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Autore: Redrum    16/10/2007    1 recensioni
Storia alquanto idiota, scritta sotto forma di sceneggiatura per un progetto del laboratorio cinematografico in quinta liceo. Dovete sapere che negli anni precedenti avevo sempre scritto roba seriosa, su guerre, ingiustizie, solidarietà, e che palle. L'ultimo anno ho deciso con un mio amico di scrivere un delirio horror.

Difatti la sceneggiatura non è stata mai usata per il film.

però io sono un figo.
Genere: Thriller, Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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screenplayYY

FLESH


Original screenplay by A.M. and F.F.

nota: mdp significa macchina da presa. no, tanto per chiarire.

SCENA 1: EST. TARDA SERA
Si vede il terreno erboso. In sottofondo pulsa una musica da festa. Spuntano dei ragazzi, di cui all’inizio si vedono solo i piedi. L’inquadratura si allarga e la mdp si inclina verso l’alto, fino a scendere rasoterra e mostrare così i ragazzi che si dirigono verso un edificio.

SCENA 2: INT NOTTE PIANO SEQUENZA
La mdp è ferma e inquadra la stanza dove ballano tutti; in fondo alla stanza è vagamente visibile una panca vuota. La mdp si sposta con CARR. IN AVANTI verso di essa, mentre ragazzi e ragazze impallano passando davanti all’obiettivo. La mdp è ora proprio davanti alla panca di legno. Si vedono le gambe di una ragazza, che si siede. La mdp ruota attorno alla ragazza, fino a mostrare lei di spalle e un ragazzo che si dirige verso di lei, con la palese intenzione di baccagliare. Si siede a sua volta. La mdp ruota di nuovo fino a trovarsi di fronte ai due. La ragazza non appare seccata: è l’occasione ideale per il ragazzo, EMANUELE, che non esita a farsi avanti.

EMANUELE: Caldo, eh?
La ragazza, SAMANTA, annuisce.
EMANUELE: Come ti chiami?
SAMANTA: Samanta, e tu?
EMANUELE: Io sono Emanuele, piacere!
Stanno in silenzio per un po’. La musica è assordante.
EMANUELE: Ti va di uscire?
SAMANTA: COSA?
EMANUELE: TI VA DI USCIRE FUORI?
SAMANTA: Ah... Ehm, io...
EMANUELE: Beh, se non sei occupata... Magari...
La ragazza ha uno scatto: guarda improvvisamente oltre la mdp.
EMANUELE: Che c’è?
SAMANTA: Mi era sembrato... Non importa. Usciamo, dài, mi sto squagliando.
Samanta si alza e scompare oltre l’inquadratura. Emanuele fa un gesto di vittoria e la segue.

SCENA 3: EST. NOTTE
I due ragazzi escono per vedere la luna e si avvicinano a una staccionata con accanto un albero.
EMANUELE: Bella luna, eh?
SAMANTA: Già. Però mi fa venire i brividi.
EMANUELE: Copriti, sei sudata, ti prenderai una polmonite!
SAMANTA: Hai ragione...
EMANUELE: Visto come sono premuroso?
SAMANTA: Vero, sei molto gentile... Grazie!
Emanuele posa la sua mano destra su quella di lei. Così facendo si vede chiaramente l’anello che lui tiene al pollice. La mdp sale fino a inquadrare il volto della ragazza, ora dell’aria di chi è colto alla sprovvista. Lui la guarda, e l’inquadratura si sposta nuovamente sulla mano di Samanta, che questa sfila ora bruscamente da quella di Emanuele. La mdp mostra ora i due visti di fronte, distanziati, imbarazzati e con la testa bassa. L’inquadratura si avvicina lentamente a loro.
EMANUELE: Mi dispiace... Io...
SAMANTA: Scusami, non volevo...
Mentre loro farneticano si sente il soffio del vento, che fa gemere in lontananza le fronde degli alberi. La folata fa spostare di colpo dietro di loro un corpo indefinito, che si mette a dondolare.
(Il pubblico sobbalza sulla poltrona, grazie anche al suono improvviso che accompagna il movimento)
I due si girano impauriti, e la mdp inquadra le gambe di un impiccato che ondeggiano davanti al loro naso.
EMANUELE: (mormora) Oh cazzo...

