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Autore: BlazeHope    28/03/2013    3 recensioni
In seguito ad un brutto incidente, Adeline, una ragazza italiana di appena 17 anni, si troverà a girare l'Europa al fianco del suo idolo, Justin Bieber. Tra i due nasce subito una grande intesa che verrà compromessa da un accordo stipulato dai ragazzi. Tutto ciò li porterà a prendere strade diverse allontanandosi per molto tempo, ma quando per sbaglio il loro cammino si incrocerà nuovamente i giovani amanti capiranno che quello ciò che li lega non potrà mai scemare.
Adeline era diversa, molto diversa.
Adeline e Justin.
p.s. Tengo a precisare che sono pienamente consapevole dell'errore grammaticale riportato nel titolo assicurandovi che è assolutamente volontario in quanto per chi non lo sapesse porta il medesimo nome di una canzone di Justin.
Buona lettura,
con affetto
-Blaze
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter one.
Just give me a reason..

Aprii gli occhi, la luce era soffusa. Le pareti di quella camera, per quanto potessi capirne, erano bianche, la mia schiena era scoperta e disteso accanto a me c'era un ragazzo. Provai a ricordare cosa fosse accaduto la sera prima ma un forte dolore alla testa rendeva le cose difficili.
Solo di una cosa era certa, quella non era la mia stanza.

Ero ad un concerto, al suo concerto. Urla, pianti e tanta emozione. Milioni di ragazze e ragazzi con indosso un cappellino viola, il suo nome scritto ovunque, pareti, cartelli, biglietti, volti, braccia... Aspettavo con ansia il suo ingresso, poi un botto seguito da una luce abbagliante. Apparve un ombra sul grande schermo, la sua ombra. Poi il display si aprì, ed eccolo lì, il mio idolo. 
Poche ore dopo ero già fuori dall'arena. Era tutto così stupendo.. il suo sorriso, la sua voce.. L'avevo visto, era lui, a pochi metri da me, in tutta il suo splendore!
Pioveva, ero completamente bagnata ma continuavo a ridere e piangere senza sosta. Poi una luce, un urlo e infine il buio.

Spalancai gli occhi e a quel punto capii. Mi trovavo in ospedale. Le immagini nella mia mente erano sfocate e confuse. Cos'era successo?
Senza rendermene conto delle lacrime salate cominciarono a solcare il mio volto, sentii una leggera pressione sul polso, una stretta delicata.
Mi voltai con cautela molta cautela, un po' per la paura, un po' per il dolore straziante alle gambe . La luce al neon della stanza accanto si spense, eliminando così l'unica forma di illuminazione presente e la paura crebbe, impossessandosi di corpo e mente. Provai a scendere dal letto ma mi sentivo come risucchiata da un vortice, la stanza sembrava muoversi e le gambe non mi ressero, ma qualcuno prontamente mi afferrò dalla vita, adagiandomi sulle sue gambe.

Tranquilla, è tutto finito. Ci sono io con te, ora.
La flebo mi pizzicava il braccio e il macchinario che riproduceva il mio battito cardiaco sembrava sul punto di esplodere. Ero esausta, sfinita, senza forze. Il mal di testa era sempre più forte, avevo i conati di vomito e tremavo per il freddo. Nonostante tutto mi sentivo leggera, come se non fossi fatta di materia. Mi sentivo aria. 
Qualcuno parlava, anzi, gridava. La luce si accese e guardai il ragazzo che mi sosteneva. La paura nei suoi occhi. 
Justin pronunciai con quell'ultimo briciolo di energia che mi era rimasto. Uscì come un soffio. 
Vidi una donna che si dimenava vicino a noi, mi poggiò qualcosa sul viso, poi crollai.

***

Una forte luce traspariva dalle palpebre disturbando il mio sonno, cominciai a sfregarmi gli occhi bofonchiando infastidita. 
Dottoressa venga, si è svegliata!
Mhm, si buongiorno.
Aprii gli occhi e un tumulto di persone in camice bianco riempì la piccola stanza. Qualcuno mi puntò una luce dritta negli occhi, qualcun altro m'infilò una stecca di legno in bocca facendomi quasi vomitare, un altro studiava i miei riflessi picchiettando con un martellino sulle mie ginocchia e un'altro ancora appuntava il tutto su alcune cartelline, poi uscirono rapidamente. Finalmente non avevo più ne flebo ne elettrodi collegati al mio corpo.

