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Autore: Mahiv    27/03/2013    1 recensioni
I fratelli Winchester sono sulle tracce di uno spettro, e nella lotta Dean viene ferito.
Inizia ad avere strane allucinazioni, un momento prima sfoglia pigramente un libro nel salotto di Bobby, e quello dopo si trova in un ospedale psichiatrico, con sua madre, suo padre, ed un uomo che afferma di essere suo dottore personale fin dal suo ricovero nell'ospedale, undici anni prima. Gli dice che quella che crede la sua realtà è in verità una proiezione della sua mente, e che deve abbandonarla, se vuole guarire e tornare a casa, a Lawrence.
Ma come si può distinguere la realtà quando questa si fonde all'allucinazione?
Genere: Sovrannaturale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Famiglia Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione, Più stagioni
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No hunter is sane (1) «Oh avanti, non di nuovo!»

Sam mi guardò esasperato, prima di sporgere la testa leggermente oltre al muro dietro al quale eravamo nascosti, e sbirciò il vicolo.
Okay, d'accordo, era forse la quindicesima volta che mi ripeteva lo stesso discorso; ma, diamine, imbattermi un'altra volta in uno di quei figli di puttana era parecchio infondo alla mia lista di cose da fare.
«Qualche altra idea, Dean? Gente che va fuori di testa, cervelli prosciugati, direi che siamo a corto di opzioni, no?» 


Sbuffai, continuando a passare il pugnale d'argento da una mano all'altra.
«Sì, sì, ho capito. Solo non muoio dalla voglia di ripetere l'esperienza, soprattutto se tu ti metti a scazzottare l'aria come uno psicopatico.»
Sam si voltò verso di me e aprì la bocca per rispondere con qualcosa che probabilmente sarebbe stato ''E chi era quello che saltellava sul pavimento per evitare le crepe?'', ma si bloccò, e riportò la sua attenzione, ed io con lui, al sudicio vicolo dove era parcheggiata l'auto di quello che, secondo la pista di Bobby, doveva essere il nostro uomo. O donna.
O spettro, in ogni caso.

Da sotto la luce del lampione potevamo scorgere la sagoma di una donna che si avvicinava alla macchina, uscita proprio dal locale che tutte e tre le precedenti vittime frequentavano.
Feci cenno a Sam di muoversi, e non appena fu abbastanza vicina uscii parzialmente dal mio nascondiglio e l'afferrai da dietro, tappandole la bocca con una mano in modo che non potesse gridare.
«Dean!»
Alzai lo sguardo verso Sam, mentre afferavo meglio il pugnale, e notai cosa tenesse in mano.
Uno specchio.
Specchio che rifletteva una brunetta molto intenta a divincolarsi, con occhi nocciola sbarrati, ed un'espressione terrorizzata.
Decisamente non un mostro.
«Oh.» Solevai le sopracciglia, scambiando uno sguardo con Sam, e, lentamente, lasciai la presa sulla ragazza.
Lei indietreggiò di diversi metri non appena sentì di potersi muovere, troppo ubriaca e stordita per mettersi a correre, o urlare, fortunatamente.

Sam si schiarì la gola e sollevò le mani in segno di resa, con la sua perfetta espressione da ragazzo modello contrito.
«Noi...ci dispiace, ti abbiamo scambiata per qualcun'altro.»
Gli rivolsi uno sguardo stizzito.
No, davvero, quella era la scusa migliore che gli era venuta in mente?

La ragazza continuò ad indietreggiare, fino ad andare a sbattere contro la portiera dell'auto che stavamo tenendo d'occhio.
«Oh, certo, perchè di solito voi prendete  la gente alle spalle e la accoltellate!?» Strascicò le parole in modo stridulo.
Sam stava per ribattere -mi auguro qualcosa di intelligente- quando un pensiero mi colpì.

«Hey, se tu non sei lo-
» Mi schiarii la gola.
«...Se non sei la persona che cercavamo, perchè stavi per montare in quella macchina?»

Lei mi guardò come se mi credesse pazzo, e non potevo biasimarla, era una cosa a cui avevo fatto il callo.

«U-un ragazzo. Mi ha detto di...di aspettarlo nella sua macchina.»

Magnifico, quindi se volevamo avere almeno un briciolo di fattore sorpresa dovevamo levarci di torno.
Se lo spettro avesse visto due tizi armati spaventare a morte la sua cena si sarebbe fatto come minimo più circospetto.

«Beh, cambio di programma tesoro, prendi un taxi e fila a casa.»
La ragazza aggrottò le sopracciglia con un'espressione indignata.
«Cos-»

«Adesso

In pochi secondi tutto ciò che si poteva avvertire della ragazza era il ticchettio affannoso dei suoi tacchi, mentre questa faceva, probabilmente più che volentieri, quanto le era stato detto.

«Da quando ti porti gli specchietti in tasca, eh Sammy?» Lui mi ignorò, fissando il punto oltre al quale era scomparsa la presunta preda.

«Se non vede la ragazza fuori dal locale si insospettirà, dobbiamo bloccarlo appena dopo l'uscita.»

