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Autore: anwilu    29/03/2013    1 recensioni
Seconda one shot della "My exboyfriend's friend - Untold stories" che sarà divisa in tre parti.
Cosa è successo prima che Kurt e Blaine diventassero padri?
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'My exboyfriend's friend - Untold stories'
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1 Salve a tutti! Eccomi tornata con una nuova one shot della serie My exboyfriend's friend. Seconda dopo La nascita di un amicizia.
La OS sarà divisa in tre parti, che verranno postate giornalmente, quindi ci sentiamo domani con la seconda parte :)

Link alla OS originale

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Blaine sapeva esserci qualcosa che non andava. Ultimamente Kurt era orribilmente silenzioso. Sembrava essere profondamente immerso nei suoi pensieri tutto il tempo, e Blaine stava pazientemente aspettando che finalmente gli dicesse cosa lo infastidiva, ma il problema di Kurt rimase un mistero.
Erano seduti al tavolo a cenare, di nuovo senza una singola parola. Kurt non parlava se gli altri non parlavano con lui, e Blaine era stanco di dover sempre essere quello che cominciava la conversazione. Questa situazione andava avanti da due settimane adesso. Blaine considerava la cosa ridicola, ma non voleva spingere Kurt a fare qualcosa per cui non si sentiva pronto.
Kurt prese un respiro profondo, sembrava stesse per dire qualcosa, ma dopo semplicemente si mise un altro boccone in bocca e continuò a mangiare in silenzio. La quinta volta che successe Blaine perse la sua freddezza.
“Dio Kurt! Dillo e basta! Cosa c’è che non va?!” Kurt – chiaramente sorpreso dal fatto che Blaine avesse alzato la voce con lui – poggiò le posate sul tavolo e allontanò il piatto da lui.
“Probabilmente ho commesso un errore quando ho lasciato il mio lavoro per cominciare la mia attività…”
“Cosa?!”
“Non ho delle entrate regolari…”
“Kurt, avremo soldi sufficienti per vivere anche se tu non avessi nessuna entrata. Non ho idea di cosa tu stia parlando. Abbiamo i nostri risparmi…”
“Voglio avere un bambino.” Blaine era perso. Cercò di capire come erano riusciti a passare da una discussione sulle entrate ad una frase con la parola bambino dentro.
“Un bambino?”
“Siamo sposati da due anni. Forse è ora di cominciare una famiglia. Il processo di adozione è lungo. Ci possono volere molti anni… Un entrata regolare ci può aiutare… Voglio dire…” Kurt si alzò e andò verso Blaine.
“Sono pronto per diventare padre. E va bene se tu non lo sei. Volevo solo che sapessi che io sono pronto e che possiamo riempire i moduli di adozione quando vuoi.” Blaine spinse Kurt sul suo bacino.
“Ti comportavi in modo strano per questo?” Chiese dolcemente mentre carezzava la guancia di Kurt con il pollice.
“Si… Ci pensavo tutto il tempo.”
“Perché non me lo hai detto?”
“Non sapevo come… Aspettavo il momento giusto…”
“Beh, finiamo di cenare e dopo ne possiamo parlare, okay?”
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A Kurt non piaceva l’assistente sociale che gli era stato assegnato, dopo il primo incontro con lui sapeva esserci qualcosa che non andava in quell’uomo; solo che non sapeva dire cosa. Blaine non aveva detto niente, quindi Kurt lasciò stare per un po’, ma dopo tre mesi di requisiti ridicoli uscì l’argomento.
“Penso che ci odi.” Disse Kurt a suo marito quando il Signor Brown lasciò il loro appartamento.
“Non ci odia.”
“Andiamo Blaine! Gli abbiamo dato tutto quello che ci ha chiesto. Ha tutte le informazioni di cui ha bisogno, alcune più di una volta dato che continua a fare le stesse domande e fare visite improvvise ogni settimana per vedere se il nostro appartamento è adatto a farci vivere un bambino. Non ci sorride mai; sembra che stia facendo del suo meglio per trovare qualcosa di sbagliato e disapprovare le nostra domanda… Così non va bene.”
