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Autore: diciannovegennaio    27/03/2013    2 recensioni
"Sono le sette e trenta del mattino, fra un paio d’ore sarò oltre oceano e tutto quello che riesco a dire è che mi dispiace.
Quante volte me l’hai sentito dire, J? Quante volte mi hai perdonato?
Troppe, lo so.
Ma lo sai come sono fatto J. Sai che non imparerò mai. Sai che mi lascerò sempre scappare di mano le cose migliori che la vita mi offre.
Tu sei una di queste, piccola J. "
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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prologo
 
Prologo.
 
 
 






 
 





L’unica fonte di luce nella stanza erano i delicati raggi del sole che filtravano dalle tende della finestra aperta. Esattamente sopra la scrivania alla quale Zayn se ne stava seduto.
Guardò quel foglio bianco per alcuni minuti che li parvero ore. Lo sfiorò sentendo il pezzo di carta ruvido sotto i suoi polpastrelli e si domandò come potesse racchiudere tutti quei pensieri che li affollavano la mente in quel momento.
Con un sospiro chiuse gli occhi, concentrandosi sul suono del battito del cuore che rimbombava nel silenzio della sua stanza e cercò di pensare a tutte quelle volte che aveva le parole giuste da dire ma non aveva avuto il coraggio di pronunciare.
Poi il silenzio si plasmò e la sua voce riempì la stanza come se fosse stata lì vicino, e all’improvviso tutto si fece più chiaro.
All’improvviso sapeva esattamente cosa dire.
 
 
 
Sono le sette e trenta del mattino, fra un paio d’ore sarò oltre oceano e tutto quello che riesco a dire è che mi dispiace.
Quante volte me l’hai sentito dire, J? Quante volte mi hai perdonato?
Troppe, lo so.
Ma lo sai come sono fatto J. Sai che non imparerò mai. Sai che mi lascerò sempre scappare di mano le cose migliori che la vita mi offre.
Tu sei una di queste, piccola J.
Continuo a chiamarti così, anche se so che appena leggerai questa lettera mi odierai, ma voglio farlo lo stesso.
Voglio dirti quello che non ho mai avuto il coraggio di dirti. Lo so che questo è da vigliacchi, ma non ce l’avrei fatta a guardarti negli occhi e vedere in essi il dolore che ti avrei fatto. E poi so quanto ti piacciono le lettere, me l’hai sempre detto.
Lo so che avresti preferito una lettera diversa da questa, so che questa lettera di addio sarà quella che odierai più di tutte. Ma su questo foglio voglio scrivere tutto quello che mi sono tenuto dentro per troppo tempo, facendo del male a entrambi.
Sai, piccola J, ci sono stati dei momenti in cui pensavo davvero che sarei riuscito a cambiare, che tu saresti stata capace di farmi diventare un ragazzo diverso, ma ogni volta riuscivo a deluderti.
Ti ringrazio, piccola J.
Per tutte le volte che mi hai perdonato, per tutte le volte che sei andata contro il giudizio di tutti per difendermi. Ricordo quella volta che hai litigato con Rebecca. Le parole che hai urlato mi fanno ancora sorridere e mi riempiono il cuore di gioia proprio come quel giorno. Hai detto: “Tu non sai com’è, non lo conosci. Zayn è una persona meravigliosa, la cosa più importante della mia vita!”.
Dicevi sul serio, piccola J? Perché io stento a crederci.
Come può, una ragazza come te, legarsi a uno come me? Uno che non potrà mai apprezzarti come meriti?
Perché tu meriti di meglio, piccola J.
Lo io e lo sai anche tu. Hai bisogno di qualcuno che ti tenga la mano per non farti cadere, che ti ripeta cose dolci ogni volta che vuoi, che ti faccia vivere una favola, che ti faccia sentire bene, per davvero.
Più scrivo, più la convinzione di star facendo la cosa giusta si rafforza insieme all’angoscia di doverti lasciare andare.
Perché io devo, piccola J. Non posso strascinarti con me, perché non è questo che meriti. Io non sarò mai capace di darti quello che vuoi, non sarò mai alla tua altezza e non posso più fingere che questo non è vero.
Io tengo a te più di qualsiasi cosa, lo sai, ma non sono capace di dimostrartelo e non possiamo fingere che questo basti.
Perché non basta.
Non è colpa tua, se è questo che pensi.
E’ mia. Solo ed esclusivamente mia.
E vorrei davvero dire di più, vorrei che queste parole bastassero. Ma non voglio continuare a vederti piangere a causa mia. Non voglio ma so che succederebbe ancora se restassi.
Voglio che tu mi capisca, piccola J.
Ho bisogno che mi capisca per l’ultima volta. E se ce la fai anche a perdonarmi.
Vorrei dirti un’ultima cosa, prima di terminare questa lettera..
.. Non ti dimenticherò mai, piccola J.
 
Sempre tuo,
Zayn.
 