SCENA 4 INT. NOTTE
FEDERICA: Qui manca della carne...
PAOLA: Chi si è fregato la bistecca? Giulio!!
GIULIO: E io che c’entro? Chiedilo a Emanuele, è tre ore che sta lì fuori...!
I due ragazzi spaventati spalancano di colpo la porta dell’edificio e vi entrano urlando. Le musiche si fermano.
PAOLA: L’hai presa tu la carne?
EMANUELE: Ma sei scema? (rivolto ai suoi amici) Non ci crederete...
SAMANTA: Oddio, c’era un impiccato, te lo giuro! Era sopra di noi...
FEDERICA: Noo! Non ci credo! Davvero?!
PAOLA: Non è possibile!
FABIO: (Gli posa la mano sulla spalla) Cazzo, non scherzi, vero, Ema?
EMANUELE: Lo giuro, cascasse il mondo! C’era uno appeso all’albero, porco cane!
GIULIO: Questo dice la verità! Guardate che faccia!
EMANUELE: Piantala, cretino! Ho ancora il cuore in gola!
GIOVANNI: Mi venisse un colpo, ragazzi, chi potrà essere? Non è mica uno di noi, vero?
SAMANTA: Oh, mio Dio...
TOMMASO: Siamo tutti, qui?
Tutti annuiscono: non manca nessuno.
FABIO: Vabbè, ragazzi, dài... Andiamo a vedere.
FEDERICA: Io non vengo!
PAOLA: Nemmeno io!
GIULIO: Che palle, ragazze! Un po’ di coraggio!
GIOVANNI: Lascia perdere, andiamo noi maschi!
FABIO: Guida tu, Ema, io non so un cavolo di questi posti!
EMANUELE: Va bene, seguitemi.
SAMANTA: Aspettami, vengo anch’io!

SCENA 5 EST. NOTTE
La mdp inquadra le radici dell’albero e lentamente si alza. Nei rami non c’è traccia né di corda ne di impiccato.
EMANUELE: Ve lo giuro, era qui!
TOMMASO: Ma falla finita...
GIOVANNI: ...o quanto hai bevuto?!
EMANUELE: Vi assicuro che quello era qui un attimo fa!
FABIO: Sei una spugna del cazzo! L’impiccato... Ti sei ma inventato tutto per farti notare che eri con quella troietta!
Emanuele dà un cazzotto nel naso a Fabio. Questo, con le narici sanguinanti, lo spinge contro il tronco dell’albero. Nel mentre tutti gli altri, ragazze comprese, cercano di fermarli, urlando di smetterla. Emanuele si libera dalla presa e butta in terra Fabio torcendogli il braccio.
EMANUELE: Non dire mai più una cosa simile, capito?
FABIO: Smettila, mi fai male!
FEDERICA: Lascialo!
PAOLA: Sei impazzito?
TOMMASO: Dài, ora basta!
EMANUELE: Ora vai a chiedere scusa a Samanta... capito, stronzo?
FABIO: Spero che ti impicchino a te, bastardo! Così la pianti di scassare!
Si libera e si alza da terra. Va verso Samanta.
FABIO: Scusami, mi è uscita così, non volevo...
SAMANTA: Non fa niente, Fabio.
Samanta si gira verso Emanuele e lo guarda con un misto di sorpresa e delusione. Emanuele si guarda la mano destra tremante, le nocche sono macchiate di sangue. Le pulisce e la guarda allontanarsi con gli altri fino a rientrare alla casa. Si guarda la spalla e con una manata si toglie della polvere dalla maglia. Infine tira fuori una sigaretta e si appoggia alla staccionata, sospirando.

