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Autore: coyoteazzurro    28/03/2013    1 recensioni
Una oneshot su Leon e il suo ritorno negli USA dopo aver salvato Ashley.
Non è granché volevo solo scrivere qualcosa su Leon ho scritto già in passato molte oneshot o fanfics ma mai qualcosa su RE essendo una big fan ;) specialmente di Leon dovevo. Enjoy.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ada Wong, Claire Redfield, Leon Scott Kennedy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Leon tornano a Washington dal presidente.
How To Save A Life - Leon Scott Kennedy.
Quel momento d'impatto, dove tutto sembra finire, quando non si sa cosa fare, quando ci si vuole arrendere...Nah non fa per me, andiamo tutti lo sanno, Leon non fare sentimentalismi. 
Il giorno in cui riportai Ashley alla Casa Bianca dopo l'orribile avventura in quel posto disperso in Europa avevo ritrovato la tranquillità, dopo tanto tempo potevo essere tranquilla...Almeno ancora per un pò. Lo stesso giorno il presidente mi convocò nel suo ufficio per un ringraziamento ufficiale e una chiacchierata.
Quando bussai ed ebbi l'approvazione di entrare mi accolse con un sorriso sereno e genuino, forse perché Ashley è salva.
- Leon. - disse per primo.
- Signor presidente. - 
- Siediti pure. - Mi sedetti tranquillo. - Volevo ringraziarti personalmente, lo so che non è stata una storia facile. -
- Non c'è ne bisogno, facile no la priorità numero uno per me è stata sempre e prima Ashley. Signor Presidente io.. -
- Chiamami Adam. -
- Adam.. - Continuai sistemandomi sulla sedia con la schiena eretta. - Ho svolto la missione fino infondo. - Già, l'avevo fatto...Con molti intoppi qua e là. 
- Grazie Leon, ho organizzato una festa per il week-end dedicata a te. -
- Ma non c'è ne.. - mi interruppe subito.
- C'è ne bisogno. - si alzò e lo imitai. Mi strette la mano sorridendo e abbozzai un mezzo sorriso per qualche secondo. - Adesso vai pure a casa agente Kennedy. - annuii e andai via. Scendendo giù per le scale intravidi Ashley con i suoi capelli biondi e il suo viso innocente camminare per la sala, quando mi notò sorrise e mi chiamò per nome ringraziandomi. Stanco, le feci solo un segno felice con il capo e mi feci strada per l'uscita prendendo le chiavi della mia GIP nera.
Ancora non mi capacitavo come Ada potesse stare dalla parte di Wesker, dopo tutto quello che ho fatto per lei, pensai mentre ero bloccato nel traffico..Quella donna in rosso è sempre stata strana e misteriosa e forse e questo quello che piace nelle persone di lei. Feci una smorfia guardando fuori al finestrino pensandoci su finché non venni interrotto dallo scoccare del rosso e dal mio palmare nero suonare. Cliccai sul auricolare per rispondere e notai una ragazza dai capelli castani e occhi azzurri. Claire Redfield. Sorrisi e guardai la strada.
- Hey Leon, ho sentito che sei tornato. - disse lei nella sua voce femminile e tenera. Mi voltai a quelle parole.
- Come l'hai saputo? - chiesi.
- Ma dai, tutti sapevano che la figlia del presidente era stata rapita e che un certo agente Kennedy era andato a salvarla da vero eroe. Poi quando ho sentito ho fatto due conti e parlato con Chris - mi fece l'occhiolino mentre stavo guardando. - Come stai? -
- Mai stato meglio. - dissi freddo con il mio modo di fare.
- E li com'era? - domandò Claire.
- Solite cose sai..Virus infettivi che sono in grado di controllare la tua forza di volontà, mostri, spari, enigmi. -
- Cavolo -
- Tu come te la passi? -
- Ho trovato il modo di finire l'università - rise - Mah normale sai..E' vero che c'era Ada Wong con te? - chiese curiosa.
- Stavamo parlando di te - la stuzzicai - Comunque non proprio con me..Lavora per altri...Fortunatamente non è stata un grande impiccio. -
- Io pensavo che era morta - mi venne un sobbalzo quando parcheggiai la macchina pensando ai tempi di Raccoon City e Ada che moriva. Annuii a Claire spegnendo la macchina e uscendo. - Che strano -
- Lo..Lo pensavo anch'io - dissi quasi sottovoce. - Una birra insieme uno di questi giorni? -
- Se passo per Washington si. -
- Meglio che ci passi o ti vengo a ricercare. - dissi alzando le sopracciglia ed entrando in casa.
- Non sarebbe una bella cosa. - rise e la guardai. Era cambiata più matura ma lo stesso carattere. Claire era stata una delle mie compagne più sincere e affidabbili per questo non ho voluto perdere i contatti con lei dopo che ne uscì fuori viva dal Vernoica-Virus. Disse che doveva andare, suo fratello era arrivato, ma prima di attaccare promesse di venire presto a Washington, la salutai dicendole che avevo un altra chiamata da Ingrid Hunnigan, come tutti quanti mi complimentò per la missione, cercai ancora di abbordarla ma con lei non funziona.
Quando finalmente rimanei libero mi stesi sul mio letto con le mani tra i miei capelli stanco. Credevo di essere soddisfatto, forse lo ero e non me ne renedevo conto ma la cosa orribile di questo lavoro e vedere amici morire, alcuni solo si salvano altri ti lasciano proprio nel momento dove cercano di aiutarti..Altri nel tuo primo giorno di lavoro..Altri cambiano atteggiamento e impazziscono. Perché dovrei essere fiero? Tutta questa malvagità causa migliaia e migliaia di morti. Virus creati a scopi militari e diffusi senza un perché. Guardai il mio appartamento, quasi vuoto pensando che finchè vivrò cercherò di fermare qualsiasi multinazionale come è accaduto con l'Umbrella. Fortunatamento posso contare ancora su molti amici. Sentii il campanello suonare. Mi lasciai andare un bel "Dannazzione" dalla mia bocca irritato. Volevo un pò di tranquillità. Presi una birra e l'aprii cammminando verso la porta del mio appartamento. L'aprii e notai una donna mora, capelli corti con un vestito rosso stretto corto fino alle ginocchia.
- Buona sera, bere non fa per te - entrò senza consenso  togliendomi la birra dalla mano con il suo fare sinuoso.
- Ada? - restai confuso. Ma è questo che fa Ada no?
Fine.

