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Autore: bulol    28/03/2013    4 recensioni
La mia mano comincia a tremare quando l'odore dolciastro di poco prima riappare Ma stavolta ha un aroma di pesca...
C'è qualcosa di veramente inquietante qui. Stanotte
Genere: Horror, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Emily ho finito di svestire i manichini me ne vado, domani apro io ricordatelo!- 

Riven, il ragazzo che mi aiuta nella gestione della mia boutique mi saluta.

- grazie Riv buonanotte!- urlo di rimando dal retro del negozio attaccando il prezzo sull'etichetta di un vestito. Lo sento ridacchiare e sbattere la porta.

Nella piccola frazione di tempo in cui Riven varcava la soglia sono riuscita a sentire lo scriosciare della pioggia al di fuori.

Deve esserci un temporale con tanto di fulmini. 

Sento un brivido insensato attraversarmi la schiena.

Mi alzo dal bancone per andare a prendere un ago e un filo blu per ricucire l'orlo della manica della mia giacca.

Nel ripostiglio mi blocco...un odore dolciastro invade i miei sensi. Chiudo gli occhi e scrollo la testa per allontanare la sensazione di inquietudine che mi attraversa.

Quando li riapro la luce del ripostiglio è spenta. Il mio cuore perde un battito fino a quando non mi ricordo che quando ho aperto il negozio ho fatto installare un timer per evitare che rimanesse accesa tutta la notte. Fino a questo momento mi pareva un'idea geniale. Ma questa sera ogni piccola cosa mi fa tremare le gambe. Chissà perchè.

Mi avvio verso il tasto di accensione della lampadina ansiosa di tornare a vedere.

La mia mano comincia a tremare quando l'odore dolciastro di poco prima riappare Ma stavolta ha un aroma di pesca...

C'è qualcosa di veramente inquietante qui. Stanotte. 

Riesco a percepire i battiti del mio cuore che accellerano quando mi allontano dallo sgabuzzino senza nè ago nè filo. Voglio solo uscire da quella stanza inspiegabilmente terrificante.

Sospiro di sollievo quando vedo un'ombra che appare da dietro il muro che divide il retro dal resto del negozio.

Deve essere Riven. Avrà dimenticato qualcosa.

Mi solleva il pensiero che non sono piu sola nel negozio.

Ma non ricordo di aver sentito la capanella attacata alla porta che suonava.

- Riven?- domando nervosa alla porzione scura proiettata sul pavimento. Questa muove un passo nella mia direzione, ma non abbastanza lungo da rivelare chi l'ha proiettata. Una cosa cattura particolarmente la mia attenzione. Il fatto che la figura sia alta, incredibilmente magra e proporzionata e non vi sia accenno di capelli.

Altri brividi ricominciano a farsi strada sotto la mia pelle, stringo i palmi contro le mie orecchie per calmare il rumore del sangue che pulsa nella tempie.

Non è Riven. Lui e alto ha due grandi spalle protettive e un nido di rondini in testa.

Ma allora chi è? E come ha fatto a non far emettere alcun suono al campanellino dell'entrata?

Non riesco a spiegarmi l ondata di paura che s'infiltra nel mio corpo fino a riempire ogni cellula. 

Molti clienti mi cercano anche dopo l'orario di chiusura. Cosa dovrebbe esserci di strano?

Anche se quello non mi sembra nessuno dei miei abituali clienti.

Chiudo gli occhi per arrestare il capogiro che mi assale.

Il mio cuore si blocca una seconda volta quando torno a vedere.

Il bancone e ricoperto da un denso liquido scarlatto. L'odore metallico mi arriva alle narici. Trattengo il conato di vomito che mi scaturisce dallo stomaco.

Il legno di ciliegio e ricoperto di sangue.

I battiti del mio cuore accellarano, il mio respiro si fa irregolare e i miei arti riprendono a tremare. Indietreggio lentamente per mettere più spazio possibile tra me e quell'individuo.

Sempre ammesso che sia una persona.

Il tremore si estende a tutte le ossa quando il sangue comincia a muoversi in spirali.

Non riesco a spiegarmi che sta succedendo.

I movimenti si arrestano e capisco il perchè di quei disegni terrificanti.

Ora sul bancone il sangue porta le lettere che compongono il mio nome.

C'è scritto Emily a caratteri allungati.

Sento il bisogno di guardarmi le mani. Ma avrei preferito non farlo. Le lacrime cominciano a fuoriuscire irregolarmente dai miei occhi accompagnate da singhiozzi nel vedere i miei polsi sfregiati e i palmi ricoperti dal liquido rosso.

È il mio sangue. Il mio nome sul bancone, i miei polsi, le mie mani! E stato tutto fatto dal mio sangue! Ma com'è possibile!

-chi sei!- urlo disperatamente all ombra che non si e spostata di un centimetro.

Attendo la risposta, ma al suo posto c'è solo un silenzio agghiacciante.

Invece la figura comincia a muoversi nella mia direzione.

Corro tremante nel guardaroba a ripararmi tra i vestiti cercando di calmare i singhiozzi e i tremori ma arrivano ancora più forti. 

L'odore di pesca si fa così intenso che mi fa girare la testa una seconda volta. 

L'aroma si mischia al sangue facendomi trattenere un altro conato.

Mi rannicchio tra le giacche portando le ginocchia al petto e cercando di non udire i passi che si avvicinano.