Blaine guardò Kurt, notò che era davvero preoccupato e triste. Non era che Blaine fosse entusiasta del Signor Brown. Affatto! Lo trovava strano. Solo che non pensava che l’assistente sociale stesse cercando di sabotare il loro processo di adozione.
“Kurt, amore, vieni qui. Siediti.” Blaine gli porse la mano, facendolo sedere accanto a lui sul divano. “Sta facendo il suo lavoro. Si, è severo e serio tutto il tempo, ed è sempre così formale attorno a noi, ma credo sia semplicemente la sua personalità. Non tutti sono aperti e loquaci. Si deve assicurare di dare l’approvazione a qualcuno che sia capace di prendersi cura di un bambino. È una grande responsabilità. So che altri assistenti sociali dell’agenzia hanno una relazione amichevole con i loro clienti, e capisco che ti piacerebbe avere la stessa cosa, ma siamo bloccati con lui. Dobbiamo tenere duro, e quando lo studio della casa sarà concluso avremo finito, okay?” Kurt annuì e poggiò la testa sulla spalla di Blaine.
“Voglio così tanto avere un bambino che sto impazzendo.” Sussurrò chiudendo gli occhi così che le lacrime di frustrazione non avessero la possibilità di cadere.
“Anche io piccolo…” Rimasero lì seduti in silenzio per un po’, fin quando un idea non balzò nella mente di Blaine.
“Forse lo stiamo facendo nel modo sbagliato.”
“Cosa?”
“Negli ultimi tre mesi abbiamo vissuto per l’adozione. È letteralmente il nostro unico argomento nelle conversazioni… e non solo le conversazioni tra noi due, ma le conversazioni che abbiamo con i nostri familiari e amici. Forse ci stiamo provando troppo duramente. Forse sta aspettando che noi allentiamo un po’ la tensione, che ci rilassiamo. Forse stiamo dando l’impressione sbagliata su chi siamo e come siamo… Capisci quello che sto dicendo?”
“Diciamo…”
“Dobbiamo tornare alle nostre vite Kurt. Quando è stata l’ultima volta che siamo usciti? Non vediamo un film o uno spettacolo a Broadway da secoli… Domani ti porto fuori per un appuntamento.”
“Cosa?!”
“Si. Porto mio marito ad un appuntamento… da qualche parte. Non ho ancora deciso, ma penserò a qualcosa.” A questo punto Kurt stava sorridendo. Amava l’entusiasmo di Blaine e gli era mancato negli ultimi mesi. Fu in quel momento che realizzò di cosa Blaine stesse parlando. Si svegliavano e si addormentavano con il pensiero di un bambino, del Signor Brown, dello studio della casa o di qualsiasi altra cosa avesse a che fare con l’adozione sin da quella conversazione a cena. Pensavano e parlavano di quello costantemente. Si erano semplicemente dimenticati di vivere.
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Blaine sapeva che Kurt aveva ragione. Si arrabbiò con se stesso per non aver ascoltato Kurt allora. Erano passati più di sei mesi da quando avevano cominciato il processo di adozione e il loro studio della casa non era ancora finito. Il Signor Brown continuava con il suo atteggiamento strano e stava dando su ai nervi di Blaine. Ciò nonostante doveva rimanere forte. Doveva essere la roccia di Kurt, che ultimamente era davvero emotivo. Non poteva permettersi di essere debole e lasciare che le sue insicurezze riguardo la situazione si mettessero in mezzo. Kurt aveva bisogno di lui. Dio, ma lui era così stanco di tutto… Voleva solo lasciarsi andare per un po’. Voleva lasciar uscire tutta la frustrazione, ma lui e Kurt erano praticamente inseparabili. Se non faceva qualcosa collegato al suo lavoro era con suo marito. Amava la cosa, ovviamente, non fraintendetelo, non amava niente di più del tempo che passava con l’amore della sua vita, ma si sentiva come se avesse bisogno di un po’ di tempo solo per se stesso. Perciò un giorno chiamò Rachel e le chiese di passare un po’ di tempo con Kurt. Le disse di quanto Kurt fosse stressato e di come potesse aver bisogno di un po’ di distrazione, e con un po’ di ipocrisia preparò una giornata di pausa per se stesso.