SCENA 6 INT. NOTTE
Le musiche sono ricominciate, e un ragazzo annoiato si mette a sedere davanti alla finestra, con un bicchiere in mano. E’ GIULIO. Sorseggia la bibita mentre la mdp si avvicina. Si sente un rumore continuo sovrapporsi alla musica.
GIULIO: Ehi, non sentite un rumore anche voi?
Nessuno gli dà retta.
GIULIO: Ehi? Ragazzi?
Continuano tutti a ballare e a chiacchierare.
Giulio scocciato abbassa il volume dello stereo, e ora chiaramente un rumore di motosega si fa sempre più vicino. Tutti i ragazzi si voltano uno per uno verso Giulio, e la mdp li scorre uno per uno, allontanandosi da loro. Si sente un urlo straziante e un rumore disgustoso, come di sedani spezzati. Giulio si volta verso la finestra e all’improvviso dall’esterno vi schizza sangue a fiotti.
GIULIO: Oh, merda!
SCENA 6.1 EST: NOTTE
Tutti gridano e Giulio con Giovanni e Tommaso esce a vedere. La steadycam li segue fino a che non vedono un braccio per terra con un anello al pollice.
Tommaso si mette a vomitare.
GIOVANNI: Oh, che schifo!
GIULIO: Cristo, è di Emanuele!
Arriva Fabio
TOMMASO: Hai visto, pezzo di merda! Volevi che morisse, eccoti accontentato!
FABIO: Oh mio Dio...
GIOVANNI: Non è colpa nostra, eravamo tutti insieme! Qui c’è qualcuno che ce l’ha con noi!
Arriva Samanta e si mette a strillare.
SAMANTA: (piangendo) Oh no mi dispiace, l’ultima volta l’ho guardato come una stronza, perché io credevo che fosse buono e gentile, e invece era stato violento con Fabio... Ma l’aveva fatto per me! Oddio...oddio...
FABIO: Cazzo...
GIULIO: E ora che facciamo?
TOMMASO: Andiamo a chiedere aiuto.

SCENA 7 EST. NOTTE
La mdp inquadra la campagna illuminata dalla luce della luna, che rende tutto più spettrale. Scende rasoterra mentre i sette ragazzi corrono facendo frusciare gli steli d’erba. Ora la macchina li inquadra di fronte mentre rallentano. Giovanni si ferma di fronte all’obiettivo; gli altri sono fuori fuoco, così si vede solo il volto del ragazzo che ansima.
GIOVANNI: Porca miseria, ragazzi, non c’è anima viva qui!
PAOLA: Abbiamo lasciato i cellulari là!
FABIO: (col cellulare all’orecchio) Qui non mi prende... Cazzo...(a voce più alta) VA BENE! (spegne il cellulare) Se è così, qua dove stiamo non combiniamo niente!
TOMMASO: Già, dobbiamo scendere più a valle, qui non ci sono abitazioni.
FEDERICA: Ora come facciamo?
PAOLA: Io ho le gambe a pezzi... Non riesco a credere che è successo...
GIULIO: Che serata di merda! ‘Fanculo! (tira un calcio a un albero)
SAMANTA: Siamo in mezzo al nulla, qui!
FABIO: Aspettate, ragazzi! Qui vicino c’è una cascina di un contadino! Mi è venuto in mente! Sta qua, seguitemi!
Tutti corrono via e la steadycam li segue, finché non raggiungono un cascinale. Sotto il portico c’è un vecchio con una pipa, seduto sulla sedia a dondolo, gli spessi occhiali che riflettono la luce della luna. Fabio si avvicina alla sedia, che cigola in maniera sinistra. La steady si avvicina a sua volta.
FABIO: (mormora)Signore? Ehi? Scusi, volevo un’informazione...
Il vecchio non sembra aver sentito: Fabio alza un po’ la voce.
FABIO: SIGNORE? SCUSI...
La mdp è ora vicina al vecchio e lo inquadra in mpp. Il signore si volta di scatto.
VECCHIO: Che cosa vuoi? Io non ho telefono...
FABIO: Volevamo sapere qual è la strada più vicina... per la città.
Il vecchio si alza lentamente, la sedia scricchiola. Brontola qualcosa di incomprensibile.
FABIO: C-come dice, scusi?
VECCHIO: La strada più vicina è quella che ti porterà all’inferno!
Gli serra le mani intorno al collo di scatto e lo strangola.
GIULIO: Cazzo, Fabio!
FEDERICA: Oh mio Dio, la smetta!
Fabio cade a terra, le ragazze urlano.
TOMMASO: Porca puttana, questo è un fottuto pazzo!
GIOVANNI: Correte, cazzo!!!
Tutti scappano terrorizzati.