Strizzo le palpebre per non vedere cosa succede fino a quando non sento una mano delicata alzarmi il mento. Le dita sono sottili e affusolate ma non sono morbide. Quello di cui sono costituite non sembra carne ma più....plastica.

Deglutisco a vuoto rumorosamente. Dischiudo lentamente le palpebre e quello che vedo supera ogni mia più orribile aspettativa.

Il volto nero, lucido privo di lineamenti se non l'incavo degli occhi. Il corpo creato apposta per far calzare ogni vestito di taglia XS . La plastica scura e lucida che sostituisce la pelle...

Comincio a non controllare più le mie mani tanto sono forti i fremiti da cui e scossa.

Mi spingo al muro scostando dal mio viso l'arto. Il sapore salato delle mie lacrime si espande sulla mia lingua. Deglutisco una seconda volta con l'illusione che questo gesto mi calmi. 

Ma e solo apparenza. Quando La testa senza lineamenti si avvicina alla mia facendosi strada tra i vestiti capisco che non posso fare niente.

Mi alzo sbattendo sonoramente all'asta di ferro che regge i cappotti ma non mi soffermo neanche a pensare al dolore e scosto violentemente di lato l'essere che dovrebbe essere stato davanti alla vetrina inanimato.

Corro al difuori del guardaroba ignorando il fatto che le mie gambe potrebbero cedere da un momento all altro per gli spasmi a cui sono sottoposte.

Mi blocco al bancone muovendo freneticamente le mani sul piano insanguinato alla disperata ricerca del tagliacarte. 

Ma quando credo di averlo trovato mi accorgo che c'è solo la sua sagoma nel liquido rosso.

Sono paralizzata sentendo i passi regolari dietro la mia schiena e realizzando che la creatura è alle mie spalle.

Qualcosa di liquido scende dalla mia testa. Penso che probabilmente sia sudore ma quando arriva ai miei occhi bagnando le ciglia mi accorgo che è rosso. La mente mi riporta al momento in cui mi sono alzata sbattendo la testa.

- Oddio- mormoro.

La vista mi si appanna e sono così occupata a pulirmi l'occhio e tastarmi il capo per arrivare al punto in cui è spaccata che mi dimentico della creatura che si sta avvicinando alle mie spalle.

Un soffio gelido che mi provoca brividi lungo tutta la spina dorsale mi riporta alla realtà.

Automaticamente mi giro per trovarmi la figura a pochi centimetri dal viso.

Il mio cuore accellera così velocemente che non so nemmeno quanto reggerà.

Abbasso lo sguardo e scorgo il tagliacarte nella mano priva di dita.

Mi sento pietrificata. Non riesco nemmeno a sbattere le palpebre nella paura che quando riapra gli occhi le cose possano essere peggiorate ancora di più di come sono adesso come le ultime due volte.

Non riesco a trattenere due lacrime disperate.

- cosa vuoi da me- domando con il fil di voce che mi è rimasto invece di urlare a perdifiato in cerca di aiuto.

La sua testa si inclina e riesco a scorgere il ghigno malefico nelle sue labbra appena accennate.

- loro ti vogliono- sussurra con voce vellutata che mi gela il sangue che mi è rimasto nelle vene.

La cosa che mi spaventa di più e che non ha una voce. È più simile a un respiro. Non e nè maschile e nè femminile.

Fa un paio di passi indietro e comincia ad alzare il braccio munito di tagliacarte.

"è finita" penso ma mi sforzo di non serrare gli occhi.

Con mia grande sorperesa posiziona il coltello sul dorso del suo gomito;lasciandosi un taglio superficiale. Non capisco cosa vuole fare finchè non sento un bruciore sul retro del mio gomito. 

E capisco.

È in questo modo che è riuscito a sfergiarmi i polsi. Siamo collegati. Tutto quello che si procura lui o lei...ha riprcussioni su di me.

Non passa più di un secondo ,dopo che io abbia capito, che l'arma impropria è sulla gola dell'essere.

Non faccio in tempo a bloccarlo o a urlare " ti prego no!" che il tagliacarte lascia uno squarcio nel collo di plastica della sagoma.

Uno zampillo di sangue esce dalla mia gola e non ho neanche il tempo di serrare le palpebre che tutto scompare.

 

 
 
 

ASSSSSSSSSSSSSSSS

 

 

Salve!

Questa è la prima one shoot che scrivo e l'ho fatta perchè ieri sera mi è
venuto in mente che tutte le cose inanimate con la faccia mi terrorizzano
ahah ahahhah ah. 

Non fa molto ridere. 

È alquanto stupido.

Già.

Vabbè fatto sta che io non ho mai avuto bambole perchè non
volevo che la notte uscissero dalla cesta o.O

Mio fratello quando l'ha letta mi ha consigliato. Di abbandonare il
mio sogno di avvocato e mettermi a fare la scrittrice. Non so se
essere lusingata o mandarlo a fanmulo (come direbbe lui (?))

Probabilmente quello che ho scritto non importa a nessuno
quindi mi vaporizzo.

Se vi è piaciuta la storia commentate...anche se non vi è piaciuta.
Accetto pure gli insulti c: sono disperata.

Ok !adiòs! (non c'è il punto esclamativo storto -.-)

Twittah : @catterflies_        

  
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