Nota importante: Gli avvenimenti di questa one shot appartengono al periodo dopo Resident Evil 4 (il videogioco) quando Ashley e Leon tornano a Washington dal presidente.

How To Save A Life - Leon Scott Kennedy.

 

Quel momento d'impatto, dove tutto sembra finire, quando non si sa cosa fare, quando ci si vuole arrendere...Nah non fa per me, andiamo tutti lo sanno, Leon non fare sentimentalismi. Il giorno in cui riportai Ashley alla Casa Bianca dopo l'orribile avventura in quel posto disperso in Europa avevo ritrovato la tranquillità, dopo tanto tempo potevo essere tranquilla...Almeno ancora per un pò. Lo stesso giorno il presidente mi convocò nel suo ufficio per un ringraziamento ufficiale e una chiacchierata.

Quando bussai ed ebbi l'approvazione di entrare mi accolse con un sorriso sereno e genuino, forse perché Ashley è salva.

- Leon. - disse per primo.

- Signor presidente. - 

- Siediti pure. - Mi sedetti tranquillo. - Volevo ringraziarti personalmente, lo so che non è stata una storia facile. -

- Non c'è ne bisogno, facile no la priorità numero uno per me è stata sempre e prima Ashley. Signor Presidente io.. -

- Chiamami Adam. -

- Adam.. - Continuai sistemandomi sulla sedia con la schiena eretta. - Ho svolto la missione fino infondo. - Già, l'avevo fatto...Con molti intoppi qua e là. 

- Grazie Leon, ho organizzato una festa per il week-end dedicata a te. -

- Ma non c'è ne.. - mi interruppe subito.

