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Autore: lavignesforce    28/03/2013    2 recensioni
Non conoscevo nessuno che valesse la pena di invidiare.
Il male accadutomi, l'avevo dimenticato.
Non mi vergognavo al pensiero di essere stato chi sono.
Nessun dolore nel mio corpo.
Czeslaw Milosz
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non conoscevo nessuno che valesse la pena di invidiare.
Il male accadutomi, l’avevo dimenticato.
Non mi vergognavo al pensiero di essere stato chi sono.
Nessun dolore nel mio corpo.
Czeslaw Milosz.




E’ strana l’idea che un solo link che giri su My Space possa rovinarti la vita.
E’ strana l’idea che il tuo ragazzo possa ingannarti e diffamarti.
E’ strana l’idea che nel giro di un mese non rimanga nulla di te.
E’ strana l’idea che una ragazzina di sedici anni trovi ingrandimenti del suo corpo nudo per tutta la scuola.
E’ strana l’idea che da un giorno all’altro le persone che amavi si allontanano da te, per uno scherzo di poco gusto.
E’ strana l’idea che una ragazza si ritrovi a desiderare di morire.
E’ normale tutto questo?
E’ normale che Rebecca, sedici anni, si trovi raggomitolata sul pavimento lurido di un insulso bagno di una stazione di servizio?
E’ normale che Rebecca, sedici anni, sia stata quasi violentata da un camionista, se non fosse stato per quel ragazzo biondo che si trovava ora a pochi centimetri da lei?
No, tutto questo non è normale. Per nulla.
Rebecca a dieci anni si chiedeva spesso quale fosse il motivo di tutta la cattiveria nel mondo. La risposta che si era data era ‘Gli uomini odiano per paura di amare’.
Rebecca a quattordici anni si chiedeva spesso perché al mondo si mentisse con tanta facilità. La risposta che si era data era ‘Gli uomini mentono perché sono codardi’.
Rebecca a sedici anni cosa si chiede? Perché al mondo si soffre? Ma tutt’oggi non ha ancora trovato una risposta. Forse una risposta vera e propria non c’è. Lo dice anche Darwin. Il più forte sopravvive. E Rebecca non era forte.
Il biondino che l’aveva salvata si accovaccia vicino a lei e tenta di fare un sorriso.
Tentativo invano.
-Allora, va un po’ meglio?- Prova a dire con un tono rassicurante.
Rebecca punta i suoi occhi color cioccolato nei suoi color del mare, e, con uno sguardo, fa capire al ragazzo che non va meglio.
A disagio il suo salvatore distoglie lo sguardo, per posarlo sulle dita incrociate della ragazza.
Insicuro le tende una mano.
-Io sono Niall.- Dice con un soffio di voce.
-Rebecca.- Ribatte con voce roca, ignorando la mano tesa.
-So che posso sembrare patetico, ma vuoi provare a dirmi cosa è successo?-
Lui capiva. Lui capiva tutto. Lui sapeva che c’era qualcosa sotto. Che lei aveva bisogno di aprire il baule del suo cuore e confidarsi. Rebecca questo l’aveva captato.
Scuote la testa incerta e si concentra sulle venature della porta con la mente piena di pensieri.
Rebecca si gira verso Niall e fa ciò che non faceva da troppo, troppo, tempo, sorride debolmente. Prende un sospiro profondo e schiaritasi la voce prende a parlare.
-Io credevo che lui mi amasse almeno una piccola parte di quanto lo amavo io. Un giorno mi disse ‘facciamo un gioco, fai un video e spogliati per me.’ Io lo feci. Per lui sarei andata sulla luna. Il giorno dopo tornata a scuola ho trovato affisse, su ogni dannata parete, le foto del mio corpo nudo. Sarei voluta morire.-
Rabbrividisce al solo ricordo. Niall la guarda, come se con lo sguardo volesse dirle ‘vai, continua, apriti con me.’
Con aria risoluta e con un groppo in gola continua con il suo straziante racconto.
-Il video che avevo fatto per lui girava ovunque su My Space. Per i corridoi tutti mi additavano e sentivo i loro commenti fatti sottovoce. Pensavano che io fossi una poco di buono, una di quelle facili che si spogliano per tutti. Ma io non ero così, io ero diversa da tutte quelle oche. Io ero stata ferita. Alla velocità della luce tutti coloro che mi erano vicini sparirono, come fecero i miei genitori. Mi dissero che io non ero loro figlia, io ero un’estranea nella loro casa. Loro non volevano una figlia puttana.- Gli occhi si riempiono di lacrime ripensando allo sguardo duro che le avevano rivolto sua madre e suo padre quando lei si era confidata con loro.