Kurt era eccitato. L’intera giornata era stata fantastica. Rachel lo aveva portato a fare shopping, dopo a pranzo – o una cena anticipata, perché era troppo tardi per il pranzo – e videro il matinée di un qualche spettacolo di Broadway. Era di buon umore, il sorriso non gli lasciava mai la faccia. Era veramente felice, e doveva ringraziare Blaine per questo.
“Kurt! Kurt!” Rachel gli diede una gomitata sulla spalla. “Sei ancora qui con me? Ho detto che probabilmente dovremmo chiamare un taxi.” Kurt girò la testa verso di lei per guardarla con un grande sorriso.
“Si. Ma chiamane due. Vado a casa Rach.”
“Ma dovevamo fare una serata film…” Obbiettò Rachel.
“Lo so. Ma devo andare a casa da Blaine. È stato solo per tutto il giorno. Mi manca.”
“Dio, sei così perso. Solitamente le persone si stancano l’uno dell’altro dopo il matrimonio. Io seriamente non riesco a capire come tu possa essere innamorato di lui allo stesso modo di come lo eri all’inizio. Voglio dire, ovviamente sono felice per te, solo che non lo capisco.”
“Ti sarà tutto chiaro quando troverai qualcuno che è fatto per te…”
“Beh, non vedo l’ora che arrivi quel giorno…” Sbuffò Rachel portando un braccio attorno a Kurt. Non c’era motivo di litigare per una serata film. Certamente avrebbe vinto lei, ma Kurt sarebbe stato assente, e lei preferiva avere una normale serata passata a vedere film con il suo migliore amico piuttosto che una forzata.
Kurt non chiamò Blaine per fargli sapere che era per strada, semplicemente entrò nel loro appartamento aspettandosi di trovarlo seduto davanti la TV o dietro il pianoforte. Ma la loro casa era silenziosa.
“Blaine? Sei a casa?” Nessuna risposta. Andò nella loro stanza, ma di Blaine nessuna traccia. La porta della stanza degli ospiti era leggermente aperta quindi Kurt sporse la testa e la vista che gli diede il benvenuto lo confuse. C’era una scatola con le cose che avevano preso per il loro bambino dalle famiglie e dagli amici. Avevano avuto un battibecco con loro dichiarando che non volevano comprare niente finché il bambino non stesse per arrivare, ma comunque erano finiti con un orsacchiotto qui o qualche altro animale di peluche lì. Avevano nascosto la scatola nell’armadio della stanza degli ospiti così che non avrebbero dovuto vederlo ricordando che per loro non c’era ancora un bambino. Blaine era disteso sul letto con la schiena che dava alla porta e Kurt pensò stesse dormendo. Si avvicinò lentamente al letto e si sedette, il movimento del materasso fece saltare per aria Blaine, che si voltò con occhi spalancati.
“Kurt. C-cosa ci fai qui?” Chiese sperando che Kurt non avesse indagato sul perché la scatola fosse fuori.
“Io? Cosa fai tu, Blaine?” Kurt indicò la mano di Blaine che stava stringendo due copertine. Erano le prime cose che avevano comprato per il loro bambino. Le avevano viste una volta mentre facevano shopping, e le avevano amate entrambe così tanto che avevano dovuto comprarle.
“Niente.” Disse Blaine senza stabilire un contatto visivo, stringendo le copertine tra le mani come se ne andasse della sua vita.