SCENA 8 EST. NOTTE

I sei ragazzi sono in preda al panico, si rifugiano più in alto, su un terrazzamento. Si accasciano a terra, chi seduto, chi sdraiato. Le ragazze singhiozzano.
TOMMASO: Non è possibile... Non è possibile... Non è possibile...
GIOVANNI: P-porca vacca, quello era impazzito!
GIULIO: Ha ucciso Fabio, perché? Perché?
FEDERICA: Sembra un incubo! Io... io voglio tornare a casa! Prima che succeda qualcosa anche a noi!
PAOLA: Andiamocene via, vi prego!
GIOVANNI: E come? Qui siamo isolati, non mi ricordo nemmeno la strada per tornare al casolare!
GIULIO: Qui ora è buio pesto... Non faremo altro che girare in tondo... Siamo spaesati come... come un mancino davanti una curva a destra!
Tutti si voltano.
TOMMASO: E questa che cazzo di battuta sarebbe?
FEDERICA: Che stupido, non è il momento di scherzare.
Samanta rimugina fra sé e sé. La mdp stringe su di lei.
SAMANTA: Curva a destra... A destra...
Si rivede l’immagine del braccio di Emanuele. Sbarra gli occhi all’improvviso. La mdp fa un rapido effetto vertigo, con ZOOM in avanti e CARR. all’indietro.
SAMANTA: (esclama) DESTRA!
PAOLA: Cosa?
SAMANTA: Ma sì, ci sono! Ora è tutto chiaro! Hai fatto bene a scherzare, Giulio, e lo sai perché? (si alza) Primo, perché mi hai dato l’illuminazione... E secondo... Perché non dovremmo stare qui a preoccuparci... Siamo stati fregati, ragazzi. Ci hanno fatto uno scherzo.
TOMMASO: Cosa?! UNO SCHERZO? E chi?
GIULIO: Fabio ed Emanuele?
SAMANTA: Proprio così. Qualche ora fa Emanuele mi ha chiesto di uscire, e mi era parso di aver visto qualcosa (si vede l’immagine di ciò che racconta), ed era Fabio, ora me ne rendo conto, perché era l’unico a non essere presente dentro... Ma nessuno se ne era accorto, presi come eravate dalla musica. Quando siamo rientrati in preda alla paura, ho sentito che qualcuno aveva fatto sparire della carne, ed ho visto Fabio toccare la maglia di Emanuele, mentre gli chiedeva se stava scherzando. Dopo la lotta, Emanuele ha notato una macchia e se l’è pulita. Questa è l’ultima cosa che gli ho visto fare. Questo vuol dire che è stato Fabio a piazzare un manichino sull’albero, toglierlo non appena scappati noi due, e approfittare della baraonda per rientrare dal retro. Ma la mano sporca ha tradito il fatto che fosse già stato fuori, a contatto con la corteccia e con la resina. La maglia di Emanuele non può essersi sporcata durante la lotta con Fabio, perché l’unico contatto con il tronco dell’albero Emanuele l’ha avuto di schiena.
FEDERICA: E la carne?
GIULIO: E che vuol dire DESTRA?
