, nonché collega, Dominic Howard?
Era certo che si sarebbe divertito, sapeva che Matt era totalmente negato alla batteria ma comunque si divertiva e vederlo con le sopracciglia aggrottate e le labbra serrate mentre si concentrava, gli faceva tenerezza (di solito era lui il maestro). E  tutto poteva immaginare fuorché che la serata-prove sarebbe terminata con loro due nudi sul pavimento!
Non era la prima volta che succedeva con Matthew ma ogni volta era un qualcosa che lo lasciava profondamente scosso dentro.
Lui non era gay, quella parola gli faceva ribrezzo. E non perché provasse alcuna forma di pregiudizio nei confronti degli omosessuale ma… davvero avrebbe dovuto iniziare a prendere in considerazione questa ipotesi?
Insomma, ripensando a mente fredda non poteva certo dire che era stato bello.
No, era stato meraviglioso.
Era successo con la persona che più lo capiva, coi cui più era in sintonia e di cui sentiva di potersi fidare ciecamente. E non con la prima ragazza capitatagli tra le mani a qualche party organizzato da loro in quel periodo durante il tour.
Fu quella la prima volta che lo chiamò Bells.
Gli venne spontaneo e Matt lo baciò così intensamente da fargli davvero fermare il cuore.
“Chiamami sempre così quando siamo da soli!’’ gli aveva ordinato in preda ai postumi dell’orgasmo.
E ora il suo Bells gli mancava così tanto.
Guardò il cellulare, sepolto tra le innumerevoli cose riposte disordinatamente sul comodino, sperando di trovare qualche chiamata persa o messaggio di Matt.
Le chiamate e i messaggi c’erano, ma non da parte sua: tre chiamate perse ‘mamma’ e un messaggio di Jenny ‘quando ti sarai ripreso da quello scoppio improvviso di collera e avrai ancora voglia di vedermi, chiamami.
E così l’aggeggio ritornò al posto di prima.
Cosa siamo io e te?
Il suono della voce intimorita e incerta del suo migliore amico gli risuonò nella testa come se stesse pronunciando quelle parole proprio davanti a lui. In verità non si aspettava e non poteva immaginare che l’angoscia di Matt arrivasse fino a quel punto. Beh lui era sempre stato uno che voleva vederci chiaro fin dall’inizio, la loro amicizia durava fin dai tempi del liceo e aveva imparato a comprenderlo molto bene. Ed era sempre stato un ragazzo acuto, era sempre più avanti degli altri, in fondo era per quello che tutti lo consideravano strano. In età molto giovane si era divorato libri come L’universo elegante di Brian Greene.
Insomma, quella era roba per cervelloni, non di certo per comuni mortali.
L’aveva sempre stimato…anche quando tirava fuori teorie su teorie, una più assurda dell’altra. Ma quella era un’altra storia, in cui i funghetti erano coprotagonisti. Oppure no?
In quel periodo se la spassavano! Agivano senza pensare, come delle perfette rockstar viziate. Ma avevano vent’anni ed era piuttosto normale e giustificabile. Si sentivano in grado di dominare il mondo e totalmente liberi di vivere come più gli piaceva!
Liberi.
Liberi.
Non sapeva perché, ma quella parola suonava così tremendamente bene!
All’improvviso gli si accese la lampadina.
Libertà.
Era esattamente ciò che voleva e di cui aveva bisogno.
Cristo Dom, altrimenti avresti trovato una bella donna e ti saresti sposato!
Aveva trovato la risposta eppure c’era qualcosa che non lo tranquillizzava assolutamente.
I sentimenti non sono usa e getta.
Non sono a comando.
Non si può spingere il tasto erase e farli magicamente scomparire, o spingere play e farli magicamente tornare più forti e intensi di prima.
Sono lì, nel tuo cuore e nella tua testa. Sempre.
E neanche Matthew avrebbe potuto farlo, quindi. “Non voglio stare con te perché ho bisogno della mia libertà, dei miei spazi e della mia indipendenza.”
Gli
avrebbe detto questo, dunque? Tutto qui?
Gli avrebbe definitivamente spezzato il cuore in microscopici pezzettini. Era anche immensamente sensibile, lui.
Ecco, un altro aggettivo. E più ci pensava e più ne trovava.
Si sentiva davvero perso. Senza di lui non ce l’avrebbe fatta. Aveva bisogno di parlargli, di guardarlo negli occhi, toccarlo.
Perché la sua vita senza di lui non sarebbe stata la stessa.
E ora doveva fare qualcosa di sensato sia per sé stesso che per Matt, glielo doveva.
Si gettò a capofitto sul comodino in cerca del suo cellulare e digitò a memoria quel numero- era la cosa giusta da fare?- una voce flebile gli rispose.
“Dove sei? Sto venendo da te.” Sì, era decisamente la cosa giusta.




PS: nel caso mi vogliate seguire su twitter *ma chi ti caga!* questo è il mio profilo https://twitter.com/Shanimalrules
Grazie ancora a tutte :') PPS: spero di pubblicare l'ultima shot della storia il più presto possibile, è una promessa :3
   
 
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