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Autore: Strange__    27/03/2013    6 recensioni
Somebody needs help?
"Perché non ti uccidi? Insomma perché non lo fai? Faresti un piacere all'umanità. Quelle come te dovrebbero morire." Le dissero dall'altro capo del telefono.
E Angie oggi non si da un buona ragione per non farlo.
Perché davvero non ne trova neanche una."
Qualcuno ha bisogno di aiuto? Angie sì.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Asdfghjkl.
Salve gente.
Questa è la mia prima os drammatica ed è molto importante per me.
Vorrei che voi ascoltaste la canzone 'Breath me' di Sia durante la os, è molto importante.
Spero vi piaccia,
Angie xx.
(Lo so che sarebbe dovuto essere 'Does somebody need help?' e non 'Somebody needs help?' ma mi piaceva di più.
Ps. Ringrazio xhazzascurl per il magnifico banner, è un vero tesoro.





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Somebody needs help?



"Ci sono persone che io definisco 'Persone-Terapia'. Sono quelle persone ti fa bene sentire. Quelle persone che al cuore non sono tanto indifferenti."



 

http://www.youtube.com/watch?v=hSH7fblcGWM



Questa la dedico a voi lettrici perché voglio che sappiate
che non siete sole e che potete scrivermi, io sono qui.
Qualcuno ha bisogno d'aiuto? Angie è qui per voi.


La prima volta che Angie tentò il suicidio c'era una leggera brezza nell'aria nonostante avesse piovuto per l'intera giornata.
C'era quella pace che solo la sera sa donare.
Probabilmente lo aveva già deciso, forse già da tempo.
Ma chi può saperlo?
Nessuno può sapere i pensieri che passavano per la testa di quella piccola ragazza.
Nessuno.

 

Aiuto, l'ho fatto di nuovo
sono stata qui molte volte prima di adesso
mi sono ferita di nuovo, oggi
e, la parte peggiore è che
non c'è nessun altro a cui dare la colpa



"Papà posso prendere l'hotdog?" Chiese la piccola Angie di dodici anni.
"E la pizza?" Chiese in risposta il padre.
"Non mi va, posso prendere l'hot dog?"
"Va bene, va' a sederti che arrivo."
Angie annuì e andò a sedersi su uno dei tanti tavoli.
Il papà arrivò poco tempo dopo con la cena sui vassoi.
Angie sorrise e cominciò a mangiare sotto lo sguardo vigile del padre.
"Senti ma la dieta?" Chiese lui buttando giù un boccone.
"Ci sono state le vacanze natalizie e mi sono lasciata un po' andare ma da lunedì ricomincio."
"E perché ti sei lasciata andare?"
"Te l'ho detto, ci sono state le vacanze."
"Tu lo sai che così non dimagrirai mai, vero? Insomma, rimarrai a vita grassa, perché in questi mesi non sei dimagrita neanche un po' e se continui così non farai altro che ingrassare. Lo sai vero? Devi impegnarti altrimenti rimarrai grassa."
Gli occhi di Angie si riempirono di lacrime.
"Ora perché non mangi più?" Chiese il padre come se nulla fosse.
"Riportami dalla mamma." Sussurrò Angie tra le lacrime che ormai uscivano ininterrotte dai suoi piccoli occhi castani.
"Che bisogno c'è ora di tornare da tua madre?" Chiese il padre leggermente adirato.
"Ti ho chiesto di riportarmi dalla mamma."
Il padre tentennò ma alla fine acconsentì.
Durante il viaggio in macchina continuava ad insultarla mentre Angie subiva in silenzio.
Le uniche parole che ricorda e che probabilmente ha sentito tra la confusione e il dolore sono solo otto: "Sei solo una stronza. Esattamente come tua madre."
Qualcuno ha bisogno di aiuto? Angie sì.