SAMANTA: Probabilmente Fabio l’aveva rubata per fare qualche altro scherzo, ma poi l’aveva dimenticata fuori. Così Emanuele, mentre si fumava il suo bel ciccozzo, ha trovato il manichino e la carne dietro un cespuglio, e per vendetta verso tutti ha deciso di utilizzarli. Ha evidentemente staccato un braccio al pupazzo, ci ha infilato l’anello per renderlo più credibile, ma non si è accorto di averlo messo al pollice sinistro, e non al destro dove effettivamente lo portava (si vede l’immagine di Emanuele che tocca la mano a Samanta). Per fare un lavoro migliore, dato che un braccio finto sarebbe riconoscibile, ha infilato la carne sanguinolenta all’estremità e infine architettato la farsa della motosega.
GIOVANNI: E il suono della motosega? E quello delle ossa spezzate?
SAMANTA: Un semplice trucco da bambini. Basta un registratore a nastro e un ramo secco... Poteva architettare di meglio, ma noi ce la siamo ugualmente bevuta.
TOMMASO: Ma allora quel vecchio pazzoide... Chi è?
SAMANTA: Ora viene il bello. Avendo Fabio detto che non conosceva queste zone, mi era sembrato strano che gli fosse venuta così d’improvviso l’idea che ci fosse stata una cascina. A pensarci meglio però, ci sono alcune cose che non tornano nella sceneggiata di Fabio. Evidentemente si era accorto che quello del braccio era tutto uno scherzo, magari pensando al fatto che aveva lasciato la carne fuori. Così decide di continuare la recita. Prima dice che non gli prende il cellulare, poi d’un tratto dice qualcosa di apparentemente insignificante, a voce più alta. Vi ricordate? Disse “va bene”, e se ci pensate bene poteva anche darsi che ci avesse preso tutti per il culo, e che invece il telefono gli funzionava, e che stava avvertendo qualcuno.
PAOLA: Vuoi dire che quel “va bene” era una conferma di Fabio per dire a quel vecchio di recitare da pazzo al suo arrivo?
SAMANTA: Già, quel vecchio può essere suo nonno come anche un qualsiasi altro complice dei suoi scherzi che già da prima Fabio voleva farci... D’altra parte la prima cosa che il vecchio ha fatto è stata mettersi sulla difensiva dicendo che non aveva telefoni... Un po’ fuori luogo, no? Fabio non lo aveva neanche nominato, il telefono! Quel vecchio evidentemente non ha fatto Actor’s Studio. Ma c’è un altro problema. Il vecchio è sordo. Questo spiega la voce stentorea di Fabio al cellulare e lo stesso timbro di voce usato per parlare all’ ‘uomo della sedia a dondolo’. Tutto combacia.
Si sentono delle risate. L’inquadratura ora mostra Fabio e Emanuele che ridono, ripassando fra loro gli scherzi fatti. Emanuele alza lo sguardo.
EMANUELE: Samanta! piaciuto lo scher--
Non finisce neanche la frase che un poderoso cazzotto di Samanta sul setto nasale lo manda lungo disteso per terra. Gli altri ragazzi lo guardano compiaciuti e appoggiano Samanta.
FABIO: Wow! Ha carattere, la ragazza!
Samanta lo guarda male.
SAMANTA: Troietta, eh?
FABIO: (terrorizzato) No aspetta Samanta lasciami spiega--
Un secondo cazzotto lo colpisce sulla guancia. FERMO IMMAGINE di Fabio colpito dal pugno chiuso della ragazza. DISSOLVENZA IN NERO.

FINE



Soggetto di F.F.
Sceneggiatura di A.M.

  
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