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Autore: ChibyLilla    28/03/2013    5 recensioni
“Mike ha la febbre alta.” Spiegò, passando una mano sulla fronte bollente del ragazzo addormentato.
E Donna sapeva che Harvey non glielo aveva detto per giustificarsi dell’assenza in ufficio, ma perché probabilmente non aveva idea di come andasse curato anche solo un banale raffreddore e quindi sperava in una sua apparizione miracolosa.
Sorrise, decidendo di farlo penare ancora un po’.
Se siete un po' maliziosi potete trovare dello slash qui dentro... Ma è tutto molto velato
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa piccola shot mi è venuta proprio all’improvviso, probabilmente proprio perché ho la febbre … Deliri improvvisi!

Non è nulla di speciale, ma spero vi piaccia ^^

 

CARE

 

“Harvey?!” Donna rispose al cellulare con il tonno assonnato che solo una donna appena svegliata da uno squillo inaspettato può avere. “Spero tu abbia un buon motivo per chiamare alle …” controllò la sveglia che aveva sul comodino, distinguendo appena le cifre con gli occhi ancora offuscati “Alle sette del mattino!”

“Un ottimo motivo, Donna: ricordarti che hai un lavoro.” Dall’altro capo del telefono rispose una voce che a Donna suonava troppo bassa ed assonnata per trattarsi di quella di Harvey.

“Divertente! Perché stiamo bisbigliando?” domandò ironica, abbassando anche lei la voce.

“Donna!” tagliò corto Harvey “Oggi non verrò in ufficio e mi servono alcuni documenti.”

“Cosa? Perché?”

“Mike ha la febbre alta.” Spiegò, passando una mano sulla fronte bollente del ragazzo addormentato.

E Donna sapeva che Harvey non glielo aveva detto per giustificarsi dell’assenza in ufficio, ma perché probabilmente non aveva idea di come andasse curato anche solo un banale raffreddore e quindi sperava in una sua apparizione miracolosa.

Sorrise, decidendo di farlo penare ancora un po’. “Di cosa hai bisogno? Ti mando tutto tramite Greg.”

Harvey grugnì, poi si spostò in un’altra stanza per fornire a Donna tutte le indicazioni, senza il rischio di svegliare Mike e ne approfittò per preparare del caffè; pochi minuti dopo aver staccato la chiamata, avvertì dei passi familiari alle sue spalle.

Mike lo osservava appoggiato con una spalla allo stipite della porta, le guance arrossate in contrasto col pallore sul resto del viso e gli occhi lucidi.

“Dovresti essere a letto.” Cantilenò, consapevole di non essere ascoltato, mentre Mike si sedeva, poggiando i gomiti sul tavolo, con il viso nascosto tra le mani, mormorando qualche parola che l’altro non riuscì a decifrare.

Harvey prese posto al suo fianco, poggiandogli una mano sulla spalla per richiamare la sua attenzione e Mike spostò a malapena il viso, aprendo un occhio per guardarlo.

“Potrei suonare ripetitivo ma … dovresti davvero tornare a letto. Hai un aspetto orribile.”

Mike espresse il suo disappunto in un lamento disarticolato, mentre Harvey gli cingeva la vita con un braccio, al solo scopo di costringerlo a camminare.

“Fa freddo!” mugolò Mike con voce roca, stringendosi contro il petto di Harvey e rifiutandosi di tornare  a letto, fino a quando il più grande non acconsentì a restare con lui.

“Mike, se mi attacchi l’influenza sono guai!” sentenziò, con il tono più autoritario di cui fosse capace al momento. Ed in effetti non fu una delle sue performance più riuscite, perché in fondo non voleva altro che passare il resto del giorno in quel letto, accanto a Mike. Mike che, dopo un attimo di smarrimento, si era raggomitolato accanto ad Harvey, facendosi spazio oltre il suo braccio e poggiando la testa sul suo petto.

Harvey sorrise alla sua espressione insolitamente infantile e ai suoi modi più capricciosi del solito.

Facendo attenzione a non sballottolare più del dovuto il corpo febbricitante che giaceva sul suo torace, con la mano non incastrata sotto il corpo di Mike, Harvey tirò verso di sé le coperte, assicurandosi di coprire Mike completamente.

“Va meglio?”

L’altro annuì impercettibilmente, rassicurato dall’abbraccio di Harvey e dalla sua mano fredda sulla fronte.

Restarono in quella posizione per un tempo che nessuno dei due avrebbe saputo quantificare: l’unica cosa di cui Harvey si rese conto era che, proprio nel momento in cui stava per lasciarsi andare tra le braccia di Morfeo, uno squillo del cellulare lo riportò nel mondo dei vivi.

“Donna, che c’è?”

“Non riesco a venire Harvey e probabilmente dovrò davvero mandarti Greg. Volevo avvertirti.”

Harvey imprecò mentalmente all’idea di dover vedere la faccia del più antipatico tra gli associati della Pearson & Hardman e parlò solo quando fu certo che il suo tono sarebbe stato sufficientemente controllato. “Donna lascia perdere, tanto non credo che avrò il tempo di fare qualcosa stamattina.”

“Ci sono problemi?”

Se non si fosse trattato di Donna, Harvey avrebbe troncato la chiamata seduta stante. Spostò la mano dalla fronte al collo di Mike, sentendolo rabbrividire.

Problemi? Lei chiedeva se fosse un problema che Mike stesse male?

“Lascia perdere, Donna. A domani.” Tagliò corto, dedicando la sua attenzione di nuovo a Mike. Possibile che quel ragazzino avesse un tale effetto su di lui?

Lo strinse un po’ più forte, socchiudendo gli occhi.

 

 

Donna aveva passato una delle sue giornate più stressanti, dovendosi occupare di disdire tutti gli impegni di Harvey ed affrontare le avances poco gradite di Louis, quindi si: davvero non aveva avuto tempo per staccarsi dall’ufficio.

Quando finalmente arrivò anche per lei la pausa pranzo, non fece altro che chiamare un taxi e correre in soccorso del proprio migliore amico.

Una volta giunta di fronte alla porta di casa di Harvey, estrasse dalla borsa le chiavi che egli stesso le aveva dato in caso di necessità, ritenendo una saggia scelta quella di non disturbare usando il campanello.

Entrò in silenzio, cercando una figura familiare prima in salotto e poi in cucina.

Nulla.

Quando attraversò il corridoio, entrando in camera da letto, sorrise: anche Harvey era addormentato, le guance leggermente arrossate e la bocca semiaperta. Un braccio intorno alle spalle di Mike.

Non lo avrebbe mai ammesso, ma era quasi commossa nel vederlo così: Mike era riuscito a far cadere ogni sua difesa, dimostrando che anche il grande Harvey Specter aveva un cuore.

Lo avrebbe preso in giro fino alla fine dei suoi giorni per quella scena.

Chiby's

  
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