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Autore: Hellionora    27/03/2013    0 recensioni
Tra tante matite nell'astuccio, ho scelto quella grigia, come il colore della mia sciarpa preferita, il cielo dei pomeriggi d'inverno quando esco tardi da scuola;
Tra tante matite nell'astuccio, ho scelto quella grigia, perchè tu riesci a colorare il mondo anche solo con quella.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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j La giornata passò abbastanza in fretta, e per un po' riuscii a non pensare a cosa era accaduto. Passeggiai mano nella mano con Selene, ci comprammo due braccialetti uguali.
«Così guardandolo penserai a me, se saremo lontane» mi disse ridendo.
Ma appena salimmo in macchina, mi tornò in mente tutto. Cercavo di nascondermi dai brutti pensieri affondando nelle braccia di Selli, ma non riuscivo comunque a non pensarci. Non potevo ancora credere che mia madre mi avesse abbandonato in quel modo.
Il viaggio mi sembrò brevissimo. Arrivammo davanti alla mia vecchia "casa", la prigione da cui ero evasa ore prima, e nemmeno me ne accorsi. Selli mi poggiò una mano sulla spalla. Mi voltai e incontrai i suoi occhi.
«Pronta?»
Feci un lungo sospiro, poi mi incamminai verso l'entrata.

Come aveva detto, mamma era li, lo testimoniava la macchina parcheggiata fuori.
Entrai. Lei era seduta sul divano a guardare la tv. Si girò verso di me.
«Ho svuotato gli armadi e messo i vestiti sul letto. Devi solo metterli nelle valigie»
«Ok»
Non riuscivo a capire se l'avesse fatto per farmi un piacere o per togliermi di mezzo il prima possibile. Salii in camera; c'erano diverse valigie contro il muro, tutti i miei panni invece erano ripiegati sul letto. Non erano molti, fortunatamente.
Iniziai a riempire le valige, pensando a tutto il tempo che avevo trascorso in quella piccola tana, la mia bolla dentro il mondo, ma allo stesso tempo al di fuori di esso. In fondo, mi dispiaceva un po' abbandonarla.
Staccai le varie cose che avevo attaccato al muro, raccattai i miei disegni, i miei colori, i miei libri... Di me non doveva restare traccia. Dovevo morire.
Iniziai a portare le valigie di sotto, con ansiosa calma. Selene, Fra e Angela le prendevano da fuori la porta e le caricavano in macchina; mamma era immobile a guardare la tv. Forse, in fondo, stava soffrendo un po' anche lei, ma non voleva darlo a vedere. Ed era del tutto indifferente, o almeno così pareva.
Una volta finito mi avvicinai alla porta.
«Allora io vado» le dissi, sperando che mi rispondesse, che facesse qualcosa.
«Aspetta»
Si avvicinò a me, mi portò un foglio.
«E' un documento. Così Angela potrà diventare la tua tutrice. Dato che lo vuole tanto»
Il suo tono, la sua espressione, era tutto vuoto.
Presi il foglio con la mano tremante e abbassai lo sguardo, in attesa di qualcosa.
«Forse è così che doveva andare» mi disse.
«Forse così staremo meglio tutte e due»
Non una carezza, non un abbraccio, una pacca. Nulla.
«Allora addio» dissi, anche se sembrò quasi una domanda.
Guardai nei suoi occhi, nessuna espressione. Niente di niente. Fece un piccolo cenno con la testa, come a salutare.
Così uscii. Chiusi la porta, feci un lungo respiro, e scoppiai a piangere.

Selene mi portò in macchina, mi calmai dopo un po'. Mi sentivo abbandonata a me stessa.
Stavo stretta a Selene e tremavo, le sue carezze non riuscivano però a farmi smettere.
«Per quanto lei possa odiarmi, rimarrà per sempre un piccolo spazio per lei nel mio cuore» dissi, asciugandomi le lacrime.
«E io rimarrò nel suo. Sai, lei non piange mai» dissi.
«Ma chiudendo la porta, per l'ultima volta abbiamo condiviso qualcosa, abbiamo fatto qualcosa insieme. Lei piangeva con me»
 
  
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