Angie si sedette vicino alla sua amica Kat sulla panchina ormai piena.
"Ragazzi qui siamo in troppi, questa cede, io mi alzo." Disse Kat senza l'ombra di cattiveria nella voce, alzandosi.
Jack scoppiò a ridere.
"Ma Kat! Come ti viene in mente?! Guarda che poi si offende!" Sussurrò Jack ridendo.
Kat aggrottò le sopracciglie che,una volta capite le parole che le erano state dette, rilassò.
"Ma no! Io non mi riferivo a quello!" Disse lei difendendosi.
Ad Angie si appannò la vista. Si riferivano a lei e al fatto che fosse una grassona.
Jack rise ancora.
"Cosa significa?" Chiese Angie.
"Niente Angie, niente." Disse Rob avvicinandosi alle amiche.
"Da quanto mi prendono in giro?" Chiese Angie.
"Da quando li abbiamo conosciuti, ti chiamano... Palla." Disse Rob abbassando lo sguardò.
Angie indietreggiò fino a sparire completamente dalla loro vista e una volta fatto si accasciò a terra: le gambe non le reggevano più.
"Signorina, tutto bene? E' caduta?" Chiese un signore che passava da lì.
"No, stia tranquillo. E' tutto a posto." Disse Angie cercando di auto-convincersi.
Il signore annuì poco convinto e proseguì la sua passeggiata.
"Angie..." Chiamò Rob flebilmente.
"Che vuoi?"
"Vogliono parlarti."
"Peccato che io non voglia parlare con loro."
"Vogliono solo parlarti, che ti costa?"
Niente in effetti. Non le costava niente. Oltre l'umiliazione e il dolore. Quindi bhè tutto sommato niente, aveva ragione.
"Va bene." Acconsentì in un sospiro stanco.
Una volta girato l'angolo Angie si trovò davanti sette ragazzi.
"Noi volevamo... Scusarci." Disse Eddy facendo un passo avanti.
"E io cosa dovrei farci?" Chiese Angie brusca.
"Niente, hai ragione. Ma ci dispiace, tanto."
"Ma voi lo sapete come mi sono sentita? Eh? Lo sapete? Lo sapete cosa si prova? Lo sapete cosa si prova ad essere presi in giro da oddio! Siete anche degli sconosciuti! Ma voi mi conoscete? Lo sapete chi sono? Cosa sapete di me? Niente! Ve lo dico io! Niente! Non sapete niente!"
"Guarda che noi prendiamo in giro anche Matt chiamandolo ciccione." Disse Eddy in difesa.
"Da quanto lo conoscete Matt? Siete amici, no? Io chi sono, invece? Da quanto mi conoscete? E' già tanto che mi chiamate per nome!" Disse Angie.
Eddy abbassò lo sguardo come già in precedenza avevano fatto i suoi amici.
"Hai ragione..." Sussurrò flebilmente.
"Lo so che ho ragione."
E in quel momento Phil e Andy scoppiarono a ridere.
Eddy tirò una botta ad entrambi e Angie scoppiò a piangere nuovamente.
Poi si allontanò, salutò sua cugina e andò sulla spiaggia, lontana da tutti e da tutto.
"Mamma, non voglio tornare mai più a casa, non cercarmi, ti voglio bene."
Messaggio inviato.
Qualcuno ha bisogno di aiuto? Angie sì.



sii mio amico,
stringimi, avvolgimi, coprimi
sono piccola, ho bisogno di aiuto
scaldami, e respirami



"Scusa sto parlando con palla?" Chiese una voce dall'altro capo del telefono.
Un battito in meno, la testa scoppia.
Angie si alzò dalla sedia e si allontanò dal fratello.
"Ehm, sì, sono io, con chi sto parlando?" Chiese Angie cercando di fare la spavalda.
"Sono Fred, un amico di Jack, Phil e Andy." Disse lui ridendo.
Risate in sottofondo.
"Bene, e da me cosa vorresti?"
"Mah, niente. Solo parlarti e chiederti delle cose."
"E allora parliamo, che vuoi?"
"Uno ti volevo chiedere quanto misurasse la tua pancia, in cm insomma. Perché i miei amici mi hanno detto che è molto grande ed ero curioso." Disse ridendo.
Altre risate in sottofondo.
"Molto simpatico, sì." Disse semplicemente Angie.
"Insomma se ti chiamiamo palla un motivo c'è." Continuò.
"Dì a Jack che è molto maturo da parte sua, davvero tanto." Disse Angie chiudendo la chiamata.
"Angie tutto bene?" Chiese la madre entrando in salotto.
"Certo, vado in cameretta." Disse Angie.
Quante chiamate come quella ci sono state? Troppe per essere sopportate da una ragazzina fragile come Angie.
Qualcuno ha bisogno di aiuto? Angie sì.





