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Autore: albaazzurra    29/03/2013    3 recensioni
Questa è una storia che è ispirata al mio stesso problema. Comunque, anche io songo un ragazzo che mi voglia bene e che guardi oltre le apparenze...e spero di trovarlo. Comunque, spero che questa storia vi piaccia :) fatemi sapere ^^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Megamind, Roxanne Ritchi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buttai l’ennesimo paio di jeans sul letto. Ormai avevo svuotato tutto il mio armadio, e pantalone dopo pantalone, li avevo provati e poi con un gemito frustrato, abbandonati sul copriletto rosso. Avevo consumato lo specchio, prova dopo prova. Ero in piedi da due ore. Di fianco a me c’era una bilancia, che ogni volta che ci salivo, continuava ad insultarmi. Ok… ok, lo ammetto. Ero ingrassata. Molto ingrassata. Dal periodo di natale, alle uova di pasqua che Megamind aveva scartato e mangiato voracemente. Ma nemmeno io mi ero risparmiata.
 
Nessun pantalone ormai mi andava più. E quei pochi che mi entravano, mi facevano le cosce e il fondoschiena enormi. Distrutta e affranta mi sedetti vicino alle pile di pantaloni stropicciati mettendomi le mani sulle tempie e massaggiandole. Guardando la torre di jeans, la scaraventai a terra con violenza e con una lacrima che scivolava sulla guancia fissai le cosce scoperte. Enormi. Flaccide e pallide. Non ero mai stata longilinea, nemmeno da adolescente, e da quando avevo iniziato la mia vita da giornalista e ostaggio di un super-cattivo, ero riuscita a perdere qualche chilo, e diventare un po’meno rotondetta.
 
Ma in quel momento mi sembrava di vedere due prosciutti al posto delle gambe. E senza aver fatto la ceretta la prospettiva era ancora più orripilante. Con un sospiro tremolante mi gettai sul letto, guardando il soffitto con aria depressa e senza accorgermi del suono del campanello. Cominciai a piangere versando lacrime sulla stoffa del copriletto, che da un rosso brillante, diventò un bordeaux scuro.
 
Un altro suono, ma lo ignorai. Cominciai a singhiozzare coprendo i ripetuti ed insistenti DLIN-DLON. Ma l’esplosione non ebbi l’occasione di ignorarla. Spaventata mi alzai dal letto e corsi in salotto e mi ritrovai con la vista offuscata da una polvere biancastra.
 
Tossì cercando di dissolvere quella polvere fastidiosa agitando la mano davanti al viso.  Sentì improvvisamente delle braccia che mi stringevano. Impaurita urlai e cominciai a calciare dimenandomi per liberarmi da quella presa. Sentì un grido strozzato e poi un tonfo sordo.
“Indietro! Stai indietro o chiamo la polizia!” Dissi afferrando una scopa sul ripiano della cucina.
 
“Roxy!! Roxy, sono io!!”
 
Lascai andare la scopa in terra. Avanzando lentamente riconobbi il mio ragazzo ricoperto dal suo mantello nero.
 
“Megs!” Mi inginocchiai al suo fianco alzando la stoffa di pelle nera. Guardai il suo viso  in una smorfia di dolore mentre si massaggiava un piccolo livido sulla testa. Ampliando gli occhi lo abbracciai  cominciando a baciarli la testa.
 
“Scusami amore mio, scusa mi dispiace tanto!!”
 
“Roxanne! Ma sei pazza?! Mi hai fatto morire di paura!”
 
“Cosa? Parli tu che mi distruggi la casa se non ti rispondo al primo suono?!”
 
“Al primo?! Ma se ho suonato una cinquantina  di volte!!”
 
“Megs!!!”
 
“Ero preoccupato per te Roxy! Mi spiace tesoro… ma avevo paura. “
 
Mi si sciolse il cuore. Gli stampai un bacio sulla guancia.
 
“Mi spiace Megs… ma, sai com’è, non mi sembra affatto il caso di distruggere la casa.  Se non ci fossi stata, avresti distrutto la città?”
 
Megamind ridacchiò.
 
“Potrebbe darsi. Comunque, mi spiace, la prossima volta mi limiterò a disidratare la porta.”
 
Gli risposi con un bacio.
 
 “Ma… ricorda che questo non ti salverà dal riparare tutto questo disordine.”
 
Fece una piccola smorfia. Guardando a terra, raccolse delle rose impolverate e rovinate.
 
“Emh… ti avevo portato dei fiori…”Me li porse con un sorriso.
 
Li accettai dandogli un altro bacio.
 
“Grazie.”
 
 Sorridendo lo aiutai ad alzarsi. Dopo qualche secondo, mi guardò dalla testa ai piedi. Ampliò gli occhi facendo un sorriso a trentadue denti.
 
“Oh… Miss Ritchi… a che cosa devo questa accoglienza in codesta presentazione?” Agitò le sopracciglia ballerine. Mi prese le mani.
 
Volsi lo sguardo da un’altra parte. Inizialmente ero lusingata… ma il mio sorriso di incurvò ripensando alla pila di jeans sparsa sul pavimento in camera.
 
Sentì un dito sotto il mento che mi riportò lo sguardo di fronte agli occhioni di Megamind.
 
“Ehi… c’è qualcosa che non va?”
 
Lo guardai.
 
“Mh… bhe… si.”
 