Buongiorno sweetie- mi sorrise Justin Bieber prendendo posto accanto al mio letto. No aspetta, cosa!?
J..Justin? Cosa ci fai qua?-chiesi sconvolta.
Dopo il concerto mi hanno chiamato dicendomi che una fan era stata investita proprio fuori dall'arena, così sono venuto subito qui.
Chi è stato investito?.. oh. Ma ma..tu non dovevi.. cioè tu oggi dovevi essere il Polonia, no?
Wow, qualcosa la ricordi allora! Maglio, vuol dire che la tua testa sta bene anche se sei un po' arretrata nei tempi.
Che vorrebbe dire?
Il concerto a Cracovia doveva essere tre giorni fa.
Tre giorni? Ma se ieri sono stata al tuo concerto ed era solo 23.
"No piccola, ieri era 26."
Ma.. oddio.. quanti concerti hai saltato, quindi?
Tre, con questa sera quattro.
Ma sei impazzito?! Hai la minima idea di quante fan ci sono in quattro concerti? Hai infranto il sogno di milioni di ragazze! Da quant'è che sei qua?
Dal 23 sera.Tu.. tu sei incredibile-disse con tono dispiaciuto.
Era conciato veramente male. Indossava ancora i vestiti del concerto, gli occhi erano cerchiati di nero e il viso sciupato dalla stanchezza. 
Devi andare da loro.. a scusarti!
Io, non ti credo! Sono qua per te. Vuoi veramente che vada via per andare a chiedere scusa per aver saltato tre concerti?
Si, loro non lo meritano. Forse era la loro unica opportunità per realizzare il loro sogno e tu l'hai mandata in fumo.
Pensavo di compiere una buona azione, mi sentivo tremendamente in colpa per ciò che ti è accaduto e volevo starti il più vicino possibile nonostante fossi una perfetta estranea! A quanto pare mi sbagliavo.
Justin io nemmeno realizzo che tu sei qua con me, per me. È così bello da sembrare surreale, ma guardami, non ne valgo la pena. Torna in tour, non voglio che tu abbia problemi a causa mia!Lo osservai con tristezza ma non potendo reggere il suo sguardo mi voltai verso la finestra. Il ticchettio della pioggia sul vetro riecheggiava nella camera. Il discorso aveva preso una nota irrazionale.
Ad una condizione.Rispose il biondo con convinzione.- Tu vieni con me.
Non puoi essere serio. Dovresti come minimo odiarmi.
Per quale assurdo motivo dovrei odiarti?
Ti sto gridando contro per essermi stato vicino e avere realizzato il mio sogno! Questa frase è così tremendamente assurda. Mi starà prendendo sicuramente per cretina.
Per difendere il sogno di miliardi di persone.
Bhe, so cosa si prova. Non mi aspetto nulla in cambio.
Non voglio lasciarti qua sola, ti prego.Le mie labbra si incurvarono in un lieve sorriso.
Andiamo.

Velocemente, per quanto le ferite me lo permettessero, provai ad infilarmi la tuta constatando che con l'impatto si era ridotta a brandelli. Justin si tolse la giacca, porgendomela. Infilai le mie vans e presi la borsa.

Justin però come facciamo ad uscire? Non mi hanno ancora dimessa e non può sparire una paziente dall'ospedale così nel bel mezzo della notte.
Chi ti ha detto che non può?-ammiccò.
__________


🌸 Buonsalve 🌸
Ecco a voi il primo capitolo di questa storia. 
Vorrei sottolineare che si chiama così in merito alla canzone di Justin. So perfettamente che c'è un errore grammaticale ma è assolutamente intenzionale!
Mi farebbe veramente tanto piacere sapere cosa ne pensate, quindi per favore stellinate e commentate se questo primo capitolo vi è piaciuto almeno un po'!
Con affetto
Blaze 🍃



 
   
 
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