Io annuii, tamburellando con il pugnale sulla mia gamba, cominciando ad avviarmi.

«Tu resta un attimo qui, quella cosa l'ha contagiata, non si sa mai che quella brunetta ritorni in preda ad un'epifania.»

Non feci nemmeno in tempo ad appostarmi accanto all'uscita del locale, che qualcuno ridacchiò alle mie spalle.

«Oh, è stato davvero scortese. Quella me l'ero lavorata tutta la sera.»

Mi voltai immediatamente, trovandomi a pochi metri da un ragazzo apparentemente normale, con capelli biondo cenere, una camicia sgualcita che ricadeva troppo larga su di lui, ed un sorriso infastidito sul volto.

«Beh sai, sono un gentiluomo, non potevo sopportare di vederla girare da sola in questo quartieraccio.»
Sorrisi di rimando allo spettro, che non aspettó un momento di più per avventarmisi contro.

L'impatto con il suo corpo fu sufficientemente forte da farmi battere la testa sull'asfalto, facendomi vedere le stelle e inchiodandomi a terra per qualche secondo.
Nonostante il colpo, riuscii a notare che dall'avambraccio destro del 'ragazzo' era fuoriuscito un lungo e robusto aculeo.
Il suo corpo sembrava maledettamente gracile, ma riusciva a tenermi bloccato a terra senza sforzo apparente.

«Non sarai speziato come quelli completamente andati, ma il tuo odore promette bene. Sappiamo entrambi che nessun cacciatore è davvero sano di mente, non è vero?» Mormoró in un modo che per poco non mi fece venire la nausea, tentando di affondare il suo aculeo nel mio collo.
«Non sai quanto hai ragione.» Ringhiai, divincolandomi.
Un mio violento strattone gli fece mancare l'obbiettivo, finendo per far penetrare il suo arnese nel mio braccio.



Sbattei le palpebre, infastidito dalla luce improvvisa che aveva colpito miei occhi.
Sentivo ancora una presa su di me. Più di una in realtà.
Cercai di divincolarmi, strattonando braccia e gambe, e misi a fuoco ció che avevo davanti.
Due uomini, vestiti di un bianco nauseante, tentavano di tenermi fermo ed ancorato su di un letto.
Uno di loro stringeva in una mano una siringa, la cui unica parte di ago che riuscivo a scorgere era quella che si risparmiava di penetrare nel mio avambraccio.
«Sta fermo! Ti farai male!»



La luce svanì e mi ritrovai con la schiena poggiata contro una parete, sorretto da Sam, che mi scrollava piuttosto violentemente, ripetendo il mio nome.

«Dean

Scossi la testa, guardandomi freneticamente attorno.
Solo un vicolo, solo buio.

«Dean, stai bene?»

Mi alzai -molto lentamente- in piedi, sentendo la stabilità nelle gambe tornare.

«Sì, sì, non è niente, sto bene. Devo aver solo...»  Deglutii, accorgendomi del mio respiro affannoso.
«..Ho battuto la testa.»

Sam corrugó le sopracciglia, e borbottó qualcosa sull'andare da Bobby, e sull'irresponsabilità, e qualcosa che somigliava in tutto e per tutto ad un insulto rivolto verso il sottoscritto, prima di raccogliere il mio pugnale da terra, ricoperto di sangue.

«Lo spettro?» Chiesi, facendo qualche passo incerto in avanti.
Sam rispose con un cenno del capo, indicando qualcosa alla mia destra.
Mi voltai, e vidi che lì giaceva il ragazzo-spettro, con occhi vitrei, anche lui accasciato contro il muro.

«Dean..ti ha..?»
Domandó Sam, controllando la mia stabilità nel camminare con uno sguardo preoccupato.
Io scossi la testa, ridendo leggermente.
«No, non mi ha baciato. Per certe cose prima mi faccio portare a cena.»
Lui alzò gli occhi al cielo, ricambiando però il mio sorriso.
«E poi è morto, quindi che differenza farebbe?»
Chiesi, sentendo una fitta al braccio nell'aprire la portiera dell'Impala.
«Ero solo curioso di sapere se ti fossi fatto baciare da un ragazzo.» Fece spallucce, sghignazzando.
Gli rivolsi una brutta occhiata.
«Coglione.»
Borbottai, mentre lui si metteva alla guida.




NdA
Ahoy fandom!
Vi presento il primo capitolo nosense della long nosense che vorrei tentare di scrivere.
E' cortino perchè non sono in grado di fare capitoli di lunghezza decente. O corti o fin troppo decisamente tanto lunghi.
Davvero non so come mi sia uscito, ma mi auguro che sia perlomeno leggibile.
E' la prima volta che scrivo su SPN, quindi spero di non essere caduta nella fossa dell'OOC.
Anyway, vi ringrazio infinitamente se avete letto questa cosa, siete degli umani caritatevoli.
(Questa long è ispirata alla puntata 6x16 di BtVS, "Di nuovo normale".)
Farewell!


   
 
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