"Perché non ti uccidi? Insomma perché non lo fai? Faresti un piacere all'umanità. Quelle come te dovrebbero morire." Le dissero dall'altro capo del telefono.
E Angie oggi non si da un buona ragione per non farlo.
Perché davvero non ne trova neanche una.
Qualcuno ha bisogno di aiuto? Angie sì.


 

ahi, mi sono persa di nuovo
mi sono persa e non posso
essere trovata da nessuna parte
si, penso che potrei spezzarmi
mi sono persa di nuovo e
non mi sento al sicuro



"Angie dove sei?" Chiese la mamma tornando a casa.
Nessuna risposta.
"Angie?" Chiese leggermente allarmata.
"Mamma..." Disse una flebile voce proveniente dal bagno.
"Angie cosa è successo?"
"Mi dispiace mamma, mi dispiace." Disse Angie tra le lacrime.
L'unica cosa che la donna riuscì  a fare era buttare a terra le buste e abbracciare la ragazza.
"Angie, ma la tua mano è gonfia." Disse prendendo la mano della figlia e guardandola.
"Mi dispiace mamma, ho rotto lo specchio della camera."
"Perché l'hai fatto?"
"Diceva che non ero abbastanza, mi dispiace mamma, io non volevo essere una delusione, mi dispiace tanto." Continuò la ragazza tra le lacrime.
Qualcuno ha bisogno di aiuto? Angie sì.












Angie era davanti al computer quando i respiri accellerarono.
Angie si alzò dalla sedia mettendo una mano sul petto.
Cosa le stava succedendo?
Andò verso il corridoio e cominciò a camminare avanti e indietro.
Si accasciò a terra mettendo le mani sulle tempie.
"Perché? Perché a me?" Ripeteva tra i singhiozzi.
"Aiutatatemi, vi prego." Ripeteva ancora.
"Ho bisogno di aiuto, aiutatemi." Ripetè ancora.
I rispiri erano sempre più corti.
Le lacrime sempre più pesanti.
Le urla sempre più forti.
Si alzò in piedi.
Niente da fare, cadde di nuovo a terra.
Continua ad urlare tra i singhiozzi mentre cercava di graffiarsi il viso.
Si alzò ancora.
Cadde di nuovo a terra.
"Mamma..." Sussurrò tra i singhiozzi.
Si mise di nuovo in piedi e andò in salotto, prese il telefono.
"Ei Angie dimmi! Tua mamma sta guidando sono Ver." Disse la voce pimpante della ragazza del fratello dall'altro capo del telefono.
"Ver, ti prego passami la mamma."
"Angie, cosa succede?" Disse improvvisamente cupa.
Una frenata.
"Tornate a casa vi prego." Riuscì a dire Angie prima di interrompere la telefonata.
Poggiò il telefono sul mobile e si accasciò di nuovo a terra piangendo e urlando.
Non ce la faceva più.
Qualcuno ha bisogno di aiuto? Angie sì.




 

 
sii mio amico,
stringimi, avvolgimi, coprimi
sono piccola, ho bisogno di aiuto
scaldami, e respirami
 




"Angie, tua madre mi ha detto che tu hai avuto qualche problema, è così?" Chiese la donna.
Angie annuì.
"Tua madre ti vuole bene, non ti ha mandata da me perché ti odia, lo sai vero?"
Angie annuì ancora.
"Angie, ti va di parlarmi di te? Come ti descriveresti con una parola?"
Angie ci pensò un attimo.
"Lunatica." Disse.
"Lunatica." Ripetè la donna scrivendo su un foglietto.
"E con un aggettivo? Come ti descriveresti con un aggettivo?"
"Diversa." Disse Angie senza pensarci neanche un secondo, non ne aveva bisogno.
"Diversa. Perché diversa?"
"Perché non sono mai stata come gli altri." Disse Angie.
Qualcuno ha bisogno di aiuto? Angie sì.




