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Autore: Hikari93    28/03/2013    7 recensioni
Seconda classificata al contest "Amore insano", indetto da zombiecch.
Un giorno aveva sorriso a Sasuke Uchiha.
Per gentilezza.
Poi, non aveva saputo più farlo.
[SasuHina - Stalking]
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Ino Yamanaka, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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Autore: Hikari93;
Titolo: Kaboom;
Pairing: SasuHina;
Rating: Arancione;
Genere: Angst;
Avvertimenti: OneShot. Tematiche delicate;
Note: vedi sotto;

 
 
 
 
 
 
 

Kaboom

 
 



 
 
 

Un giorno aveva sorriso a Sasuke Uchiha.
Per gentilezza.
Poi, non aveva saputo più farlo.

 
 
 
 
«E’ soltanto un ragazzo schivo, un po’ diffidente» le avevano detto, rincuorandola con una pacca sulla spalla e un sorriso sicurissimo. «Non c’è nulla da temere.»
Però lui la fissava, e ormai era sicura che non fosse solo una coincidenza o una paranoia. Lo faceva in continuazione. Che fosse giorno, e stesse passeggiando in centro o chiacchierando allegramente con le sue amiche a un tavolino, o tarda sera, quando, dopo aver svoltato velocemente l’angolo della strada, le mani tremanti a causa delle chiavi disperse in una borsa fattasi improvvisamente enorme e disperdente, faceva a pugni con la serratura al fine di spalancare quella maledettissima porta e rifugiarsi in casa, dove lui non sarebbe arrivato.
Li aveva visti i suoi occhi, prima di sbattergli la porta in faccia. Era buio, ma a Hinata non era sfuggito che si erano fatti più grandi – più vicini – rispetto a qualche secondo prima.
 
 
 
Ogni singolo squillo del telefono portava batticuore e tremore di mani. A Hinata sembrava che quel trillo dannato aumentasse d’intensità man mano che le chiamate a cui non rispondeva diventavano troppe. Le mancava il coraggio di sollevare la cornetta, perché ricordava troppo bene – impresso come un marchio nella sua mente – il momento in cui lo aveva fatto le prime volte che lui le aveva telefonato. Aveva tentato di spiegargli con fare impacciato che non desiderava quelle attenzioni, che non lo amava, che voleva essere lasciata in pace. Che avrebbe avvisato la polizia.
«Mio padre è a capo della polizia» le aveva confessato Sasuke, e lì Hinata si era sentita morire; poteva quasi vedere il ghigno derisorio del ragazzo, sebbene la sua voce non trasmettesse alcun emozione di quel tipo.
Si morse le labbra ormai prive di sensibilità e si decise ad ascoltare uno dei messaggi lasciatele dal suo peggiore incubo, che però, al contrario dei brutti sogni, non svaniva col sorgere del Sole o andandosi a infilare nel lettone di mamma e papà. Viveva da sola, poi. La sua voglia di indipendenza – anzi, di normalità – le stava costando troppo.
Ascoltò la segreteria, lacrimando di già – e quand’è che smetteva?: «Non importa ciò che pensi adesso, non importa.» Parlava lentamente, e ogni sforzata parola uccideva Hinata pezzo per pezzo. «Io ti voglio lo stesso, anche senza amore. Forse perché penso di essere in grado di amare io per entrambi. E poi te ne accorgerai. Presto ti renderai conto che nemmeno tu puoi fare a meno di me.»
La smise; non c’era nemmeno una briciola di sé che riuscisse a sopportare ancora.
 
 
 
«Troveremo un modo.»
Nemmeno lei ci credeva, Hinata glielo leggeva nello sguardo vacillante. Ino la manteneva per le spalle, trasmettendole il tremore che la scuoteva interamente, e con esso tutte le sue fondate angosce.
«Ti staremo vicine. Io e Sakura ci saremo sempre.»
Il giorno dopo quasi le perse, tutte e due: Sasuke aveva provato a strangolarle, ma la loro testimonianza non era stata abbastanza per abbattere le convinzioni di Fugaku Uchiha e compagnia. Forse non accettava l’idea di essere padre di un figlio pazzo, come se fosse una vergogna.
Ma perché doveva pagarne lei lo scotto?
 
