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Autore: TheGame    27/03/2013    1 recensioni
"Come abbiamo sbagliato a pensare che l'immortalità significa non morire mai".
Genere: Drammatico, Generale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta
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I'm okay, just madness.
 
Mi sorella mi informò che la mia ragazza era gelosa di lei, che l'aveva minacciata.
"Tutte stronzate" le dissi.
Mi informò anche che si vedeva con un altro ragazzo.
"Lei mi ama, fottiti. Dovresti amarmi anche tu, sei mia sorella, e invece vuoi distruggermi. Vaffanculo" le risposi.
Un giorno uscii da casa e camminando passai davanti alla scuola. 
La vidi. 
Lei che si baciava con un altro.
Un rumore assordante mi riempì le orecchie, gli occhi mi si appannarono e corsi a casa.
Iniziai a piangere. Giorno e notte, notte e giorno.
Stavo impazzendo.
"Sto bene" mi dicevo.
"Non sto bene" mi correggevo.
Cosa mi stava succedendo? Cosa?!
Un giorno tornai a scuola e lei venne da me, mi abbracciò e mi baciò.
Le sorrisi e, non capisco ancora come, si spaventò.
"Stai bene, amore?" mi chiese.
"Vattene via" le risposi continuando a sorridere.
Se ne andò piangendo.
La lasciai e un giorno mi chiese: "Perché?"
Le risposi: "In tutta onestà potevi dirmi che volevi stare con un altro e che stavi con me solo per convenienza. Non volevo deluderti, non volevo mandarti via, ma è meglio così. Tutte quelle brutte occhiate che mandavi a quel ragazzo quando ti scattava le foto. Tutta scena."
"Ti amo" mi disse.
"Non sto bene. Mi stai distruggendo."
"La mia vita era bella con te." perseverava.
"Non è tutto rosa e fiori. Quando lo capirai? Quanto ti ci vorrà? Ti ho detto così tante volte che tu dici parole di cui non sai il significato.."
"Essere presa per il culo e restare a guardare.." aggiunse.
"Ecco un'altra frase di cui non sai il significato. Tu mi hai preso per il culo, non io. Ti ho tenuta stretta quando tremavi.. Guarda bene la mia faccia per l'ultima volta. Non sto bene, mi stai consumando!"
"Non volevo.." iniziò a piangere.
"Dimentica gli sguardi cattivi che mandavi a quel ragazzo quando ti fotografava. Hai sempre detto che mi leggevi come un libro, ma.. Come fai se le pagine sono strappate e consumate?"
"Non volevo farti stare male" continuava a piangere.
"Io sto bene. Sto bene adesso, ma tu devi ascoltarmi perché ti sto dicendo la verità. Sto bene!"
Mi guardò.
"Non sto bene! Non sto bene! Non sto fottutamente bene!"
Me ne andai, la lasciai sola a piangere.
Dopo un paio di mesi tornai da lei.
Le dissi: "Potremo essere perfetti un'ultima notte. Amanti segnati dal dolore. Se mi prendessi per mano potremo risolvere il dilemma che c'è. Prendi la mia fottuta mano e non avere mai più paura."
Mi prese la mano e mi trascinò dentro casa.
"Non fidarti mai delle parole che ti mettono in testa" mi disse.
La spinsi.
"Mi avevano detto del tuo tradimento, ma non ci avevo creduto fino a quando non ti ho vista con i miei occhi!"
Iniziò a piangere.
"Come abbiamo sbagliato a pensare che l'immortalità significa non morire mai".
Me ne andai e tornai a casa.
Mia sorella andò in depressione quando litigammo tempo fa.
La vidi prendere le sue fottute pillole e io ero così incazzato da non sapere cosa stessi facendo.
"Oh sorellina. Sorellina mia.. Non sono bravo come poeta, sono meglio come criminale."
Iniziai ad accoltellarla perché aveva ragione, ragione su tutto. Solo che non era lei, la ragazza che amavo, che l'ammazzava, ero io.
Avevo fatto tutto perfettamente. Avevo comprato delle scarpe più grandi dei miei piedi, dei guanti per non lasciare impronte. Poi bruciai tutto. I guanti, le scarpe sporche del suo sangue. I miei vestiti. Tutte le prove bruciate. Chiamai un'ambulanza. Era morta.
Il giorno del suo funerale.
Non volevo guardare quella scena, neanche se mi avessero pagato. Piangevo, mi sentivo in colpa, ma era giusto così.
Guardavo la rosa rossa sulla sua bara.
"Quello è il segno dell'amore" pensai.
Mi avvicinai alla sua bara e ci poggiai le mani.
"Hai perso la vita sanguinando sul pavimento" dissi.
"Non mi lascerai mai andare via" sussurrai.
"Dammi il tuo veleno, le tue pillole. Fammi ammalare. Correvi dietro a qualcosa più grande di te e ora sei morta tu, non lei. La volevi morta e se è questo quello che volevi.." dissi.
Presi le sue pillole, tutti i giorni, quando decisi che era arrivato il momento.
Tornai da lei, mostrandomi dispiaciuto.
"Torniamo al giorno che diede inizio a tutto questo. Non so neanche come spiegarti quello che provo" iniziai.
"Provaci" disse sorridendo.
"Ho preso delle pillole ultimamente. Rosse e blu. Le prime mi facevano volare, mi facevano stare bene, mentre le seconde mi buttavano giù, volevo tutto morto".
"Cosa stai dicendo?" domandò confusa.
"Credo che mi farò esplodere il cervello in questo soffitto dopo che avrò fatto quello che è giusto fare. I frammenti del mio cranio, del mio cervello, finiranno sulla tua lingua" sorrisi.
Indietreggiò spaventata.
Entrai dentro casa, le cinsi i fianchi con un braccio e la tenni stretta a me mentre estraevo la pistola.
Iniziò ad urlare.
"Voleremo. Tu ed io. Devi solo pensare a pensieri felici mentre premo questo grilletto e volerai".
Iniziai a ridere e lei a piangere e ad urlare.
Sparai dritto al suo cuore. Morì sul colpo.
Il mio viso era sporco di sangue e io continuavo a ridere.
Era stato così divertente ucciderla...
Ora mia sorella aveva avuto la sua vendetta. Lei era morta.
Girai la sua casa, spaccai tutto, sparai ovunque conservando un proiettile.
Dopo tornai da lei. La guardai.
"Troia" dissi.
Puntai la pistola sotto il mio mento e proprio quando stavo per premere il grilletto qualcuno mi buttò a terra. Era la polizia. Mi arrestarono.
Confessai i miei due delitti e mi fecero rinchiudere in un manicomio.
Adesso mi imbottiscono di pillole che mi calmano, ma io continuo a ripetere: "Sto bene. Io sto bene."
"No, tu non stai bene. Non stai bene" dice l'altra voce.




Salve, sono tornata con un'altra OS... Boh, fa pena anche questa, ma okay. Ciau :3 Se volete farmi sapere che ne pensate con una recensione fate pure, non mi offendo uwu.

Dimenticavo(?), anche questa mi è stata ispirata(?) da delle canzoni dei MCR.
Baci, TheGame.
   
 
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