Libri > Shadowhunters
Ricorda la storia  |      
Autore: nuttyshake    29/03/2013    1 recensioni
"Non mi aspettavo che ti avrei rivisto così presto." [SPOILER ENORMI PER CLOCKWORK PRINCESS] Will/Jem, prendetela come volete.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Carstairs, William Herondale
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Will aspettava.

Non sapeva quanto tempo fosse passato dall'ultima volta che aveva visto un'anima, o la luce del sole. Era rimasto da solo, in quell'illusione eterea di realtà, per quelli che gli erano sembrati secoli. E forse lo erano stati, ma a Will non importava. Quando era arrivato lì sapeva che avrebbe dovuto aspettare a lungo, e non gli era dispiaciuto affatto. Non era ancora arrivato il suo momento di attraversare il Fiume. Non sarebbe andato avanti, non da solo. L'aveva fatto per la maggior parte della sua vita. Non che la sua vita non gli fosse piaciuta.

Will aveva sempre pensato che sarebbe morto giovane; a quindici anni, forse, quando il peso della sua maledizione fosse diventato troppo da sostenere, o a diciannove anni, in uno scontro con un Nascosto furioso a cui aveva fatto un torto tempo addietro. Anche dopo aver incontrato Jem, conosciuto Tessa, scoperto che la maledizione era falsa, non si era mai aspettato di vivere oltre i vent'anni. Non si sarebbe mai aspettato di vivere una vita lunga e felice, di sposarsi e avere figli e morire al caldo, nel suo letto, circondato dalle persone che amava di più al mondo.

Più di tutto, non si sarebbe mai aspettato di andarsene prima di Jem. Per cinque anni aveva cercato di abituarsi all'idea che, un giorno, avrebbe dovuto guardare Jem morire, guardare la luce smorzarsi nei suoi occhi come la flebile scintilla di un fiammifero, ingoiata dal veleno demoniaco. Nessuno avrebbe previsto che, alla fine, sarebbe stato Will ad aspettarlo.

Ogni volta che Will si era immaginato l'Aldilà, aveva immaginato un posto buio, sconfinato, pieno di ombre e anime in pena. Non riusciva a visualizzarlo come il luogo di pace e quiete di cui Jem gli aveva continuamente parlato. Ma ora che era lì non sentiva dolore, né tristezza, né malinconia. Solo amore, tutto l'amore che aveva provato in vita e amore così forte da sconvolgerlo a riempire ogni fibra del suo essere e infondergli una straordinaria felicità.

Sentì un rumore di passi e sobbalzò. Era il primo rumore che sentiva da quando era arrivato, seguito da un breve alone di luce proprio accanto a lui che rischiarò ancora di più la sua visione. Una sagoma - troppo familiare, troppo simile alla sua, per dimenticarla, nonostante fossero passate circa tre vite da quando l'aveva vista per l'ultima volta - prese lentamente forma nella luce si diradava e scompariva.

Al centro era comparso un ragazzo, più alto e un po' più robusto di quanto lo ricordasse ma con gli stessi occhi grandi e capelli neri come l'inchiostro che erano sbiaditi dopo i dodici anni. Will restò così stupito dal suo aspetto che gli sembrò che fossero di nuovo bambini, ancora nella sala delle esercitazioni a imparare come tirare coltelli e sorridere di nuovo.

Il ragazzo sbattè le palpebre, cacciando via la luce e cercando di concentrarsi sulla figura che aveva davanti. "Will?" sussurrò, e gli angoli delle sue labbra si curvarono all'insù. "Will, sei tu?"

Will non sapeva cosa fare. Tutte le parole che si era preparato e ripetuto fino alla nausea in tutto quel tempo gli erano morte in gola alla vista di James Carstairs. Jem lo guardava divertito, sorridendogli come Will pensava che non avrebbe più potuto fare. "Jem?" fu tutto quello che disse, alla fine.

"Will…Will, sei ancora qui." La sua non era una domanda, ma una constatazione stupita, mormorata in mezzo alle lacrime che gli rigavano il viso. Will si sentì travolto dalla stessa, incondizionata gioia, nell'accorgersi che le loro anime sembravano percepire la presenza l'una dell'altra, provare le stesse emozioni, la stessa felicità e lo stesso dolore, come se fossero nuovamente e inesorabilmente intrecciate.

"Certo che sono ancora qui." Will avanzò verso Jem, allungando la propria mano verso la sua, e il suo cuore fremette, riconoscendo l’anima del ragazzo come la metà mancante a quella di Will. "Non avrei mai attraversato il Fiume senza di te."

Will portò l'altra mano sul volto di Jem, sollevandolo verso di lui per guardarlo meglio. Il suo volto non era più deturpato da orrende cicatrici, le sue guance non più attraversate da graffi rossi, la sua espressione non più fredda e indifferente. Non era più Fratello Zaccaria. Era Jem, il suo migliore amico, il suo fratello di sangue, il suo parabatai. Quello che l’aveva salvato da se stesso, che gli aveva insegnato ad essere uno Shadowhunter, che era stato l’unico a farlo ridere per anni, che l’aveva accettato e capito anche quando non aveva avuto alcuna ragione per continuare a fidarsi di lui, che aveva messo da parte i suoi desideri e i suoi bisogni perchè Will avesse la vita e l’amore che meritava.