 
 
La rilesse. Una, due, mille volte.
Non aveva detto un sacco di cose. Per esempio non aveva accennato a quella volta in cui sentì il cuore che stava per esploderli solo perché lei li aveva sorriso. Oppure di quella volta in cui si diedero il loro primo bacio.
Avrebbe mai trovato un’altra come la sua piccola J ?
Un’altra che sapesse del suo stesso odore, un’altra che avrebbe saputo dirli le parole giuste al momento giusto, un’altra che avrebbe saputo come farlo ridere e come tenerli testa con le sue battute. Un’altra che fosse come lei.
Certo che no.
Lei era unica, al mondo esisteva un unico esemplare. Si sentiva così bene quando pensava che lei avrebbe scelto lui sempre. Lei non era mai scontata come le altre da cui però andava sempre. Lei si arrabbiava, li urlava contro, non li parlava per giorni, ma avrebbe rinunciato a ogni cosa per lui. E anche lui, se non fosse stato così idiota.
Si stava facendo scappare la ragazza più bella della sua vita, l’unica che lo avesse mai apprezzato realmente per quello che era.
In quel momento, sentì una morsa strana allo stomaco. Qualcosa che non aveva mai provato. Capì solo che non era un buon segno quando sentì delle lacrime rigarli le guance spigolose.
Si coprì il viso con le mani mentre cercava di far uscire dalla sua testa l’immagine di loro due insieme, con le mani unite in una morsa solida. Mentre due sorrisi si allargavano sinceri sui loro volti, senza pensare al mondo intorno a loro, senza pensare a tutti i litigi e agli errori di lui.
Le sarebbe mancata. Le sarebbe mancata più dell’aria, più del sole, più della musica, più della vita stessa. Le sarebbe mancata anche se non l’avesse mai conosciuta, perché tutti avrebbero avuto bisogno di una come lei. Una di quelle che non puoi fare a meno di guardare.
Peccato che non ce ne sarebbero state altre.
 
    < Mamma. >
Sentì solo un sospiro e nient’altro dall’altra parte della cornetta. Era arrivato a New York da appena due ore e senza preoccuparsi di sistemare i vestiti nel suo appartamento, si era buttato sul letto incapace di fare qualsiasi cosa che non pensare alla sua piccola J. Si chiedeva come avrebbe reagito quando quella lettera messa sullo zerbino di casa sua, avrebbe attirato la sua attenzione. Sarebbe stata felice, in un primo momento. Ma poi il suo volto si sarebbe rabbuiato lasciando il posto alla rabbia, all’odio. Magari anche all’indifferenza ma non avrebbe pianto.
Lo sapeva perché la sua piccola J, dopo quella dimostrazione, avrebbe capito che lui non la meritava.
Ma si ricredette quando sua madre lo chiamò con tono serio.
    < Mamma cosa succede? > domandò rigido.
    < Zayn, è venuta qui. > rispose la donna.
Gli occhi di Zayn si aprirono di scatto e quando sua madre incominciò a parlare sentì le pareti intorno a se farsi troppo piccole, troppo strette. Sentiva lo stomaco attorcigliarsi su di se provocandoli un dolore pungente, quasi insopportabile.
     < Voleva sapere dove te ne eri andato. Ma quando le ho detto che non potevo dirglielo è entrata in casa ed è corsa in camera tua. Non ci credeva Zayn. Non credeva che te ne fossi andato. Ma poi ha visto l’armadio vuoto e .. > sentì la voce della donna che l’aveva messo al mondo incrinarsi. Come se stesse per piangere.
      < Cosa è successo mamma? > domandò secco, alzandosi dal letto e avvicinandosi alla piccola finestra.
      < Oh, Zayn.. io non l’ho mai vista così. Mi sono spaventata da morire, era così.. così.. >
      < Mamma! > sbottò irritato.
      < Piangeva Zayn! – gridò sua madre alla cornetta. – Piangeva talmente tanto che quasi non respirava! >
Rimase zitto. A corto di parole.
Si era sbagliato. Pensava che andandosene non l’avrebbe fatta più piangere e invece per l’ennesima volta aveva fallito.
Con il pollice terminò la chiamata, lasciando che il telefono cadesse a terra. Si voltò di nuovo e si lasciò cadere sul letto.
I pensieri urlavano nel silenzio, rimbombava tra quelle pareti tanto che si sentì in gabbia.
Lei, la sua piccola J, aveva pianto fino a sentirsi male. Aveva pianto perché non aveva trovato i suoi vestiti nell’armadio, aveva pianto perché non sapeva più come cercarlo, aveva pianto perché non sapeva dov’era, aveva pianto perché si era resa conto che se ne era andato per davvero, lasciandola una volta per tutte.
Ma sarebbe passata, pensò Zayn.
La sua piccola era forte e presto si sarebbe dimenticata di lui. Magari avrebbe finito per rimpiangere ogni minuto passato con lui invece che fare altro, magari l’avrebbe odiato per davvero.
Ma una cosa era sicura, per Zayn: un giorno lei avrebbe smesso di pianger per lui, e sarebbe tonata felice.
 
 
E lui?






Spazio autrice.
So che non è molto, ma la storia è appena iniziata c:
Elena xx

   
 
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