- C'è ne bisogno. - si alzò e lo imitai. Mi strette la mano sorridendo e abbozzai un mezzo sorriso per qualche secondo. - Adesso vai pure a casa agente Kennedy. - annuii e andai via. Scendendo giù per le scale intravidi Ashley con i suoi capelli biondi e il suo viso innocente camminare per la sala, quando mi notò sorrise e mi chiamò per nome ringraziandomi. Stanco, le feci solo un segno felice con il capo e mi feci strada per l'uscita prendendo le chiavi della mia GIP nera.Ancora non mi capacitavo come Ada potesse stare dalla parte di Wesker, dopo tutto quello che ho fatto per lei, pensai mentre ero bloccato nel traffico..Quella donna in rosso è sempre stata strana e misteriosa e forse e questo quello che piace nelle persone di lei. Feci una smorfia guardando fuori al finestrino pensandoci su finché non venni interrotto dallo scoccare del rosso e dal mio palmare nero suonare. Cliccai sul auricolare per rispondere e notai una ragazza dai capelli castani e occhi azzurri. Claire Redfield. Sorrisi e guardai la strada.

- Hey Leon, ho sentito che sei tornato. - disse lei nella sua voce femminile e tenera. Mi voltai a quelle parole.

- Come l'hai saputo? - chiesi.

- Ma dai, tutti sapevano che la figlia del presidente era stata rapita e che un certo agente Kennedy era andato a salvarla da vero eroe. Poi quando ho sentito ho fatto due conti e parlato con Chris - mi fece l'occhiolino mentre stavo guardando. - Come stai? -

- Mai stato meglio. - dissi freddo con il mio modo di fare.

- E li com'era? - domandò Claire.

- Solite cose sai..Virus infettivi che sono in grado di controllare la tua forza di volontà, mostri, spari, enigmi. -

- Cavolo -

- Tu come te la passi? -

- Ho trovato il modo di finire l'università - rise - Mah normale sai..E' vero che c'era Ada Wong con te? - chiese curiosa.

- Stavamo parlando di te - la stuzzicai - Comunque non proprio con me..Lavora per altri...Fortunatamente non è stata un grande impiccio. -

- Io pensavo che era morta - mi venne un sobbalzo quando parcheggiai la macchina pensando ai tempi di Raccoon City e Ada che moriva. Annuii a Claire spegnendo la macchina e uscendo. - Che strano -

- Lo..Lo pensavo anch'io - dissi quasi sottovoce. - Una birra insieme uno di questi giorni? -

- Se passo per Washington si. -

- Meglio che ci passi o ti vengo a ricercare. - dissi alzando le sopracciglia ed entrando in casa.

- Non sarebbe una bella cosa. - rise e la guardai. Era cambiata più matura ma lo stesso carattere. Claire era stata una delle mie compagne più sincere e affidabbili per questo non ho voluto perdere i contatti con lei dopo che ne uscì fuori viva dal Vernoica-Virus. Disse che doveva andare, suo fratello era arrivato, ma prima di attaccare promesse di venire presto a Washington, la salutai dicendole che avevo un altra chiamata da Ingrid Hunnigan, come tutti quanti mi complimentò per la missione, cercai ancora di abbordarla ma con lei non funziona. Quando finalmente rimanei libero mi stesi sul mio letto con le mani tra i miei capelli stanco. Credevo di essere soddisfatto, forse lo ero e non me ne renedevo conto ma la cosa orribile di questo lavoro e vedere amici morire, alcuni solo si salvano altri ti lasciano proprio nel momento dove cercano di aiutarti..Altri nel tuo primo giorno di lavoro..Altri cambiano atteggiamento e impazziscono. Perché dovrei essere fiero? Tutta questa malvagità causa migliaia e migliaia di morti. Virus creati a scopi militari e diffusi senza un perché. Guardai il mio appartamento, quasi vuoto pensando che finchè vivrò cercherò di fermare qualsiasi multinazionale come è accaduto con l'Umbrella. Fortunatamento posso contare ancora su molti amici. Sentii il campanello suonare. Mi lasciai andare un bel "Dannazzione" dalla mia bocca irritato. Volevo un pò di tranquillità. Presi una birra e l'aprii cammminando verso la porta del mio appartamento. L'aprii e notai una donna mora, capelli corti con un vestito rosso stretto corto fino alle ginocchia.

- Buona sera, bere non fa per te - entrò senza consenso  togliendomi la birra dalla mano con il suo fare sinuoso.

- Ada? - restai confuso. Ma è questo che fa Ada no?


Fine.

 

  
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