Caro diario,
una parola ha preso il possesso di me:
Fingere, fingere, fingere, fingere. F I N G E R E.
Una parola che mi racchiude in tante parti. Nessuno sa la verità, oltre me ovviamente.
"Ludmilla! Hai fatto un altro danno! Sei licenziata, non permetterti di entrare in questa casa un’altra volta!" ha sbottato il mio capo furioso.
Sì, non sono una ragazza ricca, ma semplicemente sono una ragazza umile che lavora cercando di accumulare qualche soldo.
Perché fingo di essere cattiva? Perché ho sofferto, i miei compagni di scuola media mi hanno preso in giro per questo, andando sul pesante.
Allora ho deciso di tener questa parte tutta per me, esclusivamente per me.
Ho paura che possano prendermi in giro, così ho deciso di fingere.
Ma ora sono stanca di continuare ad essere qualcuno che non sono.
Che cosa devo fare? Non so da che parte iniziare...
Il mio computer riceve un'e-mail:
Tra tante donne, uomini che ci hanno chiesto di lavorare io ho scelto te, perché so che ti serve più degli altri. Da domani potrai anche iniziare.
German Castillo
Castillo? Ho letto bene? Lavorerò per Violetta?!
Questo è l'inizio della mia fine.
Note dell'Autrice:
Il capitolo è cortissimo, ma è solo il prologo, il prossimo, ovviamente sarà più lungo.
Non sono riuscita a non scrivere e eccomi qui. Spero che questa storia sia bella quanto quella precedente. Alla prossima!