 
 
Si guardò allo specchio e non si riconobbe: era brutta, adesso, con il viso scavato e le occhiaie evidenti. Nulla della sua immagine riluceva come la sua età avrebbe voluto, e i continui pianti convulsi le avevano sporcato le guance, ora pungenti, di tristezza e rassegnazione.
Il campanello suonò ancora, probabilmente per la milionesima volta nelle ultime tre ore.
«Lasciami in pace» mormorò, accasciandosi a terra, singhiozzante. Prese a scalfirsi i polpastrelli coi denti appuntiti del pettine, che avrebbe dovuto migliorarla – donarle uno sprazzo di normalità, tentarci, almeno – piuttosto che inciderle altri segni di sofferenza.
Ino le dava le spalle, Sakura corse ad affiancarla. Le stavano accanto e dormivano con lei, ma non le aveva mai sentite così lontane. Era sempre stata una ragazzina timida, e spesso, da adolescente, le era capitato di sentirsi estraniata, inferiore, quasi fuori dal mondo. Si accorse, accompagnata da un sorriso sarcastico, di aver abusato troppo delle parole, prima.
«Adesso lo ammazzo.»
Prima che Hinata potesse davvero udirla e anticiparla, Ino non resistette e corse ad aprire, armata di talmente tanta buona volontà che solo la pistola puntatale repentinamente al petto da Sasuke poté stroncarla.
Quello fu l’inizio sia di una tragedia, che di una liberazione.
 
 
 
Hinata aveva pochi ricordi di quella mattina, e tutti così intensi che solo a ripensarli percepiva la necessità di vomitarli tutti.
La gamba insanguinata – quella ferita da Sasuke –, la pistola finitale tra le mani per chissà quale miracolo – probabilmente era stata Sakura a sfilarla a quell’essere, non lo sapeva –, forse una sorta di riscatto, in quel momento non le interessava neanche. Le importava solamente di Ino stesa scompostamente a terra col fianco sporco di rosso e di Sakura che l’avrebbe seguita prestissimo, se lei non avesse agito.
Guardò Sasuke negli occhi distratti, mentre faceva del male a una sua amica, storcendole il braccio. Ancora.
«Mi spiace» appena sussurrato, intriso di alcuna convinzione, perché, dopo tutto quello che le era accaduto e le stava succedendo, non poteva dispiacersene sul serio. Voleva solo che finisse tutto. E subito.
Poteva farlo. L’arma combaciava perfettamente col palmo della sua mano, Sakura chiedeva aiuto, Sasuke era distratto. Se avesse fatto presto, avrebbe salvato anche Ino.
Sparò.
 
 
 

Tempo dopo, Hinata ricordò come uscire di casa senza guardarsi costantemente alle spalle e sobbalzare a ogni rumore. Sua madre, lontana, non le domandò più perché non rispondesse alle sue telefonate e il dolore alle gamba fasciata divenne più sopportabile man mano che le labbra si riempivano e le guance si coloravano di vita insieme agli occhi.

Con le labbra che sapevano incresparsi di nuovo in una risata.
Con Sasuke che era scomparso col sorgere di un nuovo Sole.
Con una vita ancora davanti.

 
 
 


















 
 
 
 
 
 
 

Note: per me è stato difficile attenermi alla lunghezza di massimo 1000 parole, anche se, da un lato, devo ammettere che questa è stata la mia salvezza. XD Sennò, zombiechan avrebbe dovuto correggere qualcosa di abnorme, dato che mi sarei lasciata andare a introspezioni infinite. XD
La grammatica – come non mai – mi spaventa un po’. Ho paura di aver compiuto un milione di errori e di ricevere 0/5 come punti sulla grammatica. ♥ (se non di meno).
Comunque, passando a cosa più serie(?), vediamo che posso puntualizzare qualcosa. Sicuramente che quando definisco Sasuke “pazzo” non è un modo di dire. E’ pazzo sul serio in questa oneshot. Sul finale, avrei anche fatto morire Sasuke, però non credo che se Hinata lo avesse ucciso l’avrebbe passata liscia, quindi ho preferito – anche se nella storia non è detto specificamente – che Hinata lo ferisse soltanto, in modo da renderlo innocuo. Ma lei lo avrebbe – giustamente – ammazzato sul serio. Tutto questo, perché non so come funzioni la giustizia in Giappone, quindi mi sono rifatta alla pseudogiustizia che abbiamo da noi.
Poi. Spero di non aver combinato un guaio con L’IC. =.=
Di solito Sasuke mi riesce più o meno bene, ma stavolta… bah, mistero. In ogni caso, ho fatto il meglio che sono riuscita a fare. ;)
La frase spero ci azzecchi abbastanza. XD
E niente, incrociamo le dita e speriamo in bene. UwU



AncoraNote.

Un secondo posto, wow. Sono proprio contenta! Il giudizio è stato più positivo di quello che mi aspettassi (oltre che accurato), e di questo ringrazio di cuore zombiechan. *^*
E niente. Sono felice. Grazie per averl letto. ^___^
Un ringraziamento speciale anche a Benny, che mi ha sostenuta durante la stesura. UwU

   
 
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