-Pensavo che tutto questo non poteva essere accaduto a me. Speravo che da un momento all’altro mi sarei svegliata urlando e mia madre con uno sguardo bonario sarebbe venuta a tranquillizzarmi. Ma passavano i giorni, le settimane, i mesi e quel dannato incubo non finiva.-
Senza pensarci afferra la mano di quel ragazzo semi-sconosciuto.
-Niall, perché è successo a me? Cosa ho sbagliato per meritarmelo? Io sono solo una ragazza. Non mi merito tutto questo.- dice con voce supplicante.
Si, supplicante. Lei vorrebbe tanto che tutto finisse. Lei vorrebbe andare via. Magari raggiungere la sorellina Amber. Se morisse, toglierebbe un peso ai genitori. Per loro non sarà più la figlia di cui vergognarsi. Sarebbe solo la loro secondo figlia morta. Rifletterebbero sulle parole che le avevano detto e forse capirebbero che l’hanno distrutta dentro. Toglierebbe un peso a coloro che lei definiva “amici”. Per loro non sarà più quell’amica di cui dimenticarsi perché ha una reputazione infangata. Rifletterebbero su quanto hanno sbagliato a lasciarla sola nel momento in cui aveva più bisogno e forse capiranno che l’hanno distrutta dentro. Toglierebbe un peso a Matt, il suo “ragazzo”. Per lui non sarà più la ragazza indifesa da poter prendere in giro e diffamare. Rifletterebbe sul gesto mostruoso che ha fatto e forse capirebbe che l’ha distrutta dentro. Per sempre.
Le lacrime ormai le scendevano prepotenti, ma il suo sguardo rimaneva duro e perso nel vuoto.
Sussultò un po’ quando il ragazzo parlò.
-Forse è successo perché Dio sapeva già che tu avresti resistito a tutto questo. Un giorno questo finirà. Sei forte Rebecca. Invidio la tua forza. Puoi farcela ad andare avanti.- Dice lentamente. Quasi volesse far godere appieno di quelle parole quella povera ragazza.
-No. Non sono tutto questo. Tu non mi conosci. Tu sei solo uno sconosciuto. Non illudermi ti prego.-
Niall le sposta una ciocca di capelli scuri dal viso. Con l’angolo del pollice le asciuga le ultime lacrime rimaste a scorrere sulla pelle della ragazza.
-Lo sei. Sei forte. Credici. Credi in te. Ti aiuterò, te lo prometto.- le giura guardandola negli occhi.
Non ricevendo risposta, si alza. Per la seconda volta quella sera lui le tende la mano. Lei per la prima volta quella sera la afferra, alzandosi.
-Niall. Quando verrà quel giorno in cui tutto finirà?- Chiede, sicura e forte nella voce.
-Oggi è finito tutto Rebecca.- Dice prima di lasciarle un bacio sulle labbra socchiuse.
Finalmente lei ci è riuscita. Quella sera lei era riuscita a darsi una risposta.
Rebecca a dieci anni si chiedeva spesso quale fosse il motivo di tutta la cattiveria nel mondo. La risposta che si era data era ‘Gli uomini odiano per paura di amare’.
Rebecca a quattordici anni si chiedeva spesso perché al mondo si mentisse con tanta facilità. La risposta che si era data era ‘Gli uomini mentono perché sono codardi’.
Rebecca a sedici anni si chiedeva spesso perché al mondo si soffre. La risposta che si era data era ‘Al mondo si soffre perché prima o poi ci sarà qualcuno a salvarti’.
Finalmente Rebecca quel qualcuno lo aveva trovato.
Puoi vederli allontanarsi nella sera fredda e buia uno vicino all’altra verso un futuro migliore.




Chiars.

Buonasera cuori (?)
Alcuni si saranno resi conto che per questa One Shoot ho preso spunto dalla storia di Amanda Todd. Il mese scorso ho letto la storia e ne sono stata veramente scossa ed in un certo senso mi sono affezionata alla sua vicenda.
Poi oggi mentre ero a danza mi è venuto un lampo di genio e l’ho scritta. Non so se possa interessarvi lol (?)
Sento che da un momento all’altro arriveranno gli insulti per la cagata che ho scritto quindi mi dileguo.
Vi amo.
P.s. Siate buoni è la mia prima One Shoot cc
P.p.s. Seguitemi su twitter sono @lavignesforce ricambio c:
P.p.p.s. So di aver rotto con i p.s. Quindi ora sparisco sul serio. CIAO MAMMA! (?)
  
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