Grassa. Brutta. Non abbastanza. Bassa. Antipatica. Brutta. Non abbastanza. Fallimento. Grassa. Diversa. Brutta. Scarto. Cesso. Balena. Non abbastanza. Brutta. Palla. Depressa. Emo. Grassa.
Angie è in camera.
Ora in bagno.
Di nuovo in camera.
Le lacrime le rigano il viso.
Le mani sono tutte tremolanti.
Si prende il viso tra le mani.
Da un calcio al telefono che giace sul pavimento.
"Ti amo mamma, sarò solo un brutto ricordo, addio."
Messaggio inviato.
Qualcuno ha bisogno d'aiuto? Angie sì.










Milly lascia cadere la borsa a terra e fa dietro front.
Sale in macchina e prende il telefono.
"Zayn, rispondi. Ti prego, rispondi. Zayn!" Disse Milly al telefono quando il ragazzo rispose.
"Signora Miller, mi dica." Disse Zayn.
"Zayn, credo che Angie stia per fare qualcosa di molto stupido, incredibilmente stupido, io ci metto troppo tempo per arrivare a casa, potrei non arrivare in tempo, ti prego vai tu. Ci sono le chiavi di casa sotto il tappetino della porta del retro. Ti prego." Disse Milly.
"Certo Milly, io... io vado subito." Disse Zayn chiudendo la chiamata e lanciando il telefono in una parte indefinita della stanza.
Perché cazzo devono succedere queste cose?
Zayn tira un calcio alla porta prima di correre fuori.
Non devono succedere, non devono.


 

sii mio amico,
stringimi, avvolgimi, coprimi
sono piccola, ho bisogno di aiuto
scaldami, e respirami




Zayn prende le chiavi e entra in casa.
"Angie!" Urla.
Nessuna risposta.
"Angie!" Urla ancora.
Corre sulle scale.
"Angie dove cazzo sei?!" Urla.
"Angie!"
Senta l'acqua scrosciare e entra in bagno, la trova mentre cerca di aprire un barattolino di pasticche.
"Angie che cazzo stai facendo." Dice Zayn.
"Tu non puoi impedirmelo!" Urla Angie girandosi.
"Angie dammi quelle pasticche."
"Ti ho detto di no, voglio morire." Dice Angie ferma.
"Dammi quelle fottute pasticche."
"Ti ho detto di no."
"Ti ho detto di darmi quelle cazzo di pasticche." Dice Zayn andando verso la ragazza che cerca di aprire quel piccolo barattolino, Zayn cerca di strapparle il barattolino dalle mani ma nel farlo tutte le pasticche cadono tutte a terra.
"GUARDA CHE HAI FATTO!" Urla Angie tra i singhiozzi e accasciandosi a terra.
Zayn si china e la prende tra le braccia, Angie rimane tra loro inerme.
"Voglio solo morire, lasciatemi morire. Vi prego. Voglio solo morire." Ripete Angie tra i singhiozzi.
Zayn le accarezza i capelli.
"Voglio morire." Ripete Angie piangendo disperatamente.
"E' tutti finito, Angie, è tutto finito. Shh, è tutto finito." Le ripete.
"Non ho nessuno, ho bisogno di qualcuno." Dice Angie.
"Hai me."
"Ti prego, salvami Zayn, ti prego."
"Lo farò."
"Non farlo mai più ti prego, non provarci mai più Angie, mai più." Dice Zayn.
"Non lo farò più se tu mi prometti di abbracciarmi forte ogni giorno."
"Te lo prometto, ti stringerò fortissimo."
"Fortissimo, fortissimo?" Chiede Angie mentre si calma tra le dolci braccia di Zayn.
"Fortissimo, fortissimo."
"Quasi senza lasciarmi il respiro?"
"Quasi senza lasciarti il respiro."
Zayn continua a stringerla e a cullarla e nel mentre Angie cade in un profondo sonno.
La porta di casa sbatte e in un nano secondo Milly è nel bagno.
"Za-" Le parole le muoiono in gola di fronte alla scena che si ritrova.
"Sta bene, sta solo dormendo, tranquilla."
Milly si avvicina cauta al corpo inerme della figlia e le accarezza la testa.
"Stalle vicino Zayn, ti prego. Non ce la faccio più da sola. E neanche lei." Dice Milly mentre le lacrime le rigano il viso.
"Qualcuno ha bisogno di aiuto? Zayn è qui." Dice il ragazzo con un sorriso caldo.
Qualcuno ha bisogno di aiuto? Angie sì.

   
 
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