“Blaine…” La dolcezza nella voce di Kurt, l’amore e la comprensione che poteva sentirvi era troppo, ed era tutto quello che gli servì perché la prima lacrime cadesse dai suoi occhi già gonfi e rossi. Kurt gli fu accanto senza perdere tempo. Portò le braccia attorno Blaine con sicurezza, mentre si inginocchiava sul letto cercando di fare il suo meglio per confortare suo marito.
“Tesoro, cosa c’è? Che è successo?” Il viso di Blaine era nascosto nella spalla di Kurt, ed era impossibile per lui sentire qualcosa – non che Blaine stesse parlando – quindi si spostò e si sedette con la schiena contro la testata del letto, portando Blaine con se. Lo stava ancora stringendo forte, ma adesso Blaine aveva la testa poggiata sulla sua spalla in una posizione diversa, e la sua bocca era libera per parlare. Passò qualche secondo prima che Blaine dicesse qualcosa.
“Mi dispiace.”
“Per cosa? Non hai niente per cui dispiacerti per quello che mi riguarda. Blaine, ti prego dimmi perché sei così sconvolto…”
“Sono passati più di sei mesi… Dicono che solitamente ci vogliono dai tre ai sei mesi per finire lo studio della casa. Noi abbiamo fatto tutto giusto e… Non so perché gli ci voglia così tanto. Semplicemente continua a farci visita ogni settimana con le stesse domande e… io ho memorizzato tutto. So esattamente cosa chiederà e cosa vedrà nelle stanze… Siamo la famiglia più a prova di bambino in tutta New York! Perché non ci ha ancora dato la sua approvazione? Cosa sta aspettando?” Kurt cominciò ad accarezzare i capelli di Blaine mentre il suo altro braccio era ancora fermamente ancorato alla vita di Blaine. Gli baciò la testa, pensando alla cosa giusta da dire. Per così tante volte era stato lui quello ad aver avuto bisogno di conforto che non aveva nemmeno realizzato il fatto che Blaine non si era lamentato o si era sfogato nemmeno una volta.
“Perché non me lo hai detto prima? Io frignavo e piangevo sempre al riguardo e tu hai continuato a confortarmi…”
“Non sarebbe stato utile se fossimo stati entrambi sconvolti. I miei sentimenti non erano importanti al momento. Tu avevi bisogno di me e io dovevo essere forte. Tu vieni prima. Ho promesso di renderti felice, non potevo vedere quanto infelice ti sentissi. Dovevo farla andare via. Dovevo farti sentire meglio…” Kurt non sapeva se fosse possibile, ma si innamorò di Blaine ancora di più dopo quella frase. Era così arrabbiato con se stesso. Non capiva come aveva potuto essere così egoista da non notare i sentimenti e i problemi di Blaine.
“Anche io ho promesso di renderti felice…” Blaine si staccò immediatamente.
“Kurt, tu lo fai! Tu mi stai rendendo felice.” Poggiò le mani a coppa sulle guancie di Kurt e sbatté le palpebre per liberarsi dalle lacrime che continuavano a scendere. “Certo che lo fai. Tu…”
“Non osare Blaine.” Lo interruppe Kurt abbassando le mani di Blaine e le strinse. “Non hai finito di piangere. Lo vedo. Non ti sopprimerai di nuovo. Vieni qui.” Aprì le braccia e Blaine si accoccolò contro di lui permettendo alle lacrime di scendere libere.
Il tempo per Kurt si fermò. Non sapeva se fossero passati pochi minuti o molte ore con Blaine che piangeva e singhiozzava, ma non gli importava. Lo stava stringendo nello stesso modo in cui Blaine aveva stretto lui quando ne aveva avuto bisogno, baciava i suoi ricci e controllava le sue di lacrime affinché non scendessero, perché questo era il momento di Blaine.
“Sono patetico…” Disse Blaine alla fine quando le lacrime cessarono e i singhiozzi furono rimpiazzati da respiri accelerati.
