Respirerò là dove respirerai tu
Prologo.
29 Marzo 1995
-Non abbiamo scelta- le sussurrò all’orecchio.
Lei s’irrigidì e si allontanò di un passo, sotto la maglietta aveva la pelle d’oca, ma non era sicura se per il freddo o per la troppa vicinanza di lui.
-Non so se è una buona idea…- Balbettò.
-Non abbiamo scelta- ripeté lui.
La ragazza si voltò di scatto, ora sembrava aver ripreso la forza che le mancava fino a poco prima, -è la mia famiglia-, disse a denti stretti, -come puoi chiedermi di fare una cosa simile e aspettarti che ti dica di sì senza pensarci almeno un po’ su?-
La guardò attentamente per un po’, poi annuì impercettibilmente e spostò lo sguardo sulla finestra alla loro sinistra.
Lei fece un passo avanti e gli sfiorò il braccio. -So che vuoi uscire da questa situazione il prima possibile, ma non penso che fare il passo più lungo della gamba sia il modo migliore per…-
-Allora dimmi qual’ è!- Sbottò esasperato. –Loro non ci vogliono, non mi vogliono e cercheranno in tutti i modi di separarci. Non abbiamo fortuna in questo posto, comunque vada, insieme o divisi, finiremo per essere divorati dalla disgrazia e la solitudine di questo luogo morto!-.
Lei fremette, non aveva poi tutti i torti: -non voglio perderti, ma non voglio perdere nemmeno loro…-
La guardò con forza, -mi ami?- Le chiese a bruciapelo. Lei sentì la testa girare, il mondo sfuocare attorno a loro, -io…-
La afferrò per le braccia, costringendola a guardarlo, -mi ami?- Le chiese nuovamente, e lei non ebbe più motivo di fermarsi a riflettere.
Aprì la borsa e ne estrasse una busta bianca, la lasciò sul letto e tornò da lui.
-Sì, ti amo- gli disse fermamente, mentre gli lanciava le braccia attorno al collo.
Lui sorrise, la strinse a se e le lasciò un casto bacio sulle labbra prima di prenderla per mano e condurla alla finestra.
La aiutò ad uscire, a scavalcare la staccionata, ed infine a scappare, correndo verso una nuova vita…