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Autore: Tarble00    27/03/2013    2 recensioni
___A fatica si era alzato ma fatti pochi passi si era accasciato a terra battendo il gomito contro un pezzo di metallo sentendo chiaramente il crack del secondo osso rotto della serata, di certo non era la prima volta che si rompeva qualcosa, ma in quelle circostanze non aveva il coraggio di rimettersi in piedi, troppa la stanchezza e il rancore accumulato, troppo poca la forza di volontà che lo trascinava piano piano nelle tenebre.___
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Goku, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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********spazio dell'autore******* 

questa storia é nata ascoltando back to life di Giovanni allevi, vi consiglio di aprire un'altra scheda e di ascoltare la canzone mentre leggete la storia.

ecco il link:

http://m.youtube.com/#/watch?v=TFIBFd3gKHE&desktop_uri=%2Fwatch%3Fv%3DTFIBFd3gKHE

spero vi piaccia, recensite

Tarble00

 

E se ti amo che colpa ne ho??
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Correva sotto la pioggia battente di quella notte nera che troppo buia appariva agli occhi del principe per non essere solo un incubo dal quale occorreva svegliarsi il prima possibile, 
Non capiva, o meglio, lo sapeva ma non voleva capire.
Quando era andato da lui aveva messo in conto un rifiuto, lui che di torti gliene aveva fatti tanti, ma la verità è che non era affatto pronto per sentirsi rifiutato in quella vita che fin da piccolo gli aveva voltato le spalle mostrandogli la schiena ruvida ed inespressiva come quello che era diventato lui per non soccombere e adesso che veramente aveva amato qualcuno lo aveva perso,
Perso perchè non gli avrebbe più rivolto la parola ne era certo e sapeva che senza di lui non sarebbe stato più lo stesso,
Lui gli aveva insegnato a sorridere, a prendere la vita alla leggera, a buttarsi il passato alle spalle a creare dei legami e quello più forte lo aveva creato con lui che non lo aveva accettato,
Che gli aveva voltato le spalle come il suo destino, del resto.
Piangeva sotto la pioggia per mescolare le lacrime calde con le gocce d'acqua fresca che gli accarezzava la pelle ambrata del volto che ogni tanto si voltava nella speranza forse di vederlo comparire da dietro l'angolo per dirgli che lo voleva con se è che lo amava ma l'unica cosa che riusciva a vedere era il fondo del vicolo buio e la sua triste ombra proiettata dalla luna.
Era inciampando cadendo rovinosamente atterra,
Gli faceva male una caviglia e non riusciva a muovere il piede, doveva essersi rotto qualcosa e per quanto avesse potuto rialzarsi rimase a pancia in giù sull'asfalto freddo come il suo cuore infranto, perchè la verità è che il ghiaccio si rompe più facilmente di una piuma.
Con un le mani aveva tappato le orecchie dove risuonava il suono di quelle parole
"Scusami, ma non ti amo, mi dispiace"
Il cuore quasi aveva smesso di battere per quanto non fosse più certo di averlo, lo aveva lasciato a lui che adesso non lo aveva voluto gettando via quella parte del fiero combattente che lo rendeva umano.
A fatica si era alzato ma fatti pochi passi si era accasciato a terra battendo il gomito contro un pezzo di metallo sentendo chiaramente il crack del secondo osso rotto della serata, di certo non era la prima volta che si rompeva qualcosa, ma in quelle circostanze non aveva il coraggio di rimettersi in piedi, troppa la stanchezza e il rancore accumulato, troppo poca la forza di volontà che lo trascinava piano piano nelle tenebre.
Si era specchiato in una pozzanghera ed aveva rivisto nei suoi occhi le immagini di quei momenti così dolorosi.
Il ristorante che aveva scelto per dichiararsi era bello e sfarzoso e alla fine della cena glielo aveva detto,
Lui era sbiancato e non aveva più parlato, ma avrebbe preferito mille volte che gli tirasse un calcio nello stomaco piuttosto di sentirsi dire quelle parole, di farlo sentire perso e terribilmente solo, solo come era sempre stato chiuso nella sua gabbia di angoscia e dolore da cui solo lui aveva saputo farlo evadere e rendergli la libertà.....
Lo aveva reso libero per poi sparargli dritto nel cuore condannandolo ad un dolore non fisico quanto morale.
Ancora steso atterra piangeva bagnando le guance rosse, sentiva che era stanco e voleva solo morire, aveva poca forza in corpo e quella poca che ancora non era stata distrutta gli stava venendo meno,
La vista si era appannata e gli girava la testa, aveva cercato di rimettersi in piedi facendo perno sui bracci provocandogli enormi fitte di dolore al gomito rotto ma l'unico risultato che aveva ottenuto era quello di esser nuovamente caduto con la faccia sul terreno nero come gli occhi e i capelli che bagnati avevano perso la forza di restare ritti in quella così innaturale posizione accasciando si sulle spalle, la serata era trancuilla e non c'era nessuno che si potesse anche lontanamente preoccupare di riportarlo a casa, ma a casa sua, su quella stella che più non esisteva da tempo.
Una goccia di sangue era uscita da un labbro cadendo atterra.
Non sentiva più il rumore della pioggia battere incessante e piano piano le palpebre gli oscuravano gli occhi, non ce la faceva più, non voleva farcela più.
Aveva sentito un voce ovattata dallo stato in cui si trovava così tanto da impedirgli di riconoscerla,
Aveva sentito due braccia forti alzarlo da terra e caricarselo dolcemente in collo, poi nulla,
Il buio si era impadronito di lui impedendo gli di rimanere sveglio per capire chi fosse stato a rialzarlo.