“Non lo sei. Sei dolce e premuroso, gentile e amorevole. Sei l’uomo migliore per me Blaine. Sei il mio amore, il mio migliore amico, mio marito e la mia anima gemella… Tu sei… Tu sei il mio tutto.” Blaine annusò il collo di Kurt, che poté sentire il suo sorriso contro la sua pelle. Baciò la tempia di Blaine, una guancia, la mascella, e quando Blaine girò un po’ la testa catturò le sue labbra. Lo baciò lentamente e profondamente, carezzando dolcemente l’interno della bocca di Blaine con la sua lingua. Quando sentì Blaine rabbrividire, le sue dita si posarono tra i suoi capelli, stringendoli, facendogli inclinare un po’ la testa per ottenere un angolazione migliore e approfondire ancora di più il bacio. Era come se stesse cercando di toccare il cuore e l’anima di Blaine dall’interno e dall’esterno nello stesso momento. Era sensuale e fece venire a entrambi le vertigini. Era un bacio che aveva il fine di esprimere vicinanza e affetto. Non avevano bisogno di nient’altro in quel momento, perché era perfetto. Quando si staccarono non lo fecero di nuovo. Semplicemente poggiarono le fronti l’una contro l’altra, cercando di portare il loro respiro a condizioni normali.
“Ti amo.” Sussurrò Kurt e unì le loro labbra per un bacio a bocca chiusa.
“Ti amo.” Ripeté, ma prima che Blaine avesse la possibilità di rispondere le labbra di Kurt furono di nuovo sulle sue. Kurt continuò a sussurrare parole d’amore e baciarlo subito dopo ovunque, finché non fu troppo e Blaine non riuscì a sopportare oltre. Nascose il viso nella piega del collo di Kurt, aspettando che il suo cuore smettesse di battere così velocemente e che i suoi polmoni si riempissero di ossigeno così che potesse finalmente dire qualcosa. Ma Kurt lo batté sul tempo.
“Non importa quanto tempo ci vorrà, avremo un figlio. Tu sarai un padre fantastico. Sei incredibile con i bambini. E io sarò un padre okay. Voglio dire, ho i geni di Burt Hummel, quindi non posso essere così male, giusto?” Blaine ridacchiò e Kurt sorrise.
“Sarai un padre meraviglioso Kurt. Il migliore.”
“Beh, allora nostro figlio sarà un bambino fortunato ad avere dei padri come noi.”
“Si. Saremo una famiglia felice.”
“Promettimi una cosa.” Kurt parlò a bassa voce. Blaine alzò la testa per guardarlo negli occhi e annuì.
“La prossima volta che qualcosa ti preoccupa dimmelo, okay? Sono consapevole del fatto che avrei dovuto sapere esserci qualcosa che non andava. Prometto che smetterò di essere così preso dalla pietà per me stesso e presterò maggiore attenzione a te, ma ti prego, qualunque cosa sia, dimmelo.”
“Te lo prometto. Ti amo così tanto.”
“Cosa vuoi che facciamo adesso tesoro? Vuoi parlarne un altro po’? O uscire? Cenare? Guardare un film? Quello che vuoi.” Blaine si distese sul letto e afferrò gentilmente il polso di Kurt per far coricare anche lui.
“Voglio stringerti e baciarti se per te va bene.”
“Per me va più che bene, amore.” E Blaine chiuse la distanza tra di loro. I loro baci erano dolci e quasi casti. Si stavano godendo la presenza dell’altro, mantenendo le cose ad una semplice pomiciata, alle dita che accarezzavano i capelli e le guancie, alle mani che vagavano su e giù, ma non una volta andarono sotto i vestiti o al di sotto del giro vita. Negli anni che Kurt aveva passato con Blaine aveva imparato che fare l’amore non era solo un atto sessuale. A volte lo facevano, si coricavano a letto, si baciavano e si accarezzavano con i vestiti addosso e si addormentavano. In momenti come questo Kurt si sentiva come un adolescente. Ed era una delle tante cose che amava di Blaine. Non tutti sapevano come fare tornare indietro il tempo, ma Blaine riusciva a farlo per Kurt con i suoi baci innocenti. Se fare qualcosa che ti fa sentire felice e amato non è fare l’amore, allora cosa è?