“Che problema hai cucciola? Qualche difficoltà al lavoro?”
 
Scossi la testa.
 
“Ti senti male?”
 
“No…”
 
“E allora? Amore, così mi fai stare in ansia…”
 
“Bhe… forse è meglio andare in camera.”
---
 
Dopo avergli mostrato tutto, ancora non capiva.
 
“Tesoro… non hai notato che negli ultimi mesi… sono un po’ ingrassata?”
 
“In… ingrassata?”
 
“Basta guardarmi!”
 
“Cosa?”
 
“Guarda le mie gambe!”
 
“Bhe… sono belle…”
 
“E grosse… e il mio fondoschiena?”
 
Mi girai. Per qualche secondo non sentì nemmeno una reazione. Girando la testa vidi la lingua di Megamind  che spuntava dalle labbra, e le palpebre leggermente socchiuse.
 
Girandomi gli diedi un piccolo schiaffo.
 
 
“Che stavi guardando Mr Pervertitello?”
 
“Cosa? Ma me lo hai chiesto tu di guardare!”
 
“Si ma non con quello sguardo! Sei un ragazzaccio!”
 
“ Si lo so…” Agitò di nuovo le sopracciglia.
 
Mi sedetti sul letto al suo fianco. Sospirai. Sentì una mano che lentamente risaliva la gamba nuda. Lo guardai sbattendo le palpebre .
 
“Ehi… che cosa stai facendo?”
 
Si morse le labbra.
 
“Io… io volevo solo giocare…”
 
Gli allontanai la mano guantata.
 
“Non si fa ragazzaccio. Tieni lontano le tue manacce.”
 
“Mh… dai Roxy… non fare la guasta-feste…” Allungò le labbra.
 
“Megamind… ti prego, sono seria.”  Lo allontanai.
 
Ci rimase un po’male, ma la smise.
 
“Amore… dai parlamene… che cosa c’è che non va in te?”
 
“Guardami!” Gli dissi come se fosse una cosa ovvia.
 
Mi fissò.
 
“Sei bellissima…”
 
Gli sorrisi.
 
“Insomma… tu sei alto, snello, e altletico. E… guarda me! Sono rotonda, con le gambe grosse, paffuta e pallida. E… diciamolo sono anche bruttina. Non sono affatto bellissima. Non mi meriti… sono ingrassata tantissimo negli ultimi mesi, non so come tu mi possa trovare così attraente… so che la vera bellezza è quella interiore, ma… so che a volte conta anche l’aspetto. Mi sento una stupida!!” Mi misi le mani sugli occhi e cominciai a piangere. Qualche secondo dopo mi sentì afferrare i polsi e sentì la schiena ricoperta da una canottiera grigia appoggiarsi sul letto.
 
“M-Megamind…”
 
“Roxy… non provarci nemmeno per scherzo.”
 
“Che cosa?”
 
“Hai ragione… tu non sei bella, sei splendida. Non hai un bel corpo, tu hai uno splendido corpo. Adoro le tue cosce, adoro il tuo didietro, io… io ti amo. Sono attratto da te! Non provare nemmeno a dire che tu non mi meriti. Sono io che non ti merito. Tu sei l’amore della mia vita. E… so che magari queste sono delle frasi un po’ banali, ma ti do la mia parola che i sentimenti sono sinceri, ed è questo l’importante…ti amo… e ti amerò per l’eternità!”
 
Avevo gli occhi offuscati dalle lacrime. Prima che potessi rispondergli mi spiaccicò le sue labbra sulle mie.
 
Chiusi gli occhi. Assaporai il suo bacio allacciandogli le braccia intorno al collo.
 
Quando ci staccammo sentì le sue ciglia posarsi sulle gote. Il suo respiro caldo cominciò ad accarezzarmi le labbra.
 
“Megs…”
 
Mi baciò di nuovo.
 
“Davvero non ti interessa che assomigli ad un capodoglio?”
 
“No… tu sei il Mio capodoglio…” Mi sorrise.
 
“Ti assicuro che ‘Non assomigli ad un capodoglio’ era molto più rassicurante.” Ridacchiai.
 
“Oh… scusami cucciola.” Mi baciò per la terza volta.
 
“Senti… tu sei perfetta. Unica… bellissima e fantastica. Ma… se proprio non ti senti a tuo agio, ti aiuterò a perdere qualche chiletto…”
 
“Davvero lo faresti?”
 
“Ma certo tesorino. “ Quarto bacio. “Lo faccio per te…” Strofinò la guancia contro la mia.
 
“Emh… tesoro… nemmeno tu non sei proprio la persona più leggera del mondo…” Gli dissi con dolcezza.
 
“Oh…capisco.” Ridacchiò.
 
“Però ammettilo che sono un figaccione!”
 
“No… tu sei il MIO figaccione!”
 
Ci rialzammo.
 
“Ti amo… grazie Megs…”
 
“Ti amo anche io tesoro. Non provare mai più ad insultarti… MAI.”
 
“Baciami…”
 
 Bhe… non c’è quattro senza cinque.
 
Ispirazione alle ultime ore del giorno… perché devi colpire sempre e solo me? O.O sono stremata… comuqnue… spero che questa storia vi piaccia! :)  fatemi sapere ^^ ciao ciao atutti alla prossima da AA
Ps: so che il titolo non è molto fantasioso… ma ci ho provato :)
 
  
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