Si era svegliato che era notte fonda,
Quella non era la casa della ragazza terrestre, dove si trovava?
Cercò di rimettersi in piedi da quello che appariva un divano su cui era stato adagiato ma i ginocchi non ne volevano sapere ed era caduto atterra con un tonfo sordo.
Una lacrima gli aveva accarezzato il volto quando nella penombra aveva visto scendere lui, la colpa di tutte le sue sofferenze, quel ragazzo con i capelli dalla forma di palma e il colore ebano.
Lo aveva riadagiato a sedere sul divano asciugandogli le lacrime.
"Ehi"
"Cosa vuoi?" La voce era incerta e rotta da i singhiozzi che sfuggivano al suo controllo
"I-i-i-io....."
"Sta zitto, ti prego" la sua voce era triste e amareggiata
"Ecco, io non ti amo, mi dispiace, ma possimo rimanere amici, o diventarlo se ti va"
No, lui non voleva essere suo amico, non voleva perchè voleva essere molto di più.
La verità è che lui lo amava con tutto se stesso e gli ci erano voluti molti mesi per ammetterlo a se stesso e adesso che ci era riuscito era l'oggetto del suo interesse a non accettarlo.
La verità è che qualunque cosa avesse fatto insieme a lui lo avrebbe solo illuso di essere amato,
Quindi lui non voleva essere solo suo amico..... Ma..... Ancora meno voleva sentirsi ancora solo.
"Va bene"
Il ragazzo vestito di arancione davanti a lui moriva dalla voglia di urlargli che anche lui lo amava da morire ma non era lui quello che gli era stato destinato,
Lui doveva stare con Bulma, glielo aveva detto il ragazzo del futuro e quindi quella era la cosa giusta da fare, poi chissà che in futuro non avrebbe potuto confessarsi anche lui cosciente che molto probabilmente non lo averebbe più amato preso dalla ragazza.
Gli aveva sorriso dicendo solo
"Riposa sei stanco e ferito"
Per un attimo al principe era sembrato di vedere negli occhi di lui qualcosa simile alla malinconia, come se anche lui lo amasse ma non avesse voglia di dirlo,
Ma si stava illudendo, solo illudendo....
Anche se ne era certo che in fondo in fondo anche lui lo amava,
Perchè quello che la bocca non dice gli occhi raccontano.

 

 

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