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Due mesi dopo lo studio della loro casa era ancora da completare. Erano stressati, ansiosi e stanchi. Avevano bisogno di una pausa, quindi quando Wes li invitò al suo cottage per qualche giorno accettarono, non vedevano l’ora.
Avevano programmato l’intera giornata in cui sarebbero partiti. Si sarebbero svegliati e sarebbero rimasti fedeli al piano – dormire fino a tardi, fare il brunch, fare le valigie e lasciare New York subito dopo mezzogiorno così da arrivare la sera insieme ai ragazzi da Pittsburgh. Le cose non potevano andare male con un programma del genere. Tranne per il fatto che potevano.
Non dormirono fino a tardi perché arrivò una chiamata al mattino presto. Il Signor Brown aveva chiamato per dire che sarebbe passato attorno alle tre del pomeriggio. Blaine cercò di spiegare che non sarebbero stati a casa, ma il loro assistente sociale gli ricordò che erano loro quelli che volevano un bambino, quindi si raccomandò fortemente di farsi trovare a casa. Fecero colazione, prepararono le valigie, guardarono la TV, pranzarono e guardarono di nuovo la TV. Il Signor Brown arrivò alle tre in punto e rimase un ora. Fece il suo solito e se ne andò. A quel punto l’umore di Kurt e Blaine era rovinato. Avrebbero dovuto essere per strada da ore. Sapevano che sarebbe stata mezzanotte passata quando sarebbero arrivati al cottage di Wes. Stavano per perdersi la prima serata con i ragazzi.
Kurt insistette per guidare anche se prima erano d’accordo per fare a turno. Blaine era esausto perché la notte precedente aveva composto e quel giorno non aveva potuto dormire a causa della pazzia e dell’amore del Signor Brown che aveva chiamato alle sette del mattino. Il viaggio fu lungo e gli distrusse la schiena. Kurt si scusò non appena abbracciarono i loro amici e scambiarono qualche parola con loro. Aveva bisogno di una doccia.
Blaine cominciò a preoccuparsi un ora dopo perché Kurt non era ancora tornato da loro. Andò a controllare suo marito e lo trovò profondamente addormentato. Spense la luce della stanza e ritornò nel seminterrato dai ragazzi.
“Si è addormentato.”
“Doveva essere distrutto.” Disse Lucas.
“Non mi ha lasciato guidare…” Blaine sospirò e si sedette su un divano. Nick gli passò una bottiglia di birra.
“Beh… fin ora non abbiamo detto niente perché stavamo aspettando che Kurt si unisse a noi, ma…” Nick cominciò e dopo uno sguardo di approvazione da Lucas continuò. “Siamo preoccupati per voi. Il processo di adozione da solo è da pazzi e duro, ma nel vostro caso è semplicemente ridicolo.”
“Lo so.” Disse Blaine, la stanchezza era evidente nella sua voce.
“Dovreste parlare di lui con qualcuno. Tipo il suo capo o… non so. Quello che sta facendo non è giusto. Capisco voglia assicurarsi di non dare il suo permesso a chiunque, ma sta facendo la stessa identica cosa da mesi.” Lucas si unì a Nick. “Lo studio della vostra casa sarebbe dovuto finire settimane fa. Perché lasciate che vi tratti così?” Chiese.
“Perché è lui quello che ha il coltello dalla parte del manico. Abbiamo bisogno che ci dia la sua approvazione. Voglio dire, si, sta facendo le sue osservazioni e ci fa le stesse domande ancora e ancora, ma a parte questo non ha mai fatto niente per offenderci o… non so ragazzi. Vogliamo un bambino così tanto. Lui lo sa. A volte mi sembra che stia aspettando che uno di noi perda e il controllo e gli risponda male così che non ci debba dare il suo consenso…” Nessuno di loro sapeva quanto vere fossero le parole di Blaine…
  
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