Per cinque anni era stato il punto attorno a cui Will aveva gravitato, l’unica verità a cui aggrapparsi, l’unica luce nell’oscurità. Erano stati solo cinque anni, una sola stella nel cielo che era stata la vita di Will. Eppure, Jem era stato con lui in ogni suo respiro e ogni battito del suo cuore, costanti promemoria di come Jem l’aveva cambiato e salvato dal momento in cui si erano incontrati. Will si chiese come fosse possibile amare così tanto la persona che gli stava davanti dopo averla conosciuta solo per un minuscolo frammento di eternità, come avessero potuto quei pochi anni avere un tale impatto sul resto della sua vita.

"Non pensavo che ti avrei rivisto così presto." confessò, le lacrime che gli pungevano gli occhi.

"Hanno trovato una cura." Jem sorrise, stringendo la presa sulla mano di Will. "Ho potuto vivere la vita che ho sempre voluto."

"Con Tessa?" Quel pensiero non lo rese triste, o geloso. Forse in vita avrebbe sentito il suo cuore frantumarsi alla sola idea, ma quel tempo sembrava lontano anni luce. Will aveva amato Tessa, come aveva amato Jem, e come ancora amava entrambi, e aveva avuto l'occasione di stare con lei per una vita intera, di invecchiare al suo fianco, mentre Jem aveva vissuto nell'oscurità della Città Silente. Non avrebbe mai chiesto a Tessa di piangerlo per l'eternità e a Jem di stare lontano dalla ragazza che amava, e questo lo sapevano entrambi.

"Sì. Ed è stato meraviglioso. Ma ti avrei voluto al mio fianco.
"
“Anch’io.” Will non potè evitare di sorridergli. “Ma sono qui, adesso.”

Jem scosse la testa con foga. “Mi dispiace, Will. Mi dispiace così tanto…”

“No.” Will lo tirò verso di sé e lo abbracciò, non riuscendo più a trattenere le lacrime che gli scorrevano sulle guance. Scoprì con sorpresa che non era più fragile come una bambola di porcellana, né aveva più addosso lo stesso odore di zucchero bruciato, ma era ancora Jem, anche a distanza di secoli. Gli passò la mano tra i capelli, cercando di tranquillizzarlo. "Non dire così. Non hai niente per cui dispiacerti."

"Avrei dovuto restare con te fino alla morte." sussurrò Jem contro la sua spalla. "Avremmo dovuto invecchiare insieme. Morire insieme."

"Io ho vissuto. Tu hai vissuto. E ora siamo insieme. E' questo l'importante." Will sapeva che prima o poi avrebbero dovuto staccarsi, ma quella stretta era così confortante che decise di restarvici ancora per qualche secondo. Persi in quel calore e in quella gioia, furono di nuovo Jem-e-Will.

"Jem?" chiese Will, una volta che si furono separati. "Com'è il mondo, adesso?"

Jem sembrò divertito da quella domanda. "E'…strano. E' cambiato molto e ha sempre più problemi, ma…credo che a Henry sarebbe piaciuto. E anche a te. A me è piaciuto sicuramente, anche se trovo che la qualità della musica si sia notevolmente abbassata."

Will ridacchiò, ma poi si fece improvvisamente serio. "Tess…come sta?"

Solo per un attimo, anche Jem si oscurò. "Le ci vorrà un po' per superare la mia morte, ma credo che starà bene, alla fine. Le ho detto di non lasciarsi prendere dallo sconforto, di non essere sola."

"Raccontami tutto." lo pregò Will. "Raccontami di Tessa, di quello che avete visto, di quello che avete fatto. Della cura."

"Ti racconterò tutto. E tu farai altrettanto." Jem puntò lo sguardo sul Grande Fiume che scorreva davanti a loro. "E' una lunga storia. C'entra anche un tuo discendente. Permettimi di dire che la tua famiglia diventa sempre più problematica generazione dopo generazione."

Will rise e lanciò un'occhiata all'amico, che stava fingendo di restare serio ma non era riuscito a trattenere un minuscolo sorriso. "Abbiamo un sacco di tempo."

E Will e Jem, senza lasciarsi la mano neanche un secondo, avanzarono verso quelle acque e attraversarono il Grande Fiume senza alcuna paura.



Ho scritto questa OS perchè non riesco proprio ad accettare il finale di Clockwork Princess. E' passata una settimana da quando ho finito di leggerlo, e non c'è ancora stato un giorno in cui non ho pianto a causa della separazione di Will e Jem. E' l'unica cosa che non riuscirò mai ad accettare. Mi sento a pezzi, non riuscirò mai a riprendermi. Non voglio dilungarmi perchè potrei scrivere un libro sul mio dolore, ma dico solo che a me sembra che Cassandra abbia dato un lieto fine a tutte le coppie, tranne Will e Jem. E non lo trovo giusto, perchè loro meritavano di essere felici. Sono stati felici con Tessa, ma hanno dovuto vivere separati. Loro che non erano mai stati separati per più di qualche ora, loro che avrebbero dato la vita per proteggersi, che si sono salvati a vicenda, loro che sono così uniti da essere quasi la stessa persona. Ho pensato di darmi solo questa magra consolazione. E ora scusate, ma torno a piangere.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: nuttyshake